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Arbon

Com. TG, capoluogo del distr. omonimo. Il territorio formava fino al 1998 una Munizipalgemeinde, comprendente le Ortsgemeinden di A. e di Frasnacht. La cittadina è situata su uno sperone a forma di penisola sulla riva meridionale del lago di Costanza ed è contraddistinta da un nucleo medievale adiacente la zona del castrum tardoromano, di cui facevano parte un castello e una chiesa. Dal XIX sec. è sede di fabbriche e attualmente è il centro industriale più importante dell'alta Turgovia. Il toponimo Arbona è forse di origine celtica (280 ca.: prima menz. scritta, Arbore Felice, inserita nell'Itinerarium Antonini; 771: in pago Arbonense). Pop. della Munizipalgemeinde: 927 ab. nel 1850, 1919 nel 1870, 3073 nel 1888, 10'299 nel 1910, 8570 nel 1941, 13'122 nel 1970, 12'415 nel 1990. Pop. della Ortsgemeinde: 645 ab. nel 1824, 1396 nel 1870, 2500 nel 1888, 9598 nel 1910, 7897 nel 1941, 12'227 nel 1970, 11'043 nel 1990.

Epoca preromana

Nei pressi di Arbon-Bleiche, scavi archeologici portarono alla luce nel 1945 un insediamento del Bronzo antico (Amt für Archäologie des Kantons Thurgau, Frauenfeld).
Nei pressi di Arbon-Bleiche, scavi archeologici portarono alla luce nel 1945 un insediamento del Bronzo antico (Amt für Archäologie des Kantons Thurgau, Frauenfeld). […]

Nell'epoca preistorica, immediatamente a sud della cittadina, una baia, oggi interamente interrata, penetrava nella costa per ca. 700 m; sulla sponda meridionale della baia, la cosiddetta Bleiche, furono scoperti nel 1885 resti d'insediamento che Jakob Messikommer riconobbe come neolitici. Nello stesso anno, sotto la sua direzione, vennero compiuti vasti sondaggi; scavi di minore entità seguirono nel 1925. La bonifica della zona fra la Bleiche e Obersteinach permise di scoprire, nel 1944, un insediamento del Bronzo antico, in seguito ampiamente studiato da Karl Keller-Tarnuzzer con l'aiuto di internati polacchi. Scavi successivi (anni '80 e '90) hanno contribuito a chiarire la colonizzazione della Bleiche: oggi sono attestati orizzonti abitativi della cosiddetta cultura di Pfyn (prima metà del IV millennio a.C.) e un villaggio del 3384-3370 a.C. (periodo di transizione, ancora poco conosciuto, fra le culture di Pfyn e di Horgen). Di grande importanza scientifica è anche la stazione del Bronzo antico scoperta nel 1944. Secondo un nuovo studio, fra il 1700 ca. e il 1500 a.C. si sono susseguite dalle due alle quattro fasi abitative; oggi si pensa che le abitazioni, la cui superficie media era di 23 m2, fossero delle palafitte poste a livello del terreno. Reperti bronzei, emersi nel 1921 durante gli scavi nella zona del vecchio porto, testimoniano l'esistenza di un insediamento del Bronzo finale; ceramiche e reperti tombali (questi ultimi non più localizzabili) attestano attività abitative nel periodo di La Tène.

