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LaChaux-de-Fonds

La città nel 1863. Litografia di Heinrich Siegfried pubblicata da Heinrich Appenzeller a Zurigo (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv).
La città nel 1863. Litografia di Heinrich Siegfried pubblicata da Heinrich Appenzeller a Zurigo (Zentralbibliothek Zürich, Graphische Sammlung und Fotoarchiv). […]

Com. NE, distr. C. Città e capoluogo di distr., situata sulla frontiera franco-sviz. nella valle sinclinale di C. a ca. 1000 m di altitudine. Nel 1900 C. inglobò il com. di Les Eplatures (1500 ab.); (1350 ca.: la Chaz de Fonz; 1378: Chault de Font).

La città, organizzata secondo un piano ortogonale, è uno dei complessi urbani più coerenti della Svizzera del XIX sec. e considerato di importanza nazionale. C. conobbe un'importante crescita durante il XIX sec. con un tasso del 17‰: infatti la pop. triplicò tra il 1850 e il 1910 a seguito dello sviluppo del settore dell'orologeria. Il rapido aumento demografico fu causato da una forte immigrazione di Conf., provenienti per lo più dal cant. Berna. Nel 1880 il 30% della pop. era di lingua ted.

Struttura demografica del comune di La Chaux-de-Fonds

Anno15311615166117151750177518001825
Abitantica.   353554957022 3633 2344 9275 858
         
Anno 18501880a191019301950197019902000
Abitanti 12 63823 81837 75135 25233 30042 34736 89437 016
Linguafrancese 16 08932 36330 76128 81831 76229 87331 653
 tedesco 7 4214 3833 5593 3052 9031 191900
 italiano  263 911 8011 0505 6802 0011 335
 altre    45   94 131 1272 0023 8293 128
Religione, confessioneriformati 20 00629 91427 30623 87721 97913 96311 425
 cattolicib 3 1606 0776 5198 10018 14214 37911 320
 altri  6521 7601 4271 3232 2268 55214 271
 di cui senza appartenenzac      6 79010 059
Nazionalitàsvizzeri11 08420 68133 21832 64431 26532 92227 68927 106
 stranieri1 5543 1374 5332 6082 0359 4259 2059 910

a Popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani tra il 1880 e il 1930; dal 1950 cattolico-romani.

c Nessuna appartenenza a confessioni o gruppi religiosi.

Struttura demografica del comune di La Chaux-de-Fonds -  Archives de l'Etat de Neuchâtel; Ufficio federale di statistica

Preistoria e antichità

Alcune vestigia rinvenute nella grotta del Bichon sui versanti del Doubs attestano una presenza umana risalente già all'epoca epipaleolitica (10'300-9000 a.C.). Nel 1956 vennero inoltre scoperti un cranio umano e altri frammenti; l'uomo del Bichon appartenne alla razza di Cro-Magnon. Un'altra grotta, detta dei boîtiers, conserva resti del medesimo periodo; non è tuttavia stata trovata alcuna traccia di civiltà posteriore.

Medioevo ed epoca moderna

La regione, che faceva parte della signoria di Valangin, venne colonizzata tardivamente. C. conobbe una prima colonizzazione a partire dalla metà del XIV sec. proveniente dal sud, dal Val-de-Ruz. A quest'ultima si aggiunse, nel XV e XVI sec., una migrazione dal Clos de la Franchise, cioè dalle valli di Le Locle e dalla Sagne, affrancate da Jean II d'Aarberg nel 1372. I colonizzatori si insediarono definitivamente nell'attuale territorio di C., diviso in dieci zone soggette al pagamento della decima. L'allevamento era l'attività principale praticata nel com. L'assenza di struttura amministrativa ed ecclesiastica spiega in parte il debole sviluppo della comunità; a C. non vi fu né chiesa, né palazzo com., né tribunale (giustizia). Lo spazio geografico rimase vago soprattutto a est, dove la frontiera con il principato vescovile di Basilea era imprecisa. Un primo edificio religioso, dedicato a S. Umberto (Imier ?), venne consacrato nel 1528 da Pierre Tassard, vescovo di Besançon, che agì per conto del vescovo di Losanna. Negli anni 1530-40 C. aderì alla Riforma, imitando il resto della signoria. I confini della parrocchia vennero fissati nel 1550 da René de Challant, signore di Valangin. Con la parrocchia nacque una piccola comunità composta da membri della comunità di Valangin, da ab. in condizioni di semilibertà (francs-habergeants) e da ab. soggetti al pagamento della taglia. Dal 1616 C. dipese da Le Locle e da La Sagne nell'esercizio della bassa e media giustizia, mentre la giustizia criminale spettò a Valangin. La vita economica della città fu caratterizzata dalle attività agricole, poi dall'attività dei mulini sulle rive del Doubs. C. diventò un importante crocevia per il traffico tra Neuchâtel, la Franca Contea e il principato vescovile di Basilea.

