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Animali dannosi

Gli animali dannosi sono esseri viventi che nuocciono a piante coltivate e bestiame domestico, e infestano riserve alimentari e materiali. Anche agenti patogeni quali virus, batteri e funghi nocivi sono spesso indicati nello stesso modo. Dal profilo ecologico (ambiente), il concetto presenta alcuni aspetti problematici: le più recenti conoscenze sull'ecosistema e sulla biocenosi mettono infatti in discussione la divisione del mondo vivente in entità utili e dannose. Spesso è l'uomo stesso a favorire la diffusione degli animali dannosi, ad esempio attraverso la distruzione del paesaggio, le monocolture, l'introduzione di nuove specie in contesti dove non esistono nemici naturali adeguati, o ricorrendo a metodi per combattere gli animali dannosi che si rivelano di fatto controproducenti.

Invasione di cavallette a Zurigo nel 1338. Illustrazione tratta dalla Schweizer Chronik di Christoph Silberysen, 1576 (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 1, p. 159; e-codices).
Invasione di cavallette a Zurigo nel 1338. Illustrazione tratta dalla Schweizer Chronik di Christoph Silberysen, 1576 (Aargauer Kantonsbibliothek, Aarau, MsWettF 16: 1, p. 159; e-codices).

Gli animali dannosi sono stati all'origine di perdite di raccolti, a loro volta causa di gravi crisi (cattive annate, carestie). La piaga delle cavallette, che colpì l'insieme dell'Europa nel biennio 1336-1337, ebbe riflessi nelle cronache del tempo e fu assimilata alle piaghe bibliche. La peronospera, una micosi della patata, si diffuse dal 1842 in tutta Europa e colpì anche il territorio svizzero (1845-1846); fu l'ultima crisi di sussistenza, che danneggiò soprattutto i lavoratori e i piccoli contadini. Un altro animale dannoso, la fillossera americana, segnò la storia della viticoltura; la lotta contro questo insetto portò alla creazione delle Stazioni federali di ricerca agronomica.

La lotta agli animali dannosi implica la conoscenza delle loro abitudini di vita e dei loro modi di riproduzione. Nel Medioevo queste conoscenze, in particolare per quanto riguardava gli insetti, non esistevano: si credeva infatti che gli insetti fossero nati per «generazione spontanea» dagli escrementi, dalla materia morta e dalla sporcizia, con l'aiuto del demonio. Tali convinzioni comportavano paure collettive nei confronti degli insetti e l'elaborazione di strategie magiche di difesa. Contro gli sciami di cavallette venivano suonate le campane delle chiese, mentre le processioni avrebbero dovuto tenere lontano gli animali dannosi dai campi. Nel 1478 e nel 1479 la città di Berna intimò ai maggiolini e alle loro larve di rispondere delle loro azioni vergognose di fronte a un tribunale canonico riunito nel cimitero.

Esistevano tuttavia mezzi più efficaci per combattere gli animali dannosi, di tipo biologico, come i gatti, o i numerosi metodi meccanici: steccati, barriere (ad esempio lastre di pietra nei fienili vallesani, verniciatura con olio), trappole, sarchiature, diserbanti, raccolta di animali dannosi ecc. Già nel 1628, una corporazione di famiglie di Werdenberg prelevò una tassa fondiaria per stipendiare una persona che catturasse i topi campagnoli. Altrove vennero fondati nel XIX e XX secolo sodalizi speciali, il cui compito era quello di combattere il flagello di ratti e topi. Per la forte presenza di maggiolini, il canton Uri nominò nel 1664 alcuni funzionari speciali addetti ai coleotteri ed emanò prescrizioni per la raccolta di questi insetti. Raccolte obbligatorie furono introdotte nei cantoni Berna (1814) e Zurigo (1843). Nel 1870 i cantoni di Lucerna, Zurigo, Svitto, Zugo, Argovia e San Gallo stipularono un concordato per la coordinazione della lotta contro i maggiolini; nel 1909 nel solo canton Zurigo vennero raccolti circa 350 milioni di coleotteri. Nel 1918 la Confederazione, nel quadro delle misure dell'economia di guerra, organizzò la raccolta e il recupero dei maggiolini, che vennero riutilizzati per produrre foraggio per gli animali (in ragione di 4 kg per ettaro). La raccolta di maggiolini fu abbandonata nel 1950 circa e sostituita con la lotta chimica.

