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Rezia curiense

La R. (ted.: Churrätien o Churwalchen; ad esempio nell'885: in pago Retia, quod alio nomine Chureuuala appellatur; 905: Retia Curiensis), ebbe origine dalla provincia romana Raetia prima e il suo territorio coincise in un primo tempo con la diocesi di Coira. La storia del suo sviluppo politico e territoriale si può ricostruire solo parzialmente: la frontiera presso Merano fu fissata attorno al 590 durante la guerra franco-retica contro i Longobardi, mentre i territori settentrionali passarono alla diocesi di Costanza nel VII sec. Durante il ME la diocesi di Coira comprendeva il territorio dell'attuale cant. Grigioni (senza la val Poschiavo), la valle del Reno fino alla gola dell'Hirschensprung, la regione di Sargans, la pianura della Linth, la parte settentrionale del cant. Glarona, la valle d'Orsera, il territorio del principato del Liechtenstein, il Vorarlberg fino a Götzis compreso, la valle di Paznaun e la val Venosta fino al fiume Passirio.

La diocesi di Coira fu fondata forse già nel IV sec.; il primo vescovo attestato è Asinio (451). Le caratteristiche della lingua ecclesiastica retorom. indicano un'ampia romanizzazione e cristianizzazione della R. dal V al VI sec. Re Teodorico incorporò nel regno ostrogoto la Rezia come baluardo contro i Germani (formula di nomina del 506 ca. per il dux militare delle due province, lettera monitoria del 507-511 al dux Servatus). La Rezia fu probabilmente incorporata all'Austrasia franca (parte orientale del regno franco-merovingio) poco dopo il 536. Nel VII e all'inizio dell'VIII sec. la R., a causa della debolezza del potere franco, divenne una regione marginale autonoma, nella quale riuscì ad affermarsi la fam. indigena degli Zacconi/Vittoridi, la cui ascesa è probabilmente da ascrivere all'alleanza matrimoniale del loro antenato franco Zaccone (forse dux militare nel VI sec.).

Il cosiddetto testamento del vescovo Tellone del 765, una donazione all'abbazia di Disentis, inaugura una serie di fonti scritte, di grande importanza anche sul piano europeo, che riguardano la storia della R. in epoca merovingia e carolingia. Questo testo fornisce chiarimenti soprattutto sul popolamento, la società e la proprietà fondiaria nella valle del Reno da Disentis a Sargans. Analisi linguistiche e di natura diplomatica, ma anche nuove ricerche archeologiche (le tre chiese dell'abbazia di Disentis della fine dell'epoca merovingia e la fortezza di Schiedberg a Sagogn, verosimilmente residenza degli Zacconi), confermano la veridicità del documento, che è forse il rimaneggiamento ampliato di due testi precedenti. La fam. degli Zacconi/Vittoridi esercitava contemporaneamente le due più alte cariche, ecclesiastiche e laiche, di vescovo e governatore (praeses). Carlomagno, dopo aver legato più strettamente gli Alemanni al regno dei Franchi e dopo la conquista del regno longobardo (773-774), cominciò a limitare l'autonomia politica della R., regione di transito: attorno al 773 confermò la carica di rettore e vescovo a Costanzo e l'ordinamento giur. della R., sotto riserva di fedeltà. A Costanzo subentrò Remedius, probabilmente un franco (come indica la corrispondenza con Alcuino, rettore della scuola palatina di Carlomagno). Successivamente alla sua morte (dopo l'805), Carlomagno introdusse il sistema comitale, separando i due poteri e dividendo i beni di diocesi e contea. Alla contea spettarono i beni del conte (legati alla sua funzione) e quelli tenuti in beneficio reale dai vassalli imperiali, in primo luogo per assicurare la protezione delle vie di transito. Per contrastare l'incameramento arbitrario di altri beni della diocesi (soprattutto chiese e reliquie), perpetrato verosimilmente dal secondo conte Roderich (824-825), il vescovo Victor III inoltrò quattro denunce a Ludovico il Pio (prima dell'831) e, per rafforzare l'accusa, accluse l'elenco dei beni sottratti dopo l'805 (tra cui ca. 200 chiese e tre conventi). La divisio inter episcopatum et comitatum (seconda denuncia dell'825 ca.) si riferiva esclusivamente alla divisione dei beni e non alla conseguente separazione tra potere ecclesiastico e temporale (tra il vescovo indigeno Victor e il conte franco Hunfrid). Le tre suppliche conservate costituiscono dei capolavori diplomatici; difficilmente le lamentele riguardanti i pregiudizi arrecati alla vita religiosa e ai compiti sociali della Chiesa erano prive di fondamento. Ludovico restituì qualche bene nell'831 ca. Negli anni 830-840 e 840-843 la R., territorio di confine, fu coinvolta nelle grandi lotte per la supremazia e la divisione dell'Impero carolingio.

