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Solettacantone

Cantone della Confederazione dal 1481, della Repubblica elvetica dal 1798 al 1803 e poi nuovamente della Confederazione dal 1803; in tedesco Solothurn; in francese Soleure; in romancio Soloturn. In passato ha assunto le denominazioni di «scoltetto e Consiglio della città di Soletta» (Schultheiss und Rat der Stadt Solothurn, prima metà del XVIII secolo), «scoltetto e Consiglio della città e Repubblica di Soletta» (Schultheiss und Rat der Stadt und Republik Solothurn, seconda metà del XVIII secolo), cantone (1798-1814, dal 1848) e cantone rispettivamente Repubblica (1814-1848). La lingua ufficiale è il tedesco; capoluogo del cantone è la città omonima. 

Stemma del canton Soletta
Stemma del canton Soletta […]
Carta oro-idrografica del canton Soletta con le principali località
Carta oro-idrografica del canton Soletta con le principali località […]

Grazie a conquiste, acquisizioni e accordi, dalla fine del XIV secolo la città di Soletta impose il suo dominio su un'area che comprendeva tutte le cinque catene montuose del Giura corrugato e che alle pendici meridionali del Giura si estendeva anche sull'Altopiano. La costituzione territoriale, conclusasi nel primo terzo del XVI secolo, sull'Altopiano avvenne in concorrenza con la città di Berna, e sul versante settentrionale del Giura con il principato vescovile di Basilea e la città di Basilea, ciò che spiega anche l'aspetto frastagliato del cantone. Il territorio cantonale è formato da una parte superiore, che ha come centro Soletta, da una inferiore, il cui capoluogo è Olten, e dallo Schwarzbubenland, posto a nord del Passwang. Confina con i cantoni Berna, Argovia, Basilea-Campagna e Giura. Le exclavi di Kleinlützel, Hofstetten-Flüh, Metzerlen e Rodersdorf si trovano alla frontiera con il Sundgau francese; quella di Steinhof è interamente circondata dal canton Berna.

Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Soletta

Superficie (2006)790,7 km2 
Foresta / Superficie boscata341,9 km243,2%
Superficie agricola utile343,1 km243,4%
Superficie con insediamenti98,1 km212,4%
Superficie improduttiva7,6 km21,0%
 Struttura dell'utilizzo del suolo nel canton Soletta -  Statistica della superficie

In territorio solettese sono situate le vie d'accesso meridionali a tre importanti assi di transito attraverso il Giura: da Oensingen alla valle della Birsa attraverso la chiusa di Balsthal (Klus) e il distretto di Thal, da Oensingen a Liestal attraverso l'Hauenstein inferiore e da Olten a Liestal attraverso l'Hauenstein superiore. Il più alto rilievo del cantone è la Hasenmatt (1444 m) nella catena del Weissenstein. Le principali aree di insediamento sono la valle dell'Aar e il territorio lungo il corso inferiore della Emme, che a est di Soletta confluisce nell'Aar. La Dünnern, che a Olten si immette nell'Aar, scorre interamente in territorio solettese. A nord la Birsa segna per alcuni tratti il confine cantonale.

Struttura demografica ed economica del canton Soletta

Anno 18501880a1900195019702000
Abitanti 69 67480 362100 762170 508224 133244 341
Percentuale rispetto alla popolazione totale svizzera2,9%2,8%3,0%3,6%3,6%3,4%
Lingua       
tedesco  79 51497 930162 812191 559215 784
francese  7641 9123 7693 4092 323
italiano  918293 34922 4227 678
romancio  316187289190
altre  52753916 45418 366
Religione, confessione       
cattolicib 61 55663 03769 46194 742132 370106 263
protestanti 8 09717 11431 01269 20483 63376 292
cattolico-cristiani    4 9043 8041 876
altri 212732891 6584 32659 910
di cui della comunità ebraica 211391591056591
di cui delle comunità islamiche     1 06413 165
di cui senza confessionec     2 11833 244
Nazionalità       
svizzeri 68 74178 15396 562164 172189 828201 877
stranieri 9332 2094 2006 33634 30542 464
Anno  19051939196519952005
Occupati nel cantonesettore primario 24 84327 5266 9636 245d5 545
 settore secondario 27 75544 55069 48846 13139 188
 settore terziario 8 20613 36728 92963 25770 464
Anno  19651975198519952005
Percentuale rispetto al reddito nazionale svizzero 3,6%3,2%3,0%3,1%2,9%

a Abitanti e nazionalità: popolazione residente; lingua e religione; popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani nel 1880 e nel 1900; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

d Censimento delle aziende agricole 1996.

Struttura demografica ed economica del canton Soletta -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali; Ufficio federale di statistica

Dalla Preistoria all'alto Medioevo

Il Giura ebbe una notevole rilevanza già in epoca preistorica per le sue vie di transito e i giacimenti di ferro. Le sue alture scoscese e le valli isolate offrivano inoltre protezione nei periodi difficili. Grazie al clima favorevole, ai terreni fertili e ai numerosi corsi d'acqua, le pendici meridionali del Giura e l'Altopiano rappresentavano un'importante area di insediamento.

Paleolitico e Mesolitico

Siti archeologici del canton Soletta (A)
Siti archeologici del canton Soletta (A) […]

I più antichi utensili in pietra del canton Soletta, risalenti al Musteriano (80'000-35'000 a.C., Paleolitico medio), vennero ritrovati a Gempen e Winznau. Reperti paragonabili dal profilo cronologico furono rinvenuti nello strato inferiore della Kastelhöhle a Himmelried. Di particolare rilevanza è lo strato intermedio di tale sito, contenente gli unici arnesi del Maddaleniano antico (18'000 a.C.) finora conosciuti in Svizzera. Nello strato superiore sono venuti alla luce oggetti del Maddaleniano superiore (10'000 a.C.), simili a quelli scoperti in numerose altre caverne, ripari sotto roccia e stazioni all'aperto (insediamenti temporanei) del Giura e della regione di Olten. Il riparo di Chesselgraben a Erschwil con i suoi tre strati permette di ripercorrere il passaggio dal Paleolitico superiore al Mesolitico (9700-9500 a.C.). Le molte stazioni all'aperto epipaleolitiche e mesolitiche nei dintorni del lago di Inkwil e del lago di Burgäschi testimoniano il processo di interramento di questi specchi d'acqua nel corso dei millenni.

Neolitico

Siti archeologici del canton Soletta (B)
Siti archeologici del canton Soletta (B)

Le più antiche vestigia neolitiche sono costituite da attrezzi in selce del sesto millennio a.C. rinvenuti nel sito di Hintere Burg sul lago di Burgäschi, rispettivamente una fossa a Biberist (Spitalhof), riempita con pietre riscaldanti e carbone, datati al 4660-4480 a.C. con il metodo del radiocarbonio (C-14). Data la presenza di un bicchiere di Wauwil (Wauwilermoos), tipico della cultura di Egolzwil, le tombe a cista di Däniken risalgono probabilmente alla fine del quinto millennio. I reperti dell'insediamento rurale di Dornach (Landskronstrasse), scoperto nel 2002, sono ascrivibili alla cultura di Cortaillod antica e classica (3962-3711 a.C. secondo la datazione al C-14). Risalgono al Cortaillod classico le stazioni palafitticole sul lago di Burgäschi e sull'isola del lago di Inkwil; in base ad analisi dendrocronologiche, il sito lago di Burgäschi-est è databile al 3835-3830 a.C. L'insediamento d'altura sul Dickenbännli a Olten ha dato il nome alle punte omonime, un tipo di attrezzo in selce utilizzato per perforare, diffuso in tutta la Svizzera settentrionale attorno al 4000 a.C. La cultura di Horgen (3300-2800) nel canton Soletta è attestata esclusivamente in abitati d'altura, ad esempio quelli di Ramelen a Egerkingen e Frohburg a Trimbach. Se si eccettuano alcuni reperti nel sito lago di Burgäschi-nord, lo stesso vale anche per la cultura della ceramica a cordicella (2750-2450).

Età del Bronzo

Tra i ritrovamenti più recenti del Neolitico e quelli più antichi dell'età del Bronzo intercorrono quasi 1000 anni. Solo della fase più recente del Bronzo antico (XVII-XVI secolo a.C.) esistono alcune scarse tracce insediative, forse riconducibili a una via commerciale che dall'Altopiano portava all'ansa del Reno a Basilea attraverso il Giura. Durante il Bronzo medio (XVI-XIV secolo a.C.) furono colonizzate anche le valli del Giura. Insediamenti d'altura sorsero tra l'altro sulla Balmfluh nei pressi di Günsberg, sulla Lehnfluh e sulla Ravellenfluh presso Oensingen, a Frohburg, sulla Holzfluh a Balsthal e sulla Portifluh a Zullwil. Le poche tombe finora rinvenute risalgono alla fine del Bronzo medio o al Bronzo finale. Nelle fasi più recenti del Bronzo finale (XII-IX secolo a.C.) la colonizzazione del Giura avanzò ulteriormente. Un deposito di bronzo sepolto nei pressi di una sorgente a Grenchen (Hinzihöfli) e numerosi altri reperti in bronzo rinvenuti dentro o lungo corsi d'acqua sono stati interpretati come offerte votive.

Età del Ferro

Rifugio o oppidum dell'età del Ferro sull'altura boschiva di Buechholz nel comune di Eppenberg-Wöschnau (Fotografia Kantonsarchäologie Solothurn).
Rifugio o oppidum dell'età del Ferro sull'altura boschiva di Buechholz nel comune di Eppenberg-Wöschnau (Fotografia Kantonsarchäologie Solothurn). […]

Alcuni degli insediamenti del Bronzo finale continuarono probabilmente a esistere senza interruzioni anche nella cultura di Hallstatt. L'abitato d'altura sul Chöpfli a Hofstetten-Flüh nell'VIII-VII secolo a.C. era protetto da un vallo lungo oltre 500 m e alto 4-6 m. Per il resto, del periodo hallstattiano si conoscono quasi solo tombe. La necropoli di Heidenmoos a Subingen, composta da 20 tumuli, costituisce il sito più importante. La cultura di La Tène ha lasciato solo poche ma significative tracce nel cantone. I bassoforni del La Tène antico o medio di Hofstetten-Flüh (Huetmatt, risalenti al 374-191 a.C. secondo la datazione al C-14) rappresentano una delle più antiche testimonianze della lavorazione del ferro in Svizzera. Degna di nota è la fattoria di Messen (nei pressi del vecchio edificio scolastico) del periodo lateniano finale, poi tramutata senza soluzione di continuità in una villa romana. Non è chiaro se sull'altura del Buechholz a Eppenberg-Wöschnau, separata tramite un imponente vallo dall'area circostante, si trovasse uno degli oppida degli Elvezi menzionati da Giulio Cesare, il cui territorio comprendeva anche quello dell'odierno canton Soletta.

Epoca romana

Fondati come posti di guardia e teste di ponte romani all'inizio del I secolo a.C., Olten (nome romano non tramandato) e Soletta (Salodurum) si trasformarono successivamente in piccoli centri urbani (vici). Una delle principali strade romane conduceva da Aventicum ad Augusta Raurica passando da Salodurum, dalla chiusa di Oensingen e dall'Hauenstein superiore. Un secondo asse viario, situato più a est, portava a Vindonissa transitando da Olten. In epoca romana il paesaggio era caratterizzato da una moltitudine di villae rusticae più o meno grandi. Densamente popolate erano soprattutto le pendici meridionali del Giura e la valle dell'Aar. Nel Giura sono stati rinvenuti abitati romani solo lungo la strada dell'Hauenstein superiore, nel bacino di Laufen e nel distretto di Dorneck. La maggioranza delle oltre 150 villae romane note è stata indagata solo superficialmente; molte furono abbandonate dopo le invasioni degli Alemanni del 270-275 d.C. I reperti della fine del III secolo e del IV secolo provengono tra l'altro da diversi insediamenti d'altura, tra cui quelli di Lehnfluh a Oensingen, Frohburg e Gross Chastel a Lostorf. Le piccole città non fortificate di Olten e Soletta all'inizio del IV secolo furono trasformate in castra cinti da mura con una superficie abitata notevolmente più ridotta. Un piccolo luogo fortificato (burgus) eretto attorno al 370 a Sankt Wolfgang presidiava la strada sull'Hauenstein superiore.

Alto Medioevo

Fibula con inserti in granato e ornamenti in filigrana d'oro di 2,8 cm di diametro, della seconda metà del VI secolo (Museo nazionale svizzero, Zurigo).
Fibula con inserti in granato e ornamenti in filigrana d'oro di 2,8 cm di diametro, della seconda metà del VI secolo (Museo nazionale svizzero, Zurigo). […]

Tra i reperti altomedievali nel canton Soletta figurano quasi esclusivamente tombe. Resti di insediamenti sono stati rinvenuti solo a Rodersdorf e Dornach, dove sono attestate case su pali e a fossa. Tracce della lavorazione del ferro sono state trovate sull'Oberdörferberg a Gänsbrunnen e in località Gausmet a Seewen. Il principale sito altomedievale del cantone è la necropoli sul Bühl a Oberbuchsiten, che fornisce indicazioni sulla transizione dalla tarda antichità all'alto Medioevo e sul rapporto tra la popolazione romanizzata locale e gli Alemanni immigrati. Alcuni reperti tombali dell'alto Medioevo mostrano come il canton Soletta si trovasse a cavallo tra due aree culturali: la parte occidentale apparteneva a quella romanica-burgunda (Burgundi), la parte orientale a quella alemanna. A livello politico il territorio del cantone dal secondo terzo del VI secolo fece parte del ducatus Ultraiuranus del regno franco di Borgogna. Chiese altomedievali sono attestate sul piano archeologico a Laupersdorf e Soletta (S. Stefano e S. Pietro). A causa della posizione e dei corredi funerari particolari, alcune sepolture a Messen e Lüsslingen sono considerate le tombe di fondatori di chiese private (Eigenkirchen). L'origine esatta dei capitoli di Schönenwerd e Sankt Ursen a Soletta non è conosciuta; la loro prima menzione risale al 778 rispettivamente all'870.

Autorità, politica e istituzioni dai secoli centrali del Medioevo alla fine del XVIII secolo

Strutture signorili nei secoli centrali del Medioevo

Casati feudali

Rovine della fortezza rupestre di Balm bei Günsberg (Kantonsarchäologie Solothurn; fotografia Jürg Stauffer).
Rovine della fortezza rupestre di Balm bei Günsberg (Kantonsarchäologie Solothurn; fotografia Jürg Stauffer). […]

Dal IX secolo il territorio solettese si trovò al confine tra i regni sorti dalla spartizione dell'Impero franco, e più tardi tra il secondo regno di Borgogna e il ducato di Svevia. Nel 1032-1038 la Borgogna fu annessa al Sacro Romano Impero. Dal 1100 ca. cominciarono ad affermarsi come potenza dominante i duchi von Zähringen, che nel 1127 ereditarono la contea di Bargen dal conte Guglielmo III (o IV a seconda della tradizione storiografica) di Borgogna, detto il Bambino, ultimo esponente della sua linea assassinato a Payerne. Al contempo i von Zähringen vennero nominati rettori di Borgogna da re Lotario di Supplimburgo, divenendo così signori della città di Soletta e del capitolo di Sankt Ursen fino alla loro estinzione nel 1218. Dalla seconda metà del XIII secolo i conti de Neuchâtel-Nidau ressero il langraviato di Burgundia circa Ararim, che comprendeva il territorio a sinistra dell'Aar fino alla Siggern nei pressi di Flumenthal. A destra dell'Aar, dalla metà del XIII secolo il langraviato di Borgogna e i relativi diritti signorili erano detenuti dai conti von Buchegg, titolari anche dell'avogadria sul capitolo di Sankt Ursen; il centro della loro signoria si trovava nel Bucheggberg. Un territorio compatto tra Lengnau (BE) e Selzach dipese dai signori di Fenis e poi da quelli di Grenchen; attorno alla metà del XII secolo passò ai von Strassberg, che presto si estinsero. Dopo il 1200 a questi ultimi succedettero i conti von Strassberg del casato dei de Neuchâtel, fondatori di Altreu, che attorno al 1309 rilevarono anche la signoria di Balm (dai piedi della Balmfluh fino a Flumenthal), dopo che Rudolf II von Balm fu messo al bando dall’Impero.

Nella regione dell'Hauenstein superiore e inferiore, i conti von Frohburg rafforzarono il loro dominio. Oltre agli estesi possedimenti fondiari nella zona dei due passi, detennero i diritti comitali nel Buchsgau (dalla fine dell'XI secolo) e, dal 1223, nel Sisgau (più tardi sotto dominio della città di Basilea) quale feudo dei vescovi basilesi, che ne erano entrati in possesso nell'XI secolo grazie a donazioni regie. I von Frohburg in parte infeudarono a loro volta tali diritti, tra l'altro ai signori von Bechburg e Falkenstein, titolari di beni nei dintorni di Oensingen e Balsthal. Le strade vennero protette con diverse fortezze e città nuove. A difesa dell'itinerario dell'Hauenstein superiore, in seguito su territorio solettese, vi erano la cittadina di Fridau, le fortezze di Neu-Bechburg e Alt-Bechburg, Neu-Falkenstein e Alt-Falkenstein e la cittadina di Klus, mentre quello dell'Hauenstein inferiore era controllato da Olten e dalla fortezza di Frohburg, residenza del casato. Dopo l'estinzione dei von Frohburg, nel 1375 il principe vescovo di Basilea e i suoi feudatari (conti de Neuchâtel, von Kyburg e von Thierstein; signori von Falkenstein) ne rilevarono i diritti langraviali nel Buchsgau; a essi e, tra l'altro, ai baroni von Grünenberg andarono anche i loro possedimenti fondiari. Sopra Lostorf e Gösgen si trovavano le fortezze familiari dei baroni von Wartenfels e von Gösgen. Questi ultimi furono avogadri del capitolo di Schönenwerd fino al 1399, quando i signori von Falkenstein ne divennero gli eredi.

I conti von Homberg (detti anche von Thierstein), in qualità di titolari del langraviato di Sisgau, estesero la loro signoria a nord del Passwang. Attorno al 1200 ereditarono l'avogadria sul convento di Beinwil dai conti de Soyhières ed eressero la fortezza di Neu-Thierstein nei pressi di Büsserach. A ovest di Thierstein confinavano i territori dei signori von Rotberg con la loro fortezza omonima, mentre a est si trovavano quelli dei baroni von Ramstein, al cui centro vi era la fortezza di Gilgenberg.

Vita ecclesiastica

La venerazione dei SS. martiri Orso e Vittore e di S. Verena e tracce archeologiche di chiese lasciano presumere l'esistenza di una comunità cristiana a Soletta già nel V secolo. Sul piano ecclesiastico il territorio solettese faceva capo a tre diocesi. A sinistra dell'Aar, la diocesi di Losanna giungeva fino alla Siggern nei pressi di Flumenthal, comprendendo tutto il Lebern, la città di Soletta e il capitolo di Sankt Ursen. Le regioni a destra dell'Aar – il Bucheggberg, il Wasseramt e il Niederamt con il capitolo di Schönenwerd – appartenevano alla diocesi di Costanza. La maggior parte del futuro cantone, vale a dire tutta la zona a sinistra dell'Aar dalla Siggern fino a Olten e Gösgen nonché lo Schwarzbubenland con il convento di Beinwil, era incorporata nella diocesi di Basilea.

Per quanto riguarda gli enti religiosi, i capitoli di Sankt Ursen a Soletta e di S. Leodegario a Schönenwerd risalgono all'epoca carolingia. Essi disponevano di diritti di patronato, possedimenti fondiari e diritti di bassa giustizia (tribunali), i primi attorno a Soletta, i secondi dal lago di Hallwil fino a ovest di Olten. Attorno al 1100 nobili locali fondarono l'abbazia benedettina di Beinwil (benedettini), titolare di varie parrocchie nei propri dintorni e di possedimenti sparsi fino all'Alsazia, alla Brisgovia e al Seeland lucernese. Specularmente il convento di Sankt Urban, dal 1252 legato a Soletta da un patto di comborghesia, deteneva residenze cittadine a Soletta e Olten e vari diritti di patronato e beni nel Wasseramt, nel Bucheggberg e specialmente nel Gäu, dove fino alla Riforma ebbe delle proprietà anche la commenda gerosolimitana di Thunstetten (gerosolimitani). Il capitolo di Basilea, la prepositura di Moutier-Grandval e il convento di Lucelle possedevano terre nello Schwarzbubenland.

Formazione territoriale nel tardo Medioevo

Dopo la fine del rettorato dei von Zähringen (1218), Soletta passò progressivamente da una condizione di sudditanza nei confronti del potere monarchico allo status di città libera dell'Impero (immediatezza imperiale). L'emancipazione sul piano politico e militare comportò anche una politica territoriale autonoma. Grazie ad acquisti, patti di comborghesia e conquiste militari, la città-Stato si dotò di un proprio territorio, che protesse attraverso una politica delle alleanze (signoria territoriale).

