de fr it

Riforma

Con il termine Riforma si designano gli avvenimenti che nel corso del XVI sec. determinarono la divisione dell'Occidente cristiano in seguaci della vecchia e della nuova fede, risp. in catt. e prot. o rif. (Protestantesimo). La reformatio perseguì una trasformazione della religione e della Chiesa; ebbe un effetto dirompente nell'Europa premoderna con profonde conseguenze politiche, sociali e culturali. La Svizzera fu per diversi decenni uno dei centri di questo mutamento, in cui ebbero un ruolo di spicco - accanto a Martin Lutero a Wittenberg nella Sassonia -, soprattutto Ulrich Zwingli a Zurigo e Giovanni Calvino a Ginevra. Molto più influenzati dall'Umanesimo di quelli di Wittenberg, i riformatori sviz. mirarono a cambiare il mondo terreno. Interessi politici e sociali si coniugarono con rivendicazioni religiose. Rispetto ad altre regioni, in Svizzera colpisce l'assenza delle donne nell'attuazione della Riforma.

Vita religiosa e Chiesa alla vigilia della Riforma

Tra gli storici vi sono opinioni divergenti per quanto riguarda la situazione della Chiesa d'Occidente alla vigilia della Riforma. Mentre alcuni parlano di crisi, riconducibile a irregolarità e pratiche abusive, o di un Anticlericalismo latente, altri sottolineano una continuità della spiritualità e del potere della Chiesa. In ogni caso verso il 1500 anche in Svizzera diversi indizi attestano una viva preoccupazione dei fedeli per la cura e la salvezza della loro anima (Cura delle anime, Devozione popolare). Con l'Umanesimo si erano sviluppate diverse forme di devozione erudite (Devotio moderna, Misticismo). Basilea, all'epoca unica città univ. della Svizzera (Scolastica), fu polo d'attrazione per tipografi (Stampa tipografica) e studiosi come Erasmo da Rotterdam.

Già nel XV sec. anche in Svizzera erano state richieste, a piu riprese, delle riforme. Dopo il Concilio di Costanza e il Concilio di Basilea numerosi vescovi avevano emanato mandati per migliorare la cura delle anime, convocato sinodi e rafforzato le competenze dei decani. Maggiore successo ebbero gli sforzi compiuti dai Comuni urbani e rurali per assumere il controllo sugli affari della Chiesa: già alla fine del XV sec. le autorità laiche designavano i titolari di numerose cariche ecclesiastiche e in molti luoghi erano state limitate le competenze dei Tribunali vescovili. Numerosi com. della Svizzera centrale si erano assicurati il diritto di esprimersi a proposito dell'elezione del parroco e dell'amministrazione dei beni (Patronato).

Questa concorrenza tra istituzioni temporali e spirituali svolse un ruolo importante nell'evoluzione della Riforma. Decisivi furono inoltre gli interessi politici di Berna e Zurigo, le divergenze tra cant. rurali e urbani e, sul piano locale, la situazione di dipendenza sociale, economica e politica di sudditi e servi.

La Riforma a Zurigo

La pubblicazione delle tesi di Martin Lutero sulle Indulgenze il 31.10.1517 a Wittenberg è considerato l'evento che diede inizio alla Riforma. Le tesi vennero date alle stampe a Norimberga, Lipsia e Basilea al più tardi all'inizio del 1518. Dopo la scomunica di Lutero nel gennaio del 1521, le autorità pontificie pretesero l'applicazione di questo provvedimento, risp. il divieto delle idee "luterane". I cant. conf. reagirono con esitazione: nel dicembre del 1522 la Dieta condannò tuttavia i disordini di Zurigo, dove aveva preso avvio la prima grande Riforma cittadina.

