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Servizio mercenario

Per servizio mercenario si intende, da un lato, l'attività prestata liberamente da mercenari assoldati da un comandante militare attivo per proprio conto o reclutati individualmente da eserciti coloniali europei. D'altro lato, l'espressione si riferisce pure alle prestazioni militari regolate da accordi o capitolazioni stipulate fra Stati. Sul piano cronologico il fenomeno si protrasse dal XIII al XX secolo, benché attorno alla fine del XVIII secolo si osservò un cambiamento strutturale. Mentre il servizio straniero prestato in Europa, dopo aver toccato il culmine nel XVI e XVII secolo, declinò vistosamente, i mercati coloniali di mercenari guadagnarono rilievo fino alla prima guerra mondiale (colonialismo).

Il servizio mercenario nella storiografia

Nel corso del XX secolo la storiografia militare si allontanò progressivamente dalla tradizionale cronaca di battaglie e guerre. In stretta relazione con altre branche disciplinari (storia culturale, storia di genere, storia sociale e storia economica), indaga i rapporti, molteplici e transnazionali, tra le forze armate e le società dei rispettivi Paesi.

Tale evoluzione toccò anche la Svizzera. La storiografia del XVIII secolo screditò a lungo il servizio mercenario, considerandolo una pagina oscura della storia svizzera e un freno all'affermazione e alla coesione della nazione. Al contrario, all'inizio del XX secolo si riscontrò la tendenza a farne l'apologia. Lo spirito combattivo e la lealtà dei mercenari svizzeri furono presentati come virtù tipiche della Svizzera. Fu in particolare Paul de Vallière a innanzarli, nella sua opera del 1913, a elementi fondanti dell'identità nazionale. Questa mitizzazione, che si inseriva nel contesto politico-culturale delle due guerre mondiali, ritardò il rinnovamento degli studi sul servizio mercenario. Dagli anni 1970 tuttavia si registrò un accresciuto interesse per i risvolti socio-economici del fenomeno, senza trascurare gli aspetti politici e diplomatici, le mentalità, l'incidenza delle tradizioni familiari e locali. Maturò così la consapevolezza della complessità di questo tema e del suo impatto sulle strutture sociali, sull'economia e sui processi di diffusione culturale dell'antica Confederazione come pure dello Stato federale svizzero.

Questa nuova prospettiva implicava l'uso di fonti supplementari, di natura militare o civile, provenienti sia dai Paesi in cui i mercenari furono attivi sia dalla Svizzera. Oltre ai ruoli delle truppe, che permisero analisi statistiche e la ricostruzione della composizione dei reparti, delle carriere e degli aspetti economici del servizio, assunsero importanza in quest'ottica gli archivi delle unità, i documenti di carattere normativo (capitolazioni, ordinanze, ordini di servizio) e infine le fonti classiche della storia sociale (registri anagrafici e notarili, archivi giudiziari; atti amministrativi). In Svizzera rivestirono un grande interesse i registri delle «camere di reclutamento» (Rekrutenkammern, Werbungskammern).

Gli approcci postcoloniali e di storia globale sviluppatisi dagli anni 2000, che miravano al superamento della prospettiva eurocentrica, diedero nuovi impulsi anche alla ricerca sul servizio mercenario. Gli studiosi rivolsero la loro attenzione in particolare agli influssi sul mercato del lavoro militare della violenta espansione europea in America, Asia e Africa, promossa dal XVI secolo, all'impiego di soldati svizzeri nel contesto delle guerre coloniali o al ruolo di soldati e società extraeuropei. Questo ampliamento geografico dell'oggetto di ricerca rese evidente che, contrariamente all'opinione diffusa dalla storiografia più datata, il servizio mercenario non si concluse con la fondazione dello Stato federale svizzero (rispettivamente con le riforme legislative introdotte nel 1859), ma proseguì fino a XX secolo inoltrato specialmente nelle colonie francesi e olandesi.

Il servizio mercenario dalle origini alla metà del XX secolo

Evoluzione generale

Il servizio mercenario conobbe quattro fasi, in parte sovrapposte. Compresa tra il XIII secolo e la metà del XVI, la prima interessò unicamente l'Europa continentale e fu caratterizzata da arruolamenti di durata limitata, spesso solo per singole spedizioni militari di settimane o mesi, di bande e poi intere compagnie agli ordini di imprenditori militari. La seconda durò all'incirca dal 1520 fino alla metà del XVII secolo e fu contrassegnata dagli sforzi delle autorità confederate per porre sotto controllo il mercenariato non regolamentato. A questo scopo conclusero trattati di alleanza e contratti di reclutamento a lungo termine con signori della guerra stranieri, in cui venivano disciplinate le condizioni quadro politiche e finanziarie del servizio straniero. Tramite questi accordi, spesso lucrativi, gruppi di famiglie dell'élite consolidarono il loro potere in seno ai cantoni confederati (patriziato cittadino, cantoni aristocratici, cantoni rurali). La terza fase si protrasse dalla metà del XVII secolo alla metà del XVIII e fu strettamente connessa all'espansione europea oltreoceano. Fu segnata da guerre quasi ininterrotte tra le potenze europee sia all'interno sia all'esterno dell'Europa e dal passaggio da armate reclutate per periodi limitati a eserciti composti da truppe permanenti. Le dimensioni dei contingenti aumentarono, la durata degli ingaggi venne precisata ed estesa. La regolamentazione del servizio divenne più rigorosa, la gerarchia più rigida e la disciplina più severa. Inoltre la presenza svizzera in conflitti al di fuori dell'Europa cominciò a intensificarsi. La quarta fase durò dalla metà del XVIII secolo fino ai conflitti legati alla decolonizzazione successivi alla seconda guerra mondiale, periodo in cui si modificarono in profondità le strutture del mercato del lavoro militare. Mentre il servizio mercenario perse sensibilmente importanza nell'Europa continentale, crebbe progressivamente la richiesta di soldati che potessero essere impiegati nelle colonie europee. Anche se il loro numero non raggiunse quello dei secoli precedenti, il servizio mercenario rimase ancora fino alla metà del XX secolo un fenomeno di massa.

