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Cura delle anime

La cura delle anime rappresenta un ambito specifico dell'attività ecclesiastica e consiste nell'assistenza spirituale offerta personalmente da funzionari e rappresentanti di Chiese e di Chiese libere. Essa viene realizzata accompagnando singole persone, coppie, fam. e gruppi in diverse situazioni della vita servendosi del colloquio, della confessione, della cura della devozione o attraverso un aiuto pratico (Diaconia).

Medioevo ed epoca moderna

Il sacramento della confessione. Incisione su legno nel Modus confitendi di Andreas de Escobar, pubblicato attorno al 1500 (Zentralbibliothek Zürich, Abteilung Alte Drucke und Rara).
Il sacramento della confessione. Incisione su legno nel Modus confitendi di Andreas de Escobar, pubblicato attorno al 1500 (Zentralbibliothek Zürich, Abteilung Alte Drucke und Rara).

Dopo la formazione di strutture ecclesiastiche nella tarda antichità e nell'alto ME vennero creati distr. per la cura delle anime e un'analoga attività del Clero si affiancò, nelle città e nelle campagne, alla pratica battesimale (Battesimo), alla funzione religiosa (Liturgia cattolica), alla comunione, all'estrema unzione e ai Riti funerari in terra consacrata. La confessione, la penitenza e l'assoluzione - dapprima pubbliche, poi sempre più spesso anche private e in seguito nella forma sacramentale della confessione auricolare - divennero, con l'assunzione di regole ben precise, l'essenza della cura delle anime ecclesiastica. Nel basso ME il concetto di cura delle anime fu influenzato anche dall'ideale cavalleresco cristiano, dal Culto dei santi e dal Pellegrinaggio. Importanti impulsi provennero pure dal Monachesimo, da diversi ordini religiosi (ad esempio i francescani) e dai movimenti di riforma dei monasteri. Le nuove parrocchie, in cui la cura animarum (Tommaso d'Aquino) faceva parte delle competenze del clero, formarono lentamente una rete stabile e compatta. La crisi religiosa, già largamente in atto prima della peste, portò nel XIV sec. a una pratica sempre più diffusa della cura della salvezza in vista della morte.

La Riforma portò con sé in molte regioni della Svizzera anche una profonda trasformazione della cura delle anime. Nei territori rif. furono abolite le intercessioni per i defunti, ma anche i pellegrinaggi e il culto dei santi. I pastori d'anime, sostenuti dai Concistori, avevano ora la responsabilità di impostare un nuova organizzazione della vita, di stigmatizzare e contrastare il peccato pubblico assumendo l'ufficio di custode della Chiesa. La cura delle anime trovò spazio nella confessione e nella disciplina ecclesiastica. Poiché secondo i riformatori anche le autorità e il potere temporale erano legati alla parola di Dio, dovevano anch'essi curare la morale comune. Per la teol. pastorale rif. fu di importanza centrale lo scritto di Zwingli Der Hirt (1523); più tardi fu Calvino a influenzare la cura delle anime rif. Tutta la sua teol. e la sua attività riformatrice possono essere lette come una sorta di guida per le anime. Calvino promosse le visite domestiche (visitatio domestica), che offrivano conforto ed esortazione. Le Ordonnances ecclésiastiques di Ginevra (1541, 1561) prevedevano visite annuali alle fam. da parte di una commissione mista e contenevano indicazioni per le visite agli ammalati e ai prigionieri. Questi impulsi furono recepiti nelle ordinanze ecclesiastiche rif. del XVII e XVIII sec. La cura delle anime era estremamente organizzata, ma nonostante il forte carattere comunitario conservava una struttura autoritaria, dato che continuava a rappresentare anche un controllo e una tutela attraverso l'autorità ecclesiastica e secolare. Poiché nella società rif. non era più possibile compensare i peccati commessi con gli strumenti di grazia offerti dalla Chiesa, la cura delle anime rafforzò il proprio carattere disciplinare. La ricca letteratura devozionale dimostra che l'assistenza spirituale individuale offerta ai fedeli rimase anche nel XVII sec. un importante obiettivo dell'ortodossia prot.

Nelle regioni catt. l'attività religiosa fu interamente ricondotta, dopo il Concilio di Trento (1545-63), al servizio della cura delle anime e venne promossa la formazione teol., pastorale e spirituale dei sacerdoti. I gesuiti (Seminari) erano tradizionalmente impegnati nella cura delle anime in senso meditativo-contemplativo. Essi fondarono il movimento degli esercizi spirituali, di cui furono praticamente il motore esclusivo fino alla fine del XVIII sec.; un loro rappresentante di primo piano fu Pietro Canisio. Inoltre, in particolare i Cappuccini assunsero la cura delle anime di malati, prigionieri e condannati a morte, e intensificarono l'attività di confessione.