Alla fine del 1518 Ulrich Zwingli vi era stato nominato prete secolare del Grossmünster. Tra il 1520 e il 1522 le sue riflessioni lo condussero ad asserire i principi della giustificazione dell'uomo attraverso la sola fede (sola fide) e della Bibbia quale unico fondamento della fede (sola scriptura), concetti fondamentali della teol. rif. Durante la Quaresima del 1522 il precetto sul digiuno fu violato con ostentazione nel corso di un pasto in cui furono consumate delle salsicce, suscitando uno scandalo. Nelle settimane successive Zwingli attaccò, in prediche e pubblicazioni stampate, una serie di istituzioni ecclesiastiche come il Celibato dei preti, il Culto dei santi, gli Ordini mendicanti e, sempre nello stesso anno, l'autorità stessa della Chiesa. Nel 1523 si moltiplicarono gli atti di Iconoclastia, vennero ostacolate le celebrazioni della messa e infine monaci e monache abbandonarono i conventi.

Il sostegno del Consiglio a Zwingli contro il vescovo di Costanza fu un fattore centrale del successo della Riforma a Zurigo. Esso convocò Dispute teologiche, traendone indicazioni su come procedere in seguito. Le nuove idee presero forma nella collaborazione tra il Consiglio e i tre preti secolari zurighesi. Nel giugno del 1524 le autorità fecero togliere le immagini dalle chiese zurighesi e in dicembre secolarizzarono le istituzioni religiose (Secolarizzazione). Nell'aprile del 1525 a Zurigo fu abolita la messa e la Cena venne celebrata per la prima volta secondo il nuovo rito stabilito da Zwingli; la musica scomparve dal Culto evangelico. Nello stesso anno Zwingli istituì corsi regolari di esegesi biblica, la cosiddetta Prophezey: da queste esercitazioni scaturì la traduzione ted. della Bibbia, detta Bibbia di Zurigo. La Prophezey si trasformò in seguito nel primo ist. superiore di teol. rif. (Accademie). Nel 1525 il Consiglio sostituì il tribunale vescovile con un tribunale matrimoniale (Concistoro).

A sostenere questi cambiamenti furono in particolare le corporazioni degli artigiani. Zwingli poté anche contare sull'appoggio di fam. influenti. Deciso avversario del servizio mercenario, temette invece l'opposizione dei beneficiari di pensioni. Alcuni dei suoi primi seguaci (tra cui Konrad Grebel, Felix Manz e Simon Stumpf) chiesero inoltre mutamenti più radicali. Nelle regioni rurali alla Riforma si mescolarono rivendicazioni politiche e sociali (guerra dei Contadini del 1525).

Gli esordi della Riforma in altri cantoni della Confederazione

Le idee della Riforma in Svizzera si diffusero in un primo tempo attraverso la cerchia degli amici di Zwingli tra cui Vadiano (Joachim von Watt) a San Gallo, Johannes Dörig, Walter Klarer e Johannes Hess in Appenzello, Valentin Tschudi e Fridolin Brunner a Glarona, Johannes Comander e Jakob Salzmann nei Grigioni, Sebastian Hofmeister (cacciato da Lucerna nel 1522) a Sciaffusa, Berchtold Haller e Niklaus Manuel a Berna, oltre a Conrad Pellican, Wilhelm Reublin e Giovanni Ecolampadio a Basilea. Molti di loro erano sacerdoti, avevano studiato a Basilea ed erano stati influenzati dalle idee di Erasmo, che tuttavia non aderì al movimento della Riforma.

Il pulpito del Grossmünster a Zurigo raffigurato in un episodio riguardante Jakob Roth, accusato di blasfemia, riportato nella cronaca del canonico Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 34, fol. 51v).
Il pulpito del Grossmünster a Zurigo raffigurato in un episodio riguardante Jakob Roth, accusato di blasfemia, riportato nella cronaca del canonico Johann Jakob Wick (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Wickiana, Ms. F 34, fol. 51v). […]