XVII-XVIII secolo

La guerra dei Trent'anni (1618-48) e la posizione geografica propizia al commercio avviarono verosimilmente la prima fase di espansione di C. Il 2.12.1656 Enrico II d'Orléans-Longueville, principe di Neuchâtel, firmò l'atto di costituzione di una giurisdizione (mairie), il cui insediamento era stato richiesto da tempo dagli ab. di C. La parrocchia diventò così un'unità amministrativa (com.) e giudiziaria (mairie), dotata di un tribunale di bassa giustizia. Il com. poteva ormai organizzare tre fiere annuali e un mercato settimanale. Le frontiere vennero leggermente modificate con l'aggiunta a sud del quartiere di Boinod. Abraham Robert (1619-1679), notaio e segr. del Consiglio di Stato, venne designato maior dal governatore Jacques d'Estavayer-Molondin. La corte fu formata da 12 giudici, un cancelliere e un usciere. Il maior presiedeva la corte di giustizia e assisteva alle sedute del Consiglio della comunità e della Comunità generale; faceva pure parte del Concistoro e veniva assecondato nelle sue funzioni da un luogotenente. Robert sottopose a verifica la stima dei beni, che servì a stabilire la Description de la frontière des Montagnes de Valangin. La scuola com. aprì i battenti nel 1688.

Alcuni resti di fattorie del XVII sec. testimoniano una relativa prosperità economica, sebbene lo sviluppo dell'artigianato rimase modesto. La vita economica prese slancio a partire da Ginevra lungo la catena giurassiana, non prima del XVIII sec., con la diffusione delle fabbriche di ricami (merletti) e di orologi, che completarono le attività agricole e artigianali esistenti. La località non disponeva di risorse minerarie, ma i suoi fabbri e armaioli conoscevano l'arte della lavorazione dei metalli. Verso la metà del XVIII sec., nel territorio di C. furono attive ca. 500 macchine per la fabbricazione di merletti, poi verso il 1800 diminuirono a 300 unità a causa della concorrenza dell'industria orologiera. A partire dal XVIII sec. l'orologeria divenne una vera e propria industria fondata sul sistema dell'établissage (particolare forma di Verlagssystem) e sulla fabbricazione in pezzi staccati. C. è conosciuta spec. per la fabbricazione delle pendole smerciate nelle fiere; verso il 1750 furono recensiti 68 fabbricanti di pendole, otto ebanisti e quattro fonditori di bronzo. Alcuni grandi realizzatori di pendole contribuirono alla fama di C., come Josué Robert, orologiaio del re, o Pierre Jaquet-Droz e la sua fam. conosciuti per gli automi. Il contesto politico liberale facilitò l'immigrazione di operai provenienti dalla Svizzera, spec. da Ginevra e dalla Franca Contea, che vennero ad aggiungersi alla manodopera locale. Gli orologiai favorirono l'apparizione di una propria cultura, trasformando le mentalità, modificando gli usi e i costumi degli ab.

Veduta della città, ricostruita dopo l'incendio del 1794. Acquerello di anonimo, 1805 ca. (Musée d'histoire La Chaux-de-Fonds).
Veduta della città, ricostruita dopo l'incendio del 1794. Acquerello di anonimo, 1805 ca. (Musée d'histoire La Chaux-de-Fonds).

I proprietari, riuniti nella Compagnie du village, si occuparono della pianificazione urbana e delle sue infrastrutture. Tensioni sorsero a causa della diversa condizione sociale, che vigeva tra membri della comunità (cittadini e francs-habergeants) e dimoranti; anche i cittadini di Valangin e di Neuchâtel non furono trattati alla stessa stregua nel principato. Queste tensioni, così come i frequenti scambi con la Franca Contea e la circolazione di idee, spiegano l'eco favorevole della Rivoluzione franc. nelle montagne neocastellane, spec. a C., dove un'importante soc. patriottica contribuì alla diffusione delle idee rivoluzionarie. Nel 1793 numerosi orologiai, vittime della repressione, scelsero di insediarsi a Besançon, che contò più di 1800 arrivi tra l'anno II e l'anno IV (settembre 1793-settembre 1795); il grande incendio che distrusse la città nel 1794 venne perciò interpretato come un simbolo di castigo. Su iniziativa dell'incisore Moïse Perret-Gentil e con l'aiuto del Consiglio di Stato, la città venne rapidamente ricostruita secondo un piano che diede al cuore di C. la sua organizzazione moderna. Un nuovo tempio, di forma ovale, venne ricostruito sul sito della prima chiesa. Il palazzo com. venne edificato tra il 1803 e il 1805.