I mercati europei di mercenari

Già all'inizio del XIII secolo vi erano «Svizzeri» al servizio degli imperatori; alla fine del secolo mercenari confederati combattevano ad esempio per Rodolfo I. Il fenomeno si moltiplicò nel corso del XIV secolo, specialmente in Italia e nel ducato di Milano sotto dominio visconteo. La convenzione di Sempach (1393) tentò invano di arginarlo.

Presto si giunse a una distinzione fra arruolamenti effettuati ufficialmente con il consenso delle autorità sulla base di capitolazioni e gli ingaggi individuali o di bande. Benché vietata in molti luoghi, quest'ultima forma era tuttavia a volte tacitamente tollerata. Il servizio mercenario si trasformò progressivamente in un affare di Stato, posto sotto la supervisione dei governi cantonali che cercarono di controllarne i flussi tramite un'apposita «politica mercenaria». La Dieta federale tentò di fare lo stesso, senza però riuscirvi. Gli assoldamenti si moltiplicarono nel XV secolo, frenati però dalle mire espansionistiche dei cantoni, che necessitavano allora di soldati per soddisfare le proprie ambizioni.

Il re di Francia Luigi XI accoglie i soldati svizzeri davanti a Chalon-sur-Saône nell'agosto del 1480. Illustrazione nella Luzerner Chronik di Diebold Schilling, 1513 (Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, Sondersammlung, Eigentum Korporation Luzern).
Il re di Francia Luigi XI accoglie i soldati svizzeri davanti a Chalon-sur-Saône nell'agosto del 1480. Illustrazione nella Luzerner Chronik di Diebold Schilling1513 (Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, Sondersammlung, Eigentum Korporation Luzern). […]

Nel XV secolo conobbe un forte sviluppo soprattutto il servizio mercenario a favore della Francia. La prima alleanza conclusa a questo scopo tra la Francia e la Confederazione (1453) offrì una base diplomatica duratura. Le vittorie riportate nelle guerre di Borgogna accrebbero la fama dei soldati elvetici. Nel 1480 Luigi XI assoldò un corpo svizzero di ausiliari regolarmente costituito. Dal 1481 concesse privilegi, specialmente di natura fiscale, ai militari svizzeri. Nel 1497 a Parigi venne istituita una prima unità confederata permanente, la compagnia dei Cento Svizzeri della Guardia (Guardie svizzere). In seguito mercenari confederati prestarono servizio anche in Spagna, Austria (casa d'Asburgo), Savoia e Ungheria. Il coinvolgimento svizzero nelle guerre d'Italia portò a un sensibile aumento degli effettivi; temporaneamente si contarono fino a 10'000-20'000 uomini al servizio della Francia. La supremazia delle unità di fanteria confederate fu però infranta dai progressi dell'artiglieria (condotta di guerra), che produssero le cocenti disfatte di Marignano (1515), della Bicocca (1522), del Sesia (1523) e soprattutto di Pavia (1525). Contestualmente divenne più difficile distinguere gli interessi superiori dei cantoni o della Confederazione da quelli dei ceti dirigenti direttamente implicati nel servizio straniero. L'insorgere di questi problemi suscitò opposizioni contro il servizio mercenario (il riformatore Ulrich Zwingli ne fu un feroce avversario) e un dibattito di fondo sulla sua opportunità.

Il successo del servizio mercenario fu dovuto, fra l'altro, a fattori di natura militare. La difesa confederata si basava sul sistema di milizia; la leva obbligatoria (servizio militare obbligatorio) rappresentava un'eccezione in Europa prima della Rivoluzione francese. Le vittorie militari riportate su nemici spesso deboli assicurarono inoltre ai Confederati una reputazione di invincibilità. Il loro valore militare si saldò con le nuove esigenze delle monarchie europee, a cui non bastavano più gli eserciti feudali (feudalità) e che al contempo non erano in grado di costringere i loro sudditi al servizio militare. Anche la posizione geografica della Svizzera ebbe un ruolo di rilievo, dato che i Confederati raggiungevano i campi di battaglia dei conflitti fra il blocco degli Asburgo di Spagna e d'Austria, da un lato, e la Francia dei Borbone, dall'altro, più rapidamente di mercenari dall'Irlanda, dalla Scozia o dalla Polonia. Inoltre, grazie alle capitolazioni i signori della guerra stranieri si assicuravano anche il diritto di passaggio attraverso i valichi svizzeri, ciò che offriva vantaggi strategici per il trasferimento delle truppe. 

È in questo contesto che alla fine del Medioevo si sviluppò il sistema dei cosiddetti imprenditori militari, intermediari privati retribuiti dai sovrani per reclutare contingenti che non necessariamente comandavano di persona. Nella Confederazione questo sistema subì un'evoluzione particolare: i cantoni si sostituirono gradualmente a queste figure, negoziando sia con i monarchi sia con i capi dei reparti e riscuotendo un guadagno sulle operazioni sotto il loro controllo (pensioni). L'imprenditoria militare era dunque nelle mani di eminenti magistrati locali come pure di numerosi esponenti delle loro famiglie. Mogli, sorelle e figlie avevano un ruolo centrale nel reclutamento, nella tenuta della contabilità e nella raccolta di capitali.