Decisive per il successo della Riforma in Svizzera furono la forza di persuasione dei singoli predicatori (Predicazione) e la pressione che i sostenitori della nuova fede seppero esercitare sulle autorità. A Berna, Basilea, San Gallo e Appenzello furono conferiti mandati di predicazione già nel 1523: i religiosi dovevano basare le loro prediche esclusivamente sulle Sacre Scritture senza tuttavia propagare dottrine luterane o zwingliane. La Riforma avanzò in un primo tempo spec. nella Svizzera orientale. Nei Grigioni e a San Gallo le rivendicazioni riformatrici in ambito religioso si coniugarono con aspirazioni all'autonomia politica. Gli articoli di Ilanz del 1524 e 1526 abolirono il potere temporale del vescovo di Coira e dei tribunali ecclesiastici; ai com. venne concesso il diritto di scegliere liberamente il loro sacerdote. A San Gallo Johannes Kessler e Vadiano organizzarono circoli di lettura biblica (Lesinen). Dopo l'elezione di Vadiano a borgomastro alla fine del 1525, nel 1526 nelle chiese della città venne celebrato il culto evangelico; l'abate fuggì nel 1527 e nel 1528 la messa non venne più detta nemmeno nell'abbaziale.

Zurigo e San Gallo promossero la diffusione delle idee della Riforma in Appenzello, a Glarona e nel baliaggio comune della Turgovia, dove nel 1524 ebbe luogo il sacco di Ittingen. Nel 1525 la Landsgemeinde di Appenzello decise di lasciare alle parrocchie la libertà di scegliere la propria fede. Le Rhoden esterne (senza Herisau) aderirono alla nuova fede, gli ab. delle Rhoden interne (senza Gais) rimasero in maggioranza catt.

Battute d'arresto e progressi della Riforma fino al 1531

Nella città di Friburgo il Consiglio represse la Riforma in maniera decisa. Nel 1524 i cinque cant. della Svizzera centrale confermarono a Beckenried la loro volontà di rimanere catt. e condannarono le dottrine di Zwingli e Lutero assieme a quelle di Giovanni Hus (Ussiti). La storiografia più antica spiegò tale posizione con l'importanza del servizio straniero in queste regioni. Ricerche più recenti hanno invece evidenziato un già elevato grado di autonomia della Svizzera centrale in ambito ecclesiastico.

Riproduzione del diritto e del rovescio di una moneta zurighese, contrassegnata da un calice (Kelchbatzen). Disegno realizzato per la cronaca della Svizzera (Schweizerchronik bis zum Jahr 1534) di Heinrich Brennwald e Johannes Stumpf, 1535 (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Ms. A 2, p. 379).
Riproduzione del diritto e del rovescio di una moneta zurighese, contrassegnata da un calice (Kelchbatzen). Disegno realizzato per la cronaca della Svizzera (Schweizerchronik bis zum Jahr 1534) di Heinrich Brennwald e Johannes Stumpf, 1535 (Zentralbibliothek Zürich, Handschriftenabteilung, Ms. A 2, p. 379). […]

Nel 1526 i cant. della Svizzera centrale convocarono una Disputa a Baden, allo scopo di isolare Zurigo. Non solo mancarono il loro obiettivo, ma Berna e Basilea ne presero le distanze e nelle elezioni del 1527 i sostenitori della nuova fede ottennero una maggioranza nei Consigli di entrambe le città. Nel gennaio del 1528 il Consiglio di Berna convocò a sua volta una Disputa a Berna. Pochi giorni dopo si pronunciò per l'introduzione della Riforma, una tappa decisiva nel processo di diffusione della Riforma in Svizzera tanto più che altri territori e cant. seguirono l'esempio dell'influente città-Stato: Bienne aderì alla Riforma lo stesso anno, Basilea e Sciaffusa nel 1529 e nel maggio del 1529 la Landsgemeinde di Glarona decise che ogni com. era libero di scegliere la propria confessione. Influenzata dall'avanzata della Riforma nelle città di Berna, Bienne e Basilea, anche la parte meridionale del principato vescovile di Basilea passò alla nuova fede.

Sia i cant. rif., sia quelli catt. conclusero alleanze che misero a dura prova la coesione della Conf. (Alleanza cristiana, Comborghesia cristiana). Nel 1529 si riuscì ancora a evitare lo scontro militare (guerre di Kappel). La prima pace di Kappel riconobbe la coesistenza di territori catt. e rif. e autorizzò la predicazione della Riforma nei baliaggi comuni (Pace nazionale).