XIX-XX secolo

Durante la prima metà del XIX sec. le condizioni sociali delle persone non cambiarono. La comunità di Valangin divenne una forza essenzialmente conservatrice; l'accesso alla cittadinanza era difficile e oneroso. Il debito per la ricostruzione della città appesantiva la fiscalità. Le istituzioni non vennero modificate; il com. di Les Planchettes, creato nel 1812, venne assegnato alla mairie di C. Inoltre l'industrializzazione accelerò lo sviluppo della località e la pop. raddoppiò tra il 1815 e il 1849. Un nuovo piano urbanistico venne disegnato da Charles-Henri Junod (1835), ingegnere dei ponti e delle strade; le costruzioni sorsero lungo la valle e la strada maestra seguendo un allineamento a scacchiera.

Festa civica del 7.5.1848. Litografia colorata da un disegno di L. Droz (Musée d'histoire La Chaux-de-Fonds).
Festa civica del 7.5.1848. Litografia colorata da un disegno di L. Droz (Musée d'histoire La Chaux-de-Fonds). […]

Dopo il periodo di crisi degli anni 1816-17, la produzione orologiera divenne l'attività dominante della città. Nel 1847, ca. 4000 persone erano occupate direttamente nell'industria orologiera, cioé quasi un terzo della pop. totale. Iniziarono con questa produzione le prime forme di org. industriale e commerciale, come ad esempio un ufficio per il controllo dei metalli preziosi, aperto nel 1819. Il sistema economico rimase basato sulla divisione del lavoro e sullo sviluppo di opifici urbani. Le crisi degli anni 1837-39 e 1847-48 incitarono i fabbricanti a pretendere una maggiore libertà di commercio e a opporsi ai conservatori, accusandoli di monopolizzare il capitale bancario. La vita economica di C. fu dunque strettamente legata agli avvenimenti del 1848 e di conseguenza al sorgere di nuove org. sociali e culturali. Parallelamente alla diffusione delle chiese rif., fu creata (1834) una parrocchia catt. e un embrione di comunità isr. si insediò a C. Una loggia massonica, fondata nel 1819, venne ad affiancarsi ai circoli repubblicani, tra cui l'Unione (creata verso il 1830), e una sezione ted. della Soc. del Grütli nel 1845. Le idee progressiste e repubblicane circolarono innanzitutto grazie a questa org. sociale, inglobando pure scuole ed enti culturali che iniziavano a svilupparsi, così come la biblioteca e il teatro, o la sezione locale della Soc. di scienze naturali animata da Célestin Nicolet. Altre ass. di tipo caritativo si occuparono della salute e delle condizioni di vita della pop.

Dopo la rivoluzione neocastellana (1.3.1848), C. diventò il polo economico del cant. Neuchâtel e assurse a rango di città moderna. Sede di prefettura (fino al 1990), C. è pure capoluogo di distr. Il vecchio com. patriziale sopravvisse fino al 1888, ma già nel 1851 venne soppiantato dal com. politico. Un consiglio com. di 40 membri (legislativo), eletto a suffragio universale, eleggeva un esecutivo di sette membri. I radicali dominarono la vita politica cittadina fin verso gli anni 1890-1900, ma la loro azione venne contrastata dai liberali provenienti per lo più dalla vecchia borghesia locale, e dai primi socialisti, organizzati da Pierre Coullery e dall'Ass. intern. dei lavoratori, la cui sezione contava nel 1865 ca. 250 membri. Città e il maggiore com. agricolo del cant., C. si dotò progressivamente di infrastrutture moderne: telegrafo (1852), ferrovia (dal 1857), rete fognaria, ecc. Uno dei punti forti della modernizzazione urbanistica fu l'introduzione dell'acqua corrente dell'Areuse (1887).