Allegoria del carattere avvilente del servizio mercenario e delle pensioni. Olio su tela, 1625 ca., 71,5 x 54,4 cm (Museo nazionale svizzero, Zurigo, LM-24998) e caricatura del servizio mercenario di Peter Vischer-Sarasin. Acquaforte colorata, 1792, 21 x 16,8 cm (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD Falk. A 512).
Allegoria del carattere avvilente del servizio mercenario e delle pensioni. Olio su tela, 1625 ca., 71,5 x 54,4 cm (Museo nazionale svizzero, Zurigo, LM-24998) e caricatura del servizio mercenario di Peter Vischer-Sarasin. Acquaforte colorata, 1792, 21 x 16,8 cm (Staatsarchiv Basel-Stadt, BILD Falk. A 512). […]

Il servizio mercenario in favore della Francia fu il più importante, specialmente dopo che il rapporto tra Confederazione e Francia fu regolato durevolmente dalla Pace perpetua del 1516 e dal trattato di alleanza franco-svizzera del 1521 (più volte rinnovato) e dopo che la «capitolazione generale» del 1561 (valida fino al 1671) limitò i reclutamenti illeciti. Mercenari svizzeri parteciparono in massa alle guerre di religione in Francia, sia sul fronte cattolico sia su quello riformato, senza però scontrarsi sul campo di battaglia. L'organizzazione delle truppe divenne più strutturata: nel 1526 furono introdotte le ispezioni mensili, il versamento del soldo divenne regolare, si costituirono reggimenti comandati da colonnelli e nacquero i primi reggimenti di archibugieri svizzeri. Una seconda unità permanente venne fondata nel 1616 da Luigi XIII, il reggimento delle Guardie svizzere. Oltre che con la Francia, furono concluse capitolazioni anche con la Spagna (soprattutto durante la guerra dei Trent'anni), la Savoia, Venezia e Genova. Tornò in auge anche il servizio non soggetto a capitolazioni, ad esempio in Svezia, Sassonia e Baviera. La migrazione per motivi militari nella prima età moderna non fu circoscritta agli uomini svizzeri. Le truppe erano accompagnate da donne, che svolgevano compiti logistici, come lavare e cucinare, oltre a prendersi cura dei soldati malati o feriti.

Dal 1671 Luigi XIV, al cui servizio vi erano numerose compagnie «franche» non vincolate a capitolazioni, creò dei reggimenti svizzeri permanenti, che portarono il nome del loro colonnello. Il reggimento bernese von Erlach, istituito nel 1672, fu il primo degli undici reggimenti che furono al servizio del re di Francia fino alla Rivoluzione. La durata degli arruolamenti passò a tre o quattro anni (talvolta anche di più). Se la Francia costituì di gran lunga il committente principale – sette reggimenti e quaranta compagnie franche, pari a un effettivo teorico di 25'000 uomini alla fine della guerra d'Olanda (1678) –, si sviluppò anche il servizio a favore delle altre potenze. Le capitolazioni dei cantoni cattolici con la Spagna furono numerose fino alla fine del XVIII secolo; i riformati, oltre che in Francia, furono attivi nelle Province Unite (Paesi Bassi). Anche Inghilterra (Gran Bretagna), Polonia, Austria (fin verso il 1740), Sardegna-Piemonte e Venezia (fino al 1719) impiegarono truppe confederate.

Gli 11 reggimenti di linea svizzeri al servizio della Francia 1672-1792

Nome del reggimento nel 1792Zona di reclutamentoProprietario del reggimento
WattenwylBerna1672Erlach
63. reg. fant. 1694Manuel
  1701Villars-Chandieu
  1728May
  1739Bettens
  1751Jenner
  1762Erlach von Riggisberg
  1782Ernst
  1792Wattenwyl
    
Salis-SamedanSoletta1672Stuppa (Giovanni Pietro)
64. reg. fant.Argovia1701Brendlé
 Friburgo1738Seedorf
 Grigioni1752Boccard
  1785Salis-Samedan
    
SonnenbergBerna1672Salis-Zizers
65. reg. fant.Neuchâtel1690Polier
 Svitto1692Reynold
 Lucerna1702Castella
 Grigioni1722Bettens
  1739Monnin
  1756Reding
  1763Pfyffer von Wyher
  1768Sonnenberg
    
CastellaLucerna1672Pfyffer von Wyher
66. reg. fant.Glarona1689Hässi
 Friburgo1729Burky
 Soletta1737Tschudi
  1740Vigier von Steinbrugg
  1756Castella
    
VigierSoletta1673Greder (Wolfgang)
69. reg. fant. 1691Greder (Hans Ludwig)
  1703Greder (Balthasar)
  1714d'Affry
  1734Widmer
  1757Waldner von Freundstein
  1783Vigier von Steinbrugg
    
Châteauvieuxvari cantoni1677Stuppa (Giambattista)
79. reg. fant. 1692Surbeck
  1714Hemel
  1729Besenval
  1738Joffrey de la Cour-au-Chantre
  1748Grandvillars
  1749Balthasar
  1754Planta von Wildenberg
  1760Darbonnier de Dizy
  1763Jenner
  1774Aubonne
  1783Lullin de Châteauvieux
    
Diesbachvari cantoni1689Salis
85. reg. fant. 1702May
  1715Buisson
  1721Diesbach-Steinbrugg
  1764Diesbach de Belleroche (Romain)
  1785Diesbach de Belleroche (Ladislas)
  1792Diesbach
    
