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Ricamo

Un ricamatore sangallese con la sua macchina e un'infilatrice; fotografia realizzata attorno al 1910 (Biblioteca nazionale svizzera, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli).
Un ricamatore sangallese con la sua macchina e un'infilatrice; fotografia realizzata attorno al 1910 (Biblioteca nazionale svizzera, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli).

Attorno al 1910 il settore del ricamo costituiva, con circa il 18% delle vendite sviz. totali all'estero, la principale industria di esportazione elvetica. Nella Svizzera orientale (San Gallo, Turgovia, Appenzello Interno ed Esterno) tale ramo occupava oltre un quinto della pop. Una prima fase di espansione si ebbe già dopo la metà del XVIII sec., con i ricami a punto catenella realizzati con l'ausilio di telai. Centro di questa attività era la città di San Gallo, da dove si diffuse nelle campagne circostanti e poi nel Vorarlberg e in Svevia. Attorno al 1790, 30'000-40'000 donne e ragazze ricamavano per i commercianti di San Gallo e Appenzello, che controllavano l'intero processo produttivo dall'ideazione dei motivi fino all'esportazione in Francia e in altri Paesi europei (Verlagssystem). Il ricamo favorì non soltanto la specializzazione della tessitura a mano appenzellese nella produzione di mussola, ma anche la costruzione di impianti di torcitura per la produzione di filati da ricamo (Cotone). Le trasformazioni della moda intorno al 1800 posero fine a questa prima fioritura. Per il ricamo artistico, si rinvia alla voce Arte tessile.

Popolazione attiva nell'industria del ricamo nel 1888
Popolazione attiva nell'industria del ricamo nel 1888 […]

Dopo il 1820 il ricamo riprese slancio grazie alla nuova tecnica del punto piatto e alla conquista di nuovi mercati sul continente americano. La crescente domanda e le conseguenti difficoltà a soddisfarla incentivarono la progettazione di macchine ricamatrici. Già nel 1827/28 l'alsaziano Josua Heilmann riuscì a costruire un prototipo, ma furono necessari ancora diversi anni prima che la ditta Rittmeyer di San Gallo riuscisse a realizzare una macchina per il ricamo a mano idonea alla produzione commerciale. Poco prima del 1850 membri della fam. Rittmeyer fondarono un ricamificio con 12 macchine, ciascuna delle quali sostituiva il lavoro di ca. 40 ricamatrici. Il ricamo a macchina, dopo un primo timido avvio negli anni 1850-60 - tranne che in Brasile e all'Avana, gli articoli prodotti meccanicamente vennero inizialmente accolti con scetticismo dai mercati - si affermò pienamente dal 1865; il numero delle macchine ricamatrici salì da 770 a oltre 10'000 nel 1876 ca. Nel 1890 nei tre cant. della Svizzera orientale si contavano ca. 18'000 macchine, la maggior parte attive presso ricamatori a domicilio o in proprio, che operavano per conto di commissionari e fabbricanti di ricami o anche direttamente per gli esportatori. Soprattutto negli anni 1880-90 il baricentro della produzione si spostò dalla fabbrica all'industria a domicilio a basso costo. Sia nelle fabbriche sia nella lavorazione a domicilio il ricamo era un lavoro riservato agli uomini, mentre le donne e i bambini si occupavano di infilare i fili e sostituire gli oltre 300 aghi. Alla fine del XIX sec. il settore visse un altro periodo d'oro con l'introduzione della ricamatrice a navetta, inventata da Isaak Gröbli nel 1863, che grazie al suo azionamento meccanico consentiva una produzione otto-dieci volte superiore. Ambienti legati al commercio con grande disponibilità finanziaria, tra cui anche alcune ditte americane, crearono fabbriche con 100 e più macchinari. Poco dopo il 1900 le ricamatrici a navetta subirono la concorrenza di macchine automatiche che non necessitavano di manodopera e garantivano una produttività ancora più elevata. La grande domanda e la varietà dei prodotti permisero comunque alle diverse tecniche e forme d'impresa di coesistere. Nell'Appenzello Interno predominava addirittura il vecchio ricamo a mano a punto piatto.

Ricamo appenzellese raffigurante la Jungfrau, realizzato per l'Esposizione universale di Parigi del 1889 (Museum Herisau; fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra).
Ricamo appenzellese raffigurante la Jungfrau, realizzato per l'Esposizione universale di Parigi del 1889 (Museum Herisau; fotografia A. & G. Zimmermann, Ginevra).

Con il radicale mutamento della moda, tra il 1920 e il 1921 il settore visse una grave crisi: decine di migliaia di persone persero il lavoro, migliaia di macchine furono rottamate. Negli anni 1950-60 si assistette a una certa ripresa. Innovazioni tecnologiche (macchine automatiche più efficienti, gestione informatizzata della produzione) portarono a un nuovo apice delle esportazioni nel 1982, favorirono il processo di concentrazione e resero il ricamo una branca altamente specializzata dell'Industria tessile che impiegava poca manodopera. Per mantenere la competitività sul piano intern., le imprese sviz. si concentrano su particolari nicchie di mercato e sui prodotti innovativi di altissima qualità (ad esempio alta moda, tessuti termoregolatori, materiali ignifughi).

Riferimenti bibliografici

  • A. Tanner, Das Schiffchen fliegt, die Maschine rauscht, 1985
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Suggerimento di citazione

Albert Tanner: "Ricamo", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 23.03.2012(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/013963/2012-03-23/, consultato il 17.04.2024.