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UlrichWille

Ulrich Wille (visibile di fronte) posa per il pittore Ferdinand Hodler e lo scultore Auguste Heer. Fotografia realizzata nel 1915 da Franz Henn (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione grafica).
Ulrich Wille (visibile di fronte) posa per il pittore Ferdinand Hodler e lo scultore Auguste Heer. Fotografia realizzata nel 1915 da Franz Henn (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione grafica). […]

5.4.1848 Amburgo, 31.1.1925 Meilen, rif., di La Sagne, dal 1890 di Zurigo, dal 1915 cittadino onorario di Meilen. Figlio di François (->) e di Eliza (->). (1872) Clara von Bismarck, figlia di Friedrich, tenente generale del Württemberg. Nel 1851 la fam. si trasferì da Amburgo nella tenuta Mariafeld a Meilen. Accanto alla scuola elementare, seguì un'istruzione da cadetto e poi lezioni impartite dai genitori. Studiò diritto alle Univ. di Zurigo, Halle e Heidelberg (dal 1865), dove conseguì il dottorato (1869). Dopo aver prestato servizio come tenente durante l'occupazione delle frontiere (1870-71), sotto l'influsso di Hermann Bleuler intraprese una carriera di ufficiale istruttore di artiglieria (1871). Fu inviato a Berlino al reggimento di artiglieria 1 della Guardia prussiana e alla scuola di artiglieria e genio. Nel 1872 concluse la scuola fed. per istruttori. Nello Stato maggiore fed. dell'artiglieria raggiunse il grado di capitano (1874), ma non fu ammesso nel neoistituito corpo degli ufficiali di Stato maggiore generale. Maggiore (1877), fu comandante del parco della divisione 8.

Con l'inizio della sua attività di istruttore a Thun (1872) si occupò di metodi di istruzione e pubblicò articoli di politica militare; nel contempo fu municipale a Thun. Per la sua campagna in favore di un nuovo orientamento dell'istruzione militare secondo il modello prussiano-ted., nel 1880 acquistò la Zeitschrift für Artillerie und Genie. Nominato istruttore capo della cavalleria (1883), cessò temporaneamente la sua offensiva pubblicistica. Dopo la promozione a colonnello (1885), divenne capo d'arma della cavalleria (1892). Accentuò i suoi sforzi volti a rendere l'esercito di milizia, attraverso il drill e una condotta severa, idoneo al combattimento. I sempre più numerosi sostenitori della corrente che faceva capo a W. (detta "innovatrice"), che aspirava a rafforzare l'autorità degli ufficiali e la disciplina dei soldati, si contrapposero alla corrente "nazionale", fedele alle forme di istruzione tradizionali. Dopo aver provocato il proprio licenziamento da capo d'arma (1896), svolse attività pubblicistica e si candidò senza successo al municipio di Zurigo e al Consiglio nazionale. Reintegrato come colonnello divisionario di milizia (1900), divenne redattore dell'Allgemeine Schweizerische Militärzeitschrift (1901). Dopo che la campagna scandalistica lanciata dai suoi sostenitori, il cosiddetto affare Hydra (1903), indebolì la corrente "nazionale", W. fu nominato colonnello comandante di corpo alla testa del corpo d'armata 3 (1904). Fu inoltre docente incaricato (dal 1903) e poi professore (dal 1907) di scienze militari al Politecnico fed. di Zurigo, dove riuscì a creare, all'interno della sezione militare, una scuola destinata agli ufficiali istruttori (1911). Nel corso del primo decennio del XX sec. occupò tutte le posizioni militari di rilievo. Le sue concezioni nel campo dell'istruzione e della condotta si imposero con l'organizzazione militare del 1907 e gli obiettivi dell'istruzione del 1908. Quale comandante del corpo d'armata 3 provvide alla loro messa in pratica e nel 1912 diresse le manovre in occasione della visita dell'imperatore ted. Guglielmo II.

Contro la volontà iniziale del parlamento, il 3.8.1914 fu eletto generale dopo un intervento del Consiglio fed. W. aveva indotto Theophil Sprecher von Bernegg a rinunciare a tale carica e ad accettare al suo posto quella di capo di Stato maggiore generale dell'esercito. Più che a sfide operative e strategiche, nel corso della prima guerra mondiale fu confrontato a problemi economici e sociali dovuti al prolungarsi di un servizio armato a difesa della neutralità. A ciò si aggiunsero tensioni interne tra Svizzera franc. e ted. Nell'affare dei colonnelli (1916) - dopo che fu scoperto il servizio informazioni svolto da alcuni ufficiali di Stato maggiore generale in favore degli Imperi centrali, tollerato da W. - coprì i responsabili, aggravando il contrasto tra regioni linguistiche. Durante tutto il servizio attivo restò legato alle sue norme e ai suoi valori autoritari. La sua rigida concezione del mondo contribuì a far sorgere presso medici militari e il Consiglio fed. dubbi sul suo stato di salute e la sua capacità di resistenza. Alla base di tali dubbi vi furono anche tentativi politici di sostituire il generale filoted. con un ufficiale svizzerofranc.

Nel 1918 si moltiplicarono gli indizi di uno sciopero generale che il movimento operaio stava preparando per ottenere rivendicazioni di politica sociale e una rappresentanza più equa della classe operaia negli esecutivi. Mentre le autorità cant. e il Consiglio fed. indugiavano nel richiamare le truppe, W., sostenitore di una dimostrazione di forza preventiva, riuscì infine a ottenere l'occupazione delle città di Berna e Zurigo da parte della cavalleria e di battaglioni di fanteria provenienti dalle regioni rurali. Uno sciopero di protesta indetto contro questo massiccio spiegamento di truppe diede avvio allo sciopero generale. Benché gli interventi dei soldati del servizio d'ordine fossero stati rari, il comitato di Olten pose fine allo sciopero dopo un ultimatum del Consiglio fed., non da ultimo per timore di uno scontro con i militari. W. salutò la fine delle agitazioni come un successo della sua strategia di intimidazione. Quando si ritirò dalla carica di generale (11.12.1918), fu ringraziato per i servizi resi, ma non per il suo rapporto sul servizio attivo.

L'importanza di W. non è legata solo alla sua funzione di comandante in capo dell'esercito durante la prima guerra mondiale, ma spec. al suo impegno per rendere l'esercito di milizia idoneo al combattimento. Per questo si ispirò all'istruzione militare prussiano-ted. e a una concezione degli ufficiali come casta. Propugnò una visione idealista, hegeliana e machiavelliana dello Stato e della società, secondo cui servire come soldato era dovere primario del cittadino ed espressione massima della sua virilità. Questa impostazione fu condivisa da ampi settori della borghesia e del corpo ufficiali, ma fu avversata spec. dalla classe operaia e in parte nella Svizzera franc.

Riferimenti bibliografici

  • Gesammelte Schriften, a cura di E. Schumacher, 1941
  • APriv Mariafeld, Meilen
  • H. C. Röthlisberger, Der politische Standort von U. Wille, 1975
  • R. Jaun, Preussen vor Augen, 1999
  • H. R. Fuhrer, P. M. Strässle (a cura di), General U. Wille, 2003
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Scheda informativa
Appartenenza familiare
Dati biografici ∗︎ 5.4.1848 ✝︎ 31.1.1925

Suggerimento di citazione

Rudolf Jaun: "Wille, Ulrich", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 04.11.2013(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/024433/2013-11-04/, consultato il 28.03.2024.