Tappe della formazione territoriale

La politica territoriale di Soletta ebbe inizio nel 1344, quando la città ereditò la carica di scoltetto dai conti von Buchegg. Contemporaneamente acquisì l'alta giurisdizione sulla signoria di Balm e prima del 1362 pure l'avogadria ecclesiastica sul capitolo di Sankt Ursen, i cui beni e diritti di bassa giustizia erano situati a nord e a sud della città (tribunali). Il conferimento dell'alta giustizia in un raggio di tre miglia attorno alla città da parte dell'imperatore Carlo IV nel 1365 rafforzò ulteriormente la sua posizione di signore territoriale. Dopo la morte del conte Rudolf IV von Nidau nella guerra dei Gugler (1375), Berna e Soletta da un lato e i von Neu-Kyburg e gli Asburgo dall'altro si contesero la sua eredità. In seguito alla vittoria delle due città nella guerra di Burgdorf e dei Confederati sugli Asburgo nella guerra di Sempach (1386), Soletta e Berna conquistarono Grenchen, Altreu e Büren, tra l'altro perché gli Asburgo avevano ceduto in pegno quest'ultima località a Enguerrand de Coucy. Nella spartizione del 1393, Soletta rinunciò a Büren ma acquisì interamente le altre due signorie, che riunì nel baliaggio di Lebern. Dopo aver ottenuto la bassa giustizia su Balm (1411), Soletta istituì un nuovo baliaggio, comprendente Balm e i territori del capitolo di Sankt Ursen a nord dell'Aar, denominato Flumenthal dalla fine del XV secolo. Nel 1414 re Sigismondo sanzionò le proprietà di Soletta a nord dell'Aar, confermandone i diritti di alta giustizia da Grenchen fino alla Siggern.

Già nel 1391 Soletta aveva acquistato la signoria di Buchegg, successivamente trasformata in baliaggio; nel 1410/1412 estese tra l'altro il suo dominio sulla signoria di Messen e poi su Lüsslingen (1539). Seguirono Deitingen (1428 e 1516), la signoria di Halten (1466) e altre giurisdizioni, che Soletta incorporò nel baliaggio di Kriegstetten insieme alle terre del capitolo di Sankt Ursen a sud dell'Aar. Nel 1406 l'alta giustizia su Kriegstetten e sul Bucheggberg passò dai von Kyburg a Berna quale parte del langraviato di Borgogna, per poi essere ceduta nel 1516 da Berna a Soletta nel territorio del capitolo di Sankt Ursen.

Le possibilità di espansione di Soletta nell'Altopiano erano fortemente limitate da Berna, suo potente alleato. Soletta acquisì nel 1402 la signoria di Falkenstein e nel 1411 quella di Bipp, ma in seguito a un arbitrato confederato dovette dividere quest'ultima con Berna (1413). Nel 1415-1416 Soletta divenne comproprietaria delle signorie di Neu-Bechburg e Fridau, acquisite da Berna, nonché di Buchsiten, in precedenza appartenuto ai von Grünenberg. Nel 1426 le due città acquistarono congiuntamente il langraviato del Buchsgau dai signori von Falkenstein quale feudo del principe vescovo di Basilea. Berna infine cedette interamente a Soletta i suoi possedimenti nel Thal e nel Guldental nonché tra Olten ed Erlinsbach; già nel 1416 rispettivamente nel 1420 aveva ottenuto la proprietà esclusiva sulle signorie di Alt-Bechburg e Alt-Falkenstein (Klus) quale contropartita per la rinuncia all'Argovia, conquistata nel 1415 insieme a Berna. Soletta riunì Alt-Falkenstein, Neu-Falkenstein e Alt-Bechburg nel baliaggio di Falkenstein, a cui incorporò i villaggi di Welschenrohr e Gänsbrunnen – originariamente appartenenti al capitolo di Moutier-Grandval, dal 1404 legato a Soletta da un patto di comborghesia – nonché Matzendorf (1449). In occasione della spartizione dei restanti possedimenti tra le pendici meridionali del Giura e l'Aar nel 1463, Soletta rinunciò a Bipp, ottenendo in cambio le signorie di Neu-Bechburg e Fridau con Buchsiten.

I Solettesi marciano verso Montbéliard nel 1465; episodio illustrato nella Spiezer Chronik di Diebold Schilling del 1485 (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 792).
I Solettesi marciano verso Montbéliard nel 1465; episodio illustrato nella Spiezer Chronik di Diebold Schilling del 1485 (Burgerbibliothek Bern, Mss.h.h.I.16, p. 792). […]

Insieme ai diritti langraviali sulla regione a nord dell'Aar tra Olten ed Erlinsbach, nel 1426 Soletta ottenne in pegno dal vescovo di Basilea la città di Olten (inclusa l'alta giustizia), che inglobò nel proprio territorio come baliaggio (Schultheissenamt). Nel 1458 la città acquistò dai signori von Falkenstein le signorie di Frohburg e Gösgen, l'avogadria ecclesiastica su Werd (unitamente all'alta giustizia sul Werderamt) e la corte (Dinghof) di Erlinsbach. Questi possedimenti vennero riuniti nel baliaggio di Gösgen, a cui in seguito furono aggregati anche la signoria di Wartenfels (al più tardi nel 1465), la metà della giurisdizione di Oltingen (1490) e Kienberg (1523).

Con l'esaurimento delle possibilità di espansione sulle pendici meridionali del Giura, Soletta si spinse verso nord oltre il Passwang, entrando in conflitto con il principe vescovo basilese, i conti von Thierstein e la città di Basilea, anch'essa intenta ad ampliare i propri domini. Dopo le prime spedizioni di conquista infruttuose attorno alla metà del XV secolo, in occasione dell'integrazione di Soletta nella Confederazione (1481) venne stabilita l'estensione geografica dell'obbligo di assistenza reciproca, che comprendeva anche la sfera di interesse solettese nel Giura settentrionale. Tra il 1485 e il 1522, Soletta acquistò dai conti von Thierstein le signorie di Seewen e Büren e la fortezza di Dorneck con i diritti di alta giustizia (infine riconosciuti dalla città di Basilea nel 1532). Insieme alla signoria di Rotberg, acquistata nel 1515, questi territori formarono il baliaggio di Dorneck. Nel 1522 un arbitrato confederato, seguito a una lunga vertenza con il principe vescovo di Basilea, attribuì a Soletta la signoria di Thierstein e l'avogadria su Beinwil (con l'alta giustizia), poi integrate nel baliaggio di Thierstein, che dal 1527 comprese anche Bärschwil e Kleinlützel. La signoria di Gilgenberg, acquistata nel 1527, venne trasformata nel baliaggio omonimo.

La formazione territoriale fu così sostanzialmente conclusa. Seguirono ancora riscatti di pegni dal principe vescovo di Basilea, tra l'altro relativi a Olten (1532), la signoria di Gilgenberg (1580) e il langraviato di Buchsgau (1669), e la ridefinizione dei confini tra Soletta e Berna con il trattato di Wynigen. Con esso Soletta rinunciò alla bassa giustizia su Safenwil e Uerkheim in cambio dell'alta giustizia sulla parte meridionale del baliaggio di Kriegstetten. Solo nel Bucheggberg Berna mantenne l'alta giustizia fino al 1798. Nel 1685 Soletta cedette la sua metà della giurisdizione di Oltingen alla città di Basilea. Quest'ultima nel 1826 rinunciò all'alta giustizia su Wisen, che fu così l'ultimo comune a passare per intero al canton Soletta.

Politica estera, alleanze e adesione alla Confederazione

Forse già nel 1295, sicuramente prima del 1308 in base al più antico rinnovo degli accordi conservato, Soletta si alleò con Berna, centro di potere della cosiddetta Confederazione burgunda (alleanze). Questo sistema di alleanze perpetue, rinnovato nel 1333, 1345 e 1351, rappresentò a lungo il principale pilastro della politica estera solettese. Perlopiù in accordo con Berna, a seconda del contesto politico Soletta concluse trattati di pace territoriale aggiuntivi, in parte provvisori, con città della Svizzera francese (ad esempio nel 1318 con Friburgo, Morat e Bienne) ma anche con signori territoriali nobili, tra cui i conti von Nidau e von Kyburg (1333) e gli Asburgo (1333, 1342, 1359, 1370). Inoltre Berna e Soletta aderirono alla Lega delle città renane (1327) e alla Lega delle città sveve (1385) e nel 1400 conclusero un'alleanza con Basilea, rinnovata nel 1441.

Quando verso la fine del XIV secolo si acuirono le tensioni con gli Asburgo, Soletta rinsaldò i legami con gli altri Confederati, come testimoniano la sua crescente attività di mediazione in caso di conflitti tra i cantoni (tra l'altro nell'affare di Schöno a Zurigo, 1393) e la sua partecipazione alla convenzione di Sempach (scaturita dall'affare appena citato), alla pace di 50 anni con l'Austria (1412) e al patto di amicizia con la Francia (1452), in cui Soletta viene menzionata insieme agli altri cantoni urbani (cantoni aristocratici, città a regime corporativo) prima dei cantoni rurali. Probabilmente fu soprattutto la concorrenza con Berna sul piano della politica territoriale a indurre Soletta a cercare il sostegno degli altri cantoni confederati. La città presentò richieste di adesione alla Confederazione nel 1411, 1453 e 1458, che però ogni volta ritirò, poiché le veniva offerto solo lo status di Paese alleato, e non quello di membro a pieno titolo. Da un lato i cantoni rurali temevano la preponderanza delle città nella Confederazione, e dall'altro Berna voleva evitare che la città vicina diventasse troppo indipendente. Inoltre i Confederati diffidavano della politica espansionistica solettese a nord del Giura temendo scontri con la città di Basilea, che, in quanto fornitrice di crediti, assumeva un'importanza molto maggiore di Soletta. In un primo momento Soletta si ritenne però abbastanza forte da poter sopravvivere senza alleanze politiche stabili.

La situazione mutò con le guerre di Borgogna, in cui anche Soletta e Friburgo combatterono a fianco dei Confederati. La vittoria su Carlo il Temerario nel 1477 sfociò in un patto di comborghesia tra le città di Berna, Zurigo, Lucerna, Soletta e Friburgo, ma acuì anche i contrasti tra cantoni urbani e rurali all'interno della Confederazione. Le tensioni ebbero fine solo nel 1481 con la convenzione di Stans e l'integrazione di Soletta e Friburgo nella Confederazione, vincolata però a condizioni restrittive. I due nuovi membri potevano concludere alleanze solo con il consenso degli altri otto cantoni, in caso di guerra non beneficiavano del loro appoggio incondizionato e nei trattati figuravano sempre in ultima posizione. Anche dopo il patto del 1481, la posizione di Soletta all'interno della Confederazione rimase sostanzialmente immutata. Come in precedenza, Berna cercò di far valere nei confronti di Soletta il suo maggiore peso politico, mentre i cantoni della Svizzera centrale tenevano a sottolineare il ruolo subordinato dei due nuovi cantoni. Per questi motivi, malgrado i sacrifici compiuti nel 1499 per la difesa della fortezza di Dorneck durante la guerra di Svevia (battaglia di Dornach), Soletta riuscì solo con fatica a crearsi un proprio territorio a nord del Giura, anche perché Basilea, sua antagonista in quell'area, venne accolta nella Confederazione nel 1501. Durante le guerre d'Italia, Soletta e Friburgo sostennero la politica bernese di espansione verso ovest, ciò che accentuò ulteriormente i contrasti con i cantoni della Svizzera centrale.

Lo Stato dall'età moderna alla fine dell'ancien régime

Tra Riforma e Riforma cattolica

Nel periodo della Riforma, il conflitto confessionale costituì un altro potenziale fattore di scontro con i cantoni della Svizzera centrale. Poiché Soletta confinava con Berna e Basilea, la nuova fede, diffusa sia da predicatori sia da anabattisti, attecchì presto. Le autorità rimasero in maggioranza fedeli al cattolicesimo, ma a causa delle crescenti tensioni interne e delle pressioni del potente vicino bernese accolsero gradualmente le richieste dei riformati e nel settembre del 1529 concessero la libertà religiosa (tolleranza religiosa). Alla fine dello stesso anno, in occasione di due consultazioni popolari quasi la metà dei comuni rurali si espresse a favore della nuova fede, poco dopo furono addirittura due terzi. Nel capoluogo, dove temporaneamente predicò il riformatore bernese Berchtold Haller, un terzo dei cittadini aderì alla Riforma. Se la piena affermazione della nuova fede nel cantone sembrava quindi ormai imminente, con la seconda guerra di Kappel (1531) si ebbe un'inversione di tendenza. La vittoria dei cantoni cattolici rafforzò la posizione del Consiglio filocattolico, che vietò la predicazione riformata in città. Nel novembre del 1533 un tentativo di rivolta dei cittadini riformati fallì a causa dell'opposizione della maggioranza cattolica, ma si risolse senza spargimenti di sangue grazie all'intervento dello scoltetto Niklaus von Wengi e di mediatori confederati. La parte riformata (protestantesimo) comunque uscì sconfitta; il Consiglio decretò l'espulsione di tutti i predicatori dal cantone. Solo il baliaggio di Bucheggberg, dove Berna in veste di titolare dell'alta giustizia impose la nuova fede, rimase riformata.

In seguito le autorità adottarono misure per sostenere il cattolicesimo allontanando ripetutamente gli anabattisti dal cantone e imponendo alla popolazione di partecipare alla messa e di confessarsi regolarmente (confessionalismo). La città non inviò alcuna delegazione al Concilio di Trento e di conseguenza affrontò con esitazione l'introduzione delle riforme tridentine. La Riforma cattolica a Soletta si affermò perciò più tardi che negli altri cantoni cattolici. Il Consiglio mantenne la sua influenza sulla sfera ecclesiastica, una prassi che si perpetuò peraltro anche nel XIX secolo con i governi liberali.

Organizzazione dello Stato, governo, amministrazione e forze armate

Il sistema politico di Soletta nel XVIII secolo
Il sistema politico di Soletta nel XVIII secolo […]

Il cantone era governato dal Piccolo Consiglio – dalla metà del XIV secolo formato dal Nuovo Consiglio (Jungrat) e dal Vecchio Consiglio (Altrat) –, che fungeva anche da legislatore e da tribunale. Alla sua testa vi era lo scoltetto, di fatto eletto a vita, che si alternava ogni due anni (dal 1644 ogni anno) con il vecchio scoltetto. Attorno al 1690 il Piccolo Consiglio divenne appannaggio esclusivo del patriziato, assumendo tratti oligarchici sotto Johann Viktor Besenval von Brunnstatt; il Consiglio segreto, formato dai magistrati supremi, divenne il centro nevralgico del potere (aristocratizzazione). Il Gran Consiglio invece, che ancora nel XVI secolo costituiva formalmente la massima autorità, nel corso del XVII secolo perse di influenza, limitandosi a nominare il tesoriere e a ratificare le decisioni del Piccolo Consiglio. Sfruttando la crisi finanziaria provocata da John Law, nel 1718-1723 riuscì a riacquisire alcune competenze, in particolare la supervisione delle finanze. Le tendenze assolutistiche (assolutismo) a Soletta conobbero così una battuta d'arresto ancora prima del 1798.

Soletta suddivise le signorie acquisite fino all'inizio del XVI secolo in 11 baliaggi, ripartiti in 29 (28 dal 1665) circoscrizioni giudiziarie. Quali rappresentanti dell'autorità cantonale, i balivi, affiancati da luogotenenti del balivo e Ammänner locali, si occupavano dell'amministrazione e assumevano la funzione di giudici. Mentre i quattro baliaggi interni di Bucheggberg, Kriegstetten, Lebern e Flumenthal (Balm) erano retti da membri del Piccolo Consiglio con mandato biennale ed erano amministrati dal capoluogo, i sette balivi dei baliaggi esterni, eletti all'interno del Gran Consiglio e in carica per sei anni, risiedevano nei rispettivi castelli. Questi ultimi erano coadiuvati da cancellieri con sede a Klus (presso Balsthal), Olten e Dornachbrugg.

Per la popolazione urbana e rurale vigeva la leva obbligatoria dai 16 ai 60 anni; ogni uomo doveva dotarsi di un'armatura e di un'arma. Dalla prima guerra di Villmergen, gli abitanti della campagna furono inquadrati in sei reggimenti, composti alla fine del XVIII secolo da 1200 militi ciascuno; a essi si aggiungevano 240 dragoni e 600 artiglieri. La città di Soletta forniva una compagnia di artiglieria e due di fucilieri. Dal 1743 i soldati furono dotati di un'uniforme. L'effettivo totale ammontava a ca. 9000 unità, ma solo l'attiva di ca. 2500 uomini era veramente operativa. Le truppe erano guidate da ufficiali patrizi affermatisi nel servizio mercenario. L'equipaggiamento e la disciplina lasciavano spesso a desiderare, come testimoniavano le ispezioni. Nel 1798 né la milizia né le imponenti fortificazioni salvarono Soletta dalla disfatta.

Politica interna

Copertina del diritto civico della città di Soletta o «codice civile» del 1604. Copia del XVIII secolo (Staatsarchiv Solothurn).
Copertina del diritto civico della città di Soletta o «codice civile» del 1604. Copia del XVIII secolo (Staatsarchiv Solothurn). […]

Nel XVI-XVII secolo le acquisizioni territoriali furono consolidate grazie alla centralizzazione amministrativa. Alcune autonomie locali vennero mantenute (tra l'altro assemblee comunali, diritto di nominare assessori nei tribunali), ma la riscossione delle decime e dei censi fondiari, la giustizia e la difesa furono sottoposte alla supervisione dei balivi. L'attuazione delle disposizioni governative nei villaggi fu affidata agli Ammänner rispettivamente ai luogotenenti del balivo e agli uscieri. Per abolire i diritti particolari locali, il nuovo diritto civico della città di Soletta del 1604 venne esteso anche al restante territorio cantonale. Solo alla cittadina di Olten furono, per il momento, ancora confermati i vecchi statuti. I sudditi percepirono tutte queste innovazioni, e specialmente gli oneri finanziari aggiuntivi (tributi feudali), come una violazione dei loro antichi diritti. Nel 1653 anche i contadini solettesi e i cittadini di Olten parteciparono alla guerra dei contadini, senza però sollevarsi contro le autorità di Soletta, che, considerate le tensioni con Berna a causa del Bucheggberg, assunsero un atteggiamento conciliante e inflissero pene non troppo severe. Olten fu comunque privata dei suoi statuti e, con la perdita di ulteriori privilegi nel 1715, equiparata agli altri comuni solettesi, ciò che alla fine dell'ancien régime favorì la diffusione delle idee rivoluzionarie tra i suoi abitanti. Il resto della popolazione accettò con rassegnazione l'assolutismo moderato del governo solettese.

Il patriziato solettese nel XVIII secolo
Il patriziato solettese nel XVIII secolo […]

Sotto il dominio del patriziato, Soletta si trasformò in un regime aristocratico, i cui vertici si consideravano dei padri della patria legittimati da Dio (paternalismo). Per educare i sudditi a una condotta di vita onorevole, modesta e sana, dal tardo XVI secolo il Consiglio emanò innumerevoli leggi suntuarie, tra l'altro contro le usanze carnascialesche, il consumo smodato di cibo, l'abbigliamento sfarzoso, il gioco e il fumo (per la prima volta nel 1662). D'altra parte tentò di mitigare gli effetti dell'inflazione sugli strati più poveri fissando prezzi massimi per le derrate alimentari di base. Nel 1650 aumentò tra l'altro i salari degli operai e dei giornalieri, anch'essi colpiti dal rincaro. Nel XVIII secolo venne ampliata l'assistenza pubblica. La sanità fu modernizzata: l'ospedale cittadino venne ricostruito due volte (1726, 1785-1788) e la cura dei malati migliorata. Sorsero un orfanotrofio (1704), un penitenziario (1753) e una casa di lavoro per orfani e adulti disoccupati (1757, istituti sociali). Sulla scia dell'Illuminismo, la giustizia penale fu improntata a una maggiore umanità, come testimoniano la diminuzione delle condanne a morte, torture meno cruente (1745) e la fine dei processi per stregoneria dopo l'ultima condanna al rogo (1707). La diffusione della povertà venne combattuta non solo con i consueti divieti di accattonaggio, ma tra l'altro anche con due ordinanze del 1771 e 1791, che regolamentavano la concessione di elemosine ai bisognosi in città e nelle campagne. Tutti questi compiti comportarono lo sviluppo dell'apparato amministrativo statale nel XVIII secolo (amministrazione, burocrazia).

Bassorilievo in grès sopra la porta principale della scuola dell'orfanotrofio di Soletta, realizzato nel 1782 da Urs Pankraz Eggenschwiler (Fotografia Nicole Hänni).
Bassorilievo in grès sopra la porta principale della scuola dell'orfanotrofio di Soletta, realizzato nel 1782 da Urs Pankraz Eggenschwiler (Fotografia Nicole Hänni). […]

Politica estera e alleanze

Nell'ambito confederato, la politica solettese fu dettata dalla vicinanza con Berna, dall'appartenenza allo schieramento cattolico e dagli stretti legami con la Francia. Berna e Soletta erano legati dal vecchio patto di comborghesia, rinnovato nel 1577, e dalla tradizionale politica di espansione verso ovest. Dopo la Riforma, la divisione confessionale suscitò una diffidenza reciproca e tensioni crescenti, che sfociarono quasi in una guerra in occasione di due gravi conflitti (affare della chiusa di Balsthal nel 1632; contesa per la sovranità sul baliaggio di Bucheggberg durante la guerra dei contadini e la prima guerra di Villmergen). Anche se con il trattato di Wynigen (1665) venne raggiunto un compromesso per quanto riguardava il Bucheggberg, Soletta, circondata per ampi tratti dal territorio bernese e isolata dagli altri cantoni cattolici, si sentì minacciata dal suo potente vicino; per difendersi, tra il 1667 e il 1727 promosse perciò la dispendiosa costruzione di fortificazioni. Dopo la crisi legata alla seconda guerra di Villmergen, Berna e Soletta liquidarono le questioni ancora pendenti e nel prosieguo del XVIII secolo i rapporti tra i due cantoni aristocratici di conseguenza si normalizzarono.