Il Pietismo ebbe un influsso durevole sul concetto di cura delle anime. L'esperienza religiosa individuale acquisì un ruolo di primo piano, così come il risveglio interiore e la rinascita del peccatore, o la conseguente volontà di ridisegnare la vita religiosa e sociale secondo criteri biblici e di occuparsi anche del benessere materiale dei più deboli. La giustificazione, l'esperienza della rinascita e la ricerca della santificazione furono collegate tra loro. Nella fraterna cura delle anime di tipo privato e individuale (ecclesiolae in ecclesia) anche i laici potevano trovare la via verso la Bibbia e verso la propria voce interiore. La cura delle anime pietista veniva praticata nelle soc. dei Fratelli moravi, aperte a vari livelli sociali.

Durante l'Illuminismo la cura delle anime divenne uno strumento di formazione del carattere individuale. Il suo obiettivo era guidare l'essere umano verso la maturità spirituale, affinché non fosse vincolato ad altre autorità se non al libero giudizio della ragione. Il pastore d'anime si considerava un maestro di virtù e un amico intimo che accompagnava l'individuo nel suo percorso dal corretto pensare al corretto agire. Gli illuministi catt. chiedevano la riforma della cura delle anime e della liturgia, oltre al superamento di una fede esteriorizzata nello sfarzo barocco. Sia da parte rif. sia da parte catt. vennero avviati i primi tentativi di far confluire nella cura delle anime e nella predicazione religiosa nozioni di psicologia. I pastori d'anime si servivano di consigli pratici tratti dalla medicina o dall'agricoltura. Verso la fine del XVIII sec. sia il catt. Johann Jakob Heer, sia il rif. Johann Kaspar Lavater appartenevano a una corrente che, pur rifacendosi a una cura delle anime di orientamento biblico, abbracciava il patrimonio culturale e il sapere psicologico dell'Illuminismo.

XIX e XX secolo

Le grandi trasformazioni del XIX sec. - in particolare l'industrializzazione, il radicalismo e il liberalismo - ebbero effetti diversi sulla cura delle anime nelle regioni catt. e in quelle rif. della Svizzera. Il movimento del Risveglio portò a un'ulteriore frammentazione del protestantesimo, che tuttavia rimase molto attivo sul piano pratico dando vita a un numero molto ampio di opere sociali. Nelle regioni catt. della Svizzera, che con la loro chiusura tenevano lontane le correnti liberali a livello culturale e a livello politico, la parrocchia rimase un punto fermo della cura delle anime, nonostante le profonde trasformazioni nella struttura della politica ecclesiastica. Il parroco era vicino ai membri della comunità come uomo del popolo, predicatore della parola e dispensatore di sacramenti, e doveva offrire loro assistenza spirituale anche nelle questioni pratiche della vita. Nella grande varietà di ass. e federazioni catt. nate nella seconda metà del XIX sec., la cura delle anime assunse un ruolo importante.

Nel XX sec. gli orientamenti laici della psicoterapia acquisirono sempre maggior valore per la prassi della cura delle anime e per la teol. pratica. Già dal 1908 il teologo zurighese Oskar Pfister recepì gli stimoli della psicoanalisi. Ulteriori nozioni di psicoterapia e i relativi modelli pedagogici furono ripresi spec. dal cosiddetto movimento di cura delle anime degli anni 1970-80. Nello stesso tempo la cura delle anime individuale attribuiva un grande peso all'assistenza dei sofferenti e alla diffusione del Vangelo orientata sulla persona. La teol. dialettica influì notevolmente, nelle regioni rif., sulla cura delle anime, che veniva intesa come predicazione esplicita della giustificazione nell'ambito del colloquio spirituale. In ambito catt. il Concilio Vaticano II (1962-65) influenzò la prassi della cura delle anime, formando sempre più teologi laici dotati di maggiore competenza. Essenziale fu la collaborazione prestata dai teologi sviz., ad esempio da Alois Müller (1924-1991) e Leo Karrer, alla rivista teol. Anima (dal 1965 Diakonia). Le Chiese reagirono al crescente isolamento dei propri fedeli con nuove offerte, ad esempio con la cura delle anime per telefono; nel 1957 fu inaugurata a Zurigo la prima sede del Telefono Amico. Alla fine del XX sec. le Chiese e altre istituzioni cristiane hanno offerto la loro assistenza spirituale anche attraverso Internet. La collaborazione ecumenica alla formazione e alla prassi della cura delle anime all'interno di com. e istituzioni (militari, carcerarie e ospedaliere) è stata rafforzata a partire dal decennio 1960-70.

Riferimenti bibliografici

  • E. Thurneysen, Die Lehre von der Seelsorge, 1946 (19947)
  • J.-D. Benoit, Calvin, directeur d'âmes, 1947
  • W. Schütz, Seelsorge, 1977
  • L. Karrer, Katholische Kirche Schweiz, 1991
  • E. Nase, Oskar Pfisters analytische Seelsorge, 1993
  • C. Möller (a cura di), Geschichte der Seelsorge in Einzelporträts, 3 voll., 1994-1996
  • L. Vischer et al. (a cura di), Ökumenische Kirchengeschichte der Schweiz, 1994
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Suggerimento di citazione

Christoph Morgenthaler: "Cura delle anime", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 04.07.2013(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/043209/2013-07-04/, consultato il 28.03.2024.