de fr it

Appenzellocomune

Comune (Bezirk), comune della sorveglianza del fuoco (Feuerschau), parrocchia e comunità scolastica del canton Appenzello Interno. Appenzello è situato nella valle della Sitter, sul tratto mediano del confine orientale del comune; i suoi quartieri esterni si estendono nel comune (Bezirk) di Schwende-Rüte. Capoluogo del semicantone di Appenzello Interno, antico luogo di mercato e centro del «Paese interno» (Innerer Landesteil), il villaggio è sede delle autorità cantonali. Prima attestazione: Abbacella (1071); il nome, composto dai termini dell'alto tedesco antico abbat e cella, designava una curtis dell'abate di San Gallo. Popolazione: 8030 abitanti nel 1850, 4574 nel 1900, 5001 nel 1950, 5447 nel 2000, 5793 nel 2020.

Appenzello (comune): carta di situazione 2022 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2022 DSS.
Appenzello (comune): carta di situazione 2022 (Geodati: Ufficio federale di statistica, Swisstopo, OpenStreetMap) © 2022 DSS.

Struttura demografica del comune di Appenzello

Anno15351597162616641713180118501880190019201950197019801990
Abitanti del nucleo antico o interno della Feuerschau1 5002 1001 8002 3002 6002 3003 0003 4503 6003 9503 7703 7503 700 4 000
Territorio della Feuerschau dal 1962 (agglomerato)           5 2005 3005 700
Anno 1880190019201950197019801990
Abitanti del comune4 3024 5745 1735 0015 2174 7815 194
Linguatedesco4 2984 5425 1274 9204 5304 1494 375
 francese     2     6   15   10     4     5   10
 italiano     1   19   19   58 433 279 182
 altre     1     7   12   13 250 348 627
Confessioneriformata 157 257 190  142 222 313 430
 cattolica4 1434 3164 9794 8434 9734 3224 326
 altre o senza confessione     2     1    4   16   22 146 438
 di cui senza confessione       65
Nazionalitàsvizzeri4 1474 4204 9394 7834 4504 1204 261
 stranieri 155 154 234 218 767 661 933
Struttura demografica del comune di Appenzello -  Autore, Ufficio federale di statistica

Dalla Preistoria all'alto Medioevo

L'unico reperto risalente all'epoca preistorica, un'ascia ad alette del Bronzo finale rinvenuta in località Forren presso Appenzello, non consente di affermare con certezza che la zona fosse abitata o percorsa in tempi antichi; fino alla fine dell'alto Medioevo la regione, per lo più boschiva, era pressoché disabitata.

Dal basso Medioevo all'Elvetica

Insediamento, popolazione ed economia

La colonizzazione della valle della Sitter prese avvio al più tardi nell'XI secolo, grazie agli abati di San Gallo; Appenzello è menzionato per la prima volta nell'atto di fondazione – in novali loco, cioè «in zona appena dissodata» – della parrocchia di S. Maurizio (1071). Oltre alla curtis abbaziale, che probabilmente comprendeva il quartiere a sud dell'odierna piazza della Landsgemeinde, dalla Platte alla Hofwiese, un inventario di beni del 1200 ca. cita alcuni insediamenti sparsi che facevano parte del comune (Brenden, Lank, Lehn, Meistersrüte). La scarsità di fonti anteriori al 1500 non consente di ricostruire con esattezza le fasi iniziali dell'insediamento. Le prime case di Appenzello furono costruite probabilmente lungo i sentieri che collegavano la chiesa ai possedimenti dell'abbazia, sulla Reichsstrasse e sul corso inferiore del Gansbach, in direzione est-ovest. Il ponte Metzibrücke sulla Sitter, a est della chiesa, consentiva di prolungare tale asse con una piccola testa di ponte; all'estremità orientale vi era un aggregato di edifici utilitari e signorili. Nel 1291 Appenzello fu devastato da truppe dei conti von Werdenberg-Sargans. Legati alla concessione del diritto di mercato (1353) sono probabilmente lo Schmäuslemarkt (a sud della Hauptgasse, di fronte al municipio) e le file compatte di edifici ispirati alle case coloniche urbane, nella Hauptgasse e nella via trasversale Hirschengasse (asse nord-sud), costruita in un secondo tempo unitamente a varie stradicciole di collegamento, piazze e altri slarghi. Il quartiere Ried, a sud del nucleo, risale a una fondazione benefica del 1483 a favore degli abitanti poveri.

