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Grandsoncomune

Comune del canton Vaud, nel distretto dello Jura-Nord vaudois, situato all'estremità occidentale della riva settentrionale del lago di Neuchâtel sul fianco di un rilievo morenico delimitato a sud ovest dalle acque del Grandsonnet e comprendente le frazioni di Tuileries-de-Grandson (dal 1834) e di Corcelettes. Prima attestazione: Grancione (seconda metà dell'XI secolo). Popolazione: 822 abitanti nel 1803, 1248 nel 1850, 1771 nel 1900, 1800 nel 1950, 2759 nel 2000, 3039 nel 2010.

Grandson: carta di situazione 2018 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2019 DSS.
Grandson: carta di situazione 2018 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2019 DSS.

Preistoria

Nel maggio del 1895, in località Les Echâtelards, un contadino rinvenne un menhir sepolto nel suo campo: il rozzo monolito, alto 3,4 m, del peso di ca. 3 t e risalente al Neolitico, è oggi visibile nei pressi del luogo in cui fu scoperto. Il comune di Grandson è però noto soprattutto per i suoi villaggi litorali. Nel 1854, quando Ferdinand Keller pubblicò la sua celebre ricerca sulle palafitte dei laghi svizzeri (Die keltischen Pfahlbauten in den Schweizerseen), che suscitò l'interesse popolare per il tema dei palafitticoli, Frédéric Troyon segnalò all'autore l'insediamento di Corcelettes, dove tra numerose palafitte aveva trovato dei vasi. Nel 1930, sul territorio comunale erano stati identificati diversi insediamenti: a Corcelettes, un vasto sito dell'età del Bronzo e uno più modesto del Neolitico; a Les Buttes, due insediamenti neolitici; a Le Repuis, Le Stand e Les Tuileries, altre tre stazioni, senza suppellettili, probabilmente risalenti al Neolitico. Nel 1995 un insediamento del periodo compreso tra il 2741 e il 2488 a.C. (Neolitico finale) fu localizzato presso il campeggio di Belle-Rive (Corcelettes Belle-Rive). Un altra stazione attribuita al Neolitico finale (cultura di Lüscherz) è stata individuata nel 2017 e parzialmente studiata nel 2018 (Corcelettes I).

La stazione palafitticola di Corcelettes Les Violes, la più importante di Grandson, risale all'età del Bronzo e figura tra i 56 siti palafitticoli svizzeri iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco. Nonostante la massiccia estrazione di reperti nel XIX secolo e l'erosione subita nel XX secolo, rimane una delle stazioni palafitticole più vaste e meglio conservate del lago di Neuchâtel. Inoltre è probabilmente il sito svizzero dell'età del Bronzo che ha fornito il maggior numero di oggetti metallici ai musei cantonali ed esteri e alle collezioni private. 

L'età del Ferro è attestata a Grandson unicamente da una fibula del tipo Certosa, mentre l'epoca romana ha restituito solo reperti isolati (tegole, resti di muratura), sparsi sul territorio comunale.

