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Equilibrio europeo

Il concetto di equilibrio europeo fece la sua comparsa quando l'unità dell'Europa medievale, legata a una fede unitaria e all'idea di Impero universale, fu intaccata dalla Riforma e dalle ambizioni nazionali. Gradualmente si impose l'idea che il predominio di una sola potenza andasse evitato e che occorresse mantenere una situazione di equilibrio in Europa.

Raduno sotto Jougne dei battaglioni di Ginevra, Berna, Turgovia, Ticino e dell'artiglieria di Neuchâtel al loro rientro in Svizzera il 24.7.1815; acquaforte acquerellata datata 1816 e firmata Lenoir e DuBois (Biblioteca nazionale svizzera, Collezione grafica).
Raduno sotto Jougne dei battaglioni di Ginevra, Berna, Turgovia, Ticino e dell'artiglieria di Neuchâtel al loro rientro in Svizzera il 24.7.1815; acquaforte acquerellata datata 1816 e firmata Lenoir e DuBois (Biblioteca nazionale svizzera, Collezione grafica). […]

In un primo momento, il contributo della Svizzera all'equilibrio europeo consistette nella sua volontà di esistenza. Nonostante la situazione di fine XIII sec., il nucleo originario delle leghe sviz. seppe imporre la sua presenza grazie alla posizione privilegiata lungo le vie di comunicazione che attraversavano le Alpi centrali, assicurandone la sicurezza nell'interesse generale. A partire dal XVI sec., benché le potenze successivamente predominanti (Spagna, Francia, Inghilterra) si sforzassero di dividerli, i 13 cant. della Conf. riuscirono a rimanere uniti, in particolare grazie alla gestione dei territori dipendenti, i baliaggi comuni. Con la pace di Vestfalia del 1648, l'indipendenza del Corpo elvetico fu pienamente riconosciuta come fattore di equilibrio nel cuore dell'Europa. Altri legami si crearono attraverso il servizio mercenario all'estero, gli scambi commerciali e l'equilibrio confessionale. All'apogeo dell'assolutismo, la politica accorta praticata dai cant. permise loro di sottrarsi alle mire egemoniche delle grandi potenze.

La Rivoluzione del 1789 ruppe l'equilibrio del XVIII sec. a favore della Francia. Con la pace di Campoformio, essa ottenne carta bianca dall'Austria per invadere la Svizzera. Da parte sua, l'Inghilterra considerò il ritorno delle truppe franc. su suolo sviz. nel settembre del 1802 come una violazione della pace di Lunéville e del nuovo equilibrio da essa creato, ciò che costituì uno degli argomenti per la ripresa della guerra. Sotto l'Impero napoleonico, la Svizzera fu costretta ad abbandonare, de facto se non de jure, la propria Neutralità. Nel periodo della Restaurazione, il congresso di Vienna del 1815 garantì la salvaguardia della Conf. e ne riconobbe ufficialmente la neutralità, ritenuta indispensabile per l'ordine europeo dal concerto delle potenze conservatrici. Dopo il 1870, l'equilibrio europeo si basò su due sistemi di alleanze contrapposte: la Triplice alleanza e l'Entente cordiale. Il loro confronto nel corso della prima guerra mondiale sfociò in un nuovo equilibrio, di tipo policentrico, incentrato sulla Società delle Nazioni che si voleva universale e pacifica. La Svizzera vi partecipò inizialmente con slancio, per poi distanziarsene quando i totalitarismi crearono un "ordine nuovo" di natura dispotica.

Nel 1945, gli Alleati vittoriosi diedero vita a un nuovo ordine mondiale basato sull'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e le sue agenzie, che in un primo tempo non riconobbero la neutralità elvetica. La Guerra fredda portò a una ridefinizione dell'equilibrio europeo in base ad alleanze militari (NATO, Patto di Varsavia) o economiche (Mercato comune, COMECON), da cui la Svizzera si tenne in disparte anche quando i rapporti tra i due blocchi si fecero più distesi. Pur beneficiando delle garanzie offerte dal "mondo libero", confermò la sua neutralità in nome di un equilibrio più generale ritenuto conforme ai propri interessi di lungo periodo. Dopo il crollo del comunismo nel 1989, la neutralità della Svizzera è diventata ancora più attiva e sono stati destinati maggiori mezzi all'esercizio della solidarietà. Nel quadro della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (accordi di Helsinki) e dell'org. da essa scaturita (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)), la Svizzera ha contribuito a consolidare l'equilibrio generale. Il rifiuto dello Spazio economico europeo nel 1992 e il voto contrario a una rapida ripresa della domanda di adesione all'Unione europea (UE) nel 2001 escludono a breve termine la partecipazione della Svizzera a questo organismo, al cui interno l'equilibrio europeo ruota attorno alla coppia Francia-Germania.

Riferimenti bibliografici

  • W. E. Rappard, Cinq siècles de sécurité collective 1291-1798, 1945
  • G. Livet, L'équilibre européen de la fin du XVe à la fin du XVIIIe siècle, 1976
  • E. Bonjour, Storia della neutralità svizzera: compendio, 1981 (ted. 1978)
Link

Suggerimento di citazione

Roland Ruffieux: "Equilibrio europeo", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.03.2006(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/026458/2006-03-20/, consultato il 29.03.2024.