CourtenVallese1690Courten (Jean-Etienne)
86. reg. fant. 1723Courten (Melchior-François)
  1724Courten (Pierre-Anne)
  1744Courten (Maurice)
  1766Courten (Antoine-Pancrace)
  1790Courten (Jean-Antoine)
    
Salis-Grisons/Grigioni1734Travers von Ortenstein
Salis-Marschlins 1741Salis-Soglio
95. reg. fant. 1744Salis-Maienfeld
  1762Salis-Marschlins
    
SteinerZurigo1752Lochmann
97. reg. fant. 1777Muralt
  1782Steiner
    
Reinachprincipato vescovile di Basilea1758Eptingen
100. reg. fant. 1783Schönau
  1786Reinach
Gli 11 reggimenti di linea svizzeri al servizio della Francia 1672-1792 -  Philippe Henry

Nel XVIII secolo, durante il quale si registrò un aumento di mercenari impiegati nelle colonie, diminuì gradualmente il numero di assoldamenti sul mercato interno europeo. I proprietari dei reggimenti furono confrontati con maggiori oneri e rischi finanziari: l'equipaggiamento dei soldati, ad eccezione delle armi, era a loro carico e anche le diserzioni provocavano costi ingenti. Gli stessi soldati soppesavano sempre più spesso vantaggi e svantaggi del servizio mercenario. Per loro, il divieto di saccheggio e la progressiva diminuzione del soldo in termini reali resero meno attrattiva la vita militare. L'inasprimento della disciplina (giustizia militare) e l'introduzione del drill (istruzione militare) modificarono l'immagine del servizio. Contribuì a questa evoluzione anche la battaglia di Malplaquet del 1709, in cui mercenari svizzeri al servizio degli opposti schieramenti (Francia da un lato, coalizione tra Sacro Romano Impero, Inghilterra, Prussia, Paesi Bassi, dall'altro) si trucidarono a vicenda; 8000 di loro perirono sul campo. Le riforme introdotte dal ministro francese Etienne François de Choiseul nel 1764 suscitarono scontento nella Confederazione, poiché accrebbero il controllo dello Stato sulle truppe mercenarie. Infine l'emigrazione militare perse fondamentalmente la sua importanza per effetto dei mutamenti economici della società svizzera.

Pagina del titolo del primo tomo delle Ouvrages pour & contre les services militaires étrangers di Charles Guillaume Loys de Bochat, testo pubblicato a Losanna e Ginevra nel 1738 (Bibliothèque cantonale et universitaire Lausanne).
Pagina del titolo del primo tomo delle Ouvrages pour & contre les services militaires étrangers di Charles Guillaume Loys de Bochat, testo pubblicato a Losanna e Ginevra nel 1738 (Bibliothèque cantonale et universitaire Lausanne). […]

Mentre il mercato coloniale di mercenari prosperava, nel periodo rivoluzionario e nei primi decenni del XIX secolo il declino del mercenariato nell'Europa continentale conobbe un'accelerazione. A seguito della crescente indisciplina delle unità propriamente francesi, un decreto del luglio del 1791 abolì tutti i reggimenti stranieri in Francia salvo quelli svizzeri. La resistenza delle Guardie svizzere durante il massacro delle Tuileries il 10 agosto 1792 suscitò indignazione in tutto il Paese e portò al licenziamento dei soldati svizzeri tramite un decreto dell'Assemblea legislativa del 20 agosto 1792. Il servizio mercenario per la Francia si interruppe così fino al 1798. In seguito, sotto Napoleone, fu ripristinato, ma in una forma sostanzialmente diversa, poiché fu reso obbligatorio. Questa situazione perdurò sotto l'Impero. Numerosi Svizzeri si arruolarono tuttavia a titolo individuale nelle armate rivoluzionarie e napoleoniche. Diverse centinaia di Confederati furono impiegate anche al di fuori dall'Europa, ad esempio nella campagna d'Egitto (1798-1800) o ad Haiti (1803). Dei 635 Confederati originariamente arruolati del primo battaglione della terza semibrigata svizzera solo 7 sopravvissero al fallimentare tentativo di soffocare la rivolta ad Haiti. 

Tamburo maggiore in alta uniforme delle Guardie svizzere al servizio della Francia. Acquerello tratto da un disegno realizzato nel 1786 da Nicolas Hoffmann (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
Tamburo maggiore in alta uniforme delle Guardie svizzere al servizio della Francia. Acquerello tratto da un disegno realizzato nel 1786 da Nicolas Hoffmann (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).

Dopo la caduta di Napoleone il servizio mercenario fu temporaneamente ripristinato nell'Europa continentale. I Confederati passarono volontariamente al servizio di Luigi  XVIII e la Guardia reale venne ricostituita. Nel 1816 fu sottoscritta un'ultima capitolazione per quattro reggimenti di linea e due reggimenti della Guardia, pari a un effettivo teorico di 14'000 uomini. Durante la Rivoluzione di luglio del 1830, 300 Svizzeri caddero difendendo le Tuileries e il Louvre, ciò che alla fine di agosto spinse la Dieta federale a richiamare tutti i reggimenti, ponendo fine al servizio mercenario a favore della Francia. Il servizio per la Spagna venne abolito per decreto delle Cortes nel 1823, quello per i Paesi Bassi durò fino al 1829 (capitolazione di quattro reggimenti nel 1814), quello per il regno di Sardegna scomparve nel 1815 (la Guardia dei Cento Svizzeri nel 1832) e quello per l'Inghilterra nel 1816. I rapporti più longevi furono intrattenuti con la Santa Sede e il regno di Napoli. Con il pontefice nel 1832 fu concluso un capitolato per due reggimenti, sciolti nel 1849 durante la rivoluzione romana e poi ricostituiti sotto la denominazione di reggimenti esteri, di cui uno rimase in vita fino al 1870. Il servizio mercenario nel regno di Napoli, cessato nel 1789 e ripristinato nel 1825, fu abolito definitivamente nel 1859.