Epoca romana

In base alle conoscenze finora raccolte, la storia dell'abitato di Arbor Felix può essere ricostruita con una certa precisione solo per il periodo tardoromano, quando il castrum di A. rappresentava un elemento difensivo del limes imperiale. Il periodo che va dalla conquista romana al 300 d.C. ca., invece, è documentato solo da scarsi resti numismatici e ceramici; questi reperti e alcuni rilevamenti effettuati nel XIX e nella prima parte del XX sec. indicherebbero l'esistenza di un abitato civile più piccolo nella zona dell'odierno quartiere del Bergli, a ovest del nucleo medievale. Recentemente la zona non è stata sottoposta a nuovi studi e non ha fornito nuovi reperti; nel 1991, tuttavia, sono stati ritrovati sulla Hilternstrasse alcuni forni per calce che vengono fatti risalire all'epoca imperiale. La scelta di costruire un primo abitato romano sul dorso appiattito della collina che domina il lago fu dettata probabilmente da opportunità strategiche e di transito; per la zona di A. manca tuttavia la prova dell'esistenza della strada romana che si presume collegasse Pfyn a Bregenz (A). Particolare importanza ebbe il castrum tardoromano, menz. dalla Notitia Dignitatum come base di una coorte pannonica; nel 378, secondo Ammiano Marcellino, l'imperatore Graziano si recò a est passando per A. Per molto tempo si pensò che il castrum fosse concentrato nel solo quartiere del Bergli; nel 1957 vennero tuttavia scoperte fondamenta di una torre sul lato ovest del castello; scavi successivi presso lo stesso castello e la chiesa di S. Martino (1958-62, 1973, 1986, 1990) hanno riportato alla luce altre parti del castrum, che doveva quindi estendersi per ca. 1 ettaro sulla punta orientale dell'altura, fino alla riva del lago. Fino a oggi sono stati ritrovati brevi tratti della cinta difensiva, probabilmente lunga ca. 350 m e spessa 2,2-2,5 m e dotata di torri semicircolari e quadrangolari a ovest, nord e sud; si hanno invece scarse informazioni sul prosieguo delle mura verso est. Sezioni di porta sono state scoperte nella zona del muro settentrionale; verso ovest le fortificazioni seguono un tracciato irregolare e comprendevano un fossato. Quanto alle costruzioni interne, nel 1986 vennero rinvenuti solo pochi resti di semplici edifici. Le terme sono state sfruttate nel corso degli anni quale basamento per la costruzione delle chiese, l'ultima delle quali è l'odierna S. Martino. Almeno una parte degli ab. del castrum fu inumata nella necropoli del Bergli fino al VII sec.; gli scarsi reperti del IV sec. non consentono affermazioni certe circa la data di costruzione del castrum, situabile però probabilmente nei decenni a cavallo del 400.

Dall'alto Medioevo al 1798

Dopo il ritiro delle truppe di confine romane nel 401 ca., ad A. rimase una pop. civile galloromano-retica. Ciò spiega il rallentamento e lo spostamento della colonizzazione alemanna intorno ad A. nel VI sec., la presenza del toponimo Frasnacht, sintomatico - come Feilen a Roggwil - di un bilinguismo fra romanzo e antico alto ted. prima dell'anno 800, e l'esistenza di una comunità cristiana incontrata da Gallo nel castrum Arbonense all'inizio del VII sec. Sacerdote di questa comunità era Willimar, probabilmente soggetto al vescovo di Costanza, mentre il potere secolare era rappresentato dal tribunus Arbonensis Taltone, il cui titolo indica una probabile sopravvivenza della tradizione amministrativa romana; già nel IV/V sec., infatti, un tribunus del castrum di A. sottostava al dux della provincia della Raetia.

La formazione di unità territoriali fu conseguenza di un periodo di sviluppo cominciato nella prima parte del VII sec., in cui assunsero ruoli decisivi il potere dei Franchi, la diocesi di Costanza e, in un momento successivo, l'abbazia di San Gallo. Fin dagli inizi di tale periodo il potere ad A. fu detenuto da Waltram e dalla sua stirpe, tutti funzionari del re franco; il sistema comitale franco, introdotto attorno alla metà dell'VIII sec., limitò in parte i poteri dei waltramidi, i quali restarono comunque membri dell'élite e continuarono la colonizzazione. Un indizio della loro presenza tra le terre appena dissodate dagli Alemanni e l'antica fascia romana della Rezia curiense, è la complessa stratificazione onomastica dell'Arbongau, regione menz. dal 744; lo stesso termine foresta di A. (forestus Arbonensis) potrebbe essere legato alla colonizzazione.

Con l'introduzione del sistema comitale, la zona del castrum di A. passò - probabilmente dal re franco - alla Chiesa episcopale di Costanza: il vescovo divenne signore secolare della fortezza e della chiesa di A. nonché dell'Arbongau. Nelle lunghe faide che seguirono fra lo stesso vescovo e l'abbazia di San Gallo, la pop. restò fedele al primo.

La signoria fondiaria vescovile comprendeva, forse già nel IX sec., le cinque corti (Kelnhöfe) di A., Egnach, Horn, Erdhausen e Wiedehorn (le ultime due nel com. di Egnach). Fino al XIII sec. la colonizzazione interna moltiplicò le corti e le aree coltivate, cui andavano aggiunti gli introiti delle vaste proprietà di S. Martino; l'approdo e l'emporio aumentarono l'importanza di A. come centro amministrativo vescovile. I diritti e i possedimenti acquisiti gradualmente da una fam. di ministeriali qui insediatisi, i von A., fra cui la fortezza, la stessa città di A. e l'avogadria sulla chiesa, furono rivenduti al vescovo di Costanza nel 1282 e nel 1285.