Mentre i tentativi di conciliazione tra Zwingli e Lutero fallirono (Confessione di Augusta), nella Conf. la Riforma si estese ad altre regioni: Zurigo continuò a promuovere la Riforma in Turgovia, nel Toggenburgo, nel principato abbaziale di San Gallo, a Bremgarten in Argovia e nei Freie Ämter; nella Svizzera occidentale Neuchâtel aderì alla Riforma con il sostegno di Berna (1530). Per i cant. della Svizzera centrale tali iniziative non furono più tollerabili. Le tensioni culminarono nel 1531 nella seconda guerra di Kappel, in cui Zurigo e i suoi alleati subirono una sconfitta; Zwingli fu tra i ca. 500 caduti. La seconda pace di Kappel stabilì che ogni cant. poteva mantenere la propria fede. Nei baliaggi comuni i com. rif. potevano rimanere nella nuova fede o tornare a quella vecchia; non era invece previsto il contrario.

Radicamento della Riforma e conflitti dopo il 1531

La vittoria dei seguaci della vecchia fede a Kappel, che per un periodo abbastanza lungo procurò allo schieramento catt. una certa supremazia, determinò la fine della rapida espansione della nuova fede nella Svizzera orientale. L'abate di San Gallo costrinse parte dei suoi sudditi a tornare alla confessione catt., i baliaggi comuni di Sargans e del Rheintal furono riportati al cattolicesimo. In Appenzello e a Glarona la diffusione della Riforma fu interrotta. Soletta restò catt., la Turgovia invece ampiamente rif. Dopo il 1531 la Riforma ottenne per contro successi nella Svizzera franc.: Ginevra vi aderì nel 1536 e Berna la impose nel Paese di Vaud, conquistato nel 1536.

Fino a XVI sec. inoltrato le comunità rif. tentarono di costituirsi come Chiesa. Nei Grigioni, dove i com. potevano scegliere la propria fede, la carta geografica confessionale subì ancora delle modifiche. I com. dell'Engadina ad esempio si pronunciarono per la nuova fede solo nella seconda metà del XVI sec. A Locarno la prima comunità rif. nacque verso il 1540; nel 1555 i rif. locarnesi vennero costretti a scegliere tra la rinuncia alla loro fede e l'esilio. Le comunità rif. formatesi nei com. vallesani di Leuk e di Sion nell'ultimo quarto del XVI sec. scomparvero nel XVII sec.

Dopo il disastro di Kappel, la pop. zurighese urbana, e spec. quella rurale, rimproverò ai pastori rif. di aver trascinato Zurigo nella guerra. Presentandolo come uomo di pace, il Consiglio nominò quindi Heinrich Bullinger come Antiste (pres.) della Chiesa zurighese. Bullinger consolidò l'opera iniziata da Zwingli, elaborando un modello istituzionale a cui si ispirarono, in forma diversa, le altre Chiese rif. della Conf. (Chiese evangeliche-riformate). Fu solo verso la metà del XVI sec. che ad esempio Berna si conformò alla linea di Zurigo. A Basilea l'identità confessionale fu a lungo controversa e le tendenze luterane rimasero pronunciate. La città univ. offrì inoltre rifugio anche a singoli esponenti di correnti non riconosciute.

La Riforma a Ginevra

Giovanni Calvino, giurista e umanista franc., un riformatore della seconda generazione, diede nuovi impulsi alla Riforma. Fuggito dalla Francia, nell'estate del 1536 Calvino giunse, passando per Basilea, a Ginevra, dove Guillaume Farel lo persuase a rimanere. Ginevra aveva da poco conquistato una precaria indipendenza politica dalla Savoia, espulso il vescovo dalla città e infine, sostenuta da Berna, abolito la messa. Farel e Calvino tuttavia non si sentivano appoggiati dal Consiglio e nella primavera del 1538 dovettero lasciare Ginevra.