La conquista di Catania del 6 aprile 1849. Litografia nei Souvenirs de la Campagne de Sicile en 1848 & 1849 di Karl Ludwig Albrecht von Steiger (Burgerbibliothek Bern).
La conquista di Catania del 6 aprile 1849. Litografia nei Souvenirs de la Campagne de Sicile en 1848 & 1849 di Karl Ludwig Albrecht von Steiger (Burgerbibliothek Bern). […]

Nel dibattito politico del XIX secolo i reggimenti mercenari venivano considerati sempre più obsoleti. Sia nei Paesi in cui servivano, sia in Svizzera suscitavano l'opposizione delle cerchie sociali più diverse. I critici ammonivano che il servizio straniero per i sovrani europei mal si conciliava con gli ideali illuministi, morali e liberali. Questa ostilità si tradusse nell'inasprimento del quadro legale. L'articolo 11 della Costituzione federale del 1848 vietava la conclusione di nuove capitolazioni, ma non abrogava quelle già sottoscritte né proibiva gli arruolamenti individuali. Solo nel 1859 fu emanato il divieto di arruolarsi in «truppe non nazionali» senza l'autorizzazione del Consiglio federale. La coscrizione individuale in «truppe nazionali» come cosiddetti volontari rimaneva per contro possibile e non necessitava di autorizzazioni. Quali truppe straniere fossero considerate nazionali e quali non nazionali restava però incerto. Il servizio nell'esercito coloniale olandese fu, ad esempio, tollerato dalle autorità, mentre quello nella Legione straniera francese era controverso. Solo l'introduzione del nuovo Codice penale militare svizzero del 1927 – in virtù del quale furono ad esempio perseguiti penalmente i volontari della guerra civile spagnola – segnò la fine del servizio mercenario sul piano giuridico. Tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo Svizzeri servivano ancora nella Guardia svizzera pontificia.

Parata della Guardia svizzera pontificia il Sabato Santo, 7 aprile 2007, davanti alla basilica di S. Pietro in Vaticano a Roma (KEYSTONE / Photononstop, P. Deliss/Godong, immagine 123831909).
Parata della Guardia svizzera pontificia il Sabato Santo, 7 aprile 2007, davanti alla basilica di S. Pietro in Vaticano a Roma (KEYSTONE / Photononstop, P. Deliss/Godong, immagine 123831909).

I mercati coloniali di mercenari

La domanda di mercenari nelle colonie si sviluppò in modo diametralmente opposto al suo tendenziale declino nell'Europa continentale. Benché le truppe indigene – reclutate direttamente o costituite da unità alleate – formassero la maggior parte degli eserciti coloniali, le potenze coloniali ingaggiavano sempre anche mercenari europei a causa di dubbi sulla loro lealtà o di pregiudizi razzisti (razzismo) sulle loro abilità nel combattimento. Per la conquista di territori oltreoceano, la sorveglianza di persone ridotte in schiavitù durante il trasporto transatlantico (commercio marittimo) o nelle piantagioni e la difesa contro nemici europei, soprattutto i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e la Francia necessitavano di più personale militare di quanto potessero reclutarne al proprio interno. Il mercato globale del lavoro militare, sviluppatosi a seguito della violenta espansione europea, comprese al più tardi dalla fine del XVI secolo anche i territori dell'odierna Svizzera. Così, ad esempio, nel 1595 nella città portuale francese di Dieppe due soldati zurighesi si arruolarono su una nave per scortare il trasporto di schiavi e schiave dall'Africa occidentale ai Caraibi.

Mentre in questa prima fase del colonialismo si trattava probabilmente di assoldamenti individuali, dagli ultimi decenni del XVII secolo le strutture globali del mercato del lavoro militare si consolidarono. Specialmente i Paesi Bassi e le compagnie commerciali privilegiate olandesi reclutavano numerosi mercenari svizzeri per sorvegliare le loro piantagioni e le loro basi in Asia, Africa, Sudamerica e nei Caraibi. A dubbia fama assurse, ad esempio, il colonnello Louis-Henri Fourgeoud, che tra il 1763 e il 1778 guidò numerose spedizioni per domare rivolte di schiavi nella colonia di Berbice (Guyana) e in Suriname. Indicativamente 4000-5000 Svizzeri lavorarono per conto della Compagnia olandese delle Indie orientali (fondata nel 1602 e nota anche con l'acronimo VOC), attiva a Capo di Buona Speranza, a Ceylon (Sri Lanka) e nelle Indie orientali olandesi (Indonesia). La maggior parte di loro era costituita da mercenari. Il caso di Jakob Steinmüller di Glarona illustra quanto potesse essere lucrativa l'attività per conto della VOC per coloro che sopravvivevano. Dopo 18 anni di servizio in Sudafrica e a Giava, nel 1759 Steinmüller tornò a Glarona, dove con le ricchezze accumulate nelle colonie acquistò la cittadinanza. La VOC non reclutava però solo su base individuale. Nel 1781 concluse una capitolazione privata con il neocastellano Charles-Daniel de Meuron. Dopo essere stato stanziato a Capo di Buona Speranza, il reggimento de Meuron fu trasferito a Ceylon. Quando nell'inverno 1794-1795 la Francia invase i Paesi Bassi, il reggimento entrò al servizio della Compagnia britannica delle Indie orientali (BEIC, fondata nel 1600, fino al 1707 Compagnia inglese delle Indie orientali e nota anche con l'acronimo EIC). Nel 1799 i Britannici lo impiegarono poi nella quarta guerra di Mysore (Mysuru), prima di trasferirlo a Malta nel 1806, e poi in Canada nel 1813, dove fu sciolto nel 1816.

