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Ridotto nazionale

Con ridotto nazionale si indica il dispositivo difensivo dell'Esercito dal luglio del 1940 all'autunno del 1944, quando, di fronte all'accerchiamento della Svizzera da parte delle potenze dell'Asse, quest'ultimo si concentrò sul presidio militare dello spazio alpino sviz. (seconda Guerra mondiale).

Estratti dal Cinegiornale svizzero del 6.7.1945 (sulla sinistra) e dal documentario Wehrhaft und frei di Adolf Forter, 1948 (Collezione Cinémathèque suisse, tutti i diritti riservati; Centro dei media elettronici, Berna).
Estratti dal Cinegiornale svizzero del 6.7.1945 (sulla sinistra) e dal documentario Wehrhaft und frei di Adolf Forter, 1948 (Collezione Cinémathèque suisse, tutti i diritti riservati; Centro dei media elettronici, Berna). […]

I successi ted. sul fronte occidentale e la sconfitta della Francia all'inizio di giugno del 1940 indussero il generale Henri Guisan a prolungare la linea difensiva della Limmat da Basilea fino a Ginevra, ciò che comportò il riposizionamento dell'esercito e la dispersione delle forze lungo una sottile linea perimetrale. Vista la minaccia di accerchiamento della Svizzera, il colonnello Oscar Adolf Germann propose il ripiegamento preventivo di unità dell'esercito per la difesa di un ridotto alpino e il colonnello Hans Frick propugnò la concentrazione dell'esercito a riccio attorno al San Gottardo. La novità di questa concezione fu la priorità assegnata all'impiego di truppe nel settore alpino e non più nell'Altopiano o nella zona di confine. Guisan si impegnò inizialmente per la creazione, tra la Limmat e la linea dal Napf al passo dell'Hauenstein, di un ridotto centrale nell'Altopiano, ancorato al Giura e alle Alpi. Dopo la discussione in seno alla commissione per la difesa nazionale, Guisan, consapevole degli effetti psicologici sulla pop. civile e della carenza di provviste nel settore alpino, scelse una soluzione intermedia: truppe ai confini nazionali, avamposti nel Giura e nell'Altopiano dalla Limmat e dalla Sarina per guadagnare tempo e cinque, successivamente sei divisioni e tre brigate di montagna nel ridotto alpino, dove in caso di attacco si sarebbe ritirato anche il Consiglio fed. Con la realizzazione del ridotto nazionale fu ordinata una mobilitazione parziale e avviato un sistema di rotazione periodica delle truppe.

La strategia legata al ridotto nazionale prevedeva lunghi combattimenti di montagna e la distruzione delle trasversali alpine e avrebbe quindi dovuto produrre un effetto deterrente. Il riposizionamento venne completato il 25.7.1940, giorno del rapporto del Grütli. Nel maggio del 1941 Guisan ritirò nel ridotto anche le tre divisioni schierate nel Giura e nell'Altopiano. Entro la fine del 1942 fu possibile mettere al sicuro nel ridotto scorte per sei mesi destinate alla pop. e alle truppe e furono quasi completate le più importanti Fortificazioni. Nel quadro della rotazione delle truppe, la priorità fu data all'addestramento al combattimento. La maggioranza della pop. accettò il trasferimento della linea difensiva principale nel settore alpino e confidò nell'effetto dissuasivo ricercato. I critici sottolinearono che le potenze dell'Asse avrebbero potuto conquistare facilmente l'Altopiano, ricco di risorse, e affamare l'esercito nel ridotto. Nel 1942 il ridotto raggiunse la sua piena efficacia grazie all'attenuarsi della minaccia delle potenze dell'Asse, al completamento delle fortificazioni e alla cooperazione economica con la Germania e l'Italia. Si riteneva allora che le potenze dell'Asse considerassero più utile una Svizzera con un sistema funzionante per il trasporto di merci attraverso le Alpi che un Paese conquistato con gli impianti di produzione distrutti. Dopo lo sbarco degli Alleati in Normandia, nel giugno del 1944 Guisan trasferì nuovamente truppe dal ridotto all'Altopiano, in considerazione della situazione meno minacciosa. Durante la Guerra fredda le fortificazioni nel settore delle Alpi furono ampliate ulteriormente. Dalla riforma Esercito 95 il ridotto nazionale non è più previsto come parte del concetto di difesa.

Nel dopoguerra la valenza simbolica del ridotto nazionale si rafforzò tanto da farne un mito nazionale, messo in discussione solo alla fine del XX sec. Per la generazione del servizio attivo, il ridotto rappresentò la quintessenza della volontà di difesa e il simbolo del "caso particolare" (Sonderfall) di una Svizzera indipendente, e può essere interpretato come un moderno mito di fondazione. Voci critiche, in particolare nel contesto della discussione sul ruolo dell'esercito durante la seconda guerra mondiale, hanno invece posto l'accento sull'intreccio di interessi politici, economici e finanziari della Svizzera con le potenze belligeranti e hanno assegnato al ridotto un ruolo secondario.

Riferimenti bibliografici

  • W. Gautschi, General Henri Guisan, 1989, 294-328
  • L'Etat-major, 7, spec. 305-353 (con bibl.)
  • J. Tanner, «"Réduit national" und Aussenwirtschaft», in Raubgold, Reduit, Flüchtlinge, a cura di P. Sarasin, R. Wecker, 1998, 81-103
  • R. Bernhard, Das Reduit, 2007
  • H. R. Fuhrer, M. Ramel, Réduit I, 2007
Link

Suggerimento di citazione

Hans Senn: "Ridotto nazionale", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.08.2010(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008696/2010-08-20/, consultato il 28.03.2024.