La struttura a scacchiera della città come risulta da una fotografia aerea realizzata nel 1936 (Ufficio federale di topografia).
La struttura a scacchiera della città come risulta da una fotografia aerea realizzata nel 1936 (Ufficio federale di topografia).

Nonostante le crisi del XIX sec., la città divenne, secondo la definizione di Marx "un'unica manifattura orologiera", paragonabile a una città americana per il tipo di urbanizzazione e per il melting-pot della pop. Inoltre lo sviluppo del settore orologiero favorì l'arrivo di numerosi emigranti, in maggioranza sviz. e it. (impiegati nell'edilizia). Ebrei giunti dall'Alsazia costituirono una colonia importante per la vita economica e culturale; una grande sinagoga venne inaugurata nel 1896. Alla fine del XIX sec. l'industria orologiera subì una profonda mutazione, passando dalla produzione a domicilio a quella meccanizzata in manifatture di piccole dimensioni. Con il raggrupparsi della manodopera, si formarono ass. professionali e sindacati; la Camera sviz. dell'orologeria venne inaugurata nel 1900.

L'influenza dell'industria orologiera si manifestò pure in ambiti culturali e dell'insegnamento. Nel 1850 l'antica Camera di educazione venne sostituita da una commissione per l'educazione; i poteri pubblici si impegnarono inoltre nella costruzione di scuole, come il collegio industriale (1876), che diventò liceo nel 1900, al quale vennero affiancati una biblioteca e dei musei. La scuola orologiera, fondata nel 1865, fu affiancata da una scuola tecnica superiore e una scuola di arte destinata alla formazione di gioiellieri e incisori, dove insegnarono pure Charles L'Eplattenier e Charles-Edouard Jeanneret (Le Corbusier), che collaborarono anche all'abbellimento della città. La villa turca venne costruita da Le Corbusier (1917); il Museo di belle arti fu opera degli architetti René Chapallaz e Charles L'Eplattenier. Una scuola di commercio venne inaugurata nel 1913.

Nonostante la diffusione dei luoghi di culto, spec. l'edificazione di un tempio ted. nel 1853, la ricostruzione del Grand temple dopo l'incendio del 1919 e la creazione dell'Unione cristiana animata dal pastore Paul Pettavel, C. non sfuggì alla disaffezione nei confronti della Chiesa; un fenomeno peraltro tipico delle città industriali del periodo. Sul piano sociale si assistette invece a un'intensa animazione attorno a circoli, musei, sale di concerto e teatri, e allo sviluppo di nuove forme di svago tramite i club sportivi.

La folla mentre ascolta Jules Humbert-Droz davanti al palazzo delle poste di La Chaux-de-Fonds, durante l'ultimo giorno dello sciopero generale (14.11.1918). Cartolina postale (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds, Fonds Jules Humbert-Droz).
La folla mentre ascolta Jules Humbert-Droz davanti al palazzo delle poste di La Chaux-de-Fonds, durante l'ultimo giorno dello sciopero generale (14.11.1918). Cartolina postale (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds, Fonds Jules Humbert-Droz).

La fine del XIX sec. e i primi anni del XX sec. furono caratterizzati da gravi conflitti sociali, che culminarono nello sciopero dei muratori del 1904, sostenuto dal partito socialista e dall'Unione operaia. Sul piano politico il com. da radicale diventò socialista nel 1912, dopo l'introduzione del sistema proporzionale; nel 1918 il numero di consiglieri com. aumentò di un seggio (da 40 a 41). Dal 1917 la guerra e le difficoltà economico-sociali provocarono nuove tensioni. Al seguito di manifestazioni antimilitariste e a sostegno del leader socialista Ernest Paul Graber, la città venne occupata a due riprese dall'esercito. Nonostante la creazione di un partito progressista (PPN), diretto dall'avvocato Arnold Bolle, e del partito comunista, la cui figura di spicco era Jules Humbert-Droz, il partito socialista, con alla testa Charles Naine, conservò la maggioranza nelle elezioni del 1921. Il movimento cooperativo conobbe un importante sviluppo nel periodo fra le due guerre. Dopo la sua proibizione, il partito comunista si trasformò nel 1944 in partito operaio e popolare (POP), e dal 1948 occupa un seggio in municipio accanto a due socialisti, un radicale e un liberale progressista nazionale.

Operaie della ditta Philips al lavoro. Fotografia di Fernand Perret, 1940 ca. (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds, Département audiovisuel, Fonds iconographique courant, P3-153).
Operaie della ditta Philips al lavoro. Fotografia di Fernand Perret, 1940 ca. (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds, Département audiovisuel, Fonds iconographique courant, P3-153).