Accampamento del reggimento de Meuron a Chindadrepettah. Acquerello, 1796 ca. (Musée d’ethnographie, Neuchâtel).
Accampamento del reggimento de Meuron a Chindadrepettah. Acquerello, 1796 ca. (Musée d’ethnographie, Neuchâtel). […]

I Britannici si attestarono in generale come importanti datori di lavoro militare. Dagli anni 1750 anche la BEIC cominciò a reclutare mercenari svizzeri. Il diplomatico basilese Lukas Schaub ingaggiò per suo conto quattro compagnie regolari e una compagnia dell'artiglieria. Tra il 1751 e il 1754 partirono per l'India 518 mercenari, perlopiù svizzeri o tedeschi. Nel 1757 li raggiunsero altri quattro reggimenti confederati, che in origine Georges Jacques Marc Prevost, di Ginevra, aveva previsto di porre al servizio del reggimento reale americano. Durante la guerra dei Sette anni (1756-1763) gli Svizzeri costituirono quindi una parte considerevole delle truppe europee e aiutarono la BEIC a imporsi sulle forze franco-indiane. Singoli Confederati riuscirono a raggiungere i vertici della compagnia e ad accumulare un ragguardevole patrimonio anche grazie al saccheggio. Con il suo bottino di guerra Jean François Paschoud, comandante di artiglieria nel Bengala dal 1757, acquisì nel 1760 la signoria di Daillens. Anche Daniel Frischmann, che raggiunse il grado di colonnello, tornò a Basilea nel 1770 dopo essersi arricchito.

Modellino della fregata del tipo «Indiaman» della Compagnia britannica delle Indie orientali. Inghilterra, ca. 1780-1790, 223 x 59 x 210 cm (Château de Morges, Musée militaire vaudois, Inv. 1005026) © 2017 Fotografia Julie Masson, Montreux.
Modellino della fregata del tipo «Indiaman» della Compagnia britannica delle Indie orientali. Inghilterra, ca. 1780-1790, 223 x 59 x 210 cm (Château de Morges, Musée militaire vaudois, Inv. 1005026) © 2017 Fotografia Julie Masson, Montreux. […]

Nel XVIII secolo il Nordamerica fu un altro teatro di guerra, in cui mercenari svizzeri furono al servizio della Gran Bretagna. Dopo una lunga carriera al soldo dei Paesi Bassi e della Savoia, nel 1756 Henri Louis Bouquet, ad esempio, si arruolò nel reggimento reale americano, per combattere nella guerra dei Sette anni contro i Francesi e i loro alleati indigeni. Poco prima della sua morte, avvenuta nel 1765, fu designato brigadiere generale e comandante delle colonie del sud. Frédéric Haldimand di Yverdon ebbe una carriera analoga: dopo aver servito negli eserciti prussiano e olandese, nel 1756 si arruolò nel reggimento reale americano, in seno al quale avanzò di grado fino a divenire il sostituto di Bouquet.

Anche la Francia ingaggiava mercenari svizzeri per il servizio nelle colonie. Già nel 1564 l'ufficiale Diebold von Erlach raggiunse il continente americano con una spedizione francese. Rispetto alle compagnie commerciali olandese e britannica, quelle francesi reclutarono inizialmente relativamente pochi stranieri. Dopo che nel 1719 Franz Adam Karrer ebbe concluso una capitolazione con il ministro della marina francese, per la prima volta un intero reggimento svizzero assoldato dalla Francia attraversò l'Atlantico. Il reggimento Karrer fu stanziato, tra l'altro, a Louisbourg in Canada e poi principalmente nelle isole caraibiche di Martinica e Santo Domingo. Vi servì anche Charles-Daniel de Meuron. Dal 1752 fu posto sotto il comando del colonnello Franz Josef von Hallwyl e nel 1763 fu sciolto. Negli ultimi decenni del XVIII secolo si distinse anche Jean Samuel Guisan in Sudamerica. Emigrato in Suriname nel 1769, raggiunse il ruolo di responsabile degli edifici agricoli nella piantagione di schiavi di suo zio. Nel 1777 si arruolò nelle truppe coloniali della Francia nella vicina Guyana francese, divenendo comandante di fanteria e capo ingegnere responsabile dei lavori idraulici e agricoli.

Nel XIX secolo il cambiamento strutturale sul mercato del lavoro militare conobbe un'accelerazione. Entrambi i maggiori eserciti coloniali di mercenari, la Legione straniera francese e il Reale esercito delle Indie orientali olandesi (anche noto con l'acronimo Knil), approfittarono direttamente dello scioglimento di diversi reggimenti confederati di stanza in Europa. Nella Legione straniera, istituita nel 1831, confluirono così numerosi Svizzeri appena congedati. Diversi ufficiali vi portarono le proprie competenze militari e salirono rapidamente di grado, come nel caso di Christoph Anton Stoffel, che fu probabilmente il primo comandante. Nei successivi 130 anni la Legione straniera divenne infine il principale datore di lavoro per i mercenari svizzeri. Secondo le valutazioni della storiografia più recente, tra il 1831 e il 1960 vi servirono circa 30'000-40'000 Svizzeri, dislocati in un'area che spaziava dall'Europa all'Algeria, al Madagascar e all'Indocina (Vietnam) fino al Messico, dove contribuirono ad ampliare e difendere i possedimenti coloniali francesi.