Dopo l'affrancamento del Paese di Appenzello dalla signoria abbaziale, il villaggio, che si era affermato come capoluogo del Paese, dovette mettere a disposizione una piazza per la Landsgemeinde e costruire un palazzo del Consiglio. La definizione ze Appacelle zu dem Hof, utilizzata la prima volta il 10 ottobre 1367 e spesso nel XIV secolo per distinguere il borgo (sede del tribunale) dal Paese, trova riscontro nella denominazione corrente di Hofer, con cui gli abitanti di Appenzello vengono distinti dai contadini delle fattorie isolate.

A partire dalla metà del XVI secolo, le ordinanze sulle ronde notturne forniscono ragguagli su aspetto e dimensioni del nucleo. Il 18 marzo 1560 Appenzello fu distrutto da un incendio; la ricostruzione rispettò in massima parte la disposizione originaria delle fondazioni. La scissione del cantone (1597) ridusse sensibilmente l'importanza di Appenzello come capoluogo. I grandi incendi del 1679 e del 1701 distrussero il borgo solo in parte; nel corso del tempo vennero costruiti nuovi edifici che conferirono un aspetto caratteristico al villaggio: la parrocchiale (1560-1584), l'ossario (1560-1565), il palazzo del Consiglio (1560-1583), il cosiddetto castello (al margine sudorientale, 1563-1570), il convento delle cappuccine (1611-1622), l'arsenale (prima del 1568) e il convento dei cappuccini (all'estremità occidentale, 1587-1588). Un confronto fra vedute storiche risalenti ad epoche diverse (1586, 1642, 1839) evidenzia come dimensioni e struttura del borgo rimasero pressoché immutate dal XVI secolo alla metà del XIX.

Nei pressi della curtis abbaziale si insediarono degli artigiani, probabilmente già nei primi tempi. Dal XIV secolo è attestata la presenza di un numero elevato di arti e mestieri, e dal 1547 il cosiddetto «libro degli esibiti e dei mandati» raccoglie normative e misure di controllo relative agli osti (alberghi), ai mugnai (industria molitoria) e ai macellai. Il diritto a tenere due mercati l'anno e a riscuotere dazi, concesso il 23 settembre 1353, consentì lo sviluppo di un artigianato che rispondesse alle necessità dei contadini e di un commercio locale nel villaggio. Intorno al 1400, l'esistenza di una taverna e di alcuni provvedimenti su pesi e misure documentano attività commerciali. Al più tardi dal 1450 ca., Appenzello fu una delle località in cui veniva tessuto lino per la città di San Gallo; dall'ultimo quarto del XV secolo si tenne anche un mercato settimanale di stoppe e filati. In seguito alcuni abitanti cominciarono a esportare in forma autonoma, verso Venezia (1494), Costanza (1497), Lione (1499) e Francoforte sul Meno (1529), ma gli sforzi tesi a promuovere il borgo a piazza indipendente della tela di lino – che comportarono la costruzione, fra l'altro, di impianti di candeggio, di lisciviazione e di follatura (1535-1537) nonché la fondazione di una società di telerie (1537) – fallirono a causa delle severe misure adottate dai Sangallesi contro la concorrenza (l'ultima volta nel 1683); rimasero in funzione solo gli impianti di sbiancatura (fino al 1842) e per la filatura e la tessitura del lino (industria tessile). Particolarmente diffusa era la produzione di filati fini, cui a metà del XVIII secolo venne ad aggiungersi la filatura del cotone. Nel XVI-XVIII secolo, per molte famiglie (Sutter, Bischofberger, Büchler, Knusert, Ulmann ecc.) ebbe inoltre un ruolo importante il servizio mercenario. Come nel resto del cantone, anche ad Appenzello i contadini erano prevalentemente attivi nei settori dell'allevamento e dell'economia lattiera (negli alpeggi nella zona dell'Alpstein). Fra casari (proprietari degli animali) e produttori di fieno (proprietari di poderi in pianura), che provvedevano rispettivamente all'estivazione e allo svernamento del bestiame, si era instaurato un sistema particolare di collaborazione. Gli abitanti di Appenzello avevano speciali diritti d'uso sui beni comuni dell'Innerer Landesteil (alpeggi, boschi, pascoli ecc.).