Dal Medioevo al XX secolo

Lo sviluppo di Grandson è strettamente legato al castello e ai suoi proprietari, i signori de Grandson, che apparvero attorno al Mille. Le prime testimonianze del borgo castrale risalgono al 1100 ca., ma la sua esistenza è sicuramente anteriore. Verso il 1146, o quantomeno prima del 1178, i de Grandson favorirono l'insediamento del priorato benedettino di S. Giovanni, che dipendeva dall'abbazia di La Chaise-Dieu nell'Alvernia, in particolare con la donazione della chiesa di S. Giovanni Battista, ristrutturata per l'occasione (spettacolari capitelli su colonne monolitiche, ampliamento dell'abside verso il 1300-1308). Sul piano ecclesiastico, Grandson fu filiale di Giez fino al 1438, quando la chiesa priorale fu elevata a parrocchiale. L'arrivo dei benedettini contribuì allo sviluppo del borgo che, attorno al 1300, era probabilmente cinto da mura (salvo sul lato del lago) e presentava un carattere urbano ben definito. La manutenzione delle mura era demandata alle circoscrizioni giudiziarie (métralie) di Provence, Bonvillars, Fiez, Concise e Yvonand. Othon I de Grandson trasformò il vecchio castello romanico, ampliandolo in misura considerevole tra il 1277 e il 1281 e all'inizio del XIV secolo. Un grande incendio (forse scoppiato nel 1378, ma attestato solo nel 1397) distrusse l'intera copertura dell'edificio e buona parte del borgo e colpì forse anche la chiesa. Le guerre di Borgogna causarono altri danni importanti, soprattutto al castello. La cittadinanza, cui Othon I concesse una lettera di franchigia prima del 1328, è menzionata dal 1293; un mercato coperto fiancheggiava il lato nord della chiesa, macellerie sono attestate nel sobborgo di Le Revelin, presso la porta di Giez. Verso il 1289 Othon I favorì gli ordini mendicanti e permise ai francescani di edificare il loro convento - di cui oggi si sono conservati solo il campanile della chiesa e pochi resti dell'edificio - all'entrata occidentale della città. Un ospedale, fondato nella seconda metà del XIV secolo e passato alla città di Grandson nel 1420, era ubicato nell'attuale rue Basse, vicino alla torre d'ingresso di Gey, demolita nel 1837. La frazione di Les Tuileries-de-Grandson, situata a 2 km a sud ovest del nucleo principale, era denominata Fiez-Pittet-dessous fino a quando, nel 1459, vi si stabilirono Guillaume Amiet e suo fratello, fornaciai originari di Bevaix; in origine parte del comune di Montagny-près-Yverdon, nel 1834 fu annessa a Grandson, insieme alla località di Chamard, dove veniva estratta argilla.

Veduta da nord est del castello e del borgo di Grandson attorno al 1786. Acquaforte al tratto colorata di Balthasar Anton Dunker ispirata a un disegno di Niklaus Sprüngli, architetto delle autorità bernesi (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione Gugelmann).
Veduta da nord est del castello e del borgo di Grandson attorno al 1786. Acquaforte al tratto colorata di Balthasar Anton Dunker ispirata a un disegno di Niklaus Sprüngli, architetto delle autorità bernesi (Biblioteca nazionale svizzera, Berna, Collezione Gugelmann). […]

L'atto di forza di Guillaume Farel, che fece distruggere gli altari della chiesa dei francescani nel 1531, e la predicazione di Jean Le Comte, originario della Francia, fecero da premessa alla Riforma, imposta da Berna però solo nel 1554, dopo il "Plus" (voto che aboliva la messa). Gli edifici conventuali dei francescani furono suddivisi tra la città e i cantoni di Berna e Friburgo; da allora e fino all'inizio del XIX secolo il cimitero di Grandson fu ospitato dal chiostro. Il priorato di S. Giovanni fu soppresso e i suoi edifici furono adibiti a palazzo comunale e scuola; solo nel 1728/1729 le autorità bernesi vi sistemarono anche le abitazioni per il pastore e il diacono. Sotto il regime bernese, il comune era amministrato da un Consiglio di 24 membri; fra questi, i primi 12 formavano la corte di giustizia. Appartenne dapprima al baliaggio comune di Grandson (1475-1798), in seguito al distretto omonimo (1798-2006). Le idee della Rivoluzione francese furono introdotte a Grandson da Gabriel-Antoine Miéville, redattore del Peuple vaudois: bulletin officiel, organo dell'Assemblea provvisoria e antesignano della Gazette de Lausanne.

Nel XIX secolo importanti interventi di sistemazione trasformarono in maniera considerevole il borgo e le sue adiacenze. Per congiungere direttamente la rue Basse alla strada cantonale, dopo il 1819 si procedette alla demolizione della chiesa dei francescani e alla dislocazione del cimitero a Les Collombaires; nel 1890 furono rimosse anche le fondamenta della chiesa per far posto all'attuale palazzo comunale. La linea ferroviaria Yverdon-Bienne, costruita su una diga (1858), separò la città dalla riva del lago, il cui livello scese dopo la correzione delle acque del Giura nel 1879. Scomparve così anche il porto, situato all'entrata occidentale di Grandson fin dal Medioevo. Alla fine del XIX secolo furono costruiti numerosi marciapiedi e sul nuovo lungolago sorsero ricche case, come la dimora della famiglia Vautier, dotata di un osservatorio astronomico. Dettati dal piano di costruzione delle strade cantonali, la rettifica e l'allargamento della rue Basse (1848-1855), che attraversa Grandson, comportarono l'arretramento di 30 facciate. Sulla piazza del castello, nel 1898 fu consacrato uno dei più interessanti templi della Chiesa libera nel cantone.