Le relazioni con gli altri due Stati limitrofi risultarono meno problematiche. Con la città di Basilea l'intesa fu soddisfacente, se si eccettuano la guerra della forca e alcuni conflitti doganali nel XVIII secolo. Nel XVII secolo Soletta e Basilea furono legate dal comune interesse di difesa dei confini contro le ripetute minacce da parte degli eserciti stranieri. Entrambi i cantoni rimasero inoltre neutrali nelle due guerre di Villmergen e cercarono di favorire la pacificazione all'interno della Confederazione. Soletta intrattenne stretti rapporti di amicizia, dal 1579 fu anche alleata (come gli altri sei cantoni cattolici), con il principe vescovo di Basilea, unico vicino cattolico. Il cantone sostenne con forza il principato vescovile, gravemente colpito dalla guerra dei Trent'anni, e in seguito cercò ripetutamente di rafforzare i legami con la Confederazione, dove possibile in accordo con il principato di Neuchâtel (numerosi legami univano Soletta e Neuchâtel, tra cui i patti di comborghesia con la contea e con Le Landeron). Tali sforzi comunque risultarono vani.

Il Consiglio si schierò a favore della vecchia fede con altrettanta convinzione degli altri cantoni cattolici, ma, combattuto tra solidarietà confessionale e realismo politico, optò sempre per quest'ultimo, seguendo l'esempio francese. Malgrado la forte resistenza dei cinque cantoni della Svizzera centrale, nel trattato di Soletta (1579) si impegnò, insieme alla Francia e a Berna, a difendere la Ginevra calvinista dalle pretese savoiarde. A soli due anni dalla conclusione della Lega d'Oro (1586), Soletta fu inoltre l'unico cantone cattolico a non aderire all'alleanza con la Spagna.

Grande spettacolo di fuochi d'artificio a Soletta in occasione della nascita del Delfino. Incisione su rame realizzata a Basilea secondo un disegno di Johannes Tschudy, 1729 (Castello di Waldegg, Feldbrunnen) © Fotografia Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv.
Grande spettacolo di fuochi d'artificio a Soletta in occasione della nascita del Delfino. Incisione su rame realizzata a Basilea secondo un disegno di Johannes Tschudy, 1729 (Castello di Waldegg, Feldbrunnen) © Fotografia Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv. […]

Il legame di Soletta con la Francia fu più stretto rispetto a quello degli altri cantoni. Dall'alleanza del 1521 fino alla fine dell'ancien régime, e specialmente durante il regno di Luigi XIV, nelle truppe al soldo della corona francese i Solettesi furono particolarmente numerosi in rapporto al loro peso demografico, sia tra i militi, sia tra gli ufficiali e i generali. Il servizio mercenario rappresentò una risorsa importante per il cantone, nel complesso economicamente debole. La politica del patriziato, dipendente dalle pensioni e dai gradi di ufficiale (imprenditori militari), era rivolta esclusivamente alla Francia, malgrado o forse proprio a causa dei forti debiti accumulati dalla corte di Parigi nei confronti di Soletta. Facendo leva sulla loro rete di rapporti ufficiali e privati, su incentivi e strumenti di pressione, gli ambasciatori francesi, residenti nella città di Soletta dal 1530 al 1792, esercitavano un'influenza determinante sui Consigli. La condiscendenza nei confronti della Francia è testimoniata dal rifiuto di altre alleanze (con la Savoia nel 1576, con la Spagna nel 1588). L'alleanza stipulata con la Savoia nel 1685 avvenne con l'autorizzazione francese; il servizio mercenario a favore della Spagna fu consentito solo nel XVIII secolo con l'avvento della casa di Borbone. Nella seconda metà del XVII secolo, truppe solettesi parteciparono a due guerre condotte da Venezia contro i Turchi. Soletta fu quindi spesso accusata di essere una docile pedina della politica francese nella Confederazione. Contro questo orientamento si formò un'opposizione interna, capeggiata in particolare dagli scoltetti Hans Jakob vom Staal attorno alla metà del XVII secolo e Johann Ludwig von Roll von Emmenholz a cavallo del 1700, che risultò però effimera. Con la radicalizzazione della Rivoluzione francese Soletta prese le distanze dalla nuova Francia.

Società, economia e cultura dai secoli centrali del Medioevo alla fine del XVIII secolo

Popolazione e insediamento

Toponimi come Himmelried e Grod rimandano ai dissodamenti in epoca franca (Impero dei Franchi), che ebbero fine a cavallo tra il pieno e il tardo Medioevo. La crisi del tardo Medioevo è testimoniata da numerosi villaggi abbandonati, il cui declino iniziò già prima della guerra dei Gugler (1375). Tra il XII e il XV secolo scomparvero Altreu, Fridau (presso Fulenbach), Gurzelen (presso Langendorf), Gutzwil (presso Biberist), Oberkappel (presso Kestenholz), Werd (presso Neuendorf) e un insediamento a Biedersdorf (presso Rodersdorf). L'incidenza della peste sull'evoluzione demografica non è conosciuta. In base a stime fondate su censimenti dei fuochi, attorno al 1400 nell'odierno territorio cantonale vivevano probabilmente ca. 8000 persone, salite a ca. 11'000 nel 1515.

Nel XVI-XVII secolo si registrò nel complesso un notevole sviluppo della popolazione, ad eccezione di alcuni anni di crisi (ca. 1570, 1590, 1610, 1628-29, 1635-36, 1690). Tale incremento rispecchia l'evoluzione già nota per il resto della Confederazione, agevolata anche dalle condizioni climatiche favorevoli. Indicatori della crescente pressione demografica sono i tributi per l'ammissione alla cittadinanza, aumentati in misura significativa dopo il 1560, e l'incremento dei conflitti relativi allo sfruttamento dei boschi, prevalentemente demaniali, utilizzati in misura sempre maggiore come pascoli e in parte dissodati e sfruttati come campi (Rüttenen) dagli strati poveri dei villaggi, via via più numerosi.

La concentrazione di proprietà fondiarie nell'agricoltura e la sostanziale assenza di manifatture e attività artigianali di dimensioni rilevanti favorirono il servizio mercenario quale forma più diffusa di emigrazione. Alla fine della guerra dei Trent'anni, numerose famiglia solettesi si trasferirono nelle aree devastate del Palatinato e dell'Alsazia. Tra il 1767 e il 1769 il progetto di Johann Kaspar Thürriegel di insediare coloni solettesi nella Sierra Morena in Andalusia venne in un primo momento osteggiato dal governo, che poi però consentì la partenza di diversi sudditi e il ritorno di alcuni emigrati che non avevano avuto fortuna.

Contestualmente a un rilevamento delle scorte, nel 1692 fu per la prima volta censita in modo preciso la popolazione stanziale del cantone. Vennero contati 4749 «giovani» (bambini sotto i sei anni) e 26'795 «vecchi», per un totale di 31'544 abitanti, a cui si aggiungevano 419 ecclesiastici con la relativa servitù e girovaghi (flusso giornaliero stimato a 250 persone). Gli indigenti itineranti rispettivamente senza domicilio fisso non furono conteggiati. Del censimento del 1739, compiuto probabilmente per ragioni amministrative, si sono conservati solo i risultati relativi ai sette baliaggi esterni: in 3661 abitazioni vivevano 21'314 persone (inclusi 1251 servi). Proiettando questi dati sull'intero cantone, rispetto al XVII secolo si registra un rallentamento della crescita demografica, che riprese slancio solo dal 1760; fino al 1850 l'aumento fu regolare. Grazie alla costruzione di nuovi granai e all'ampliamento di quelli esistenti specialmente nella prima metà del XVIII secolo, nel canton Soletta praticamente non si verificarono carestie dovute a cattivi raccolti. L'incremento della popolazione comportò però un aumento della povertà nei villaggi nella seconda metà del XVIII secolo.

A causa delle resistenze al censimento effettuato dalla Camera dei cereali nel marzo del 1795, la popolazione venne ampiamente sovrastimata a 8000 persone. Secondo il primo censimento effettuato dall'Elvetica nel maggio del 1798, la città di Soletta contava 6855 abitanti, ca. 3000 in più di quelli effettivi. Probabilmente ciò doveva servire a mascherare l'eclatante squilibrio demografico tra il capoluogo (ancora) dominante e i Paesi soggetti. Durante l'Elvetica vennero compiuti altri tre rilevamenti, nei distretti di Balsthal, Biberist e Soletta addirittura quattro. Sulla base di questi dati, nel 1798 la popolazione cantonale effettiva può essere stimata a 45'840 abitanti.

Economia

Politica finanziaria ed economica

Le autorità adottarono una politica economica fondamentalmente paternalistica (paternalismo). Dopo buoni raccolti il governo accumulava scorte di cereali, per rivenderli ai bisognosi nei periodi di inflazione a basso costo in modo da mantenere i prezzi più o meno stabili; inoltre contrastava l'incetta. L'atteggiamento nei confronti dell'artigianato e dei mestieri locali fu ambivalente: da una parte ne tutelò i privilegi, garantendone così l'esistenza, e dall'altra favorì la concorrenza per garantire prodotti di buona qualità a prezzi contenuti. Le fiere annuali di Soletta, Balsthal e Olten erano così aperte anche ai mercanti provenienti dalla campagna (Landsassen) e forestieri, ciò che peraltro garantiva maggiori introiti daziari (dogane).

Schizzo e modello di carta per il nuovo granaio e magazzino pubblico di Olten, realizzato nel 1598 (Staatsarchiv Solothurn).
Schizzo e modello di carta per il nuovo granaio e magazzino pubblico di Olten, realizzato nel 1598 (Staatsarchiv Solothurn). […]

La crescente ricchezza del patriziato, affermatosi dal XVI secolo, e l'impoverimento di ampi strati della popolazione nel XVIII secolo indusse il governo ad attirare fabbricanti e commercianti facoltosi aprendo loro l'accesso alla cittadinanza (ufficialmente chiuso nel 1682). Sulla base di teorie mercantilistiche, le autorità parteciparono a imprese manifatturiere e commerciali promosse dal patriziato (in parte insieme a forestieri) al fine di sostenere l'economia di esportazione locale, fino ad allora pressoché inesistente, e migliorare la bilancia commerciale (mercantilismo). La Camera economica e di commercio, fondata a tale scopo nel 1750 e abolita pochi anni più tardi, e gli organismi che vi subentrarono si rivelarono però di scarsa efficacia, poiché furono eccessivamente influenzati dall'artigianato tradizionale. Nel XVIII secolo anche le trasformazioni agricole suscitarono sentimenti contrastanti nelle autorità, che da un lato temevano la diminuzione delle tradizionali decime sui cereali, ma dall'altro, considerata la crescita demografica, erano interessate a un aumento della produzione.

Vie di comunicazione e dogane

Il territorio solettese era attraversato da un'importante traffico di transito lungo gli assi nord-sud e ovest-est. La città di Soletta si trovava sulla strada che collegava le fiere di Lione e Ginevra con Francoforte sul Meno e che, passando da Balsthal e dall'Hauenstein superiore, conduceva a Basilea. A Olten l'itinerario lungo le pendici meridionali del Giura si incrociava con l'arteria nord-sud che dal Reno superiore attraverso l'Hauenstein inferiore e il Gottardo portava in Italia. In territorio solettese si trovava però solo il versante meridionale dei due passi, per cui nel XVIII secolo Soletta cercò di eludere le dogane basilesi attraverso l'ampliamento della strada del Passwang. Lungo le pendici meridionali del Giura Soletta fu costretta a venire a patti con Berna riguardo alle vie terrestri e lungo l'Aar. Malgrado i tentativi di Berna di convogliare i traffici interamente sul proprio territorio, grazie ai trasporti di vino e sale e alla fluitazione del legname a Soletta e Olten furono attivi battellieri e zatterieri, che si organizzarono in maestrie. Le principali stazioni doganali solettesi si trovavano a Soletta, Balsthal, Olten, Trimbach e Dornach, lungo le rispettive vie di transito.

Agricoltura

Nei territori pianeggianti originariamente boschivi caratterizzati da villaggi compatti, e in parte anche nelle frazioni e negli insediamenti sparsi specialmente sulle pendici meridionali del Lebern, nel Bucheggberg, nel Wasseramt, nel Gäu, nel baliaggio di Gösgen e, a nord del Giura, nello Schwarzbubenland, dopo ampi dissodamenti dal XIII secolo si diffuse la rotazione triennale, combinata con l'allevamento e l'economia pastorizia all'interno dei beni comuni, sui terreni a maggese e nei boschi e, soprattutto a nord del Giura, con la frutticoltura. Sulle catene del Passwang e del Brunnersberg e sul Weissenstein era diffusa l'economia alpestre con produzione di formaggio. La viticoltura fu praticata sui pendii soleggiati caratterizzati da un clima favorevole dello Schwarzbubenland e, a tratti, pure sulle pendici meridionali del Giura.

Pianta orientata a sud di un nuovo sistema di irrigazione lungo il corso della Emme nel baliaggio di Kriegstetten tra Obergerlafingen e Deitingen, disegnata nel 1736 da Johann Ludwig Erb (Staatsarchiv Solothurn, Plan B 12.2).
Pianta orientata a sud di un nuovo sistema di irrigazione lungo il corso della Emme nel baliaggio di Kriegstetten tra Obergerlafingen e Deitingen, disegnata nel 1736 da Johann Ludwig Erb (Staatsarchiv Solothurn, Plan B 12.2). […]

Dal XVI secolo soprattutto nel Wasseramt e nel Gäu i prati vennero irrigati sempre più spesso (irrigazione); dalla seconda metà del XVII secolo nel baliaggio di Gösgen vennero ampliati gli orti a scapito dei campi per intensificare le colture (campicoltura). Dalla seconda metà del XVIII secolo, i campi coltivati in forma collettiva furono progressivamente recintati e sfruttati individualmente come prati (recinzioni); le patate e il trifoglio soppiantarono quasi ovunque il solo maggese. La stabulazione più intensiva con erba e trifoglio sostituì il pascolo aperto (diritto di libero pascolo), di conseguenza l'allevamento crebbe di importanza rispetto alla cerealicoltura anche nelle pianure fertili. Di fronte alla crescita demografica, il calo delle rese cerealicole, prodottosi malgrado l'aumento della concimazione, fu compensato dalla patata, che si affermò come alimento principale.

Rispetto ad altre aree della Confederazione, al più tardi dalla seconda metà del XVII secolo l'agricoltura solettese si caratterizzò per una redditività superiore alla media, ciò che negli anni normali permise di esportare cereali, bestiame, carne e prodotti lattieri. Solo il vino veniva importato dall'Alsazia, da Neuchâtel, dalla regione di Bienne (dove molti patrizi disponevano di propri vigneti) e dal Paese di Vaud. Per l'élite urbana e i ceti superiori nei villaggi, l'agricoltura costituì una fonte di prosperità economica, come testimoniano le numerose residenze patrizie nei dintorni di Soletta e le imponenti case rurali in particolare nel Bucheggberg, nel Wasseramt e nel Gäu.

Artigianato e commercio

La maggioranza della popolazione cittadina, ma anche una parte della popolazione rurale, viveva di artigianato e commercio, organizzati al più tardi dal XIV secolo in corporazioni, a loro volta ordinate per mestieri. In seguito anche nelle campagne gli artigiani si riunirono in maestrie: i primi furono i vetrai (vetro) nella Klus (1480), seguiti tra l'altro dai sarti nei baliaggi esterni (1575) e dai tessitori nel baliaggio di Bechburg (1592).

Nel Thal, ma anche nei pressi di Erlinsbach, nel Lüsseltal e a Kleinlützel, veniva estratta e lavorata la limonite in grani (riserve minerarie), poi trasformata in ferro tra l'altro nei magli della Klus e di Olten. Inizialmente furono forestieri, specialmente Basilesi, a occuparsi della produzione di ferro, non sottoposta a vincoli corporativi. Nella seconda metà del XVI secolo assunsero una particolare importanza i Rubischung, famiglia di fonditori di ferro proveniente dal principato vescovile di Basilea. Nel 1621 Benedikt Glutz acquisì il monopolio sull'estrazione di ferro per 50 anni in tutte le miniere cantonali. Il forte consumo di legname per la lavorazione e la crescente importazione di ferro di qualità superiore dal principato vescovile di Basilea, indussero le autorità a tutelare i boschi, per cui alla fine del XVII secolo l'estrazione e la lavorazione di questo minerale praticamente cessò. Solo nel XIX secolo la produzione di metallo conobbe un nuovo sviluppo con la ditta Ludwig von Roll'sche Eisenwerke (Von Roll). Nel Giura vennero inoltre estratti argilla e gesso, trasformati da fabbriche di laterizi e fornaci.

Dal XVI secolo la crescente ricchezza dell'élite patrizia dovuta alle pensioni stimolò il commercio di beni di lusso. Ciò favorì a sua volta l'immigrazione dalla valle d'Aosta di bottegai e mercanti, tra cui Martin Besenval von Brunnstatt, dedito al commercio di argento, cereali e vino, che infine ottenne il monopolio sul commercio del sale non solo a Soletta. Con la perdita di rilevanza economica del servizio mercenario nel XVIII secolo, numerosi patrizi si dedicarono a nuove attività, in parte con la partecipazione finanziaria dello Stato. Fabbriche quali la Balthasar Grimm & Cie e la Franz Wagner & Cie (indiane) non diedero però ancora avvio all'industrializzazione del cantone. Maggiore radicamento conobbe l'industria a domicilio basata sul Verlagssystem, introdotta dall'esterno, che garantì modesti introiti ai poveri dei villaggi. Da Basilea si diffuse la tessitura di nastri di seta nello Schwarzbubenland e oltre, fino a Mümliswil e Balsthal, e dal territorio bernese la fabbricazione di calze e berretti a maglia (industria dell'abbigliamento) sulle pendici meridionali del Giura. Lo sviluppo della maglieria fu tale da rendere Olten un polo regionale di questo settore (protoindustrializzazione).

Società

Società urbana e affermazione del patriziato

Attorno alla metà del XIV secolo, l'artigianato organizzato in corporazioni riuscì a ottenere la costituzione del Nuovo Consiglio (Jungrat). Poco più tardi fu istituito il Gran Consiglio come organo della cittadinanza; nel 1459 anche la carica di scoltetto divenne prerogativa delle famiglia cittadine. Queste ultime avevano così raggiunto l'equiparazione politica con l'élite urbana formata da proprietari fondiari nobili (nobiltà) e mercanti. Il 24 giugno di ogni anno i cittadini eleggevano lo scoltetto e, su proposta del Nuovo Consiglio, i membri del Vecchio Consiglio.

Nella seconda metà del XVI secolo, le autorità iniziarono a limitare l'influenza politica della cittadinanza; nelle elezioni di giugno la nomina dei Consigli avveniva per cooptazione. Protagonista di questa aristocratizzazione fu la nobiltà dedita al servizio mercenario (imprenditori militari) affermatasi a partire dalle guerre ugonotte. I numerosi Solettesi che in qualità di capitani e colonnelli avevano fatto carriera militare al servizio della Francia, si erano arricchiti ed erano stati nobilitati dal re a Soletta, acquisirono un prestigio che li ergeva molto al di sopra dei loro concittadini. Essi investirono in maniera fruttifera soldo e pensioni in rendite fondiarie, poderi rurali e alpeggi nel Giura e costruirono residenze estive signorili fuori dalle mura cittadine. Tra la guerra dei Trent'anni e la fine del XVII secolo questi mercenari nobili scalzarono gli artigiani dai Consigli e dalle redditizie cariche balivali. Nel 1690 nel Piccolo Consiglio non vi erano più semplici cittadini; nel Gran Consiglio su 66 membri se ne contavano ancora quattro. Come Berna, Lucerna e Friburgo, Soletta era allora governata da un patriziato cittadino, che con 30 famiglie costituiva poco meno di un quarto della cittadinanza (cantoni aristocratici). Una piccola cerchia di famiglie particolarmente rinomate si spartiva i più alti uffici pubblici: tra il 1680 e il 1720, quando le tendenze oligarchiche raggiunsero il loro apice, le cinque famiglie von Sury, Besenval, von Roll, Wagner e Glutz monopolizzarono i magistrati supremi di scoltetto, alfiere, tesoriere e cancelliere cittadino.