In un documento del 1155 di Federico I Barbarossa, che descrive la foresta di A. ed elenca tutti i diritti e possedimenti di Costanza, la città di A. non è ancora menz.; la sua costruzione - con mura dotate di porte e fossati che cingevano ca. otto ettari di territorio - risale alla prima metà del XIII sec. Lo statuto com. del 1255, il più antico documento civico, sancisce i doveri dei cittadini verso il vescovo e menz. il mercato, la bassa giustizia e alcuni funzionari: balivo, Ammann, maior, cellario. Negli anni 1262-64 e 1266 risiedette ad A. il duca svevo Corradino, pupillo minorenne del vescovo Eberhard von Waldburg; nel 1266, quale ringraziamento per l'ospitalità ricevuta, egli concesse alla città il privilegio di esercitare autonomamente la giustizia e il banno all'interno delle mura.

Negli anni 1322-34 la fortezza, caduta in rovina, fu ricostruita per volontà del vescovo Rudolf von Montfort. La signoria di A. fu venduta o ipotecata a più riprese a nobili e ricchi forestieri, come i von Wolfurt (1365-82), Ulrich Payer di Hagenwil (1382-1422) e Rudolf Mötteli di Ravensburg (1422-41). I vescovi restarono tuttavia sovrani della città e al vescovo fu più volte riconfermato, nella prima metà del XV sec., il diritto (suo o di un suo balivo residente ad A.) di scegliere l'Ammann fra i cittadini. Il Consiglio dei Dodici (o Consiglio del com.) era invece eletto da 25 cittadini. Nel 1441 la signoria tornò nelle mani del principato vescovile, che riuscì ad ampliare i suoi diritti locali: re Federico III gli conferì l'angolo di lago fra A. e Horn, e nel 1463 il vescovo acquistò Horn in cambio di Goldach; la dimensione così raggiunta dal baliaggio di A. rimase immutata fino al 1798. A. e Horn costituivano la giurisdizione di A., di cui il vescovo era signore territoriale. Dopo la conquista della Turgovia nel 1460, Egnach formò una giurisdizione autonoma posta sotto la sovranità conf.; il baliaggio di A. divenne un'exclave vescovile. Nel 1499 i Conf. chiesero al vescovo il diritto di reclutare soldati ad A.; non è dato di sapere se gli autoctoni parteciparono alla guerra di Svevia. Tuttavia, i Conf., viste le concessioni episcopali, rivendicarono anche la sovranità su A. Quest'ultima però rimase di proprietà del principato vescovile di Costanza, anche perché le due città erano direttamente collegate dal Bodano; durante il grande incendio che devastò A. nel 1494, gli aiuti inviati dagli ab. di Buchhorn (l'odierna Friedrichshafen, D) giunsero infatti via lago.

Il castello di A., una delle residenze vescovili, assunse il suo aspetto odierno nella prima parte del XVI sec., quando apparteneva al vescovo Hugo von Hohenlandenberg. I rapporti tra vescovo e cittadinanza non furono privi di tensioni, anche perché nel 1528 la maggioranza della pop. aderì alla Riforma. Nel 1605 il cancelliere cittadino, rif., venne accusato di infedeltà; la carica fu in seguito riservata ai catt. Solo il trattato di Diessenhofen del 1728 sancì, in base al principio vigente in Turgovia, la ripartizione paritetica delle cariche cittadine. Un documento del 1789 nomina, oltre al balivo vescovile, un vicebalivo del paese, il cancelliere del tribunale e 12 Consiglieri (Ammann, cancelliere, esattore, tesoriere, fabbriciere, responsabili dell'ospedale, dei poveri, delle elemosine, del mulino, dell'emporio, del dazio e il sovraintendente alle costruzioni); già dalla metà del XVIII sec. sedevano ufficialmente nel municipio, situato all'angolo sudoccidentale della cinta muraria, e sottostavano alla corte vescovile di Meersburg, dove esercitava le sue funzioni anche la Camera di corte, la massima autorità finanziaria.

