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Oerlikon-Bührle

Azienda del settore meccanico (industria delle macchine) con sede a Zurigo-Oerlikon, divenuta nel corso del XX secolo un potente gruppo al centro del complesso militare-industriale svizzero (produzione e commercio di armi).

Catena di montaggio e uscita dalla fabbrica dell'azienda Oerlikon-Bührle. Negativi tratti da un reportage fotografico di Heinz Baumann, anni 1980 (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Com_Ex-BA01-0088-0005-0002 e -0004-0002).
Catena di montaggio e uscita dalla fabbrica dell'azienda Oerlikon-Bührle. Negativi tratti da un reportage fotografico di Heinz Baumann, anni 1980 (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Com_Ex-BA01-0088-0005-0002 e -0004-0002).

La Schweizerische Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon (SWO) fu fondata nel 1906 a seguito della ristrutturazione della Maschinenfabrik Oerlikon (MFO). Tuttavia, la SWO non conobbe il successo sperato: nel 1923 la fabbrica impiegava ancora solo 140 persone rispetto alle 300 del 1915. Fu rilevata nel 1924 con capitali tedeschi nell'ambito del riarmo segreto della Repubblica di Weimar; rinominata Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon (WO), si riorientò verso la produzione di cannoni antiaerei sotto la guida del suo nuovo direttore, Emil Georg Bührle. Quest'ultimo acquisì i diritti e i brevetti sul cannone tedesco Becker, trasferiti in Svizzera nel 1919 alla Seebacher Maschinenbau AG (Semag), fallita nel 1924, e che furono all'origine del cannone Oerlikon da 20 mm. L'azienda si espanse in modo regolare (300 operai e impiegati nel 1930, 800 nel 1936) e dal 1926 esportò in molti Paesi europei e d'oltremare. Principale azionista dal 1929, Bührle assunse il pieno controllo della WO nel 1938, trasformandola in una società in accomandita (Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon Bührle & Co.). Partecipò inoltre allo sviluppo dello studio di progettazione in balistica Contraves (1936) e alla fondazione del costruttore di aerei Pilatus Flugzeugwerke (1939). All'inizio della seconda guerra mondiale, la WO impiegava 2500 persone, divenute più di 3500 nel 1940, superando colossi dell'industria delle macchine zurighese come MFO o Escher, Wyss & Cie.

Fonte: Matthieu Leimgruber (a cura di), Kriegsgeschäfte, Kapital und Kunsthaus, 2021, p. 59.
Fonte: Matthieu Leimgruber (a cura di), Kriegsgeschäfte, Kapital und Kunsthaus, 2021, p. 59.

Dopo aver fornito cannoni automatici, in particolare a Cina, Messico, Francia e Paesi Bassi, dal giugno 1940, su richiesta del Consiglio federale, la WO reindirizzò le sue esportazioni verso la Germania nazista e le forze dell'Asse. Durante la guerra, la WO fu responsabile di oltre l'85% delle forniture di armi svizzere al Terzo Reich e alle forze dell'Asse, per un ammontare di 543 milioni di franchi. Queste forniture costituivano una violazione della Convenzione dell'Aia del 1907. Dal canto loro, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna produssero in massa dei cannoni Oerlikon (185'000 unità in totale), pur avendo inserito la WO nella lista nera dal 1941 e rifiutandosi di pagare i diritti sulle licenze legati a questi armamenti.

La rapidissima espansione dell'azienda, accompagnata da incidenti mortali, fra l'altro nei reparti di produzione di munizioni oberati di lavoro, causò grandi tensioni in seno alla manodopera. Queste portarono, nell'ottobre del 1940, al più grande sciopero in Svizzera durante la seconda guerra mondiale, in seguito al quale Bührle prese provvedimenti per sviluppare la politica sociale dell'azienda. Utilizzò inoltre i profitti ottenuti dalla WO per diversificare la sua produzione nel settore elettrotecnico e acquistò aziende tessili, importanti beni nel settore alberghiero e immobiliare a Zurigo e terreni agricoli in Ticino. Bührle fondò diverse imprese industriali nel Liechtenstein, tra cui la Gerätebauanstalt Balzers (dal 1995 Balzers und Leybold). Nonostante questi sforzi di diversificazione, la produzione di armamenti rimase centrale.

Volume d'affari totale e vendita di armi di Oerlikon-Bührle, 1930–1953

AnnoVolume d'affari totaleVendita di armi
 Mio. franchiQuota (%)Esportazioni, Mio. franchiMercato interno, Mio. franchi
19305,9583,40,0
19314,1753,10,0
19323,1391,20,0
19334,0642,60,0
19344,7844,00,0
19353,3662,20,0
1936............
193713,6...13,60,0
193837,49434,70,5
193954,77438,81,8
194092,86955,19,3
1941177,778125,014,2
1942149,7120178,51,6
1943178,569117,64,7
1944113,7126143,40,3
194540,210429,112,7
194615,6490,07,6
194722,480,01,8
194832,9165,20,0
194934,472,10,4
195042,7125,20,0
195155,32310,22,3
1952107,14441,65,6
1953163,25372,912,8
1954134,9.........
195565,4.........
Volume d'affari totale e vendita di armi di Oerlikon-Bührle, 1930-1953 – Matthieu Leimgruber (a cura di), Kriegsgeschäfte, Kapital und Kunsthaus, Anhang zum Forschungsbericht, 2021, p. 11. – Le serie di dati mostrano il ruolo centrale della produzione di armi all'interno di Oerlikon-Bührle. Le cifre sono talvolta contraddittorie, soprattutto durante la seconda guerra mondiale. In questo periodo, il fatturato realizzato con le armi appare superiore al volume d'affari totale. Questa divergenza potrebbe spiegarsi con il fatto che le fonti riportano le vendite sia per un anno civile, sia per un intervallo di dodici mesi (ad esempio «1942/1943», da maggio a maggio).