Veduta dell'alpeggio della famiglia Glutz. Acquerello realizzato da un autore sconosciuto, 1800 ca. (Zentralbibliothek Solothurn).
Veduta dell'alpeggio della famiglia Glutz. Acquerello realizzato da un autore sconosciuto, 1800 ca. (Zentralbibliothek Solothurn). […]

Fino alla fine dell'ancien régime, all'élite aristocratica eleggibile in Consiglio si contrappose una maggioranza di cittadini privi di diritti politici. Artigiani e piccoli commercianti difesero quindi con grande energia e ostinazione i loro diritti materiali e accolsero con favore i ripetuti aumenti della tassa di ammissione (dal 1581) e poi la chiusura dell'accesso alla cittadinanza (1682). Ciò li preservò dalla riduzione dei loro privilegi economici e dalla concorrenza di forestieri indesiderati, e rese più sopportabile la marginalizzazione politica. Solo verso la fine del XVIII secolo dalla cittadinanza si levarono isolate critiche nei confronti delle disuguaglianze di ceto dell'ancien régime (borghesia). Accanto ai cittadini vi era poi una minoranza di dimoranti. Essendo sprovvisti della cittadinanza, non avevano diritti politici; essi disponevano però dei diritti d'uso spettanti ai cittadini. Un'ulteriore minoranza era costituita dai domiciliati, forestieri che beneficiavano di un diritto di soggiorno limitato nel tempo. A questa classe popolare nel XVIII secolo appartennero ad esempio gli operai occupati nella costruzione delle fortificazioni e della chiesa di S. Orso.

La struttura sociale nei villaggi

Durante il tardo Medioevo la condizione giuridica dei sudditi conobbe pochi mutamenti. Solo con le rivolte del 1513-1514 (guerra delle cipolle, rivolte contadine) e 1525 (guerra dei contadini) i contadini ottennero la possibilità di riscattare la loro condizione servile. Ultimi residui della servitù della gleba si mantennero comunque fino alla sua totale abolizione nel 1785. Dal XVI secolo la maggior parte della popolazione rurale deteneva la cittadinanza della propria comunità di villaggio con tutti i diritti che ne derivavano (accesso alle cariche locali, sfruttamento dei beni e dei boschi comuni, sostegno agli indigenti, ecc.). Benché meno numerosi che nel capoluogo, anche nella campagna esistevano dimoranti con diritti limitati e domiciliati con uno status incerto.

All'interno della società rurale vi erano forti differenze sociali. Alcuni contadini facoltosi riuscirono ad ampliare i propri possedimenti fondiari tramite acquisti, specialmente nel periodo della guerra dei Trent'anni ma anche in seguito. I grandi contadini, spesso al contempo osti o mugnai, costituirono fino a XVIII secolo inoltrato un'élite locale consapevole del proprio ruolo. Nella cittadina di Olten nel XVIII secolo il ceto dirigente comprendeva osti, commercianti e imprenditori tessili. La concentrazione della proprietà fondiaria nelle mani dei contadini agiati e del patriziato cittadino ridusse le superfici coltivabili a disposizione di tutti gli altri agricoltori. Inoltre la costante crescita demografica comportò un'ulteriore riduzione delle risorse e contemporaneamente diminuì la domanda francese di mercenari. La scarsità di terreni e lavoro provocò un aumento dei braccianti e giornalieri con entrate irregolari. I Tauner, la fascia più povera, nel XVIII secolo rappresentavano il 40-50% della popolazione rurale (nel 1768 addirittura il 68% nel baliaggio di Gösgen). Essi erano tra l'altro attivi come giornalieri, servi e piccoli artigiani e, dalla seconda metà del XVIII secolo, nella produzione a domicilio di calze e berretti a maglia, specialmente nelle zone di Olten, del Gäu e del Niederamt.

Ai margini della società

Coloro che non appartenevano alla comunità di villaggio – girovaghi, ambulanti senza patria, mendicanti – erano visti con sospetto o considerati pericolosi. Le lamentele della popolazione rurale erano accolte con solerzia dalle autorità, che dal XVI secolo organizzarono occasionalmente cacce ai mendicanti. Ad esempio dopo la guerra dei Trent'anni, gli arrestati furono inviati a Venezia per combattere contro i Turchi. Con la crescente povertà, nel XVIII secolo crebbe l'afflusso di mendicanti forestieri, per cui il Consiglio nel 1736 vietò loro l'accesso al territorio cantonale sotto minaccia di pene severe (taglio delle orecchie). Nel 1775 seguì un divieto generalizzato di accattonaggio anche per la popolazione locale.

Pagamento della tassa di protezione degli ebrei di Dornach. Registrazione nel libro dei conti del baliaggio di Dorneck del 1731 (Staatsarchiv Solothurn, Rechnungen der Vogtei Dorneck, vol. 97, 1721-1753, p. 478).
Pagamento della tassa di protezione degli ebrei di Dornach. Registrazione nel libro dei conti del baliaggio di Dorneck del 1731 (Staatsarchiv Solothurn, Rechnungen der Vogtei Dorneck, vol. 97, 1721-1753, p. 478). […]

La minoranza ebraica conobbe sorti alterne (antisemitismo). Dopo il pogrom del 1348, nel capoluogo gli israeliti sono documentati per l'ultima volta nel XV secolo. Dal XVI secolo singoli ebrei sono attestati nella campagna, ma nel 1595, sulla scia della Controriforma, furono cacciati nuovamente insieme ad anabattisti e zingari. Le autorità dimostrarono maggiore tolleranza nei confronti dei profughi ebrei durante la guerra dei Trent'anni. A Dornach dal 1657 si formò una comunità israelita costituita da commercianti di bestiame, prestatori di denaro ma anche da poveri originari dell'Alsazia, che furono accolti come domiciliati in cambio di una tassa di protezione (imposta sugli ebrei). In seguito a proteste degli abitanti del luogo, nel 1736 il Consiglio sancì però la loro espulsione. Nel 1783 venne nuovamente emanato un divieto di accesso al territorio cantonale nei loro confronti; quattro anni più tardi mercanti di cavalli ebrei furono però autorizzati, a rigide condizioni, a partecipare alle fiere solettesi.

Vita religiosa, formazione e cultura

Parrocchie, capitoli e conventi

Nell'odierno territorio cantonale si contavano 24 parrocchie (1441) nella diocesi di Basilea (nel decanato di Buchsgau e parte dei decanati di Leimental, Sisgau e Frickgau), quattro parrocchie (1228) nella diocesi di Losanna e tre (1275) rispettivamente sette (1508) parrocchie nella diocesi di Costanza (nei decanati di Büren, Burgdorf e Aarau). Dopo una diminuzione durante la Riforma, nel XVII-XVIII secolo diverse parrocchie furono ricostituite; 12 vennero fondate ex novo.

Nei secoli centrali e finali del Medioevo, i principali protagonisti della vita religiosa furono il capitolo di Sankt Ursen a Soletta, il capitolo di S. Leodegario a Schönenwerd, il convento francescano (francescani) di Soletta (abbandonato durante la Riforma e poi ripristinato nel 1546 grazie a monaci provenienti dai territori dell'Impero) e il monastero benedettino (benedettini) di Beinwil (riattivato nel 1589 da frati di Einsiedeln, poi trasferito a Mariastein nel 1648). La Riforma cattolica fu promossa dai conventi cappuccini, fondati a Soletta (1588), Olten (1646) e Dornachbrugg (1672). Nel XVII secolo sorsero inoltre una serie di conventi femminili nel capoluogo, tra cui quello delle cappuccine, nato nel 1609 dalla riforma di una comunità di beghine, quello delle francescane (1644) e quello delle visitandine (1645), dedicato a S. Giuseppe.

Le autorità, favorevoli a una Chiesa di Stato, detenevano i diritti di patronato su numerose parrocchie e assunsero i costi per la costruzione e l'arredo di chiese e cappelle anche in campagna. Fino a XIX secolo inoltrato, in molte parrocchie rurali i sacerdoti erano cittadini di Soletta: il ceto dirigente politico aveva perciò anche il controllo degli affari ecclesiastici. Il controllo dello Stato sulla sfera ecclesiastica ricalcò quindi in larga misura la situazione nei territori riformati. A differenza dei cantoni della Svizzera centrale, Soletta evitò la contrapposizione frontale con la parte riformata. Al fine di preservare l'autonomia del capitolo di Sankt Ursen, il capoluogo si rifiutò di diventare sede vescovile. Dal 1616 il preposito di Sankt Ursen fu commissario per i territori solettesi della diocesi di Losanna, senza che ciò minasse l'indipendenza del capitolo; dal 1730 al 1814 un vicario generale agì da sostituto del vescovo di Losanna. Il decanato di Buchsgau, appartenente alla diocesi di Basilea, dal 1621 al 1817 fu retto da un commissario vescovile e decano. La parte del territorio cantonale integrata nella diocesi di Costanza dal 1605 ricadde sotto la competenza del commissario vescovile a Lucerna; solo dal 1797 al 1815 Soletta ebbe un proprio commissario vescovile.

Devozione ed eterodossia

Nel tardo Medioevo si sviluppò una ricca vita religiosa. Prima della Riforma, la scoperta di reliquie nel 1473 diede un nuovo impulso al culto di S. Orso e vennero ricostruite numerose chiese e cappelle. Confraternite religiose in parte ancora esistenti all'inizio del XXI secolo quali quelle di S. Valentino (fondata nel 1620) e di S. Giacomo (fondata nel 1654), gli elementi barocchi dell'eremo di Santa Verena, la Via Crucis verso Kreuzen sopra Soletta allestita nel 1613 e i fiorenti pellegrinaggi a Oberdorf, Lommiswil, Wolfwil, Schönenwerd, Meltingen e Mariastein testimoniano una devozione popolare largamente diffusa.

Ex voto raffigurante un miracolo nella cappella di pellegrinaggio di Nostra Signora dei Sette Dolori a Beinwil-Mariastein. Olio su legno datato 1543, realizzato da un artista ignoto (Abbazia benedettina di Mariastein, Metzerlen-Mariastein).
Ex voto raffigurante un miracolo nella cappella di pellegrinaggio di Nostra Signora dei Sette Dolori a Beinwil-Mariastein. Olio su legno datato 1543, realizzato da un artista ignoto (Abbazia benedettina di Mariastein, Metzerlen-Mariastein). […]

Mediante leggi suntuarie, il Consiglio impose divieti e norme di comportamento al clero e agli abitanti del capoluogo, e, tramite i balivi, alla popolazione rurale, anche se con minore successo. Nel 1580 il nunzio Giovanni Francesco Bonomi si mostrò indispettito dallo stato del clero solettese; la sua visita pastorale contribuì comunque a lungo termine all'affermazione della Riforma cattolica. Il concubinato dei preti, ancora tollerato nel XVI secolo, scomparve nella prima metà del secolo successivo. I processi per stregoneria si tennero soprattutto nella seconda metà del XVI secolo; con la Riforma cattolica il loro numero diminuì fortemente.

Scuole

I francescani e i cappuccini nei loro conventi formavano solo appartenenti all'ordine (scuole conventuali). Piani per ampliare la scuola del capitolo di Sankt Ursen fallirono; nel 1621 le discipline umanistiche furono eliminate dal programma scolastico. A titolo provvisorio (1646) e poi definitivo (1668), fu invece istituito un collegio gesuita con ginnasio (per la formazione superiore dei figli del patriziato e della borghesia) e liceo (per l'insegnamento delle materie propedeutiche agli studi di teologia). Dopo la soppressione dell'ordine dei gesuiti (1773), il Consiglio assunse la gestione della scuola. Nel periodo della guerra dei Trent'anni vennero fondate scuole per i poveri di entrambi i sessi e la scuola femminile delle visitandine (educazione femminile). Con la Riforma cattolica crebbe l'interesse per una formazione perlomeno basilare del popolo. L'esempio dei villaggi riformati limitrofi stimolò la creazione di scuole di villaggio dirette dal clero (scuola). Nel Bucheggberg, sottoposto alla sovranità bernese in ambito scolastico ed ecclesiastico, l'obbligo di frequentare la scuola invernale fu introdotto già nel 1675, mentre il Consiglio di Soletta lo decretò solo nel 1768; ma tuttavia si affermò solo in parte. Dopo Lucerna Soletta fu per contro il secondo cantone che nel 1782 istituzionalizzò una rudimentale formazione magistrale con i corsi settimanali nella cosiddetta scuola dell'orfanotrofio.

Scienza, cultura e Illuminismo

Marchio dello stampatore Samuel Apiarius nell'opera Busspredigen di Johannes Murer, pubblicata a Soletta nel 1565 (Zentralbibliothek Solothurn).
Marchio dello stampatore Samuel Apiarius nell'opera Busspredigen di Johannes Murer, pubblicata a Soletta nel 1565 (Zentralbibliothek Solothurn). […]

La cerchia degli uomini di cultura nel XVI-XVII secolo si limitò ad alcuni esponenti del patriziato e degli ordini religiosi del capoluogo. I pochi intellettuali solettesi si formavano all'estero. Il collegio gesuita, centro dell'attività scientifica, trasmetteva solo conoscenze modeste, in parte anche a causa dell'alta mobilità del corpo insegnante; il suo teatro scolastico si sviluppò nel XVIII secolo. Nell'ambito della musica sacra assunse una certa importanza la scuola per giovani coristi del capitolo di Sankt Ursen, fondata nel 1585 da Wilhelm Tugginer. Nel 1658 a Soletta sorse la prima tipografia stabile, in cui nel 1666 fu stampata la prima opera sulla storia solettese del cancelliere cittadino Franz Haffner. Dal 1695 al 1697 uscì la Wochentliche Post=Zeitung, uno dei primi settimanali della Svizzera cattolica. La produzione di manuali e testi letterari d'occasione, fu promossa principalmente dal collegio dei gesuiti di Soletta.

In qualità di sede dell'ambasciata francese, sul piano culturale e artistico Soletta fu fortemente influenzata dalla cultura di corte di quel Paese, ciò che attrasse artisti quali Laurent Louis Midart e Johann Melchior Wyrsch. Anche i capolavori architettonici furono opera di forestieri: la chiesa dei gesuiti (1680-1689) si deve all'architetto gesuita Heinrich Mayer, la ricostruzione di quella di S. Orso (1762-1790) all'architetto ticinese Gaetano Matteo Pisoni.

Soletta esercitò un certo ruolo nell'Illuminismo cattolico, anche se il fenomeno riguardò una cerchia ristretta. Nel 1761 il canonico Franz Jakob Hermann fondò la Società economica di Soletta. Una donazione dalla biblioteca del fedecommesso Waldegg della famiglia Besenval nel 1763 portò alla fondazione di una biblioteca della Società economica e di una biblioteca governativa, i cui fondi librari furono in seguito ripresi dalla biblioteca cittadina e poi dall'odierna Biblioteca centrale di Soletta. Diversi ecclesiastici solettesi furono membri della Società elvetica, che dal 1786 al 1795 si riunì a Olten.

Il cantone dal 1798 all'inizio del XXI secolo

Storia politica e costituzionale

Repubblica elvetica, Mediazione e Restaurazione

In seguito agli sconvolgimenti politici avvenuti in Francia dal 1789, percepiti come una minaccia dai ceti dirigenti solettesi, Soletta accolse numerosi emigrés e si rifiutò di riconoscere i rappresentanti diplomatici della Francia rivoluzionaria. Ciò comportò il trasferimento dell'ambasciata a Baden nel 1792. L'occupazione militare francese del principato vescovile di Basilea costrinse Soletta a proteggere la propria frontiera settentrionale e al contempo ne palesò la debolezza militare. Il licenziamento dei reggimenti svizzeri dopo il massacro delle Tuileries colpì inoltre duramente il patriziato dedito al servizio mercenario. Solo nel febbraio del 1798 i Consigli si mostrarono disponibili a riforme politiche, intervenendo però contemporaneamente contro i circoli di patrioti formatisi a Soletta e Olten. Dopo la capitolazione del 2 marzo 1798 di fronte alle truppe francesi (invasione francese), il generale Alexis Balthasar Henri Antoine von Schauenburg il 3 marzo insediò un governo provvisorio, che successivamente alla votazione sulla nuova Costituzione elvetica, alle assemblee generali e a quella dei grandi elettori in aprile trasferì gli affari correnti alla Camera amministrativa e al prefetto nazionale (Repubblica elvetica). Agli 11 baliaggi subentrarono i cinque distretti di Soletta, Biberist, Balsthal, Olten e Dornach. La maggioranza cattolica disapprovò soprattutto la politica ecclesiastica dell'Elvetica (secolarizzazione). Le coscrizioni per l'esercito di milizia (1799) in tutti i distretti furono all'origine di disordini. Nel 1801-1802 federalisti e unitari si scontrarono duramente a proposito della futura Costituzione cantonale. Durante la guerra dei bastoni, dal 22 settembre al 21 ottobre 1802 il potere politico fu detenuto da una commissione governativa interinale.

Con l'entrata in vigore dell'Atto di mediazione (10 marzo 1803), Soletta divenne uno dei cantoni direttori e nel 1805 e 1811 ospitò la Dieta federale. Il passaggio relativo a Soletta della nuova Costituzione suddivise il cantone in nove distretti (Oberämter): Soletta, Lebern, Bucheggberg, Kriegstetten (Wasseramt), Balsthal, Olten, Gösgen, Dorneck e Thierstein. La sovranità era detenuta dal Gran Consiglio (legislativo) di 60 membri, in cui prevalevano i rappresentanti del capoluogo. Il Piccolo Consiglio (esecutivo) era formato da 21, l'alta Corte d'appello da 13 membri, che facevano anche parte del Gran Consiglio. A capo del governo cantonale vi erano due scoltetti, che si alternavano a scadenza annuale. La separazione tra città e canton Soletta, avviata nel 1798, venne portata a termine nel 1807.

Dopo la caduta del governo della Mediazione e la repressione della rivolta di Olten, i membri ancora in vita dei Consigli prerivoluzionari formarono un esecutivo provvisorio e il 17 agosto 1814, dopo un primo tentativo a luglio, introdussero una nuova Costituzione (Restaurazione). Nel Gran Consiglio la campagna disponeva solo di 33 seggi su un totale di 101, nel Piccolo Consiglio – eletto tra le file del Gran Consiglio – di quattro su 21. La cooptazione e il sistema elettorale censitario contribuivano a rafforzare il potere del patriziato. I Consigli erano presieduti da uno dei due scoltetti. Il tribunale cantonale era formato da otto giudici, quello d'appello da 14. Il Patto federale del 1815 consentì a Soletta di concludere capitolazioni militari con la Francia (1815-1816), i Paesi Bassi (1815) e Napoli (1825). Dopo il 1820 l'attività riformatrice del governo in pratica si arrestò.

Lotte costituzionali e sviluppo dei diritti popolari dal 1831

Assemblea popolare a Balsthal del 22.12.1830. Litografia di Joachim Senn pubblicata a Basilea nel 1831 (Kunstmuseum Olten).
Assemblea popolare a Balsthal del 22.12.1830. Litografia di Joachim Senn pubblicata a Basilea nel 1831 (Kunstmuseum Olten). […]

Il movimento di Rigenerazione solettese affonda le sue radici nelle rivolte fallite del 1814 e nelle associazioni dei tiratori, dei cantori e degli studenti. Fattore scatenante fu la Rivoluzione di luglio in Francia (1830). Una campagna pubblicistica, tentativi di riforma del governo, le rivendicazioni di Johann Baptist Reinert, che mirava a un rinnovamento promosso dal Gran Consiglio, e un movimento popolare che culminò nella giornata rivoluzionaria di Balsthal sfociarono, alla fine di gennaio del 1831, in una revisione costituzionale. A Soletta nel XIX secolo si contarono in totale nove revisioni costituzionali, più che in tutti gli altri cantoni svizzeri. La Costituzione della Rigenerazione introdusse la democrazia rappresentativa, garantì la libertà di espressione e di stampa (censura), il diritto di petizione e la libertà di commercio e di industria, ma fu avara in materia di diritti popolari. L'ineguaglianza tra città e campagna non fu abolita del tutto, il sistema delle elezioni indirette venne in parte mantenuto e la separazione dei poteri fu completa solo tra esecutivo e giudiziario. Un cambio di rotta in senso liberale (liberalismo) nel Piccolo e nel Grande Consiglio si ebbe solo con l'elezione a Landamano di Josef Munzinger nel dicembre del 1832. Le elezioni dei grandi elettori del 1833 e quelle dirette del 1834 portarono a una maggioranza liberale anche in Gran Consiglio, che si sarebbe consolidata in seguito. La revisione della Costituzione a scadenza decennale, prevista dalla legge fondamentale del 1831, nel 1841 determinò l'abolizione della sovrarappresentazione del capoluogo nel Gran Consiglio, all'ampliamento del suffragio diretto (diritto di voto e di eleggibilità) e tra l'altro a un limitato diritto di iniziativa costituzionale (iniziativa), mentre non furono soddisfatte le richieste, avanzate da più di parti, di democrazia diretta, di un diritto di veto e della non eleggibilità dei funzionari.

