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S. CorinnaBille

S. Corinna Bille mentre firma il suo libro L'inconnue du Haut-Rhône: six pièces en un acte, pubblicato presso le edizioni Rencontre a Losanna nel novembre del 1963. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Actualités suisses Lausanne).
S. Corinna Bille mentre firma il suo libro L'inconnue du Haut-Rhône: six pièces en un acte, pubblicato presso le edizioni Rencontre a Losanna nel novembre del 1963. Fotografia di Roland Schlaefli (Museo nazionale svizzero, Actualités suisses Lausanne).

29.8.1912 Losanna, 24.10.1979 Sierre, catt., di Boudevilliers. Figlia di Edmond (->) e di Catherine Tapparel, contadina di Corin (com. Crans-Montana). 1) (1934) Vital Geymond, attore franc.; 2) (1947) Maurice Chappaz, dal quale ebbe tre figli. Trascorse la sua giovinezza a Sierre (al Paradou) e periodi di vacanza a Chandolin e sul Rotzberg, località che segnarono la sua opera. Nell'estate del 1928, in seguito alla lettura di Manhattan Transfer di Dos Passos, decise di dedicare la sua vita alla letteratura. Ottenne un diploma di commercio a Sierre (1930) e trascorse un anno a Zurigo. Dopo un soggiorno a Parigi (1934-36) e il fallimento del suo primo matrimonio, tornò definitivamente in Vallese e pubblicò Printemps (1939, poesie) e il suo primo capolavoro romanzesco, Théoda (1944), seguito da Le Sabot de Vénus (1952) e da alcune raccolte di novelle: Douleurs paysannes (1953), L'Enfant aveugle (1954), Entre hiver et printemps (1967). Questi scritti, improntati al realismo, rispecchiano l'asprezza della vita montanara, la terra scura e i suoi segreti, i profumi della vegetazione, le passioni profonde e cupe, i silenzi delle donne in nero. Due opere di transizione, La Fraise noire (1968, che ebbe grande successo) e Juliette éternelle (1971, con prefazione di Pierre Jean Jouve), aprirono la strada a un tipo di creazione sempre più pervaso dal fantastico. Con Cent petites Histoires cruelles (1973), la scrittrice affrontò un genere nuovo simile al poema in prosa. La Demoiselle sauvage (1974, Bourse Goncourt de la nouvelle) consacrò il suo talento all'estero. Lo stile sempre più imperioso e fecondo, con il ricorso al sogno - sistematico a partire dal 1973 - generò una tematica dell'erranza, un erotismo candido, la confusione tra regno vegetale e regno animale e la ricerca di un'unità paradisiaca, non priva di crudeltà e di humour, come ad esempio in Le Salon ovale, Cent petites histoires d'amour, Deux passions. La malattia e la morte, all'indomani di un viaggio con la Transiberiana, interruppero bruscamente un'opera il cui linguaggio trasparente, fantastico e intriso da un "senso del tragico sotterraneo" (Jouve), costituivano gli elementi più originali. Tra le opere postume, vi è da menz. Le Vrai Conte de ma vie (1992), che raccoglie il contenuto di centinaia di biglietti e frammenti manoscritti.

Riferimenti bibliografici

  • L'œuvre dramatique complète, 2 voll., 1996
  • Œuvres complètes pour la jeunesse, 3 voll., 1999
  • Fondo presso ASL
  • Ecriture, 33, 1989
  • Quarto, n. 6, 1995
  • Francillon, Littérature, 3, 283-297
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Scheda informativa
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Stéphanie Bille (nome alla nascita)
Dati biografici ∗︎ 29.8.1912 ✝︎ 24.10.1979

Suggerimento di citazione

Maryke de Courten: "Bille, S. Corinna", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 13.03.2017(traduzione dal francese). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/016192/2017-03-13/, consultato il 29.03.2024.