Alla fine del XIII sec. nell'antica zona del castrum, venne eretta su un edificio forse di origine carolingia, la cappella in stile romanico di S. Gallo, restaurata in stile barocco nel 1770 ca.; fino al 1782 fu luogo di sepoltura per i balivi di A. e i benefattori della Chiesa. La parrocchiale di S. Martino sostituì una basilica romanica; il coro, eretto nel 1490, fu ridotto di 1 m al momento della ricostruzione della navata (1786-89). L'interno è stato restaurato l'ultima volta nel 1986; risale invece al 1997 il rinnovo del campanile che, costruito in legno e sasso nel 1457 forse con la funzione di difendere la città, assunse la forma odierna nel 1895 e fino al 1911 rimase privo di un collegamento diretto con la chiesa. La cappella di S. Giovanni, situata nel nucleo medievale, costruita dopo l'incendio cittadino del 1390, menz. dal 1424 e riconsacrata dal vescovo di Costanza nel 1491, sostituì nei periodi di guerra la parrocchiale, situata all'esterno della cinta muraria; usata talvolta per le funzioni religiose rif. durante la Controriforma, fu sconsacrata nel XVII sec.

Intorno al 900 la parrocchia di A. comprendeva Egnach, Steinebrunn, Roggwil, Steinach, Untereggen, Goldach e Mörschwil, che in seguito, lungo i sec., si separarono: Egnach e Roggwil, ad esempio, edificarono una propria chiesa risp. nel 1727 e nel 1746. Nel 1528 gli ab. di A. aderirono quasi senza eccezioni alla Riforma; malgrado la creazione di una parrocchia paritetica nel 1532, i conflitti confessionali di una certa durata non mancarono. Nel 1593, ad esempio, il vescovo Andrea d'Austria ordinò ai rif. di A. di ritornare alla fede catt. o di lasciare la città; seguirono lunghi scambi epistolari tra il vescovo, i Conf. e la cittadinanza. Nel 1682 il cimitero fu diviso in una parte catt. e una rif. Il trattato di Diessenhofen, ratificato da Zurigo, Berna e dal vescovo nel 1728, sancendo l'uguaglianza formale delle due confessioni portò una certa distensione; ciò non impedì al balivo e all'Ammann catt. di continuare ad attaccare i diritti dei rif. La chiesa di S. Martino ospitò le due confessioni fino al 1924.

Fino ai primi sec. dell'epoca moderna, l'agricoltura - campicoltura, frutticoltura e viticoltura - costituiva la base economica di A., cui si aggiungevano i proventi dell'artigianato e del mercato. Particolare importanza rivestiva la coltivazione e la tessitura del lino; sembra che A. fosse dapprima orientata verso il commercio di tele di Costanza cui, nel basso ME, venne preferita San Gallo, che apriva alla piccola A., dotata di un impianto di candeggio dal 1546, le porte del commercio intern. Dopo la guerra dei Trent'anni il settore tessile si sviluppò e diversificò la propria produzione grazie alla tintoria (1676) e alla manganatura. Diffuse erano anche la concia delle pelli al tannino e all'allume e, fino a XVIII sec. inoltrato, la produzione di coltelli; sono menz. anche produttori di lancette per i salassi. Nel XVIII sec. esisteva una fornace per mattoni.

Fin dal 1692, a seguito della guerra della Lega di Augusta, alcuni grandi commercianti, per lo più originari della Germania meridionale (von Furtenbach, Albrecht, Mayr, von Albertis ecc.), esportarono a buon mercato da A. la loro tela di Svevia. Grazie ai privilegi commerciali di cui la Conf. beneficiava in Francia e alla libertà di commercio e di industria in vigore in città, A. conobbe uno sviluppo vistoso, testimoniato dai ricchi palazzi eretti dai fabbricanti di lino nel XVIII sec. L'avvento del cotone, la Rivoluzione franc., che provocò la distruzione di un centro commerciale come Lione, l'estinguersi delle fam. locali di commercianti, diversi fallimenti e il disinteresse delle generazioni successive causarono, verso la fine del XVIII sec., il declino della città.

Dal 1798 a oggi

L'invasione franc. del 1798 sancì la fine della sovranità territoriale del principe vescovo su A., che non poté più contare sugli introiti provenienti dai suoi possedimenti sviz.; il balivo Karl Franz Ignaz Wirz von Rudenz, abbandonò A. una prima volta nel maggio del 1798, tornò nel maggio del 1799 con le truppe austriache, ma, nell'ottobre successivo, dovette lasciare definitivamente la città. Lo scioglimento del principato vescovile di Costanza nel 1803 comportò l'estinzione dei diritti signorili del principe vescovo su A.; il vescovo o il vicario episcopale restò comunque, fino al 1815, l'autorità ecclesiastica di riferimento per i catt. di A. Durante la Mediazione (1803-15), A. e Horn formarono un com. unico appartenente al neocostituito cant. Turgovia e governato da un'autorità composta da 11 membri, fra cui un Ammann del com. e due luogotenenti. Le antiche proprietà vescovili, fra cui il castello e il suo podere, furono messe all'asta nel 1805. Sotto la Restaurazione, A. e Horn furono di nuovo separati; il diritto di voto restò una prerogativa dei soli cittadini. Negli anni di carestia 1816-17, l'esecutivo com. fece distribuire minestra e vendere patate da semina a basso prezzo. Il capo dei liberali turgoviesi, Thomas Bornhauser, fu pastore ad A. dal 1831 al 1851; grazie a una sua iniziativa venne aperta la scuola primaria e secondaria paritetica (1833).