Calvino tornò a Ginevra nel settembre del 1541, su richiesta del Consiglio, che già in novembre approvò il nuovo ordinamento ecclesiastico, le Ordonnances ecclésiastiques, in gran parte opera dello stesso Calvino. Negli anni successivi Calvino le rafforzò anche sul piano istituzionale. Attraverso la predicazione, catechesi e organi di vigilanza sulla moralità cercò, in collaborazione con la Compagnie des pasteurs, di educare gli ab. della città a una condotta di vita cristiana. Fino al 1555 si verificarono tuttavia ripetute proteste contro i pastori rif., tutti provenienti dalla Francia, e contro il Concistoro. I processi intentati contro la teol. di Calvino ebbero risonanza a livello europeo. L'opposizione contro i pastori franc. cessò solo dopo un rovesciamento politico. Nel 1559 venne fondata un'Acc., che divenne il centro di formazione per numerosi pastori e insegnanti dell'Europa calvinista (Calvinismo). Nel decennio 1550-60 a Ginevra erano attive una trentina di tipografie, che stampavano testi di propaganda anticatt. e scritti rif., spec. per il mercato franc.; anche il salterio franc., una delle maggiori imprese editoriali del XVI sec., riscosse un enorme successo (Canto religioso) in città.

Dopo un iniziale riserbo Calvino appoggiò anche la fondazione di Chiese clandestine. In tutta l'Europa nacquero cosiddette comunità calviniste, tuttavia influenzate non solo da Calvino ma anche da altri teologi come Zwingli, Bullinger e Martino Bucero; essendo molto diverse fra loro risulta però difficile parlare di una "mentalità calvinista".

La Riforma radicale

Accanto ai riformatori affermati, già dai primi anni 1520-30 si levarono voci, dette "radicali", che invocavano riforme, senza mai ottenere l'appoggio delle autorità, ad esempio gli spiritualisti (Spiritualismo), gli Antitrinitari e gli Anabattisti, i gruppi della corrente "radicale" più nota. La ricerca storica applica il termine di "riformatori radicali" anche a personaggi come Bernardino Ochino o Lelio Sozzini.

Diffusasi a partire da Zurigo, l'idea del battesimo in età adulta come professione di fede trovò, intorno alla metà degli anni 1520-30, seguaci soprattutto a Sciaffusa, San Gallo, Appenzello e Basilea, poi anche a Soletta e in particolare a Berna, che non fu in grado di controllare i gruppi attivi nell'Emmental. Per la Riforma il dibattito sul battesimo rappresentò un punto di svolta nella misura in cui risultò evidente che la teol. rif. affermata non era disposta a rinunciare a determinate tradizioni. Gli anabattisti vennero combattuti con argomenti teol. e politici e perseguitati da Chiesa e autorità fino a XVIII sec. inoltrato. Per Bullinger, successore di Zwingli, furono gli anabattisti e non più i "papisti" i peggiori nemici della "vera Chiesa". Analogamente a Lutero, Zwingli o Bullinger anche Calvino combatté l'anabattismo nei suoi scritti.

Conseguenze

La Riforma viene spesso correlata a fenomeni considerati caratteristici della modernità, come la libertà di religione e di opinione, il pluralismo e la democrazia, il liberalismo e l'individualismo. Più concrete di questi controversi effetti di causalità furono le conseguenze immediate del mutamento religioso, che in Svizzera conferì un nuovo assetto in primo luogo ai cant. rif.: le autorità politiche rilevarono la sorveglianza sulla Chiesa (Chiesa e Stato), la secolarizzazione delle istituzioni ecclesiastiche modificò spazi e ritmi di vita (Anno liturgico), i conventi vennero trasformati in ist. per ospitare poveri e malati, i pastori rif. e le loro fam. si integrarono nella borghesia e costituirono un nuovo gruppo sociale. La necessità di istruire laici, religiosi e funzionari sui principi della nuova fede comportò l'apertura di nuove scuole. La struttura demografica mutò a seguito dell'arrivo di numerosi Rifugiati per fede in particolare a Ginevra, in misura minore anche a Zurigo e Basilea. Rimane da chiarire quale influenza ebbe la Riforma sulle relazioni tra uomini e donne e tra figli e genitori. Per alcuni storici del passato l'abolizione del celibato dei sacerdoti e la valorizzazione del matrimonio costituivano segni precursori della modernità, mentre le ricerche più recenti pongono piuttosto l'accento sulle continuità, sottolineando il rafforzamento del ruolo del padre di fam. Nella concezione rif. il divorzio era ammesso, ma in realtà era poco diffuso.