Dopo l'elezione di Munzinger al Consiglio federale, l'influenza politica e la forza propositiva dei Vecchi liberali diminuì. In occasione della revisione costituzionale del 1851, il Consigliere di Stato Reinert e il presidente del Gran Consiglio Johann Jakob Trog riuscirono solo con difficoltà a difendere i principi dello Stato costituzionale rappresentativo. L'elezione popolare diretta dell'intero Gran Consiglio e soprattutto l'ampliamento dell'iniziativa costituzionale nel 1856 permisero però a una generazione più giovane di uomini politici attorno a Joseph Wilhelm Viktor Vigier von Steinbrugg (detti i «rossi») di imporre una revisione della legge fondamentale tramite votazione popolare. La nuova Costituzione introdusse tra l'altro il veto popolare in materia legislativa, da lungo tempo rivendicato, e una divisione dei poteri più netta. I diritti popolari furono ulteriormente estesi con le revisioni parziali del 1867 (elezione popolare dei presidenti dei tribunali distrettuali, dei prefetti e dei cancellieri distrettuali) e del 1869 (referendum legislativo obbligatorio, iniziativa legislativa, diritto di revoca del parlamento e del governo da parte del popolo, elezione popolare dei Consiglieri agli Stati). La crisi di fiducia seguita al tracollo bancario – la Banca cantonale aveva subito pesanti danni a causa della concessione di crediti a un'impresa orologiera in dissesto – fu all'origine della revisione costituzionale del 1887, l'ultima del XIX secolo. Essa sancì tra l'altro l'elezione popolare del Consiglio di Stato e di ulteriori funzionari. Nel 1895 seguì poi l'adozione del sistema elettorale proporzionale (sistemi elettorali), che segnò anche la fine di un'epoca caratterizzata da aspri conflitti costituzionali.

Solo dopo la seconda guerra mondiale le donne riuscirono progressivamente ad accrescere il loro grado di partecipazione politica. Un primo progetto cantonale per l'introduzione del suffragio femminile facoltativo su scala comunale (1948) venne respinto, così come il disegno federale del 1959. Il progetto cantonale per il diritto di voto e di eleggibilità delle donne in ambito ecclesiastico (1952) fu per contro accolto, e in seguito un numero sempre maggiore di comuni parrocchiali concesse loro il suffragio. Le donne parteciparono in maniera crescente a commissioni cantonali e comunali; dal 1956 furono tra l'altro eleggibili nelle direzioni degli ospedali. Il diritto di voto ed eleggibilità obbligatorio su scala cantonale e comunale fu nuovamente respinto alle urne nel 1968, ma accolto nelle città; tre anni dopo i Solettesi approvarono il suffragio femminile in ambito sia federale (7 febbraio 1971) sia cantonale (6 giugno 1971).

Anche l'ultima revisione costituzionale del 1986, la prima dopo 100 anni, ampliò ulteriormente i diritti popolari (introduzione della mozione popolare, doppio sì a iniziativa e controprogetto, referendum facoltativo sulle decisioni del Gran Consiglio, iniziativa e referendum in ambito comunale, partecipazione del popolo alle procedure di consultazione su provvedimenti cantonali).

I partiti dal XIX all'inizio del XXI secolo

A differenza di altri cantoni, a Soletta il liberalismo riuscì a esercitare una supremazia assoluta dall'inizio degli anni 1830 al 1887 e a mantenere un ruolo predominante fino al 1952, influenzando profondamente la vita politica (Partito radicale democratico, PRD). L'opposizione fu da subito penalizzata dall'assenza di coesione tra i conservatori del capoluogo e della campagna, e uscì ulteriormente indebolita nel 1841, quando Munzinger, prima del voto sulla revisione costituzionale, fece arrestare a titolo preventivo i suoi leader e vietò l'organo conservatore Schildwache am Jura.

Dal 1846 all'interno dello schieramento liberale si formò un'opposizione interna radicale (radicalismo), che avanzò rivendicazioni sociali soprattutto a favore degli artigiani impoveriti. Ebbero però successo solo i liberali radicali «rossi», così chiamati per il «libretto rosso» con cui nel 1855 avevano richiesto una riforma costituzionale in senso democratico. Dopo la vittoria nella relativa votazione del 1856, con il sostegno dei conservatori (conservatorismo) conquistarono il potere, scalzando i Vecchi liberali «grigi» (dal «libretto grigio» con cui avevano difeso il sistema rappresentativo). Fino alla pacificazione con i grigi nel cosiddetto candeggio di Langenthal del 1872 (Langenthaler Bleiche), i rossi attorno a Vigier esercitarono un predominio assoluto. Dopo il 1872, rossi e grigi riuniti si autodefinirono sempre più come radicali (Freisinnige), ma non si considerarono ancora come un partito, bensì come rappresentanti di tutto il popolo, eredi della svolta del 1831 e unici legittimi custodi della Costituzione in contrapposizione ai conservatori, chiamati in maniera sprezzante «gesuiti», «aristocratici» e poi «ultramontani» (ultramontanismo). Il contrasto con i conservatori nella politica ecclesiastica si riverberò anche su altri ambiti, raggiunse il culmine nel Kulturkampf e caratterizzò la politica solettese fino a XX secolo inoltrato.

Bandiera del 1914 della Società del Grütli di Hägendorf, fondata nel 1886 (Historisches Museum Olten).
Bandiera del 1914 della Società del Grütli di Hägendorf, fondata nel 1886 (Historisches Museum Olten). […]

Il movimento conservatore diede segni di ripresa solo nel periodo delle lotte intestine tra rossi e grigi: nel 1869 venne fondata l'Associazione conservatrice, a cui si unirono anche radicali dissidenti. Durante il Kulturkampf, e in particolare contestualmente alla votazione sulla legge sull'elezione dei parroci (dicembre 1872), in campagna si formarono associazioni maschili cattoliche, che in seguito costituirono la base del futuro Partito conservatore. Alla fine degli anni 1870 i leader conservatori aspirarono a un'organizzazione partitica più solida, poiché temevano la concorrenza dei radicali indipendenti (formazione politica di opposizione). Il Partito popolare solettese (Partito popolare democratico, PPD), il cui nome apparve la prima volta nel 1880, fu fondato ufficialmente il 7 dicembre 1902.

Le prime organizzazioni del movimento operaio, sorte dagli anni 1870 dalle sezioni della Società del Grütli, rimasero ancora a lungo nell'orbita dello schieramento radicale. A causa del mancato sostegno dei radicali alla legge sulle fabbriche del 1877 e dei tentativi di esercitare pressioni sui lavoratori in occasione delle elezioni del 1881, tra gli operai crebbe l'esigenza di disporre di una propria struttura partitica. Su iniziativa dell'insegnante Niklaus Rudolf e di alcuni membri della Società del Grütli, nel 1883 fu creato un comitato socialista; nel 1890 venne fondato il Partito solettese dei lavoratori guidato da Wilhelm Fürholz ed Eduard Kessler. Anche se fino al 1893 questi ultimi fecero pure parte del comitato centrale radicale, dalla fine del XIX secolo il Partito dei lavoratori divenne più autonomo e nel 1897 inviò delegati al congresso nazionale del Partito socialista, di cui adottò il programma e presto anche la denominazione (ufficialmente nel 1916).

La crisi di Stato provocata dal tracollo bancario del 1887 indusse l'élite radicale ad allargare le basi del potere; ciò si tradusse nell'elezione, avvenuta lo stesso anno, di Franz Josef Hänggi, primo Consigliere di Stato conservatore. Sotto minaccia di una bancarotta pubblica, i radicali nel 1895 concessero una legge elettorale proporzionale in cambio del sostegno dei conservatori e dei rappresentanti operai all'introduzione di imposte dirette. Fino al 1990, quando anche per le elezioni cantonali e comunali venne introdotto il metodo adottato per il Consiglio nazionale, il sistema proporzionale solettese si basò sui voti di lista e di partito. Nell'attribuzione dei mandati restanti favoriva la formazione maggioritaria, rafforzando così il legame tra elettori e partito. Su queste basi, i radicali riuscirono a mantenere la maggioranza assoluta in Gran Consiglio fino al 1917 e poi a riacquistarla dal 1929 al 1941 sotto la guida di Robert Schöpfer, che ottenne consensi tra i piccoli artigiani e commercianti e impedì la costituzione di un Partito dei contadini e dei borghesi nelle aree rurali. Nel 1917 i radicali dovettero cedere un seggio in Consiglio di Stato anche ai socialisti. Nel 1952 persero la maggioranza assoluta nell'esecutivo cantonale a causa di un'alleanza elettorale tra gli altri due partiti di governo. I tre partiti storici continuarono anche in seguito a dominare il panorama politico. Fino al 1991 la loro egemonia assoluta fu intaccata solo in Gran Consiglio (dall'Anello degli Indipendenti nel 1941-1973, dalle Organizzazioni progressiste (POCH) nel 1973-1981, dai Verdi dal 1985). In seguito altri partiti – dapprima il Partito della libertà e i Verdi, successivamente l'Unione democratica di centro (UDC) – riuscirono a conquistare i primi seggi in Consiglio nazionale. Anche se dal 1997 l'UDC minaccia la tradizionale composizione di governo, dopo il 2000 il Consiglio di Stato è rimasto appannaggio dei tre partiti storici. Nel 2017 tuttavia, i Verdi sono riusciti a strappare un seggio al Partito liberale radicale.

Seggi del canton Soletta all'Assemblea federale 1919-2015

 19191931194319511963197119831991199519992003200720112015
Consiglio degli Stati
PRD221111111111  
Cattolici conservatori / PPD       11   11
PS  11111  11111
Consiglio nazionale
PRD33333332222111
Cattolici conservatori / PPD12222222221221
PS22222221222122
Verdi       1   1  
Partito della libertà       11     
UDC         12222
Totale67777777777776
Seggi del canton Soletta all'Assemblea federale 1919-2015 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica

Composizione del Consiglio di Stato del canton Soletta 1900-2017

 190019171933195219631973198119851993200120032005200920132017
PRD433222222222221
Cattolici conservatori / PPD111111122212222
PS 11222211121111
Verdi              1
Totale555555555555555
Composizione del Consiglio di Stato del canton Soletta 1900-2017 -  Ufficio federale di statistica; Cancelleria cantonale

Composizione del Gran Consiglio del canton Soletta 1912-2017

 191219171941a195319691973197719851989199720012005200920132017
PRD836867686665656453545330272626
Cattolici conservatori / PPD404137353640414442363223252220
PS243831393637373233373725211923
AdI  11 61         
POCH     11        
Verdi       49614677
Partito della libertà        74     
PAB/UDC         72117181918
Verdi liberali            243
PBD             22
PPE           1111
Totale147147146142144144144144144144144100100100100

a Elezioni tacite nelle circoscrizioni elettorali di Gäu e Thierstein.

Composizione del Gran Consiglio del canton Soletta 1912-2017 -  Historische Statistik der Schweiz; Ufficio federale di statistica; Cancelleria cantonale

La stampa

La stampa solettese rispecchiò le divisioni partitiche fino a XX secolo inoltrato. Sin dall'inizio ebbero un ruolo predominante i fogli liberali; il Solothurner Blatt (1831) fu il primo giornale politico del cantone. Suo antagonista conservatore dal 1836 fu la Schildwache am Jura, a cui dopo il divieto governativo del 1841 subentrò l'Echo vom Jura. Con l'affermazione di un'opposizione liberale radicale nacquero nuove testate. Nel periodo 1850-1870 si contavano da due a tre giornali rossi filogovernativi, da uno a due fogli grigi dell'opposizione liberale e un organo conservatore. In seguito fino alla fine del XIX secolo si ebbero da sei a sette giornali radicali, da uno a tre fogli conservatori e due di orientamento indipendente-liberale. Dalla seconda metà del XIX secolo vennero pubblicati giornali anche al di fuori del capoluogo, dal 1853 a Olten, dal 1860 a Grenchen, dal 1867 a Laufen (per lo Schwarzbubenland) e dal 1871 a Balsthal. Dal Volksblatt vom Jura, foglio grigio di opposizione, nel 1878 scaturì l'Oltner Tagblatt, che nel XX secolo si affermò come maggiore testata radicale nella parte inferiore del cantone. In quella superiore, solo con la fondazione della Solothurner Zeitung nel 1907 nacque un quotidiano radicale di rilievo e duraturo. Dal 1904 le Oltner Nachrichten, che ebbero una diffusione sovraregionale con la denominazione Der Morgen e dal 1965 uscirono con il titolo Solothurner Nachrichten, divennero il principale giornale dello schieramento conservatore. Con l'avvento delle organizzazioni operaie e dei sindacati dal 1886 si sviluppò anche una stampa operaia. Le prime testate pubblicate a Grenchen e Olten furono effimere. La Neue Freie Zeitung, fondata nel 1905 a Olten, nel 1920 fu rinominata Das Volk; solo nel 1970 le subentrò l'edizione regionale Solothurner AZ.

Il processo di concentrazione della stampa svizzera colpì gli organi di partito solettesi dagli anni 1970: nel 1991 scomparve la Solothurner AZ, nel 1997 le Solothurner Nachrichten, uscite come edizione regionale del Vaterland dal 1976 al 1989. Negli anni 1970 l'Oltner Tagblatt e la Solothurner Zeitung si trasformarono in testate aperte a diverse correnti di pensiero, e dal 1994 furono pubblicati in cooperazione con altri giornali (Mittelland Zeitung). Nel 2009 la Solothurner Zeitung è stata integrata nel gruppo AZ Medien.

La «politica estera» di Soletta e il suo ruolo nello Stato federale

Il governo della Rigenerazione ereditò dal precedente regime della Restaurazione il problema del servizio mercenario. Dopo la revoca delle capitolazioni militari da parte del re dei Paesi Bassi (1829) e lo scioglimento dei reggimenti svizzeri in Francia (1830), assunse una posizione sostanzialmente passiva nella questione dell'indennizzo delle truppe. Più delicato per i liberali allora saldamente al potere fu l'accordo con il regno di Napoli, dove soldati svizzeri salvarono la monarchia durante la rivoluzione del 1848. Di fronte alla richiesta di denunciare tutte le capitolazioni avanzata alla Dieta federale dall'inviato ginevrino James Fazy, la delegazione solettese si astenne, appellandosi alla sovranità cantonale, non ritenendo inoltre la Dieta competente in materia. Dopo la presentazione del rapporto del colonnello solettese Viktor Brunner, il governo difese l'operato delle truppe svizzere a Napoli.

In un primo momento l'esecutivo liberale assunse una posizione altrettanto prudente nella questione dei rifugiati politici. In ossequio alla politica di neutralità, nel 1833 rifiutò di accogliere i profughi polacchi, considerati un corpo armato. Si dimostrò invece molto più indulgente nei confronti di Giuseppe Mazzini, avallando in sostanza il comportamento del comune di Grenchen che aveva concesso la cittadinanza onoraria agli esuli italiani rifugiatisi nello stabilimento termale di Bachtelen-Bad. Nel 1838 il Gran Consiglio prese apertamente posizione contro l'estradizione in Francia di Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (il futuro Napoleone III). Dopo lo schieramento di truppe francesi ai confini con la Svizzera, Soletta fu il primo cantone a mettere il proprio contingente federale in stato di picchetto.

Sul piano nazionale, dal 1830 i liberali solettesi furono tra le forze trainanti che si adoperarono per la creazione dello Stato federale. Nella sfera civile promossero una maggiore collaborazione in ambito associativo; nel 1840 grazie al Landamano Josef Munzinger la festa federale di tiro si svolse a Soletta. In campo militare Munzinger sostenne la riforma delle forze armate e l'istituzione di campi di addestramento nazionali. Nel 1832 Soletta aderì al Concordato dei Sette; nel 1833 sia gli inviati solettesi alla Dieta federale sia il Gran Consiglio si espressero a favore della revisione del Patto federale, poi rimasta lettera morta. Per non urtare la popolazione cattolica della campagna, il governo liberale nel 1835 rifiutò gli articoli di Baden. Nell'affare dei conventi di Argovia, gli inviati di Soletta alla Dieta federale dapprima si astennero e poi cercarono di favorire il raggiungimento di un compromesso, poiché Munzinger non voleva mettere in pericolo la revisione del Patto federale a causa di un conflitto religioso. Alle agitazioni contro i gesuiti e alle due spedizioni dei Corpi franchi parteciparono in prima fila anche Solettesi, tra cui rappresentanti del governo e alti funzionari; l'esecutivo per contro assunse un comportamento passivo e ignorò la situazione. Nel 1847 Soletta fece parte della maggioranza dei 12 cantoni che dispose e attuò lo scioglimento del Sonderbund. Nei negoziati sulla configurazione del nuovo Stato federale, Munzinger, che mirava a un equilibrio tra elementi federalisti e centralisti, ebbe un ruolo decisivo. Alle urne la Costituzione federale del 1848 venne accolta con una maggioranza di due terzi.

Dopo il 1848 Soletta si considerò un ponte tra cantoni conservatori e liberali, cattolici e riformati, svizzerotedeschi e romandi, ciò che contribuisce a spiegare il numero elevato, per rapporto alla popolazione del cantone, dei suoi Consiglieri federali. Il ruolo di mediatore tra le diverse comunità culturali della Confederazione nel 1986 venne ancorato nella Costituzione; a tale scopo nel 1991 fu istituito il centro di incontri Waldegg.

Attività statale

Suddivisione territoriale, comuni, autorità e amministrazione

I confini cantonali, immutati dall'inizio del XVI secolo, anche dopo il 1798 non subirono modifiche. Gli antichi baliaggi fecero posto a cinque distretti (Distrikte) sotto la Repubblica elvetica, che furono alla base delle cinque circoscrizioni (Amteien, letteralmente «distretti», circoscrizioni giudiziarie dal 1814 rispettivamente dal 1831, circoscrizioni elettorali dal 2002), che comprendono ognuna due distretti (Bezirke, circoscrizioni elettorali dal 1831 al 2002).

Dal 1831 al 2010 il numero dei comuni è diminuito solo lievemente (da 131 a 121). I passi compiuti dall'Elvetica per equiparare titolari della cittadinanza comunale e domiciliati vennero revocati nel 1803. Quali enti di diritto pubblico, nel 1831 i comuni patriziali furono dotati di un'assemblea comunale e di un organo esecutivo; nel 1836 ottennero boschi demaniali dal governo. La Costituzione del 1851 garantì pari diritti ad attinenti e domiciliati in occasione di elezioni cantonali. Dopo la revisione costituzionale del 1856, che stabilì l'elezione popolare delle autorità comunali, e quella della legge sui comuni del 1859, gli Svizzeri domiciliati furono gradualmente coinvolti negli affari comunali, ottenendo ad esempio il diritto di partecipare alle elezioni dei giudici di pace (1856) e degli insegnanti (1867). In ottemperanza alla Costituzione federale del 1874, quella cantonale del 1875 sancì la suddivisione in comuni patriziali, politici e parrocchiali, distinzione entrata in vigore nel 1877 in seguito alla ratifica del Gran Consiglio. Il processo di spartizione dei beni tra comune politico e patriziale si estese dal 1883-1884 (Biberist) al 1978 (città di Soletta).

Il potere legislativo è esercitato dal Gran Consiglio (dapprima Grosser Rat, dal 1841 Kantonsrat). Composto da 109 membri dal 1831 e da 105 dal 1841, dopo il 1851 il numero di mandati fu proporzionale alla popolazione delle circoscrizioni elettorali. Nel 1960 il numero dei parlamentari venne fissato a 144, poi ridotto a 100 nel 2002 in seguito a una votazione popolare. L'elezione diretta del Gran Consiglio fu introdotta nel 1851; dal 1895 avviene con il sistema proporzionale. Le prime commissioni permanenti si insediarono nel 1831. Varie disposizioni, tra cui il diritto di veto sulle ordinanze del Consiglio di Stato (1988), rafforzarono la posizione del legislativo nei confronti del governo.

Dal 1831 al 1841 il potere esecutivo fu detenuto da un Piccolo Consiglio presieduto dallo scoltetto ed eletto all'interno del Gran Consiglio. In seguito passò al Consiglio di Stato diretto dal Landamano; i suoi membri diminuirono da nove (dal 1841) a sette (dal 1851) e poi a cinque (dal 1856). In conseguenza del tracollo bancario del 1887, la carica di Consigliere di Stato divenne incompatibile con altri incarichi stabilmente retribuiti e le sedute del governo – caso unico in Svizzera – divennero pubbliche. Dal 1803 l'attività di governo fu ripartita tra diverse commissioni; nel 1841 venne adottato il sistema dipartimentale. Con la Costituzione del 1887 fu abbandonata la rotazione dei dipartimenti, la cui struttura fino all'inizio del XXI secolo subì solo poche modifiche.

Giustizia e sicurezza

L'entrata in vigore della Costituzione della Rigenerazione comportò l'adozione di nuove leggi. Nel 1838, su incarico del Gran Consiglio, il Piccolo Consiglio affidò il compito di elaborare un nuovo Codice civile a Reinert, che dapprima redasse un Codice di procedura civile (1839). Il suo Codice civile (1841-1847) rappresentò una sintesi tra il diritto solettese tradizionale e il Codice civile per le province ereditarie tedesche (Allgemeines bürgerliches Gesetzbuch für die gesammten Deutschen Erbländer), mediato dal Codice civile bernese. Dopo varie integrazioni, nel 1891 Albert Affolter presentò un progetto per una profonda revisione del Codice di procedura civile e del Codice civile di Reinert contestualmente all'introduzione della legge federale sull'esecuzione e sul fallimento. Le disposizioni cantonali di applicazione del Codice civile svizzero decise nel 1911, che, oltre a una particolarità nel diritto successorio (porzione legittima dei fratelli), riguardarono soprattutto questioni procedurali, vennero completamente riformate nel 1954. Nel 1966 seguì la revisione totale del Codice di procedura civile. In ambito penale rimase dapprima in vigore il Codice della Repubblica elvetica, modificato però nel 1832 dalla legge sulla procedura penale (diritto penale). Il Codice penale del 1874 abolì la pena di morte, non più applicata dal 1855, e le pene corporali introdotte nel 1859. Con la revisione della Costituzione federale del 1898, la Confederazione acquisì la competenza di procedere all'uniformazione materiale del diritto penale, che si concretizzò con l'entrata in vigore del Codice penale svizzero nel 1942.