Manifesto per le sigarette Maryland Vautier (1932), il prodotto più rappresentativo della fabbrica con sede a Grandson dal 1831 al 1972 (Musée historique de Lausanne).
Manifesto per le sigarette Maryland Vautier (1932), il prodotto più rappresentativo della fabbrica con sede a Grandson dal 1831 al 1972 (Musée historique de Lausanne).

Gli abitanti di Grandson traevano sostentamento dall'agricoltura, ma anche dalla pesca e, soprattutto, dall'allevamento praticato sulle pendici del Giura. La viticoltura, molto presente, regredì in misura considerevole alla fine del XIX secolo con l'apparizione delle malattie parassitarie della vite. Nel XIX secolo l'industria era incentrata sulla lavorazione del tabacco; la ditta Vos, Decoppet & Cie, che si era installata nel castello, fu ripresa nel 1831 da H. Vautier & Cie. Ricchi possidenti, i Vautier partecipavano in maniera molto attiva alla politica locale e detennero la carica di sindaco tra il 1899 e il 1914. Le loro fabbriche, ubicate all'entrata occidentale della città, sono state chiuse nel 1972. Oltre a diverse imprese di costruzione (Herren Frères & Cie, Beati Frères SA), di trasporto e genio civile (Landi nel 1896 e Cand nel 1920, che nel 1974 diedero vita alla Cand-Landi SA), e di materiali edili (Les Sables & Graviers La Poissine SA), Grandson ospita oggi gli ateliers di studio e di costruzione di automobili Sàrl (prototipi di reputazione internazionale), fondati a Les Tuileries-de-Grandson nel 1968 da Franco Sbarro. Nel 1933 fu fondata a Le Repuis l'Associazione di mutua assistenza ai giovani attraverso il lavoro, divenuta nel 1975 un centro di formazione professionale specializzato. Dagli anni 1970 sono state promosse iniziative nel campo del turismo e del tempo libero, quali la costruzione di un porto turistico per piccole imbarcazioni (1971), l'apertura del castello al pubblico (ca. 40'000 visitatori all'anno) e l'inaugurazione di un percorso naturale e culturale (2000). L'antico borgo, e in particolare la rue Basse, invasa dal traffico automobilistico, si è spopolato a favore di quartieri residenziali costruiti sui pendii circostanti, riservati in passato ai vigneti. Nel 2000 i due terzi della popolazione di Grandson erano impiegati nel terziario. L'ultimo tratto dell'autostrada A5 Yverdon-Soletta, che collega Grandson a Vaumarcus, anello mancante della rete nazionale in territorio vodese, è stato costruito negli anni 1999-2005.

Riferimenti bibliografici

Preistoria
  • V. Gross, Station de Corcelettes, 1882
  • B. van Muyden, A. Colomb, Antiquités lacustres, 1896 (rist. 1984, prefaz. e testi di Y. Mottier)
  • V.-H. Bourgeois, Les monuments mégalithiques le long du Jura suisse, 1926, 81 sg.
  • E. Sprockhoff, «Ein Geschenk aus dem Norden», in Helvetia Antiqua, 1966, 101-110
  • ArS, 7, 1984, 73-78; 11, 1988, 146-154
  • A. Hafner, Die frühe Bronzezeit in der Westschweiz, 1995, 54 sg., 64
  • D. Weidmann, «La conservation de la station littorale de Grandson-Corcelettes: rive nord du lac de Neuchâtel», in Actes de la rencontre internationale de Marigny-Lac de Chalain, 1996, 47-59
Dal Medioevo al XX secolo
  • M. Grandjean, «Villes neuves et bourgs médiévaux, fondements de l'urbanisme régional», in L'homme dans la ville, cours général public 1983-1984, 1984, 61-100
  • HS, III/1, 735-743
  • M. Fontannaz, Les cures vaudoises, 1986
  • D. de Raemy, Grandson, le bourg et le château, 1987
  • M. Grandjean, Les temples vaudois, 1988
Link
Controllo di autorità
GND
Scheda informativa
Prima/e menzione/i
Seconda metà dell'XI secolo: Grancione
Ca. 1100: de castro Grancione
Ca. 1126: castri Grandissoni
1154: apud Grantionem

Suggerimento di citazione

Mireille David-Elbiali; Daniel de Raemy: "Grandson (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 03.04.2019(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002393/2019-04-03/, consultato il 29.03.2024.