Le numerose traduzioni della Bibbia nelle lingue volgari sono considerate l'apporto principale della Riforma. La teol. rif. è basata interamente sulla Parola. Per questo motivo il protestantesimo fu spesso descritto come una religione priva di rituali, razionale o interiorizzata; tradizioni popolari e concezioni magiche vennero associate al Cattolicesimo. Ricerche storico-culturali più recenti forniscono però un'altra immagine del XVI e XVII sec: nelle nuove Chiese i rituali non furono semplicemente aboliti ma reinterpretati o reinventati. Anche la paura della magia e della stregoneria non diminuì nel XVI sec., come documentano ad esempio i processi per stregoneria particolarmente numerosi nel Paese di Vaud rif.

I confini confessionali rimasero fluidi fino a metà del XVI sec., in alcune regioni anche più a lungo. Nel cant. Glarona, in parte dei Grigioni e in Turgovia, catt. e rif. utilizzarono la stessa chiesa (Parità confessionale). Forme di devozione legate alla vecchia fede rimasero vive, non solo nelle campagne. Dalla seconda metà del XVI sec. le differenze tra le confessioni divennero più pronunciate, le tensioni (non solo di natura religiosa) sfociarono in conflitti confessionali. Mentre ad esempio a Glarona la minoranza catt. creò proprie istituzioni (affare di Glarona, 1559-60), in Appenzello le controversie condussero nel 1597 alla divisione del cant.

Questa evoluzione accentuò su entrambi i fronti l'aspetto confessionale (Confessionalismo). In ambito catt., in Svizzera si diffusero la Riforma cattolica e la Controriforma; Gesuiti e Cappuccini si stabilirono nella Svizzera centrale e poi anche in altri cant. (Missioni interne, Conversioni). Nel 1586 i cant. catt. della Svizzera stipularono un patto di carattere confessionale, la Lega d'Oro, e poco dopo si allearono con la Spagna.

Pure il protestantesimo sviz. si consolidò, in particolare attraverso l'avvicinamento delle Chiese di impronta zwingliana e calvinista. Un passo importante fu compiuto in questo senso con la formulazione della concezione comune della Cena (Consensus tigurinus, 1549). La Confessione elvetica di Bullinger del 1566 rappresenta una pietra miliare per la costituzione della confessione rif.

Estensione della rete di corrispondenti di Heinrich Bullinger 1524-1575
Estensione della rete di corrispondenti di Heinrich Bullinger 1524-1575 […]
Rapporti epistolari di Giovanni Calvino in alcuni anni tra il 1542 e il 1563
Rapporti epistolari di Giovanni Calvino in alcuni anni tra il 1542 e il 1563 […]

Va infine sottolineata l'influenza esercitata dai riformatori sviz. Gli scritti di Zwingli, Calvino, Bullinger e Teodoro di Beza erano diffusi in tutta l'Europa; Calvino e Bullinger intrattennero una fitta rete di corrispondenti. Ginevra e Zurigo, ma anche Basilea, furono nel XVI sec. importanti centri di formazione per il protestantesimo intern. Mentre il carattere intern. del calvinismo è ormai universalmente riconosciuto, quello dello Zwinglianesimo elaborato da Bullinger è emerso da studi più recenti.

La Riforma figura tra gli avvenimenti che influenzarono maggiormente la storia sviz. Per la Conf. rappresentò un banco di prova, che minacciò la sua integrità: divise cant. e provocò - come in molte parti dell'Europa occidentale e centrale - disordini e guerre (prima guerra di Villmergen, seconda guerra di Villmergen). Fino a XIX sec. inoltrato conflitti di natura confessionale furono all'origine anche di scontri sociali e politici (Sonderbund, Kulturkampf). Per la storia e l'identità sviz. fu determinante il fatto che una cooperazione politica duratura rimase possibile nonostante i confini confessionali (Tolleranza religiosa).