Dal 1944, il crollo delle esportazioni verso la Germania nazista, il mantenimento delle liste nere alleate fino al 1946 e, infine, il divieto di esportazione di armi decretato dal Consiglio federale tra il 1946 e il 1949, determinarono un forte calo delle attività. Con lo scoppio della guerra di Corea, grandi ordini dell'esercito americano (soprattutto per i missili aria-terra), poi della Confederazione e infine di nuovi Paesi decolonizzati, permisero una rapida ripresa degli affari. Alla morte di Emil Georg Bührle, nel novembre del 1956, la WO impiegava oltre 6500 persone, di cui più di due terzi nel settore degli armamenti (WO e Contraves) e dell'aeronautica (Pilatus Flugzeugwerke). Il gruppo disponeva inoltre di filiali in Italia e Svezia e di partecipazioni nella produzione di esplosivi nella Repubblica federale tedesca. I piani per la creazione di una filiale negli Stati Uniti fallirono a causa della riluttanza del governo americano.

Emil Georg Bührle (a sinistra) accoglie l'imperatore Hailè Selassiè I d'Etiopia e gli mostra la produzione di armi della Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon Bührle & Co., 26 novembre 1954. Negativi tratti da un reportage fotografico di Björn Erik Lindroos per l'agenzia zurighese Comet Photo AG (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG, Com_X-H064-06-KA e -04-18).
Emil Georg Bührle (a sinistra) accoglie l'imperatore Hailè Selassiè I d'Etiopia e gli mostra la produzione di armi della Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon Bührle & Co., 26 novembre 1954. Negativi tratti da un reportage fotografico di Björn Erik Lindroos per l'agenzia zurighese Comet Photo AG (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG, Com_X-H064-06-KA e -04-18).

Dieter Bührle succedette al padre e proseguì lo sviluppo del gruppo di famiglia. A causa dell'esportazione illegale di armi verso il Sudafrica (1963) e la Nigeria (1967), due Paesi soggetti a embarghi delle Nazioni Unite (ONU) e a divieti di esportazione di armi da parte della Confederazione, nel 1970 fu condannato a una pena detentiva con la condizionale e a una multa. Azienda leader nel settore degli armamenti in Svizzera, la WO rilevò la divisione armi del suo concorrente ginevrino Hispano Suiza nel 1970. Dagli anni 1960 l'impresa cercò di estendere la propria produzione al campo civile. Nel 1973 le diverse società, tra cui la banca privata Industrie- und Handelsbank AG (Ihag) fondata nel 1949, furono riunite in una holding, con il nome di Oerlikon-Bührle, a cui furono affiliate l'impresa Balzers AG, con sede nel Liechtenstein, e il produttore di scarpe Bally.

Marcia di protesta del 9 dicembre 1970 a Zurigo contro la condanna, ritenuta troppo clemente, di Dieter Bührle per esportazione illegale di armi a Paesi in guerra. Negativi tratti da un reportage fotografico di Josef Schmid per l'agenzia zurighese Comet Photo AG (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG, Com_L19-0790-0001-0002 e -0004, Com_L19-0790-0002-0004 e -0006).
Marcia di protesta del 9 dicembre 1970 a Zurigo contro la condanna, ritenuta troppo clemente, di Dieter Bührle per esportazione illegale di armi a Paesi in guerra. Negativi tratti da un reportage fotografico di Josef Schmid per l'agenzia zurighese Comet Photo AG (ETH-Bibliothek Zürich, Bildarchiv, Bestand Comet Photo AG, Com_L19-0790-0001-0002 e -0004, Com_L19-0790-0002-0004 e -0006).

L'organico del gruppo Oerlikon-Bührle raggiunse il suo apice nel 1980 con 37'000 dipendenti in Svizzera e all'estero. La fine della Guerra fredda e le difficoltà incontrate da Contraves nello sviluppo del sistema di difesa contraerea Adats (Air Defense Anti Tank System) comportarono grosse perdite per Oerlikon-Bührle. A causa di disaccordi sulla gestione dell'azienda, nel 1990 Dieter Bührle lasciò la direzione del gruppo, che fu ripresa dalla sorella, Hortense Anda-Bührle. Nel 1999 la Oerlikon-Bührle cedette il settore armamenti (acquisito dalla ditta tedesca Rheinmetall Air Defence), quello aerospaziale (rilevato dal gruppo svizzero Ruag Holding, aziende federali d'armamento), nonché la Bally e i suoi affari immobiliari. Nel 2000 vendette anche l'azienda Pilatus al fine di concentrarsi, con il nome di Unaxis, sul settore dell'alta tecnologia (partecipazione di maggioranza presso il produttore di microchip Esec dal 2000 al 2009; acquisto di Saurer nel 2007, venduta nel 2012). La vendita delle quote della famiglia Bührle nel 2005 ha innescato una disputa legale sull'adozione del nuovo nome, OC Oerlikon Corporation AG dal 2006, e una controversia pubblica sul rilevamento dell'impresa da parte di investitori stranieri, la società austriaca Victory Industriebeteiligung AG. Nel 2012, la famiglia Bührle riprese il controllo di Pilatus.

Riferimenti bibliografici

  • Zentralarchiv der Rheinmetall AG, Wuppertal e Haan.
Link
Scheda informativa
Contesto Schweizerische Werkzeugmaschinenfabrik Oerlikon (SWO), Unaxis, OC Oerlikon Corporation AG

Suggerimento di citazione

Thomas Gmür; Matthieu Leimgruber: "Oerlikon-Bührle", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 23.05.2023(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/041808/2023-05-23/, consultato il 29.03.2024.