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Alpigiani

In Svizzera si chiamano alpigiani (alpeggiatori, alpatori, assuntori di alpi; Sennen in tutte le Alpi e Prealpi di lingua ted.) i responsabili delle aziende dedite all'economia lattiera negli alpeggi. Durante l'estivazione (da maggio a settembre/ottobre) le gestiscono con l'aiuto di personale ausiliario - in quelle piccole un assistente e un giovane guardiano, in quelle grandi, un tempo, anche una dozzina di persone, fra cui mungitori e pastori (Pastorizia). A nord delle Alpi si trattava, fino al XX sec., esclusivamente di persone di sesso maschile. Casaro di professione, l'alpigiano, con l'aiuto del suo assistente, ha soprattutto il compito di lavorare il latte (produzione di Formaggio, ricotta, burro) e di conservare il formaggio (salatura, essiccazione all'aria nel locale di stagionatura).

Sull'alpe nella valle di Erstfeld. Fotografia di Michael Aschwanden, 1900 ca. © Foto Aschwanden AG, Altdorf.
Sull'alpe nella valle di Erstfeld. Fotografia di Michael Aschwanden, 1900 ca. © Foto Aschwanden AG, Altdorf.

L'alpigiano non è proprietario dell'alpeggio; è invece un dipendente o fittavolo di un com., di una cooperativa o corporazione alpigiana o di un privato per la durata dell'estivazione. Si assume la responsabilità delle mucche affidategli dai soci d'alpeggio, degli edifici (capanna, deposito, stalle), dell'attrezzatura (utensili da casaro) e della manutenzione dell'alpe; in autunno consegna la produzione casearia ai titolari dei Diritti di alpe, che se la spartiscono in base alle rispettive quote. Se è fittavolo, invece, lavora per conto proprio, comperando il latte prodotto e versando il canone in autunno o per l'anno nuovo; l'Affitto, quando è rinnovabile, può durare per tutta la vita o addirittura per generazioni (Emmental, Giura).

L'azienda casearia alpigiana con il suo armento, in genere di dimensioni indeterminate (per esempio 20-40 capi), ma nell'Appenzello composto da un numero definito (24 mucche e un toro), è detta in ted. Sennerei, Sente o Senntum. Contadini-alpigiani (Sentenbauern) sono i contadini che oltre alla fattoria di fondovalle gestiscono un alpeggio con bestiame proprio.

Fin dal ME l'alpicoltura era un settore economico della signoria fondiaria, affidata sia a fondovalle sia negli alpeggi (Schweighöfe) ad alpigiani che in origine erano servi. Alla posizione autonoma di casari salariati o fittavoli di un'azienda alpigiana ("feudatari d'alpeggio") gli alpigiani giunsero a partire dal XV sec., grazie al successo delle esportazioni di bestiame (Allevamento) e di formaggi grassi. Dal XVII sec. gli alpigiani, prima nell'Emmental e poi nella Gruyère, divennero imprenditori a pieno titolo (Alpeggiatura); nel XVIII sec., per il tramite di alpigiani friburghesi emigrati (fruitiers, armaillis), si stabilirono anche negli alpeggi del Giura vodese e neocastellano.

Con il declino graduale dell'attività casearia in montagna dopo il 1830, gli alpigiani che emigravano trovarono nelle valli nuovi posti di lavoro come casari salariati o affittuari di Latterie, spec. nei cant. Berna, Lucerna, Soletta e Argovia, e dal 1860 anche nella Svizzera orientale. Dopo il 1950 alcune delle aziende alpigiane che avevano continuato a produrre formaggio sono rimaste inattive per mancanza di alpigiani, ma dal 1970 un numero crescente di esse è stato affidato a giovani ab. delle città (fra cui numerose donne). Questi "nuovi alpigiani" seguono specifici corsi di formazione tenuti da scuole agrarie.

L'esaltazione della vita di pastori e alpigiani nella letteratura del XVIII-XIX sec., affascinata dalla vita alpina, e il benessere economico degli alpigiani (spec. di quelli indipendenti) promossero l'orgoglio della professione e quindi la nascita di usanze legate al lavoro (sfarzose "salite all'alpe", rappresentazioni della vita nelle aziende alpigiane, poya, Arte popolare ecc.), canti (Canto dei vaccai) e feste proprie (Sennenkilbi, sagre), confraternite alpigiane (nella Svizzera centrale). Una ricca cultura alpigiana, parte integrante della cultura pastorale alpina e sviluppatasi soprattutto nelle Prealpi, è sopravvissuta fra l'altro nei costumi sviz. tradizionali degli alpigiani dell'Appenzello, del Toggenburgo, dell'Emmental e della Gruyère, a dispetto (o a causa) della loro mercificazione folcloristica legata al turismo.

Dagli anni '40 l'etnografia scientifica contribuisce in misura determinante allo studio della cultura alpigiana (canti popolari, usanze, leggende) e anche della sfera lavorativa e della vita quotidiana dei "nuovi alpigiani".

Riferimenti bibliografici

  • R. Weiss, Das Alpwesen Graubündens, 1, 1941 (rist. 1992)
  • R. J. Ramseyer, Das altbernische Küherwesen, 1961 (19912)
  • Voc. dei dialetti della Svizzera it., 1, 1965, 90-120
  • P. Hugger, Hirtenleben und Hirtenkultur im Waadtländer Jura, 1972
  • R. Ruffieux, W. Bodmer, Histoire du Gruyère du XVIe au XXe siècle, 1972
  • C. Quartier, Le Pays-d'Enhaut, 1980
  • R. Kruker, H. Mäder, Hirten und Herden, 1983
  • R. Kruker, «Cultura e società alpina», in La Svizzera. Vita e cultura popolare, a cura di P. Hugger, 3, 1992, 1003-1038
Link

Suggerimento di citazione

Anne-Marie Dubler: "Alpigiani", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 15.05.2014(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/044297/2014-05-15/, consultato il 28.03.2024.