Manifesto per il Gesarol, insetticida a base di DDT prodotto dalla ditta Geigy, 1942 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per il Gesarol, insetticida a base di DDT prodotto dalla ditta Geigy, 1942 (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

L'avvio della lotta chimica agli animali dannosi risale all'inizio dell'epoca moderna. Nel 1640 le sementi venivano disinfettate con l'arsenico, sostituito attorno alla metà del XVIII secolo da zolfo ramato e mercurio e dal 1915 da composti organici di mercurio. Fino al 1940 gli animali dannosi venivano combattuti esclusivamente con sostanze inorganiche e in parte altamente tossiche. Nel 1939 lo svizzero Paul Hermann Müller scoprì gli effetti insetticidi del DDT (diclorodifluiltricloroetano), un composto sintetico scoperto per la prima volta nel 1893. Durante la seconda guerra mondiale l'insetticida venne utilizzato con grande successo contro i vettori della malaria e della febbre petecchiale (entomologia applicata). In seguito, il DDT fu impiegato in tutto il mondo contro gli animali dannosi all'agricoltura e alle foreste; anche in Svizzera venne utilizzato su vasta scala (per esempio contro i maggiolini). Al DDT seguirono altre sostanze sintetiche: insetticidi, erbicidi e fungicidi.

Aereo contro i maggiolini. Cinegiornale svizzero, edizione n. 433 del 19.5.1950, versione sottotitolata a posteriori (Archivio federale svizzero, J2.143#1996/386#433-1#4*) © Cinémathèque suisse, Losanna e Archivio federale svizzero, Berna.
Aereo contro i maggiolini. Cinegiornale svizzero, edizione n. 433 del 19.5.1950, versione sottotitolata a posteriori (Archivio federale svizzero, J2.143#1996/386#433-1#4*) © Cinémathèque suisse, Losanna e Archivio federale svizzero, Berna. […]

Già l'esempio del DDT non tardò a mostrare gli svantaggi della lotta chimica contro gli animali dannosi: la distruzione anche di animali utili e la formazione di resistenze. Il DDT, liposolubile, aumentava continuamente la propria concentrazione nella catena alimentare naturale, causando una morìa di uccelli rapaci (anni 1960) e lasciando tracce anche nel latte materno. All'inizio degli anni 1970 il DDT venne vietato in Svizzera e nella maggior parte delle nazioni industrializzate. La ricerca si orientò sempre di più verso una lotta contro gli animali dannosi di carattere biologico e biotecnologico che, tra l'altro, non è una novità dell'epoca contemporanea. Già nel 1891, in effetti, si tentò, anche nella Svizzera occidentale, di combattere il flagello dei maggiolini attraverso l'introduzione di micosi specifiche. Nel 1974 si riuscì, dapprima in Francia e poi anche in Svizzera, a produrre una muffa artificiale dei maggiolini; fra gli scopi della selezione vegetale e della zootecnia vi è anche quello di sviluppare resistenze agli animali dannosi. Dal 1984, metodi biotecnologici vengono applicati in Svizzera per combattere anche il bostrico, animale dannoso ai boschi. In Africa, l'entomologo svizzero Hans Rudolf Herren impiegò con successo mezzi di questo genere contro una cocciniglia che colpisce le coltivazioni di manioca, salvando dalla fame milioni di persone; ciò gli valse nel 1995 il premio mondiale per l'alimentazione. Tuttavia anche la lotta biologica comporta rischi per l'ambiente. Gli sforzi più recenti tendono a rendere estensiva l'agricoltura; a tale scopo vengono create aree ecologiche di compensazione, come ad esempio i maggesi mobili nell'agricoltura. L'idea alla base di queste nuove tecniche è quella per cui animali utili e nocivi dovrebbero convivere e trovare un punto di equilibrio all'interno di un ambiente artificiale simile a quello naturale.

Riferimenti bibliografici

  • Staatsarchiv Zürich, Zurigo, Druckschriftensammlung, Dossier Maikäfer.
  • Buxtorf, Andreas; Spindler, Max: 10 Jahre Geigy Schädlingsbekämpfung, 1953.
  • Zehnder, Leo: Volkskundliches in der älteren schweizerischen Chronistik, 1976, pp. 198-205.
  • Büchi, Rudolf et al.: Neuere Erkenntnisse über den Maikäfer, 1986 (Beiheft zu den Mitteilungen der Thurgauischen Naturforschenden Gesellschaft, 1).
  • Frei, Gerhard; Manhart, Christof: Nützlinge und Schädlinge an künstlich angelegten Ackerkrautstreifen in Getreidefeldern, 1992.
  • Herger, Peter; Pfrunder, Peter; Preibisch, Marianne: Heimliche Untermieter. Führer zur Ausstellung, 1993 (Veröffentlichungen aus dem Natur-Museum Luzern, 4, con bibliografia).
  • Chène, Catherine: Juger les vers. Exorcismes et procès d'animaux dans le diocèse de Lausanne (XVe - XVIe s.), 1995.
  • Gabathuler, Hansjakob: «Schädlingsbekämpfung, ein altes Gewerbe», in: Werdenberger Jahrbuch, 9, 1996, pp. 197-208.
  • Straumann, Lukas: Nützliche Schädlinge. Angewandte Entomologie, chemische Industrie und Landwirtschaftspolitik in der Schweiz 1874-1952, 2005.
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Suggerimento di citazione

Martin Illi: "Animali dannosi", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 18.12.2020(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007786/2020-12-18/, consultato il 25.04.2024.