L'economia agricola mista o agricoltura convertibile è un sistema di Sfruttamento del suolo che prevede l'alternanza sul medesimo appezzamento di colture cerealicole e foraggere. Poiché nelle regioni con precipitazioni abbondanti l'economia agricola mista risulta superiore alla campicoltura permanente, essa era ampiamente diffusa nel Giura, nelle regioni dell'Altopiano superiore, nelle Prealpi e nelle Alpi già prima della Rivoluzione agricola del XIX sec.
L'economia agricola mista di tipo spontaneo, contraddistinta da un'alternanza irregolare di cereali e foraggio verde, veniva praticata già in epoca preistorica, mentre quella di tipo regolare compare sotto varie forme nel ME e nell'epoca moderna. Nell'Insediamento sparso con terreni circoscritti fu praticata in forma di rotazione a pascolo temporaneo e la sua diffusione sembrerebbe aver beneficiato dello sviluppo delle curtes isolate nel XV-XVI sec. Nei Villaggi, l'economia agricola mista veniva praticata in modo estensivo sui terreni marginali dei Beni comuni. Nell'ambito dell'Avvicendamento delle colture, con l'introduzione delle Recinzioni nel XVI-XVIII sec. nacquero terreni ad agricoltura mista con cerealicoltura intensiva, ad alto rendimento. Nelle valli dell'Altopiano centrale, i terreni a coltivazione mista venivano irrigati durante il periodo di crescita dei terreni prativi (marcite). Nel XVIII sec. i sostenitori della riforma agricola promossero il passaggio dalla Rotazione triennale all'economia agricola mista ponendo in risalto la maggiore rendita dei terreni e il risparmio nel lavoro di aratura. Con la diffusione della Rotazione continua, l'economia agricola mista fondata sull'inerbimento naturale perse importanza.