Ritratto e lettera di Josef Arnold Egloff. A sinistra: fotografia di Robert Ziegler & Co, Harderwijk, 1889; a destra: manoscritto, 2 febbraio 1894 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo, Nachlass Johann Arnold Egloff).
Ritratto e lettera di Josef Arnold Egloff. A sinistra: fotografia di Robert Ziegler & Co, Harderwijk, 1889; a destra: manoscritto, 2 febbraio 1894 (Schweizerisches Sozialarchiv, Zurigo, Nachlass Johann Arnold Egloff). […]

Una situazione simile si ebbe per le truppe che dal 1816 furono arruolate nelle colonie olandesi dell'odierna Indonesia. Quando nel corso del 1829 divenne evidente, che i reggimenti confederati di stanza nei Paesi Bassi sarebbero stati sciolti, molti Svizzeri passarono al soldo del Knil. Lo stesso anno, ad esempio, una nave per il trasporto di truppe lasciò l'Europa in direzione di Giava con 170 mercenari svizzeri a bordo. Negli anni 1850 240 Svizzeri della British Swiss Legion, reclutata per la guerra di Crimea (1853-1856), ma poi mai impiegata, e circa 1200 Confederati dei reggimenti elvetici a Napoli si unirono al Knil. Dopo che nel 1860 anche molti Svizzeri si erano uniti alla rivolta contro i loro superiori scoppiata a Giava, il governo olandese interruppe il loro reclutamento fino al 1866. In seguito gli assoldamenti tornarono ad aumentare, così che prima dello scoppio della prima guerra mondiale circa 7600 mercenari svizzeri avevano combattuto nelle colonie olandesi. Più contenuta fu la partecipazione elvetica alla Force Publique del re belga Leopoldo II nel Libero Stato del Congo, in cui tra il 1889 e il 1908 servirono 15 Confederati, o alla Guardia europea del chedivé Tawfiq Pascià (il viceré egiziano), che nel 1882 contava 240 Svizzeri.

Nella seconda metà del XX secolo singoli mercenari svizzeri erano attivi ormai solo in forme marginali di servizio straniero. Va menzionata in questa sede solo la Legione straniera francese, che combatté nelle guerre d'Indocina (1946-1954) e di Algeria (1954-1962).

Aspetti demografici, economici, sociali e culturali

È difficile determinare la consistenza numerica dell'emigrazione militare, a dispetto delle cifre avanzate in passato da alcuni ricercatori e a lungo considerate affidabili. Secondo uno studio pubblicato nel 1947 da Wilhelm Bickel, dal XV secolo al 1850 servirono all'estero tra 900'000 e 1,1 milioni di soldati svizzeri; de Vallière arriva addirittura a 2 milioni. Altri studiosi, come Markus Mattmüller, optarono invece per una riduzione sensibile di questo numero, adottando un approccio critico basato su fonti contabili e non sugli effettivi previsti dalle capitolazioni. È infatti ormai accertato che gli organici reali delle unità erano inferiori a quelli indicati nelle capitolazioni e che le truppe «svizzere» comprendevano una forte quota di stranieri, a volte superiore al 50%.

Départ du Soldat Suisse e Retour du Soldat Suisse dans le Pays di Sigmund Freudenberger, 1780 ca. Acqueforti al tratto acquerellate, 29,4 x 32,4 cm (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione Gugelmann).
Départ du Soldat Suisse e Retour du Soldat Suisse dans le Pays di Sigmund Freudenberger, 1780 ca. Acqueforti al tratto acquerellate, 29,4 x 32,4 cm (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione Gugelmann). […]

Non è possibile assodare con precisione le conseguenze dell'emigrazione militare sull'evoluzione demografica. Se su scala regionale o cantonale la sua incidenza sulla popolazione totale alla fine del XVII e nel XVIII secolo si riduceva a pochi punti percentuali, i suoi effetti sul piano locale potevano essere rilevanti; ciò risulta evidente se si considera il rapporto tra mercenari e uomini nella fascia d'età abile al servizio, cioè la generazione economicamente più attiva e in età di procreare. Alla perdita diretta dovuta alle partenze dei mercenari si aggiungevano gli effetti delle loro assenze sulla natalità e lo squilibrio nella ripartizione sessuale della popolazione, che fece crescere il numero delle nubili e favorì l'emigrazione femminile. Su scala regionale, il servizio mercenario poteva quindi costituire un freno reale alla crescita demografica.

Il servizio straniero produsse ricadute economiche a vari livelli. Così i signori che dipendevano dai mercenari concedevano ai cantoni che autorizzavano il reclutamento, non solo privilegi nel lucrativo commercio del sale e in ambito doganale (dogane), ma anche pensioni, che garantivano alle finanze pubbliche introiti di rilievo. A queste ultime si aggiungevano le pensioni private, accordate agli intermediari di alto rango intervenuti nei negoziati. La pratica delle pensioni, introdotta nel XV secolo, si generalizzò nel XVI. Le somme in gioco aumentarono, e soprattutto nei piccoli cantoni a Landsgemeinde rappresentarono una parte rilevante del bilancio statale. La loro importanza come fonte di reddito per i ceti più elevati diminuì però nel XVIII secolo con la crescita degli introiti fiscali. In casi puntuali, tuttavia, ancora attorno alla metà del XIX secolo carriere politiche longeve furono rese possibili dal beneficio regolare di pensioni private; ne sono un esempio Louis Wyrsch e Franz Josef Michael Letter, entrambi ex mercenari attivi nelle colonie. Tali rendite potevano comunque migliorare le condizioni di vita anche di mercenari di estrazione sociale più bassa attivi nelle colonie, benché in misura molto minore rispetto ai secoli precedenti.