La Costituzione cant. del 1869 affidò la gestione del potere alla Ortsgemeinde e alla Munizipalgemeinde (fondata nel 1857); le proprietà del com. patriziale all'interno della città - fra cui municipio, piazze cittadine e cinta muraria - passarono alla Ortsgemeinde. Dal 1873 un Consiglio amministrativo composto da cinque membri (sette dal 1898, 15 dal 1907, 11 dal 1922) ricoprì il ruolo di autorità deliberativa, esecutiva e di vigilanza. Dal 1928 al 1957 il sindaco è stato esponente del partito socialista, la cui maggioranza in municipio ha raggiunto l'apice nel 1946 (cinque socialisti, tre membri del partito del lavoro, due radicali democratici, un conservatore). Dal 1933 la Ortsgemeinde non possiede, caso unico in Svizzera, né un'assemblea com. né - nonostante un tentativo d'introduzione - un parlamento.

Nel 1945 la Ortsgemeinde acquistò il castello che oggi, dopo una serie di lavori, è adibito a centro culturale e ospita fra l'altro il museo storico. Nella parte ovest della città (Stacherholz) sono sorte, oltre alla scuola professionale d'arti e mestieri (1977), una scuola secondaria (1963), una scuola primaria (1972) e un impianto sportivo. Il Seeparksaal, dotato di sala polivalente, è stato inaugurato nel 1985, la piscina sulle rive del lago nel 1991, la circonvallazione nel 1993.

In assenza di forze idriche, l'industrializzazione fu in un primo momento difficile. Nel 1801 esistevano, oltre alle aziende di commercio della tela, una ditta di tessuti, un impianto di candeggio e l'azienda di ferramenta di Franz Xaver Stoffel. Con l'avvento dell'industria cotoniera, vennero aperte una tessitura di nastri in cotone e alcune stamperie; nel 1822, lo stesso Stoffel e i suoi figli aprirono nel castello una tessitura di nastri serici che, con talvolta più di 200 impiegati, ebbe per decenni un ruolo molto importante; nel 1907 cessò l'attività nel castello.

Nel 1819 fu avviata la costruzione delle nuove strade per Frauenfeld e Sciaffusa; quella per San Gallo risale solo al 1898. Nel 1834 cominciò l'abbattimento delle antiche fortificazioni cittadine. Visto che le condizioni di approdo erano considerate sfavorevoli, A. non diede seguito all'invito a costruire un porto turgoviese sul Bodano, lasciando l'incombenza a Romanshorn (1840); i primi battelli a vapore poterono attraccare ad A. solo grazie al molo costruito nel 1892. La linea ferroviaria Rorschach-Romanshorn, inaugurata nel 1869 ed elettrificata nel 1925, danneggiò gravemente la zona dei vigneti di A., in seguito quasi completamente eliminata dal processo d'industrializzazione.

Picchetti di sciopero davanti all'industria Saurer. Fotografia di Walter Knabenhans, 1923 (Gretlers Panoptikum zur Sozialgeschichte, Zurigo).
Picchetti di sciopero davanti all'industria Saurer. Fotografia di Walter Knabenhans, 1923 (Gretlers Panoptikum zur Sozialgeschichte, Zurigo). […]

Il numero di ab., già raddoppiato nel periodo 1850-80, ebbe una crescita esponenziale nel periodo di grande sviluppo industriale che precedette la prima guerra mondiale, superando la soglia dei 10'000 ab. Le ditte Arnold Baruch Heine e Saurer (risp. con 2200 e 1500 impiegati nel 1911) divennero le più grandi fabbriche del cant. e, nel 1905, facevano parte delle 20 maggiori imprese sviz. per numero di impiegati. Nel 1910 il 35,8% della pop. attiva operava nel settore dei ricami, il 27,7% nell'industria metallurgica e meccanica. Altre aziende che si svilupparono nel periodo furono le ditte di ricamo Stauder & Cie (120 occupati nel 1911), Jean Hardegger (200) e Jakob Müller-Schär (66), la fabbrica di macchine da ricamo Karl Bleidorn (75), la ditta di apparecchi Heinrich Vogt-Gut (83), la Gustav Adolf Saurer (23, prima fabbrica di biciclette in Svizzera) e la Burkhard Zöllig, attiva nella lavorazione del legno (81).

