Com. VS, distr. Monthey, alla frontiera franco-sviz.; (1286: Champery). Villaggio situato lungo la strada in fondo alla valle di Illiez e insediamento sparso. Un tempo C. faceva parte di Val-d'Illiez, dal 1839 è com. autonomo. Pop: 405 ab. nel 1798, 619 nel 1850, 503 nel 1860, 704 nel 1900, 861 nel 1950, 1107 nel 2000.
Sono state rinvenute un'ascia del Neolitico e monete romane. La valle sarebbe stata colonizzata all'epoca delle grandi invasioni. I feudi della valle d'Illiez erano distribuiti fra numerosi nobili (Châtillon-Larringes, Arbignon, Montheolo), vassalli dei Savoia. La regione beneficiava di una certa autonomia e di alcuni privilegi che dovette difendere quando venne invasa dagli ab. dell'alto Vallese, nel 1536: il diritto di proporre la nomina alla carica di castellano, la gestione dei beni com. e la riduzione della manomorta. La pop., che nel 1715 riscattò le servitù feudali, aumentò sensibilmente nel XVII e XVIII sec. I conflitti con i governatori altovallesani di Monthey erano frequenti e culminarono nell'insurrezione del 1790; il ruolo che vi avrebbe svolto Pierre-Maurice Rey-Bellet ne fece un eroe locale. I manoscritti dell'abate Jean-Maurice Clément descrivono questi avvenimenti in chiave romanzesca. Fino al 1854, C. fece capo alla parrocchia di Val-d'Illiez; la cappella, dedicata a S. Teodulo, risale al 1436, il rettorato al 1723; il santuario barocco, di cui rimane una torre, è del 1725, due nuove costruzioni furono edificate nel 1898 e 1966. Il XIX sec. fu segnato dalla soppressione del servizio mercenario, fino ad allora importante sul piano economico, e dall'emigrazione di intere fam. verso l'Algeria (1851) e l'Argentina (1861). Nel 1857 venne costruito il primo albergo; dopo l'apertura della strada nel 1865, l'industria del turismo si sviluppò rapidamente. Nel 2000, l'8% della pop. era occupato nel settore agricolo, il 79% nel terziario.