Per gli ufficiali, le speranze di guadagno erano incerte. Esse dipendevano, per i capitani proprietari di compagnie, dalle capacità gestionali del singolo, dalle condizioni della capitolazione, dall'impiego delle truppe e dalle risorse finanziarie del committente. Nel XVI e XVII secolo, anche se l'accumulo di grandissime ricchezze fu raro, la situazione risultò relativamente favorevole. Dalla fine del XVII secolo si registrò un'inversione di tendenza, dovuta all'aumento dei costi di reclutamento, alla generalizzazione delle diserzioni, alle crescenti perdite umane sui campi di battaglia e al maggior controllo finanziario dei committenti. L'indebitamento divenne una modalità di finanziamento corrente. Il peggioramento delle condizioni economiche degli imprenditori militari fu una caratteristica del XVIII secolo. Solo alcuni ufficiali superiori riuscirono ancora ad arricchirsi, mentre nei secoli precedenti il servizio mercenario era stato all'origine della prosperità di numerosi casati. Per il proprio sostentamento gli ufficiali subalterni necessitarono sempre più del sostegno delle loro famiglie; per ottenere una promozione, spesso dovevano inoltre disporre di appoggi, reti di influenza e mezzi finanziari. Il mantenimento della tradizione dipendeva anche da altri motivi, come ad esempio l'aspirazione a mantenere o accrescere la propria influenza politica e l'attrattiva di uno stile di vita nobiliare.

La miseria dei soldati semplici e delle persone che dipendevano da loro sul piano finanziario divenne lampante nel XVIII secolo. Rispetto ai secoli precedenti, il soldo diminuì sensibilmente in termini reali. Le trattenute sul soldo o sul premio d'ingaggio (Handgeld) si moltiplicarono e divenne impossibile accumulare risparmi in vista del ritorno in patria. La diminuzione delle entrate determinò un declino economico, che si tradusse poi in un calo degli arruolamenti, anche perché aumentarono le possibilità di impiego nella Confederazione. Fino alla fine del XVII secolo il servizio mercenario contribuì positivamente alla riduzione del sovrappopolamento relativo in Svizzera e al reddito nazionale, malgrado gli introiti diretti piuttosto modesti.

Le conseguenze sociali dell'emigrazione militare, sia nella Confederazione sia nei luoghi in cui i mercenari prestavano servizio, furono molteplici. Mentre in Svizzera e negli altri Paesi europei, dalla metà del XIX secolo, si dibatté di guerra «giusta» fra cosiddetti Paesi «civilizzati», nelle colonie gli eccessi di violenza, in cui erano coinvolti anche mercenari svizzeri, caratterizzarono la quotidianità delle persone fino a XX secolo inoltrato. Spesso incapaci di distinguere tra truppe nemiche e popolazione civile, gli eserciti coloniali ricorsero alla tattica della terra bruciata per privare comunità ribelli dei mezzi di sopravvivenza. Innumerevoli civili come pure combattenti fatti prigionieri furono, inoltre, giustiziati senza processo.

Anche sul piano della vita familiare valevano altre regole rispetto all'Europa: lontani dal controllo sociale esercitato dall'ambiente di provenienza, molti soldati vivevano, soprattutto nelle colonie del Sudest asiatico, in situazioni di concubinato con donne indigene. Queste ultime facevano da mediatrici culturali, si occupavano dell'economia domestica, si prendevano cura dei soldati in caso di malattia come pure dei figli comuni. Nelle Indie orientali olandesi e in Indocina questo fenomeno si osservò fino a XX secolo inoltrato.

La Place de l’Arsenal à Berne. Acquaforte al tratto di Rio Casatta, colorata all'acquerello da C. Escher, 1824 ca. (Burgerbibliothek Bern, Gr.A.16).
La Place de l’Arsenal à Berne. Acquaforte al tratto di Rio Casatta, colorata all'acquerello da C. Escher, 1824 ca. (Burgerbibliothek Bern, Gr.A.16). […]

L'integrazione nel mercato globale del lavoro militare lasciò tracce anche in Svizzera. Ufficiali appartenenti al patriziato cittadino allacciarono all'estero una rete di relazioni internazionale, acquisirono abitudini aristocratiche e appresero diverse lingue straniere, quali francese, inglese, spagnolo e olandese. Dopo il rientro in Svizzera, attinsero a questi contatti e a queste competenze per consolidare la loro posizione sociale privilegiata. Anche i soldati di estrazione sociale inferiore contribuirono, al loro ritorno, a diffondere negli ambienti rurali e proletari molteplici influenze metropolitane e coloniali, come l'abitudine di fumare tabacco oppure oggetti etnografici di gusto esotico acquisiti in terra straniera. Talvolta portavano con sé anche i loro figli e le loro figlie illegittimi. Non da ultimo, soldati e ufficiali trasmettevano a parenti e conoscenti anche prospettive e concezioni del mondo coloniale, che dividevano gli esseri umani in «razze» classificate in modo gerarchico.

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Suggerimento di citazione

Philippe Henry; Philipp Krauer: "Servizio mercenario", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 31.10.2023(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008608/2023-10-31/, consultato il 29.03.2024.