Negli anni precedenti la prima guerra mondiale sorsero, accanto ai complessi industriali, quartieri di discrete dimensioni destinati agli impiegati e agli operai (Bergli, Neuquartier): se nel 1801 A. contava 148 case d'abitazione, nel 1912 gli edifici erano oltre 1000. La crescita demografica e l'alto tasso di stranieri (48% nel 1910) contribuirono a creare tensioni che, nel 1902, sfociarono in una serie di disordini, causati soprattutto dalle precarie condizioni abitative delle classi più povere.

Il tracollo economico del periodo postbellico causò un tetto massimo di 600 disoccupati (1921); nel 1926 la ditta Heine, in seguito alla crisi che colpì l'industria dei ricami, finì in liquidazione. Provvedimenti occupazionali portarono all'ampliamento del molo (1919), alla sistemazione di parte del lungolago (1922) e alla costruzione dello stabilimento balneare (1930-33). Nel 1924 fu completata la chiesa rif. del Bergli (interno rinnovato nel 1987), costruita su un terreno donato alla comunità rif. da Adolph Saurer; i catt., che con l'immigrazione operaia erano passati da 708 nel 1880 a 5326 nel 1910, avevano proposto già nel 1916 una separazione fra i due gruppi. Nel 1911 i catt. di Horn si staccarono dalla comunità di A., seguiti nel 1920 dai rif.; la sede del circ. catt. di A. fu inaugurata nel 1937.

Lo sviluppo economico del secondo dopoguerra fu favorito in maniera considerevole dalla ditta Saurer; l'organico è stato tuttavia ridotto dopo il 1980 a causa dello scarso spirito innovativo e di errori di gestione della ditta. Alla fine del XX sec. erano presenti ad A. imprese industriali quale l'Arbonia-Forster, aziende di una certa dimensione impegnate in diverse attività (macchinari, apparecchiature, tipografie, alimentari, mezzi di trasporto, lavorazione di legno e cuoio) e aziende commerciali e di servizi; l'unione padronale locale contava 60 membri, quella delle arti e mestieri 200. Nel 1990 il bilancio dei pendolari in entrata e in uscita risultava equilibrato; delle 5291 persone attive ad A., l'1% lavorava nel primario, il 55% nel secondario e il 44% nel terziario.

Il mercato di S. Martino alimenta una tradizione plurisecolare della vita sociale di A.; altre usanze ben radicate sono il corteo di carnevale e i balli in maschera di varie ass.; attrazioni estive per migliaia di persone sono la festa notturna sul lago e, da qualche tempo, le proiezioni cinematografiche all'aperto. Esistono gruppi musicali, orchestre e cori; sul lago, una fabbrica ristrutturata è diventata un luogo d'incontro per i giovani.

Riferimenti bibliografici

  • APatr Arbon
Epoca preromana
  • J. Winiger, A. Hasenfratz, Ufersiedlungen am Bodensee, 1985
  • S. Hochuli, Die neolithischen und bronzezeitlichen Seeufersiedlungen von Arbon Bleiche TG, 1993
  • U. Leuzinger, Die jungsteinzeitliche Seeufersiedlung Arbon/Bleiche 3, Befunde , 2000
Epoca romana
  • AA. VV., Arbon - Arbor Felix, 1992
Dall'alto Medioevo a oggi
  • K. Beyerle, «Grundherrschaft und Hoheitsrechte des Bischofs von Konstanz in Arbon», in SVGB , 32, 1903, 31-116; 34, 1905, 25-146
  • P. Egger-Perler, «Namenschichtung und Besiedlungschronologie zwischen Konstanz und St. Gallen», in ThBeitr., 128, 1991, 5-306
  • K. Buenzli, «Arbon vor dem Ersten Weltkrieg», in ThBeitr., 129, 1992, 5-120
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Suggerimento di citazione

Kurt Buenzli; Albin Hasenfratz; Hansjörg Brem: "Arbon", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.10.2010(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/001852/2010-10-20/, consultato il 29.03.2024.