La necessità di diversificare l'attività economica diventò una delle maggiori preoccupazioni dei poteri pubblici, anche perché l'orologeria non poteva da sola riassorbire la disoccupazione, che all'inizio del 1933 nel cant. interessava più di 14'000 persone. Nel 1934 C. e Le Locle crearono l'ufficio neocastellano per la ricerca di nuove industrie (ORIN), che facilitò l'insediamento di diverse fabbriche, spec. di apparecchi radio. L'esperienza venne continuata in seno all'ufficio economico cant. (OECN), fondato nel 1944. Prima della seconda guerra mondiale 500 persone ca. vennero impiegate in nuove fabbriche, riassorbendo il 50% della disoccupazione femminile. C. mantenne il carattere di città industriale. Nel 1941 il 64% della pop. attiva era occupata nel secondario, di cui il 56% nell'orologeria. Dopo la seconda guerra mondiale e fino a metà degli anni 1970-80 questa tendenza venne rafforzata dalla forte crescita economica. Nel 1975 la città perse più di 1000 ab. e più di 2000 impieghi, soprattutto nel settore orologiero. Il com. aderisce alla Regione Centro-Giura, che raggruppa 17 com. ed è stata riconosciuta dalla legge fed. per l'aiuto in materia di investimenti nelle regioni di montagna (LIM; 1976). Nel 2000 il settore secondario forniva meno della metà dei posti di lavoro.

Catalogo del primo salone dell'orologeria nel 1933 (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds).
Catalogo del primo salone dell'orologeria nel 1933 (Bibliothèque de la Ville de La Chaux-de-Fonds). […]

Le costruzioni edili, che erano proseguite tra le due guerre, ripresero a partire dagli anni 1950-60; la città si estese soprattutto a ovest, nel quartiere di Les Forges. Nella zona industriale di Les Eplatures si insediarono nuove fabbriche e l'aeroporto regionale (1926, ammodernato nel 1956). La struttura urbana è caratterizzata da un abitato sempre più sparso e dalla progressiva perdita di coerenza a seguito della proliferazione di quartieri residenziali al sud e al nord della città. Negli anni 1980-90 vennero lanciate diverse iniziative di riabilitazione del nucleo e degli elementi di Art nouveau.

La crescita della città favorì inoltre la creazione di nuove scuole per tutti i livelli di educazione e di formazione professionale; un liceo venne inaugurato nel 1971. L'ospedale, inaugurato nel 1898, fu sostituito nel 1960 da un'istituzione moderna; ospita un centro cant. di oncologia e radioterapia e l'Ist. neocastellano di microbiologia. Vennero inoltre costituiti nuovi luoghi di cultura: il Club 44 (1944), la sala di musica (1955), il museo contadino (1971), il Museo intern. dell'orologeria (1974) e l'Ist. L'Homme et le Temps (1989). Il Théâtre populaire romand ha sede a C. dal 1968. Le chiese risalgono per lo più all'inizio del XX sec.; in seguito si sono aggiunti ad esse alcuni edifici quali la chiesa di S. Giovanni (1972). La vita sociale di C. ha trovato pure sfogo negli sport collettivi, l'hockey su ghiaccio e il calcio. La città è sprovvista di periferia e si definisce "città nella campagna", strettamente solidale con il mondo rurale che la circonda. Le frazioni vicine, nella regione di Valanvron o di Joux Derrière, ospitano fattorie in parte non ancora trasformate in residenze secondarie. I contadini di C. praticano essenzialmente l'allevamento. La campagna e la collina di Pouillerel, così come le rive del Doubs, sono apprezzati luoghi di escursione.

Riferimenti bibliografici

  • L.-E. Roulet, L'établissement de la mairie de La Chaux-de-Fonds en 1656, 1956
  • R. Cop, Histoire de La Chaux-de-Fonds, 1980
  • Hist.NE
  • J.-M. Barrelet, J. Ramseyer, La Chaux-de-Fonds, ou le défi d'une cité horlogère, 1848-1914, 1990
  • Y. Tissot, Le théâtre de La Chaux-de-Fonds, une bonbonnière révolutionnaire, 2003
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Suggerimento di citazione

Jean-Marc Barrelet: "Chaux-de-Fonds, La", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 25.02.2010(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002837/2010-02-25/, consultato il 19.03.2024.