La Costituzione del 1831 confermò il tribunale d'appello quale massima istanza, quello cantonale quale foro di seconda istanza e i tribunali distrettuali introdotti nel 1814, ma sancì anche la separazione tra potere giudiziario ed esecutivo (tribunali). Nel 1841 al tribunale d'appello subentrò un'alta corte (Obergericht) di nove membri, divenuti sette nel 1851 (dal 1961 otto giudici e cinque giudici supplenti). Nel 1887 fu istituito un tribunale arbitrale commerciale, da cui nel 1973 scaturì il tribunale del lavoro. La Costituzione del 1986 mantenne l'Obergericht come massima istanza civile; la competenza in materia penale fu affidata al tribunale criminale e al tribunale di cassazione. Con l'istituzione della carica di giudice istruttore (1970) cessò la doppia funzione del presidente del tribunale distrettuale quale giudice istruttore e giudice penale. Nel quadro dell'uniformazione della procedura penale sul piano federale, nel 2005 il cantone è passato dal modello del giudice istruttore a quello del procuratore pubblico.

Rispetto all'ancien régime, l'esecuzione delle pene subì mutamenti solo nel 1861, quando il vecchio granaio e arsenale venne trasformato in penitenziario e fu introdotto il nuovo Codice di procedura penale di Simon Lack. L'istituto di lavori forzati (istituti sociali) dello Schachen a Deitingen aprì nel 1886. Nel 1991 la struttura fu trasformata in un centro terapeutico per delinquenti malati e con patologie psichiche, che dal 2008 forma un'unica unità organizzativa con il penitenziario di Schöngrün.

Il corpo dei gendarmi, fondato nel 1804 e sottoposto a una direzione unitaria nel 1810 (polizia), oltre che dalla guarnigione cittadina fu inizialmente composto da 30 uomini, ripartiti in gruppi di due a quattro agenti fra i vari distretti; i relativi costi fino al 1832 gravarono sui comuni. Dalla seconda metà del XIX secolo gli effettivi aumentarono progressivamente (44 nel 1874, 67 nel 1912, 180 nel 1961, 380 nel 2010). Il regolamento di polizia del 1889 suddivise il corpo in otto sezioni; nel 1938 i gendarmi assunsero la denominazione di poliziotti. La prima donna assistente di polizia venne assunta nel 1956. Nel 1966 fu istituita la polizia autostradale a Oensingen. I tentativi promossi nel 2006 per integrare i corpi di polizia comunali di Olten, Soletta e Grenchen nella polizia cantonale fallirono per le resistenze delle tre città. Dal 2000 una centrale d'allarme per vigili del fuoco, pronto soccorso sanitario e polizia coordina gli interventi nelle quattro regioni di polizia cantonale; dal 2007 gli agenti vengono formati a Hitzkirch nel canton Lucerna.

Politica finanziaria ed economica

Come durante l'ancien régime, all'inizio del XIX secolo le casse pubbliche erano alimentate dalle tenute e dai boschi demaniali (censi fondiari), dalle regalie e dai monopoli di Stato nonché dai tributi feudali. Nel periodo della Restaurazione si aggiunsero una tassa sulle bevande, l'ampliamento dell'imposta di successione e ulteriori gravami quali la tassa sulle uniformi (imposte). La Costituzione del 1831 impose l'allestimento di un preventivo sugli introiti erariali, ciò che permise al Gran Consiglio di regolare le finanze statali autorizzando entrate e uscite. Dopo l'introduzione di un'imposta sulla sostanza, la riforma finanziaria del 1832 portò a una più equa ripartizione degli oneri per la popolazione della campagna. In un primo momento mancarono le risorse finanziarie per l'attuazione dei provvedimenti economici previsti dalle Costituzioni del 1856 e 1875. Nonostante la situazione precaria del bilancio pubblico, dagli anni 1870 diverse proposte per l'introduzione di un'imposta diretta furono respinte dal parlamento e dal popolo; Soletta fu uno degli ultimi cantoni ad adottarla nel 1895.

Il crescente fabbisogno finanziario durante la crisi economica mondiale, dovuto ai versamenti straordinari alle casse di disoccupazione (assicurazione contro la disoccupazione), ai crediti concessi a titolo di contributo per i costi di fabbricazione e alla partecipazione al piano di risanamento delle piccole aziende orologiere in difficoltà, fu compensato con misure di risparmio in altri settori. Per finanziare un programma di emergenza nella seconda metà degli anni 1930, che prevedeva tra l'altro l'ampliamento della strada del Passwang e la correzione della Dünnern (correzione dei corsi d'acqua), il Consiglio di Stato emise prestiti obbligazionari. L'indebitamento che ne derivò fu ripianato entro il 1952.

L'alta congiuntura e il crescente benessere all'inizio degli anni 1960 portarono all'accumulo di eccedenze di bilancio, che consentirono al cantone di compiere grandi investimenti nei settori dell'istruzione, della sanità e dell'edilizia. Dal 1973 la crisi economica e il conseguente calo del gettito fiscale delle persone giuridiche portarono però a un forte calo delle entrate. Il cantone reagì con misure per la promozione dell'economia e nel 1985 si dotò di un'apposita legge. Nel 1986 elaborò delle linee guida per migliorare l'offerta formativa in ambito tecnico.

Costruzione del nuovo campus della scuola universitaria professionale (SUP) della Svizzera nordoccidentale a Olten, 2011 © Fotografia Michele Canonico.
Costruzione del nuovo campus della scuola universitaria professionale (SUP) della Svizzera nordoccidentale a Olten, 2011 © Fotografia Michele Canonico. […]

L'ambizioso programma di investimenti della fine degli anni 1980, la crisi economica degli anni 1990 e il crollo, nel 1994, della Banca cantonale (fondata nel 1886, poi rilevata dalla Società di banca svizzera nel 1995 e passata alla Compagnia d'Assicurazioni Basilese nel 2000) misero nuovamente in forti difficoltà le finanze cantonali. Nonostante misure di risanamento (dal 1992) e di contenimento della spesa (dal 1994), il debito pubblico crebbe ulteriormente. Solo il pacchetto di riforma dell'attività statale (2000), la congiuntura economica favorevole (2003-2008) e la riorganizzazione della perequazione finanziaria su scala federale (2008) hanno creato le premesse per il risanamento delle finanze pubbliche e consentito nuovi investimenti nei settori della viabilità (strade di circonvallazione a Soletta e Olten), della sanità (ampliamenti ospedalieri a Soletta e Olten) e dell'istruzione (nuovo campus della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale a Olten).

Educazione

La legge sulla scuola del 1832 ribadì l'obbligo scolastico, decretato dal Consiglio già nel 1768 ma non rispettato. Questa volta il governo riuscì a farlo rispettare nel corso dei decenni successivi. I comuni furono inoltre tenuti a costruire edifici scolastici a loro spese. I corsi di formazione per insegnanti, ripresi nel 1811-1813 e nel 1823-1831, vennero istituzionalizzati nel 1834 con la nomina di Jakob Roth a direttore scolastico a Oberdorf. Durante il suo mandato, la formazione magistrale passò dalle iniziali sei settimane a due anni e fu ancorata nella legge scolastica del 1852. Nel 1857 l'istituto magistrale venne trasferito a Soletta; dal 1888 fu integrato quale sezione pedagogica nella scuola cantonale. Dal 1899 anche le donne laiche furono ammesse alla formazione magistrale.

Scuole distrettuali secondarie furono istituite con la legge del 1837. La scuola cantonale, istituto di formazione superiore, aperta nel 1833, nel 1882 fu trasferita dalla sede dell'ex collegio alla residenza degli ambasciatori francesi e nel 1956 nel nuovo complesso nel Fegetz. A Olten, la scuola distrettuale offrì lezioni di latino già nel 1854; nel 1876 venne aggiunto un quarto anno scolastico. Nella stessa località sorse una scuola cittadina di commercio e amministrazione e per il personale ferroviario (1912), la scuola secondaria e la scuola di commercio e di amministrazione furono riconosciutie come istituti cantonali (rispettivamente nel 1937 e 1940) e venne fondata una seconda scuola cantonale (1973).

In reazione alla crisi economica iniziata nel 1973, nel 1976 fu costituita una scuola tecnica cantonale (oggi scuola specializzata superiore) a Grenchen. Già nel 1972 a Olten aprì i battenti la scuola superiore per i quadri dell'economia e dell'amministrazione di Argovia-Soletta. La partecipazione alla scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale, composta da nove scuole con 50 istituti, fondata nel 1998 insieme ai cantoni Argovia, Basilea-Città e Basilea-Campagna, portò a una concentrazione delle sedi scolastiche. Il cantone ottenne la sede principale della scuola di economia (situata a Olten); l'ex scuola magistrale di Soletta fu trasformata in una delle tre sedi dell'istituto per l'insegnamento di livello prescolastico ed elementare dell'alta scuola pedagogica. Nel 2005 il cantone ha adottato un nuovo modello di organizzazione scolastica (scuola con direzione di sede); nel 2006 la riforma del livello secondario I ha uniformato il passaggio dalla scuola elementare dopo il sesto anno e promosso una semplificazione delle tipologie scolastiche. Nel 2010 l'adesione del cantone al concordato scolastico Harmos è stato accettato in votazione popolare.

Sanità

La legge sanitaria del 1810 riorganizzò le competenze e i doveri del Consiglio della sanità e rafforzò il controllo pubblico sul sistema sanitario. Nel 1811 cinque medici distrettuali affiancarono il medico cantonale quali funzionari esecutivi. Introdotto nel 1853, l'esame di Stato per medici, farmacisti e veterinari favorì la professionalizzazione del personale medico. Con l'istituzione di apposite commissioni locali (1883), si affermò un sistema sanitario regolamentato su scala cantonale sotto la direzione del Dipartimento della sanità. Nel 1860 venne inaugurato l'istituto di cura Rosegg, il secondo ospedale psichiatrico moderno della Svizzera dopo la clinica Waldau a Berna (1855). L'ospedale cantonale di Olten aprì nel 1880, il sanatorio per tubercolotici di Allerheiligenberg nel 1910 e il nuovo nosocomio civico di Soletta nel 1930 (ospedale).

Tra il 1955 e il 1982 si assistette alla creazione di nuovi istituti di cura e all'ampliamento di quelli esistenti. A causa della crisi del debito pubblico, negli anni 1990 vennero promosse drastiche misure di concentrazione e risparmio. Malgrado le proteste nella regione di Thal-Gäu, il cantone nel 1993 rescisse il contratto con l'ospedale bernese di Niederbipp; nel 2003 il nosocomio di Breitenbach venne chiuso e trasformato in casa per anziani. Nel 2006 le cliniche solettesi e i servizi psichiatrici sono stati riuniti nella Solothurn Spitäler AG. La stazione esterna di Fridau dei servizi psichiatrici, istituita nel 1921, è stata chiusa alla fine del 2008. La scelta di garantire un'offerta ospedaliera completa solo nei nosocomi di Soletta e Olten suscitò proteste nelle zone interessate dalla chiusura rispettivamente dal ridimensionamento di certe strutture. Solo al terzo tentativo il popolo nel 2010 ha approvato la chiusura della clinica di Allerheiligenberg.

Assistenza sociale pubblica e privata

A lungo il governo liberale fu restio a impegnarsi in ambito sociale. L'assistenza ai poveri, concepita in forma sussidiaria, si basava sulla famiglia e sui legami di parentela, sui fondi per indigenti dei comuni patriziali, su aiuti e opere caritative private e su provvedimenti cantonali. Nel 1817 il governo obbligò i comuni patriziali a istituire un fondo per indigenti separato. I fondi erano però dotati in maniera molto variabile: quello della città di Soletta ebbe le maggiori risorse, mentre i comuni dello Schwarzbubenland avevano minori disponibilità. In quella zona i poveri venivano sfamati a turno da varie economie domestiche (Kehr). Nel 1861 il cantone istituì un ufficio di assistenza ai poveri sottoposto al Dipartimento dell'interno. La maggior parte dei contributi statali, tra il 1885 e il 1914 notevolmente inferiori a quelli degli enti assistenziali volontari, andò alle associazioni caritatevoli, il cui numero crebbe dagli anni 1870.

La legge sui poveri del 1912 prevedeva la riscossione di un decimo dell'imposta cantonale diretta per l'assistenza ai bisognosi e la creazione di un segretariato dei poveri; quest'ultimo venne però istituito solo nel 1934. L'ufficio dei poveri, indipendente dal 1884 al 1969, nel 1970 venne nuovamente aggregato al Dipartimento dell'interno come ufficio della previdenza sociale. Nel 1995 i comuni patriziali furono esentati dai loro compiti in materia tutoria e assistenziale. Nel 2007 il cantone ha emanato una nuova legge sull'aiuto sociale relativa a tutti gli ambiti previdenziali, che ha suddiviso il territorio solettese in cosiddette regioni sociali. L'abuso di droghe venne contrastato dapprima dai privati, dalle Chiese e dai comuni, e successivamente anche dal cantone tramite la consulenza e la prevenzione. Dopo lo scioglimento della scena aperta della droga nel 1995, furono promossi tentativi di distribuzione controllata di stupefacenti che in pochi anni determinarono una diminuzione dei decessi.

Società, economia e cultura dal 1798 all'inizio del XXI secolo

Popolazione e insediamento

L'incremento demografico, iniziato nella seconda metà del XVIII secolo, subì un'accelerazione nel primo terzo del XIX secolo e poi un rallentamento dopo il 1837, mantenendosi comunque leggermente sopra la media nazionale. Tra il 1850 e il 1860 la popolazione diminuì addirittura leggermente, per poi crescere di nuovo con un andamento simile a quello registrato prima della metà del secolo. Analogamente alla tendenza nazionale, dal 1888 l'aumento fu particolarmente intenso. La crisi del 1973 provocò una diminuzione, che lasciò il posto a un nuovo lieve incremento alla fine del XX secolo.

La crescita del XIX secolo fu dovuta in primo luogo a un'eccedenza delle nascite e dal 1888 in misura minore anche a un saldo migratorio positivo. Solo all'inizio del XX secolo il tasso di natalità diminuì in maniera significativa. Come nei cantoni limitrofi Argovia e Basilea-Campagna, tra il 1845 e il 1863 l'emigrazione oltreoceano (soprattutto verso gli Stati Uniti) fu particolarmente elevata, e anche i trasferimenti in altri cantoni risultarono superiori alla media (migrazioni interne). Al più tardi dal 1888, grazie all'industrializzazione che solo allora produsse i suoi effetti, il saldo migratorio cambiò di segno. Dopo l'inaugurazione della galleria del San Gottardo e la realizzazione di grandi opere ferroviarie nel cantone ebbe inizio l'immigrazione di manodopera estera, soprattutto italiana. Durante l'alta congiuntura successiva al 1950 si ebbe nuovamente un massiccio afflusso di stranieri, poi calato verso la fine degli anni 1970 in conseguenza della crisi (stagionali).

A causa dell'industrializzazione tardiva, il canton Soletta non raggiunse mai o solo temporaneamente la densità demografica dei cantoni limitrofi di Argovia e Basilea-Campagna. Dopo la crisi degli anni 1850 si accentuò il divario nell'evoluzione demografica tra le diverse aree del cantone. Le sei regioni industrializzate – dal 1860 i distretti di Lebern, Soletta, Kriegstetten e Olten, a cui dal 1888 si aggiunsero quelli di Thal e Gösgen – divennero poli di crescita, dove anche al di fuori delle città (Soletta, Grenchen, Olten) si registrarono processi di urbanizzazione. Nelle zone rurali come il Bucheggberg, che subirono un calo demografico, i villaggi mantennero invece in larga misura il loro aspetto tradizionale.

La situazione mutò con l'alta congiuntura seguita alla seconda guerra mondiale, che provocò un boom edilizio, una crescente mobilità e una dispersione degli insediamenti. Già nel 1942 il cantone cercò di contrastare quest'ultimo fenomeno con l'istituzione di una zona protetta nel Giura; contestualmente alla controversa realizzazione dell'autostrada A5, sull'Altopiano la Witi, ovvero la distesa tra Grenchen e Soletta, fu sottoposta a protezione nel 1994. Il cantone e forze locali hanno cercato di compensare parzialmente la deindustrializzazione verificatasi nel distretto di Thal nell'ultimo quarto del XX secolo trasformando la regione in un parco naturale, riconosciuto dalla Confederazione nel 2010.

Sviluppo demografico del canton Soletta 1850-2000

AnniAbitantiPercentuale di stranieriPercentuale di cattoliciPercentuale di protestantiPercentuale di persone di età superiore ai 59 anniPeriodoCrescita complessivaaSaldo naturale relativoaSaldo migratorioa
185069 6741,3%88,3%11,6% 1850-1860-0,6‰5,5‰-6,1‰
186069 2631,7%86,1%13,8%8,4%1860-18707,5‰8,8‰-1,3‰
187074 6082,4%83,2%16,7%8,6%1870-18807,4‰9,3‰-1,9‰
188080 3622,8%78,4%21,3%8,9%1880-18888,0‰9,4‰-1,4‰
188885 6213,0%74,4%25,3%9,4%1888-190013,7‰12,8‰0,9‰
1900100 7624,2%68,9%30,8%8,5%1900-191015,1‰14,7‰0,4‰
1910117 0406,2%66,1%33,3%7,9%1910-192011,0‰11,8‰-0,8‰
1920130 6175,0%62,8%36,3%7,5%1920-19309,9‰11,0‰-1,1‰
1930144 1984,8%56,5%38,6%8,9%1930-19416,6‰8,3‰-1,7‰
1941154 9442,8%55,3%40,5%10,8%1941-195010,7‰11,9‰-1,2‰
1950170 5083,7%55,6%40,6%11,9%1950-196016,5‰11,1‰5,4‰
1960200 8169,6%57,8%39,3%13,3%1960-197011,0‰10,5‰0,5‰
1970224 13315,3%59,1%37,3%16,8%1970-1980-2,7‰4,0‰-6,7‰
1980218 10212,4%54,9%37,3%18,3%1980-19906,1‰2,7‰3,4‰
1990231 74614,6%50,9%35,6%22,5%1990-20004,1‰1,9‰2,2‰
2000244 34117,4%43,5%31,2%20,9%    

a Tasso medio di incremento annuo.

Sviluppo demografico del canton Soletta 1850-2000 -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali; Ufficio federale di statistica

Economia

Industria

L'assenza di una forte tradizione protoindustriale, l'obbligo di affiliarsi alle corporazioni (fino al 1834) e il clima di rassegnazione generato dal fallimento di alcune imprese ritardarono l'avvento dell'industrializzazione nel canton Soletta, a carattere prevalentemente agricolo. A isolate iniziative imprenditoriali (ad esempio ferriere Von Roll, fondate nel 1813; aziende tessili nell'area di Olten; attività legate al transito sui passi del Giura; commercio di bestiame) seguì lo sviluppo di settori che caratterizzarono a lungo il tessuto economico del cantone. Tale sviluppo fu eterogeneo sul piano regionale, strutturalmente non abbastanza diversificato e rivolto principalmente all'esportazione. Nell'area di Olten-Schönenwerd, dal 1851 si affermò il ramo calzaturiero (industria delle calzature), in particolare la Bally. Nella regione di Grenchen, dal 1852 si diffuse l'industria orologiera, che con la Langendorf SA (Lanco), fondata nel 1873, si estese anche all'area di Soletta. Lungo il canale industriale della Emme a Derendingen sorsero filature nel 1861 rispettivamente nel 1872. Oltre alla fabbrica di cemento Portland di Robert Vigier a Luterbach (1871), fu poi degna di nota la produzione di carta e cellulosa a Biberist (Biber, 1862) e ad Attisholz (1882). A Olten lo sviluppo ferroviario portò alla costruzione delle officine della Ferrovia centrale svizzera (1855) e favorì l'insediamento della fonderia Von Roll (1866).

Operaie al lavoro nella fabbrica di orologi di Franz Peter a Grenchen attorno al 1924 (Stadtarchiv Grenchen, F.00.3_1008).
Operaie al lavoro nella fabbrica di orologi di Franz Peter a Grenchen attorno al 1924 (Stadtarchiv Grenchen, F.00.3_1008). […]

L'industrializzazione venne accelerata da investitori provenienti da Zurigo e dalla Svizzera orientale e dalla costruzione relativamente precoce delle centrali elettriche di Kriegstetten (1886), della Olten-Aarburg AG (1896, dal 1936 Atel, dal 2009 Alpiq) e della Elektra Birseck (1897). Un'ulteriore diversificazione settoriale si ebbe con il saponificio Sunlight AG (1898), la fabbrica automobilistica Berna (automobile), trasferita a Olten nel 1904, la cooperativa di acquisto del commercio al dettaglio Usego (1910) e l'industria alimentare Nago AG (1911). Nell'indotto orologiero si svilupparono aziende di componentistica e di meccanica di precisione come la Sphinxwerke AG di Soletta (metallurgia e siderurgia).