Storiografia

Fino a metà del XX sec. la storiografia della Riforma in Svizzera fu dominata da questioni teol. e politiche. La maggior parte delle lettere e degli scritti di Zwingli, Calvino ed Ecolampadio sono disponibili grazie a iniziative editoriali del XIX e dell'inizio del XX sec. - una circostanza che influenzò profondamente l'orientamento della ricerca. In singoli cant. furono inoltre pubblicate raccolte di documenti riguardanti la storia della Riforma. Progetti editoriali consacrati a Bullinger e Beza, successori di Zwingli e Calvino, sono stati avviati solo recentemente dai due ist. sviz. dedicati alla storia della Riforma di Zurigo e Ginevra. Per lo studio della Riforma ginevrina sono particolarmente rilevanti i Registres de la Compagnie des pasteurs de Genève e i Registres du Consistoire de Genève au temps de Calvin (dal 1994). Ginevra ospita pure il nuovo Museo intern. della Riforma, aperto nel 2005.

Fu solo dopo la seconda guerra mondiale che i ricercatori studiarono le ragioni dell'ampio consenso raccolto dai riformatori. In un primo tempo la ricerca storico-sociale interpretò la Riforma come un fenomeno urbano, attribuendole in seguito anche una dimensione rurale: nell'Europa centrale cittadini e contadini furono tra i più attivi sostenitori delle riforme religiose. Le élite politiche reagirono spesso anche in Svizzera solo sotto la pressione della pop. rurale o delle corporazioni. Vennero inoltre indagati anche i canali di diffusione del messaggio evangelico, la sua efficacia, la sua ricezione e gli strumenti di organizzazione di una nuova Chiesa (ad esempio Concistori, scuole).

In tempi recenti la storia culturale ha rimesso in discussione l'ipotesi secondo cui la Riforma avrebbe comportato un disincanto del mondo e una razionalizzazione della concezione di Dio. Agli anabattisti è stata dedicata una serie di studi fondamentali. Infine storici e teologi si interrogano sin dal XVI sec. su come il sistema di alleanze della Conf. abbia potuto sopravvivere alla Riforma.

Riferimenti bibliografici

  • E. Egli (a cura di), Actensammlug zur Geschichte der Zürcher Reformation in den Jahren 1519-1530, 1879 (rist. 1973)
  • R. Steck, G. Tobler (a cura di), Aktensammlug zur Geschichte der Berner-Reformation 1521-1532, 2 voll., 1918-1923
  • E. Dürr, P. Roth (a cura di), Aktensammlung zur Geschichte der Basler Reformation in den Jahren 1519 bis Anfang 1534, 6 voll., 1921-1950
  • W. Jacob, Politische Führungsschicht und Reformation, 1970
  • K. Maeder, Die Via Media in der schweizerischen Reformation, 1970
  • G. W. Locher, Zwingli und die schweizerische Reformation, 1982
  • P. Blickle, Gemeindereformation, 1985
  • P. Blickle, «Warum blieb die Innerschweiz katholisch?», in MHVS, 86, 1994, 29-38
  • L. Vischer et al. (a cura di), Ökumenische Kirchengeschichte der Schweiz, 1994 (19982)
  • L. Palmer Wandel, Voracious Idols and Violent Hands, 1995
  • F. Citterio, L. Vaccaro (a cura di), Storia religiosa della Svizzera, 1996
  • B. Gordon, The Swiss Reformation, 2002
  • O. Fatio, Die Reformation verstehen, 2005
  • F. Meyer, La comunità riformata di Locarno e il suo esilio a Zurigo nel XVI secolo, ed. e trad. a cura di B. Schwarz, 2005 (ted. 1836)
  • M. Engamarre, «Des pasteurs sans pasteur: historiographie de la Réforme en Suisse romande (1956-2008)», in Archiv für Reformationsgeschichte, 100, 2009, 88-115
  • A. Holenstein, «Reformation und Konfessionalisierung in der Geschichtsforschung der Deutschschweiz», in Archiv für Reformationsgeschichte, 100, 2009, 65-87
  • T. Kaufmann, Geschichte der Reformation, 2009
Link

Suggerimento di citazione

Caroline Schnyder: "Riforma", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 29.01.2013(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/013328/2013-01-29/, consultato il 29.03.2024.