Particolare di una pagina del Liber Viventium di Pfäfers, risalente all'inizio del IX secolo (Stiftsarchiv St. Gallen, Cod. Fab. 1, S. 19; e-codices).
Particolare di una pagina del Liber Viventium di Pfäfers, risalente all'inizio del IX secolo (Stiftsarchiv St. Gallen, Cod. Fab. 1, S. 19; e-codices). […]

L'urbario della Rezia curiense (840 ca.), legato al trattato di Verdun (843), lascia supporre che l'amministrazione del patrimonio regio fosse separata da quella comitale e suggerisce l'intervento regio nell'organizzazione delle vie di transito (in parte di origine romana) con la tratta principale Maienfeld-Coira-Lenzerheide-Julier/Settimo-valle Bregaglia e la via dell'Engadina Zuoz-Ardez-S-charl-val Monastero-val Venosta. Nel trattato di Verdun (843) la R. fu attribuita al regno franco orientale; la diocesi di Coira venne staccata dall'arcidiocesi di Milano e sottoposta a Magonza, agevolando così la germanizzazione (cominciata dopo l'805) del ceto dirigente ecclesiastico e laico e del diritto. Sul piano culturale la R. conobbe il suo apogeo durante il periodo carolingio (attori principali: diocesi di Coira e monasteri di Disentis, Müstair e Pfäfers). La fama di Coira quale centro di formazione irradiava fino a San Gallo. L'elegante scrittura retica (ad esempio nel Liber viventium di Pfäfers) fu sostituita nell'820 ca. dalla minuscola carolina, gli atti retici solamente nell'XI-XII sec. dagli atti con sigillo ted. e dagli atti notarili it. Espressione dello splendore artistico della R. nell'alto ME sono soprattutto le chiese conventuali di Müstair e Mistail e la cappella di S. Benedetto a Malles Venosta. La Lex Romana Curiensis, redatta nell'VIII sec., è un adattamento della Lex Romana Visigothorum, ma riflette il diritto consuetudinario retico in forma erronea e distorta. Attorno all'800 il vescovo Remedius emanò delle leggi ecclesiastiche (Capitula Remedii). Tra le opere letterarie degne di nota figura la Vita di S. Lucio (fine dell'VIII sec.). Per il periodo tra l'850 ca. e il 950 le fonti sono più rare; la R. perse probabilmente il suo significato politico e di regione di transito e venne incorporata nel nuovo ducato di Svevia, istituito nel 917.

Nella seconda metà del X sec. i passi retici acquisirono nuovamente importanza; i vescovi di Coira sostennero gli imperatori ottoniani. Come indicato da fonti posteriori, nel corso del X sec. la R. si disgregò in tre contee: la Rezia inferiore fino a Landquart, la Rezia superiore e la val Venosta (le principali fam. comitali furono gli Hunfrid, i Guelfi, i Bregenz e i Gerolde). Le contee scomparvero nel XII sec. Dal 1141 nella val Venosta si imposero i conti del Tirolo. Nella Rezia superiore e in quella inferiore sono attestati, dal XII sec., numerose signorie ecclesiastiche e laiche e più tardi organismi com. Il passaggio dal periodo carolingio a quello bassomedievale e la formazione delle signorie sono fenomeni complessi e difficili da cogliere per la scarsità di fonti; la situazione è più chiara per quanto riguarda le signorie conventuali. Nonostante le donazioni ottoniane (valle Bregaglia, metà della civitas di Coira, diritti doganali, fiscali e di battere moneta), lo sviluppo della signoria vescovile è poco noto. Alcune comunità di valle, ad esempio l'Alta Engadina, si riallacciano ai ministerii (o distr.) dell'urbario della Rezia curiense (842 ca.). Nella zona di Vaz/Obervaz sembra probabile la continuità funzionale (e non genealogica) tra un beneficio carolingio e la signoria nobiliare dei baroni von Vaz. La contea tardomedievale di Laax, quale eterogenea comunità tardomedievale, affonda le sue radici istituzionali nell'alto ME. Evidenti sono la continuità della diocesi di Coira dal IV/V sec. fino a oggi, la sua appartenenza alla provincia ecclesiastica di Magonza tra l'843 e il 1803/18 e la continuità linguistica tra lat. volgare e retorom. Nel territorio dell'antica Rezia superiore si svilupparono le Tre Leghe (XIV-XV sec.), da cui ebbe poi origine il cant. Grigioni (XIX sec.).

Riferimenti bibliografici

  • BUB 1-3
  • HS, I/1, 449-619
  • H. Maurer (a cura di), Churrätisches und st. gallisches Mittelalter, 1984
  • U. Brunold, L. Deplazes (a cura di), Geschichte und Kultur Churrätiens, 1986
  • O. P. Clavadetscher, «Zur Führungsschicht im frühmittelalterlichen Rätien», in Montfort, 42, 1990, 63-70
  • S. Grüninger, Grundherrschaft im frühmittelalterlichen Churrätien, 2006
  • R. Kaiser, Churrätien im frühen Mittelalter, 20082
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Suggerimento di citazione

Lothar Deplazes: "Rezia curiense", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 21.04.2016(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/008094/2016-04-21/, consultato il 28.03.2024.