Con una quota di operai del 23%, fino al 1914 Soletta fu il cantone più industrializzato della Svizzera, e ancora nel 1930 era in seconda posizione dietro a Glarona. Nella fase di espansione dopo il 1945 l'economia crebbe in misura superiore alla media. La recessione successiva al 1973 mise a nudo la debolezza strutturale dell'industria solettese (56% degli occupati), che in precedenza era invece uscita relativamente indenne dalla depressione del 1933. La crisi colpì soprattutto il ramo orologiero e metallurgico, per cui regioni quali Thal e Grenchen, fortemente incentrate sull'orologeria, risentirono in maniera particolarmente pesante del mutamento strutturale in atto; l'economia di Olten fu invece sempre più simile alla media nazionale. Su un totale di 110'000 posti di lavoro, tra il 1970 e il 1986 il settore secondario ne perse 20'000; ca. 11'000 nuovi impieghi furono creati grazie agli impulsi provenienti dal terziario. La ripresa, stimolata tra l'altro da misure cantonali e regionali di sostegno all'economia (dal 1977), da un centro di consulenza per l'innovazione, da studi sulla struttura economica, da centri per neoimprenditori, dalla promozione delle nuove tecnologie e dalla creazione di scuole universitarie professionali, si tradusse nella crescita di settori innovativi o rinnovati quali l'energia, la tecnica medica, l'alta tecnologia e la meccanica di precisione, la farmaceutica (industria chimica), l'elettronica, l'ottica, la grafica e i centri logistici (presso lo svincolo autostradale di Härkingen). Malgrado il processo di deindustrializzazione, alla fine del XX secolo la quota di occupati nel secondario era comunque superiore dell'11% alla media nazionale. Una grave crisi congiunturale negli anni 1990 mostrò come anche le nuove aziende fortemente orientate all'esportazione fossero costantemente esposte alla pressione della concorrenza.

Distribuzione dell'impiego nel canton Soletta 1860-2000a

AnnoSettore primarioSettore secondarioSettore terziariobTotale
186013 80842,7%11 19634,6%7 35222,7%32 356
1870c13 69543,5%13 92144,2%3 85812,3%31 474
1880c14 86041,6%15 98344,7%4 91213,7%35 755
188812 52733,4%17 91647,8%7 05418,8%37 497
190012 03327,4%23 11652,5%8 84520,1%43 994
191011 90822,6%29 76256,6%10 92620,8%52 596
192012 06120,0%35 40258,6%12 97521,5%60 438
193010 18215,2%40 86661,1%15 79523,6%66 843
194110 43814,4%44 45061,2%17 71924,4%72 607
19508 70111,1%49 34762,9%20 41626,0%78 464
19607 0917,6%61 11165,4%25 20427,0%93 406
19705 7305,2%68 29262,5%35 28632,3%109 308
19804 7654,5%55 87652,4%46 04343,2%106 684
19903 6873,1%49 61541,2%67 18055,8%120 482
2000d3 5012,7%38 89130,4%85 46066,8%127 852

a Fino al 1960 senza le persone occupate a tempo parziale.

b Il dato (che comprende le persone "senza indicazione") risulta dalla deduzione delle persone attive nei settori primario e secondario dal totale complessivo.

c Popolazione "presente".

d I dati del censimento federale del 2000 sono paragonabili solo in parte a quelli precedenti, visto l'alto numero di "senza indicazione" (15'979).

Distribuzione dell'impiego nel canton Soletta 1860-2000 -  Historische Statistik der Schweiz; censimenti federali

Agricoltura

Conti della commissione cantonale per l'allevamento equino per gli anni 1820-1823 (Staatsarchiv Solothurn).
Conti della commissione cantonale per l'allevamento equino per gli anni 1820-1823 (Staatsarchiv Solothurn). […]

L'agricoltura seguì un'evoluzione simile a quella di altri cantoni paragonabili. Entro gli anni 1860 furono portati a compimento il riscatto delle decime e il passaggio dalla campicoltura all'allevamento e all'economia lattiera e al contempo prese avvio la meccanizzazione. Dal 1835 al 1916 il numero dei tori da monta crebbe da 288 a 1061. Con i cantoni Vaud e Friburgo, Soletta era considerata una regione specializzata nell'allevamento di cavalli. Già nel 1862 si contavano 103 caseifici di pianura (formaggio). Associazioni agricole cantonali e distrettuali (dal 1835) e numerose cooperative (dopo il 1880) favorirono la modernizzazione tramite attività di consulenza e formazione. Le correzioni dell'Aar e della Dünnern (correzione dei corsi d'acqua), le migliorie fondiarie, le ricomposizioni parcellari (dal 1914), la scuola agraria invernale nella Steingrube a Soletta (istituita nel 1909) e l'istituto agricolo di Wallierhof a Riedholz (aperto nel 1932) beneficiarono del sostegno dello Stato. Dopo il 1950 la dispersione degli insediamenti, la costruzione di autostrade e gasdotti, Ferrovia 2000 e la creazione di centri logistici ridussero progressivamente la superficie agricola. Il numero delle aziende diminuì da 7608 nel 1939 a 5937 nel 1955, a 2698 nel 1990 e a 1536 nel 2010.

Arti e mestieri, artigianato e servizi

Pettine ornamentale in imitazione d'avorio realizzato nel 1910 dalla fabbrica di pettini di Mümliswil (Museum Haarundkamm, Mümliswil).
Pettine ornamentale in imitazione d'avorio realizzato nel 1910 dalla fabbrica di pettini di Mümliswil (Museum Haarundkamm, Mümliswil). […]

Fino al 1900 ca. arti e mestieri costituirono la spina dorsale dell'economia locale e registrarono un aumento del numero di aziende (a Grenchen ad esempio da 58 nel 1837 a 165 nel 1895). Anche i mercati locali fiorirono. Associazioni di arti e mestieri furono tra l'altro attive a Soletta dal 1842 e a Olten dal 1863, e non mancarono le esposizioni in questo settore. Nel 1843 sorse una scuola artigianale, aperta per un breve periodo, antesignana delle scuole di arti e mestieri diffusesi dopo il 1920, e nel 1884 una scuola di orologeria a Soletta. Il settore artigianale soffrì però per l'insufficiente accesso al credito e la concorrenza dell'industria. Sul piano della formazione, dell'adeguamento al progresso tecnico e del rinnovamento produttivo e professionale, esso risultò inoltre arretrato rispetto ai cantoni limitrofi.

La scomparsa dell'artigianato e la nascita di nuove professioni (tra cui elettricista, meccanico di automobili, laboratorista, modista) nonché le sfide rappresentate dal progresso tecnico e dalla produzione industriale costrinsero a profondi mutamenti dopo il 1900. Le associazioni delle arti e mestieri locali si raggrupparono; nel 1911 fu inaugurato un segretariato delle arti e mestieri. Il settore beneficiò anche delle conoscenze di molti immigrati. Il sostegno statale, tra l'altro nell'ambito dei tirocini e degli organismi di controllo, servì da stimolo. Numerose piccole aziende artigianali si trasformarono in industrie, come ad esempio i magliai (Handlismer) nel maglificio Nabholz AG (1895), l'officina per la produzione di carri Heinrich Hess a Bellach nella Carrosserie Hess AG (1882 rispettivamente 1919), la più grande fabbrica di autobus della Svizzera, o le Schweizerische Isola-Werke a Breitenbach (1903), che da impresa di tre persone divennero il più grande datore di lavoro della regione.

Il settore bancario dopo il 1837 conobbe uno sviluppo solo modesto; la Banca cantonale, fondata nel 1886, in seguito al fallimento nel 1995 perse la sua indipendenza. Il mercato assicurativo fu appannaggio di società provenienti da fuori cantone. Lo sviluppo del turismo fu scarso, anche se nel XIX secolo gli stabilimenti balneari, le bellezze paesaggistiche del Giura e i monumenti storici attiravano ancora visitatori. Nel XIX secolo i pellegrinaggi furono piuttosto rilevanti e nel XX secolo il turismo di giornata ebbe una certa importanza per i ristoratori locali.

Trasporti

Sotto la pressione dei cantoni del Gottardo, nel 1817 Soletta adottò un regolamento sulle strade e nel 1827 diede avvio all'ampliamento degli itinerari dell'Hauenstein e della strada Soletta-Biberist in direzione di Berna. Tra il 1834 e il 1877 la rete viaria passò da 130 a 570 km. Con le leggi del 1836, 1857 e 1867 (quest'ultima valida fino al 1928) l'onere della costruzione e della manutenzione delle strade ricadde principalmente sul cantone. In primo piano vi furono il rinnovamento della strada del Lebern, della trasversale est-ovest presso Fraubrunnen e nel Niederamt e della strada del Thal nonché il miglioramento dei collegamenti dallo Schwarzbubenland verso Basilea e l'Alsazia.

Baracche degli operai italiani impiegati nelle costruzioni ferroviarie a Grenchen. Cartolina postale, 1913 ca. (Stadtarchiv Grenchen).
Baracche degli operai italiani impiegati nelle costruzioni ferroviarie a Grenchen. Cartolina postale, 1913 ca. (Stadtarchiv Grenchen). […]

Con l'avvento delle ferrovie dal 1856, il traffico di merci e persone dalle strade e dai fiumi (navigazione) si trasferì su rotaia. La costruzione della rete ferroviaria solettese avvenne in tre tappe. La prima (1854-1858) portò soprattutto al raccordo della parte inferiore del cantone alle linee della Ferrovia centrale svizzera, mentre il capoluogo si dovette per il momento accontentare dell'allacciamento alla tratta secondaria Herzogenbuchsee-Bienne. I tentativi di rivitalizzare i trasporti fluviali sull'Aar contestualmente a questi primi progetti fallirono sul nascere. Durante la seconda tappa (1870-1884), il Gäu (grazie alla linea lungo le pendici meridionali del Giura), il Wasseramt (con la ferrovia dell'Emmental) e lo Schwarzbubenland (con la ferrovia del Giura) furono raccordati alla rete svizzera. Il completamento del collegamento Soletta-Berna durò fino al 1924. La terza tappa vide l'ampliamento dei tracciati nord-sud tramite la costruzione delle gallerie del Weissenstein (1903-1908) e del Grenchenberg (1911-1915) e della galleria di base dell'Hauenstein (1912-1916). Grazie a quest'ultimo, Olten accrebbe ulteriormente la sua importanza quale snodo del sistema ferroviario svizzero. Ad eccezione della partecipazione alla sovvenzione per il Gottardo (1865), Soletta fino a poco prima del 1900 evitò di contribuire finanziariamente alle opere ferroviarie. All'inizio del XXI secolo il cantone era coinvolto direttamente nei grandi progetti ferroviari per la tratta Mattstetten-Rothrist (con la variante Süd Plus) e per i raccordi alle gallerie di base del San Gottardo e del Lötschberg (Berna-Lötschberg-Sempione, BLS).

Tra il 1880 e il 1930 nella costruzione stradale Soletta rimase indietro rispetto agli altri cantoni, malgrado la realizzazione, nella seconda metà del XIX secolo, di una rete viaria per collegare i territori non raggiunti dalla ferrovia. Dagli anni 1930 vennero ampliate le linee regionali di autobus. Nel 1966 fu aperto al traffico il primo tronco situato sul territorio cantonale del tratto autostradale Oensingen-Kirchberg (BE) dell'A1. Con lo snodo autostradale nei pressi di Egerkingen e la biforcazione di Rothrist, la regione di Olten ribadì la sua funzione di crocevia del traffico. Il Gäu abbandonò così il suo antico ruolo di granaio per diventare, con i suoi numerosi depositi, la centrale logistica della Svizzera. Con l'inaugurazione del tratto Soletta-Bienne dell'A5 nel 2002, la costruzione di autostrade nel canton Soletta ha trovato una momentanea fine.

Società

Ceti dirigenti vecchi e nuovi

Con la Rigenerazione una nuova élite, proveniente dai piccoli centri e dalla campagna, raggiunse abbastanza rapidamente posizioni di vertice nello Stato e nella società scalzando, con poche eccezioni, le vecchie famiglie patrizie. Perlopiù appartenenti alla cerchia degli artigiani e dei commercianti, questi uomini dalla metà del XIX secolo promossero anche lo sviluppo industriale e raggiunsero le massime cariche in ambito politico ed economico, come Josef Munzinger di Olten, che divenne Consigliere federale, e Johann Jakob Trog, presidente della Ferrovia centrale svizzera. Nel prosieguo dell'industrializzazione nel XIX e XX secolo i quadri dirigenti, dapprima nell'ambito economico e poi anche in quello politico, giunsero anche da fuori cantone.

Da una società agricola a una società industriale e poi terziarizzata

All'inizio del XIX secolo oltre il 90% della popolazione cantonale viveva in campagna. Ancora nel 1860 la quota delle economie domestiche rurali variava tra l'88% nel distretto di Dorneck e poco più del 60% in quello di Olten; dopo la prima guerra mondiale tali percentuali oscillarono tra l'80% (distretto di Thierstein), il 70% (Dorneck) e il 20% (Olten). Data la distribuzione molto disuguale della proprietà di bestiame e terra, la società rurale si divideva in un sottile strato di contadini proprietari rivolti al mercato e autosufficienti e in una maggioranza di contadini-operai che svolgevano attività accessorie e di senza terra. Il tasso di coloro che traevano sostentamento da una combinazione di attività agricole, artigianato e lavoro a domicilio era elevato in tutto il cantone, in particolare nei distretti di Olten, Gösgen e Thal (più del 70%); la più alta concentrazione di contadini piccoli e grandi dediti esclusivamente all'agricoltura la si ebbe per contro nei distretti di Bucheggberg e Kriegstetten (oltre il 40%, contro una media cantonale del 32%). Questo rapporto numerico non subì modifiche sostanziali fino all'inizio del XX secolo. Anche il basso quoziente di manodopera servile (servitù) è in sintonia con questo quadro. La sussistenza della maggior parte delle economie domestiche rurali si basava sull'artigianato, sull'attività bracciantile stagionale durante i raccolti e sul lavoro a domicilio.

Entro la prima guerra mondiale, il lavoro industriale accrebbe notevolmente la sua importanza nelle campagne. Nei distretti di Thal e Lebern l'industria orologiera reclutò manodopera rurale che poteva essere retribuita con salari più bassi (perché traeva in parte il sostentamento dall'agricoltura), trasportata nelle fabbriche con appositi convogli ferroviari. Tra il 1885 e il 1915 il numero dei lavoratori salariati soggetti alla legge sulle fabbriche quadruplicò. Il protrarsi dell'industrializzazione durante l'alta congiuntura seguita alla seconda guerra mondiale (56% di occupati nell'industria nel 1973) portò a un aumento della popolazione straniera e a una crescente urbanizzazione e suburbanizzazione attorno a Olten, Soletta e Grenchen e, verso la fine del XX secolo, anche attorno ai piccoli centri di Oensingen, Breitenbach e Dornach (società industriale). La crisi del 1973 diede avvio a un processo di terziarizzazione relativamente rapido: dal 1970 la quota degli occupati nel terziario è salita di oltre il 10% ogni dieci anni.

Vecchie e nuove forme di emarginazione

Serva della campagna solettese con una cesta di patate. Incisione colorata nell'opera etnografica Switzerland, as now Divided into Nineteen Cantons di Ann Yosy, pubblicata nel 1815 a Londra presso Booth & Murray (ETH-Bibliothek Zürich, Alte und Seltene Drucke).
Serva della campagna solettese con una cesta di patate. Incisione colorata nell'opera etnografica Switzerland, as now Divided into Nineteen Cantons di Ann Yosy, pubblicata nel 1815 a Londra presso Booth & Murray (ETH-Bibliothek Zürich, Alte und Seltene Drucke). […]

Tra le cause della diffusa povertà nel XIX secolo, vi furono le crisi economiche e i cattivi raccolti (come quello delle patate nel 1846-1847), l'inflazione successiva al 1850 e la depressione economica iniziata attorno al 1875. Avversità quali malattie, infortuni, disoccupazione, vedovanza e perdita dei genitori e la vecchiaia aumentavano il rischio individuale di povertà. A esserne colpiti erano soprattutto contadini con poca o senza terra, donne sole, vedove e orfani. Questi ultimi venivano spesso messi all'asta dai comuni e appaltati come manodopera minorile a coloro che chiedevano il contributo economico più basso per il loro sostentamento. Nel XIX secolo le persone senza fissa dimora (Jenisch e lavoratori itineranti), a cui nei momenti di crisi si aggiungeva anche la popolazione sedentaria povera dei villaggi, costituivano il gruppo più consistente ai margini della società. Per gli Jenisch le località discoste nel Giura rappresentavano un rifugio ideale (area Heimatlosenplatz tra Kienberg e Anwil). I girovaghi stranieri che alla fine del XIX secolo transitarono in numero crescente attraverso il territorio cantonale incontrarono l'ostilità della popolazione. Con la prima guerra mondiale questi flussi si interruppero bruscamente. Dal 1819 le autorità cantonali iniziarono a procedere alla naturalizzazione dei senza patria nei singoli comuni e, vincolandoli a questi ultimi, a esercitare crescenti pressioni sulla popolazione nomade affinché adeguasse il proprio stile di vita a quello della maggioranza. Gli ebrei, nel XIX secolo attivi soprattutto come commercianti di prodotti tessili e bestiame, ottennero il diritto di domicilio solo con la revisione parziale della Costituzione federale nel 1866.

Con l'industrializzazione iniziò l'immigrazione di manodopera estera. Soprattutto i lavoratori italiani impiegati nella costruzione delle gallerie a Olten e Grenchen, che vivevano ghettizzati in campi di baracche, suscitarono nella popolazione un misto di fascino esotico e paura. Gli stagionali impiegati durante il boom del secondo dopoguerra vissero una segregazione analoga. Nei confronti degli immigrati provenienti dall'Europa occidentale questa animosità diminuì tuttavia progressivamente.

Chiesa, vita religiosa e cultura

Le chiese cattolica e cattolico-cristiana nel XIX e XX secolo

La secolarizzazione delle proprietà ecclesiastiche venne revocata dal governo della Mediazione nel 1803. Nel 1814 tutto il territorio cantonale tranne il Bucheggberg riformato venne sottoposto alla diocesi di Basilea (chiese evangeliche-riformate). Dopo lunghe trattative, nel 1828 Soletta divenne sede vescovile e assunse la direzione della Conferenza diocesana della diocesi di Basilea. A causa di contrasti relativi all'elezione del preposito, nel 1834 il Gran Consiglio solettese si accollò l'amministrazione del patrimonio del capitolo di Sankt Ursen, rifiutando però gli articoli di Baden. In ottemperanza al concordato del 1828, nel 1857 il Gran Consiglio decise di istituire un seminario diocesano nei locali del convento francescano, la cui esistenza era minacciata (francescani), aperto nel 1860. Il diritto di supervisione dei cantoni diocesani e il Kulturkampf portarono però alla sua chiusura già nel 1870. Nel canton Soletta il Kulturkampf si manifestò in maniera particolarmente virulenta. Alla sua origine vi furono da un lato il Sillabo papale (1864) e il dogma dell'infallibilità del pontefice (1870), sostenuto dal vescovo di Basilea Eugène Lachat, e dall'altro questioni relative all'organizzazione della Chiesa cattolica e ai rapporti tra Chiesa e Stato. Il fattore scatenante fu la scomunica, nel 1872, del parroco di Starrkirch Paulin Gschwind, seguita dalla legge sull'elezione dei parroci, dalla costituzione di parrocchie cattolico-cristiane (chiesa cattolico-cristiana) e dalla destituzione del vescovo di Basilea da parte della maggioranza della Conferenza diocesana. Nel 1874 venne approvata alle urne la soppressione dei capitoli di Sankt Ursen e Schönenwerd e del convento di Mariastein (poi ripristinato in votazione popolare nel 1970).

Dopo la fondazione delle prime comunità cattolico-cristiane nel cantone, nel 1875 a Olten fu costituito il sinodo della Chiesa cattolico-cristiana, che nel 1876 elesse a suo primo vescovo Eduard Herzog, parroco della comunità di Olten. I conflitti per i luoghi di culto ebbero esiti alterni: a Olten i cattolici-cristiani ottennero la chiesa cittadina, mentre a Soletta la cattedrale di S. Orso rimase di proprietà della parrocchia cattolico-romana, che però dovette indennizzare la controparte. I tentativi promossi dal 1879 per comporre il conflitto interno al mondo cattolico sfociarono nella nomina a vescovo di Basilea di Friedrich Fiala, preposito del capitolo cattedrale. Nel cantone, e in particolare in singoli comuni, i postumi del Kulturkampf si avvertirono ancora a lungo. Dalla seconda metà del XX secolo la Chiesa cattolico-cristiana registrò una massiccia diminuzione dei fedeli.

Nel XIX-XX secolo fu istituita una ventina di nuove parrocchie cattolico-romane, tra cui quella di Lohn-Ammannsegg-Bucheggberg (1971), che comprendeva 20 comuni del Bucheggberg prevalentemente riformati. Fino alla metà del XX secolo il mondo cattolico si caratterizzò per una variegata rete associativa e una ricca vita religiosa. I grandi mutamenti economici, la mobilità crescente, la secolarizzazione e la carenza di personale ecclesiastico misero in difficoltà le parrocchie. Furono soppressi i conventi cappuccini di Dornach (1990) e Soletta (2003) e quello delle francescane di S. Giuseppe a Soletta (2002). Anche gli ordini e le congregazioni femminili, dal XIX secolo attivi in numerosi asili infantili, scuole, ospizi e ospedali, dovettero cessare il loro operato per mancanza di nuove leve, come nel caso delle suore di Carità della S. Croce di Ingenbohl, attive dal 1892 al 2007 nell'istituto per l'infanzia di Bachtelen a Grenchen (istituti sociali). Le suore ospedaliere, chiamate da Porrentruy a Soletta nel 1788, all'inizio del XXI secolo operavano ancora presso l'ospedale civico di Soletta. Nata nel 1919, la comunità femminile dell'Opera Serafica di Soletta nel 1979 creò una filiale nelle Filippine. In seguito all'immigrazione di manodopera italiana, nel 1954 venne istituita la Missione cattolica italiana di Soletta.

La Chiesa evangelica-riformata e le altre comunità religiose

Prima del 1798 solo nel Bucheggberg, sottoposto all'alta giustizia di Berna, esistettero comunità riformate. Nel 1835 fu fondato un comune parrocchiale riformato a Soletta. In seguito all'immigrazione di riformati ne sorsero altri soprattutto nelle regioni industriali (a Olten nel 1859, a Grenchen nel 1880, per il distretto di Kriegstetten nel 1897). I tentativi di creare una Chiesa cantonale nel 1984 e nel 2001 fallirono. Gli otto comuni parrocchiali nella parte superiore del cantone fanno parte della Chiesa riformata di Berna-Giura-Soletta. Nella parte inferiore del cantone nel 1933 fu costituito un sinodo distrettuale, trasformato nel 1948 nella Chiesa evangelica-riformata del canton Soletta. L'unico organismo che copriva l'intero territorio cantonale era la Federazione dei comuni parrocchiali evangelico-riformati, a cui nel 1989 subentrò la Federazione dei sinodi evangelici-riformati del cantone.

Il primo Goetheanum antroposofico del 1913 a Dornach. Fotografia realizzata attorno al 1920 (Staatsarchiv Basel-Stadt, NEG 1802).
Il primo Goetheanum antroposofico del 1913 a Dornach. Fotografia realizzata attorno al 1920 (Staatsarchiv Basel-Stadt, NEG 1802). […]

Dopo il 1834 singoli ebrei tornarono a stabilirsi sul territorio cantonale. Nel 1862 fu istituita una comunità di culto israelita a Soletta, che dispose di una sala di preghiera dal 1862 ca. al 1986. A Dornach il movimento antroposofico (antroposofia) nel 1913 creò il primo Goetheanum, un'imponente costruzione lignea dotata di due cupole, distrutta da un incendio nella notte di Capodanno del 1922. Nel 1924 Rudolf Steiner progettò il secondo Goetheanum, edificato nel 1925-1928, tuttora esistente. A Gretzenbach nel 1996 venne inaugurato un centro buddista con un proprio tempio (buddismo). La prevista costruzione di un minareto a Wangen bei Olten (islam) suscitò forti opposizioni e fu uno dei fattori scatenanti dell'iniziativa contro l'edificazione di minareti, accolta sul piano federale nel 2009 e approvata con largo margine nel canton Soletta.

Quotidianità e tempo libero

Armature esposte nel vecchio arsenale di Soletta. Fotografia realizzata attorno al 1900 (Museum Altes Zeughaus, Soletta).
Armature esposte nel vecchio arsenale di Soletta. Fotografia realizzata attorno al 1900 (Museum Altes Zeughaus, Soletta). […]

Fino a XX secolo inoltrato la disponibilità di tempo libero fu scarsa. Solo le élite urbane potevano permettersi di viaggiare e compiere soggiorni termali, la cui popolarità crebbe nel XIX secolo. In campagna svaghi quali teatro, danze e giochi furono ancora a lungo legati al calendario liturgico. Gli spettacoli teatrali dei gruppi giovanili ad esempio avevano luogo perlopiù durante il periodo quaresimale. Dalla seconda metà del XIX secolo anche nelle aree rurali si sviluppò una ricca vita associativa. Ad eccezione delle società di tiro, le associazioni sportive si diffusero relativamente tardi; le prime furono le società ginniche di Soletta (1855) e Olten (1859). Come le associazioni culturali, anch'esse furono inizialmente dominate dai radicali, e poi divise in base all'appartenenza politica. Con la nascita del movimento operaio si moltiplicarono anche i gruppi sportivi dei lavoratori (società operaie). L'incremento del tempo libero nel XX secolo favorì le attività culturali e di svago.

Cultura, arte e scienza

Su iniziativa di notabili borghesi, già prima del 1830 si formò un tessuto associativo che nel corso del XIX secolo divenne la colonna portante della vita culturale e scientifica cantonale. Società di canto e, dalla metà del XIX secolo, di musica si occuparono della formazione musicale, influenzarono profondamente l'attività concertistica e allestirono oratori, concerti e recital, talvolta con l'aiuto di terzi. Da esse nacquero anche compagnie filodrammatiche. Le società di lettura costituirono fondi di libri, alla base delle future biblioteche pubbliche. La società di lettura di Olten, fondata nel 1816, diede vita alla biblioteca cittadina (1902), quella di Breitenbach (1877) patrocinò la locale biblioteca popolare, mentre la società letteraria di Soletta (1808) fu una delle tante istituzioni all'origine della Biblioteca centrale di Soletta, sorta nel 1930 dalla fusione della biblioteca cittadina con la biblioteca cantonale. La prima società di belle arti del cantone fu quella di Soletta (1851), seguita nel XX secolo da quelle di Olten (1912) e Grenchen (1957). Le loro collezioni confluirono nei rispettivi musei inaugurati nel 1902, 1912 e 1984, finanziati in prevalenza dalle autorità pubbliche. Associazioni scientifiche come la Società di scienze naturali (1822) e la Società di storia (1853) promossero la ricerca e la divulgazione nei rispettivi ambiti e pubblicarono proprie riviste rispettivamente dal 1899 e dal 1928. Otto Walter nel 1916 fondò a Olten l'omonima casa editrice, che nel periodo interbellico assunse rilevanza nazionale negli ambienti cattolici. Sotto la direzione di Otto F. Walter (1956-1966) acquisì fama internazionale come casa editrice letteraria (rilevata dal gruppo editoriale Patmos nel 1992).

I comuni, su cui nel XX secolo gravò la maggior parte della spesa culturale, avevano sviluppato un'attività crescente in quest'ambito solo dalla seconda metà del XIX secolo. A Soletta e Olten e più tardi anche Grenchen le autorità comunali (rispettivamente i comuni patriziali) finanziarono la costruzione e l'attività di teatri, sale da concerto, musei e biblioteche. Nel corso del XX secolo vennero aperte biblioteche anche in alcuni grandi villaggi.

Nell'ambito della politica culturale, lo Stato nel XIX secolo assunse dapprima un ruolo solo sussidiario, sostenendo le associazioni culturali e scientifiche che operavano su tutto il territorio cantonale. Le prime istituzioni pubbliche furono la Biblioteca cantonale, inaugurata nel 1883, la cui fondazione era stata decisa dal Gran Consiglio nel 1875, e il Museum Altes Zeughaus (1907) con la sua importante collezione di armature. Notevole fu il sostegno cantonale ai Festspiele di Adrian von Arx (1899) e Cäsar von Arx (1949) per i 400 rispettivamente i 450 anni della battaglia di Dornach, eventi dalla forte valenza culturale e patriottica. Dopo la prima guerra mondiale il cantone iniziò anche a impegnarsi nella promozione culturale. Nel 1926 fu istituito un credito in favore delle arti figurative; l'ufficio dei beni culturali e il servizio archeologico cantonale risalgono rispettivamente al 1957 e al 1962. Con l'adesione alla Lotteria intercantonale (1937) crebbero i mezzi per la cultura. Nel 1958 il cantone conferì per la prima volta un premio artistico. Nel 1967 fu emanata la legge cantonale sulla promozione della cultura e anche nella Costituzione del 1986 è stato inserito un articolo al riguardo. Nel 1990 venne creato l'ufficio della cultura e lo stesso anno fu aperto il centro culturale cantonale Palais Besenval, tuttavia chiuso già nel 2000 a causa di misure di risparmio. In seguito le attività culturali sono state finanziate in maniera crescente con i fondi della lotteria.

Se fino agli anni 1950 l'attività culturale fu ancora fortemente improntata ai canoni della cultura alta e nelle aree rurali rimase in parte legata alle tradizioni dell'associazionismo popolare, dal decennio successivo vennero promosse iniziative innovative, sia sul piano dei contenuti, sia per quanto riguarda le modalità e i luoghi di svolgimento. Quali eventi di portata sovraregionale e nazionale si affermarono le Giornate cinematografiche (festival del film) e le Giornate letterarie di Soletta, le Giornate cabarettistiche di Olten e la Triennale internazionale di grafica a Grenchen.

Spettatori escono dal cinema Scala dopo una proiezione in occasione delle Giornate cinematografiche di Soletta nel gennaio del 1973 © KEYSTONE/Photopress.
Spettatori escono dal cinema Scala dopo una proiezione in occasione delle Giornate cinematografiche di Soletta nel gennaio del 1973 © KEYSTONE/Photopress. […]

Artisti e artiste solettesi

La maggior parte degli artisti solettesi nel XIX-XX secolo non poté vivere della propria arte. Il pittore Martin Disteli lavorò come maestro di disegno, i compositori Casimir Meister, Richard Flury ed Ernst Kunz come docenti di musica e molti scrittori (tra cui Josef Reinhart) quali insegnanti. Solo pochi di loro ottennero rinomanza nazionale o internazionale; nel XIX secolo ad esempio Disteli con il suo Schweizerischer Bilderkalender, Frank Buchser grazie alle opere realizzate in tre continenti e Otto Frölicher quale paesaggista a Monaco di Baviera; all'inizio del XX secolo Cuno Amiet come pioniere dell'arte moderna e alla fine del secolo Martin Disler, esponente del movimento dei Nuovi selvaggi. Richard Kissling, nato a Wolfwil, acquisì notorietà grazie alle sue statue di Alfred Escher a Zurigo e Guglielmo Tell ad Altdorf (UR). Con le sue sobrie costruzioni cubiche in cemento armato, acciaio e vetro, la cosiddetta scuola di Soletta (tra gli altri, Franz Füeg, Fritz Haller, Hans Zaugg) influenzò profondamente l'architettura svizzera del secondo dopoguerra.

Malgrado la ricca scena musicale, nel canton Soletta non si sviluppò un'attività concertistica professionale. Per questo motivo i compositori solettesi del XIX secolo, e in particolare gli esponenti della famiglia Munzinger di Olten, si guadagnarono da vivere fuori cantone. Hans Huber, il più importante compositore svizzero a cavallo del 1900, lavorò soprattutto a Basilea, mantenendo però per tutta la vita contatti con gli ambienti musicali solettesi e influenzando in particolare Richard Flury. Un brano di Casimir Meister, su una poesia di Josef Reinhart, divenne il segnale di intervallo acustico di Radio Berna dal 1926 al 1966.

Fino a dopo la seconda guerra mondiale, l'ambiente letterario cantonale fu di modesto rilievo. Inizialmente influenzati dal romanticismo, gli scrittori Franz Krutter e Alfred Hartmann cercarono di ravvivare l'attività letteraria tramite riviste e l'almanacco Alpina (1841), ma solo Hartmann ebbe successo con Der Postheiri (1845-1875), la principale rivista satirica svizzera prima del Nebelspalter. A cavallo del 1900 Josef Joachim, originario del Gäu, fu uno scrittore popolare epigono di Peter Rosegger molto letto in tutta la Svizzera. Sotto gli auspici del movimento dell'Heimatschutz, nella prima metà del XX secolo prevalse una poesia di tono popolare, la cui figura centrale fu Josef Reinhart. Cäsar von Arx acquisì fama quale drammaturgo nel periodo tra le due guerre mondiali. La corrente letteraria «delle pendici meridionali del Giura» (Otto F. Walter, Silja Walter, Peter Bichsel, Gerhard Meier) contribuì notevolmente allo sviluppo della letteratura svizzera dagli anni 1960. Il rinnovamento critico della letteratura dialettale trovò un suo degno esponente anche nel canton Soletta con Ernst Burren.

Riferimenti bibliografici

  • Archiv der Kantonalen Denkmalpflege, Soletta.
  • Archiv der Kantonsarchäologie, Soletta.
  • Staatsarchiv Solothurn, Soletta.
  • La storiografia moderna nel canton Soletta ebbe inizio con Robert Glutz von Blotzheim, che completò l'opera sulla storia svizzera di Johannes von Müller, e Ildefons von Arx, che con la Geschichte der zwischen der Aar und dem Jura gelegenen Landgrafschaft Buchsgau, mit Hinsicht auf den Hauptort Olten scrisse la prima storia regionale nel cantone basata su fonti documentarie. Assunsero rilevanza per la storiografia solettese del XIX e XX secolo le raccolte di documenti di Urs Joseph Lüthi e Peter Ignaz Scherer, pubblicate nel Solothurner Wochenblatt tra il 1812 e il 1834, di cui il futuro vescovo Friedrich Fiala realizzò i regesti. Dalla metà del XX secolo tali raccolte furono progressivamente rimpiazzate dai volumi della collana delle fonti del diritto solettese e dal Solothurner Urkundenbuch. Le ricerche svolte nell'ambito della Società di storia, fondata nel 1853, attinsero soprattutto alle raccolte del Solothurner Wochenblatt, per cui riguardarono specialmente il periodo medievale. Ancora prima della nascita della Società di storia, i cultori locali della disciplina parteciparono all'effimero Wochenblatt für Freunde der schönen Literatur und vaterländischen Geschichte (1845-1847). La rivista Urkundio, pubblicata dal 1851 al 1895 a scadenza irregolare, divenne l'organo della Società di storia nel 1857. Questa funzione venne in seguito assunta da un bollettino (1902-1927) e poi, dal 1928, dallo Jahrbuch für solothurnische Geschichte. Dopo primi scavi nel XIX e all'inizio del XX secolo e le ricerche geologiche di Amanz Gressly, nel XX secolo il poliedrico Eugen Tatarinoff e specialmente Theodor Schweizer fornirono importanti contributi allo studio dell'età della Pietra. La creazione del servizio archeologico cantonale (1962) portò a una graduale professionalizzazione delle attività di scavo. Nel XX secolo la storiografia si focalizzò a lungo sull'ancien régime; una prima sintesi fu fornita dai primi tre volumi della storia cantonale (Solothurnische Geschichte) di Bruno Amiet e Hans Sigrist. Verso la fine del XX secolo si aprì a nuove tematiche e metodologie (storia demografica, microstoria, storia della vita quotidiana). Un risultato di questi sforzi è la continuazione della Solothurnische Geschichte con due tomi sul XIX secolo (1992, 2011) e due sul XX secolo (2018).
Opere a carattere generale
  • Amiet, Bruno; Sigrist, Hans et al.: Solothurnische Geschichte, 5 voll., 1952-2018.
  • Wiesli, Urs: Geographie des Kantons Solothurn, 1969.
  • Gasser, Markus; Kully, Rolf Max: Solothurnische Ortsnamen. Die Namen des Kantons, der Bezirke und der Gemeinden, 2003 (Solothurnisches Namenbuch, 1).
  • Blaser, Heidi; Gasser, Markus; Grossenbacher Künzler, Barbara: Die Flur- und Siedlungsnamen der Amtei Dorneck-Thierstein, 2010 (Solothurnisches Namenbuch, 2).
  • Blaser, Heidi; Gasser, Markus: Die Flur- und Siedlungsnamen der Amtei Olten-Gösgen, 2014 (Solothurnisches Namenbuch, 3).
  • Hofmann-Wiggenhauser, Beatrice: Die Flur- und Siedlungsnamen der Amtei Thal-Gäu, 2017 (Solothurnisches Namenbuch, 4).
Pubblicazioni in serieDalla Preistoria all'alto Medioevo
  • Archeologia Svizzera, 22/2, 1999.
  • Gutzwiller, Paul: Die bronze- und hallstattzeitlichen Fundstellen des Kantons Solothurn. Ein Beitrag zur metallzeitlichen Siedlungsgeschichte der Nordwestschweiz, 2004.
  • Gutzwiller, Paul; Lötscher, Christoph et al.: Fundort. Archäologie im Kanton Solothurn, 2016.
Dai secoli centrali del Medioevo al XVIII secolo
  • Meyer, Kurt: Solothurnische Verfassungszustände zur Zeit des Patriziates, 1921.
  • Amiet, Bruno: Die solothurnische Territorialpolitik von 1344-1532, 1929.
  • Morgenthaler, Hans: «Bern und Solothurn im Streit um die Handelsstrassen», in: Archiv des Historischen Vereins des Kantons Bern, 30/2, 1929/1930, pp. 83-145.
  • Sigrist, Hans: Solothurn und die VIII alten Orte. Ihre Beziehung von den Anfängen bis zum Bunde von 1481, 1944.
  • Allemann, Gustav: Söldnerwerbungen im Kanton Solothurn von 1600-1723, 1946.
  • Meyer, Erich: «Das spanische Bündnis von 1587 und Solothurns Absage», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 40, 1967, pp. 275-342.
  • Flatt, Karl H.: Die Errichtung der bernischen Landeshoheit über den Oberaargau, 1969.
  • Schluchter, André: Das Gösgeramt im Ancien Régime. Bevölkerung, Wirtschaft und Gesellschaft einer solothurnischen Landvogtei im 17. und 18. Jahrhundert, 1990.
  • Studer, Charles: «Die Juden in Solothurn», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 64, 1991, pp. 53-76.
  • Christ, Dorothea A.: Zwischen Kooperation und Konkurrenz. Die Grafen von Thierstein, ihre Standesgenossen und die Eidgenossenschaft im Spätmittelalter, 1998.
  • Hulfeld, Stefan: Zähmung der Masken, Wahrung der Gesichter. Theater und Theatralität in Solothurn 1700-1798, 2000.
  • Jeker, Daniel: Rechtsgeschichtliche Aspekte zur Verfassungs- und Wehrgeschichte des Stadtstaates Solothurn zur Zeit des Dreissigjährigen Krieges, 2000.
  • Meyer, Erich: Solothurnische Geschichte in Einzelbildern. Vom Soldpatriziat zum Landesstreik, 2002.
  • Banholzer, Max: «Die Choraulen von St. Ursen Solothurn. Geschichte der Solothurner Singknaben – im Rahmen der solothurnischen Schul- und Kirchengeschichte», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 77, 2004, pp. 7-146.
  • Huser, Karin: Vieh- und Textilhändler an der Aare. Geschichte der Juden im Kanton Solothurn vom Mittelalter bis heute, 2007.
  • Roth, Alexander: Unterwegs in der eisernen Welt. Auf den Spuren einer Schmelzer- und Hammerschmiedefamilie an schweizerischen, französischen, deutschen und kanadischen Eisenwerken von 1552 bis 1883, 2009.
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  • Altermatt, Leo: Der Kanton Solothurn in der Mediationszeit, 1803-1813, 1929.
  • Mösch, Johann: «Der Kanton Solothurn zur Zeit der Helvetik», in: Jahrbuch für solothurnische Geschichte, 12, 1939, pp. 1-546.
  • Appenzeller, Gotthold: Das solothurnische Armenwesen vom 16. Jahrhundert bis zur Gegenwart, 1945.
  • Aebersold, Rolf: «Die Militärpolitik des Kantons Solothurn in der Restaurationszeit 1814-1831, 1. Teil», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 47, 1974, pp. 5-218.
  • Aebersold, Rolf: «Die Militärpolitik des Kantons Solothurn in der Restaurationszeit 1814-1831, 2. Teil», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 48, 1975, pp. 5-208.
  • Erhardt, Gaston; Schmid, Jürg: Vielgestaltiger Solothurner Protestantismus, 1978.
  • Flückiger, Wilhelm; Jenzer, Carlo (a cura di): Christkatholisch. Die Christkatholische Kirche der Schweiz in Geschichte und Gegenwart. Zum 100-Jahr-Jubiläum der Christkatholischen Kirchgemeinde Solothurn, 1978.
  • Schärer, Peter: «Stadt und Distrikt Olten in der Helvetik», in: Jahrbuch für Solothurnische Geschichte, 52, 1979, pp. 5-193.
  • Flatt, Karl H.: 150 Jahre Solothurner Freisinn. Sein Weg durch die Geschichte 1830-1980, a cura del Partito radicale democratico del canton Soletta, 1981.
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Suggerimento di citazione

Ruedi Graf; Hanspeter Spycher; Hans Braun; Erich Meyer; André Schluchter; Urban Fink; Andreas Fankhauser; Thomas Wallner; Peter Heim: "Soletta (cantone)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 08.03.2023(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007386/2023-03-08/, consultato il 28.03.2024.