Società comunale, vita ecclesiastica e culturale

Durante il basso e tardo Medioevo, i molti diritti fondiari, ecclesiastici, giudiziari e sui servi esercitati dal convento di San Gallo su Appenzello portarono alla formazione di un insieme di diritti signorili propri dell'abbazia; a sua protezione venne creata la nuova organizzazione giuridica-economica delle Rhoden e a nord di Appenzello fu eretta la fortezza di Clanx (1210 ca.). Gli abitanti di Appenzello erano servi ecclesiastici di San Gallo; fra di loro, i maiores e gli Ammann, rappresentanti dell'abate, avevano un ruolo economico e sociale di spicco (torri in sasso a Lank, ruderi della rocca Schönenbühl sull'Hirschberg). Le pensioni del servizio mercenario contribuirono in misura importante al distacco dall'abbazia, sia in termini giuridici sia fiscali (1517, 1518, 1537 e infine 1566). Questo fatto, unitamente alla nascita di un'organizzazione comunale autonoma, potrebbe aver favorito l'equilibrio fra i ceti nella società appenzellese del tardo Medioevo e dei secoli successivi (finora poco studiata); fu però all'origine di nuove disuguaglianze politiche ed economiche. Nel borgo, data la sua funzione di capoluogo del cantone (poi semicantone), si stabilirono famiglie influenti (Sutter, Fässler, Streule, Bischofberger, Dähler, Geiger, Schiess); nel XVI e XVII secolo l'élite, cui appartenevano sia gli alti funzionari cantonali sia gli ufficiali mercenari, si chiuse sempre più in se stessa.

Nel 1071 Norbert, abate di San Gallo, fissò i confini della parrocchia di Appenzello, legata alla chiesa privata abbaziale di S. Maurizio, patrono il cui nome è menzionato per la prima volta nell'atto di concessione del diritto di mercato (1353). La chiesa, consacrata e decorata con ricchi addobbi da Thietmar, vescovo di Coira, su richiesta e per incarico di Rumold, vescovo di Costanza, durante i conflitti fra l'imperatore Federico II e il papato fu incorporata all'abbazia di San Gallo (1248, atto confermato nel 1253). Da S. Maurizio dipendevano le chiese delle Rhoden interne; oltre ai preti secolari (clero), i cui nomi sono noti dal 1370, dal XV secolo sono attestati anche i vicari. All'epoca della Riforma i parrocchiani rimasero in maggioranza cattolici; nel 1588, sull'onda della Controriforma, la minoranza riformata dovette scegliere fra conversione o emigrazione. Nel 1645 i diritti di collazione passarono al Landamano e al Consiglio di Appenzello Interno. L'impegno profuso nell'attività pastorale nel XVII secolo dopo il Concilio di Trento (1563) e, in un secondo tempo, la crescita demografica del XIX e XX secolo portarono alla nascita delle quattro parrocchie filiali di Gonten (1647), Haslen (1666), Brülisau (1845) e Schwende (1914), nonché delle due curazie di Eggerstanden (1727) e Schlatt (1769-1970).

La grande estensione della parrocchia originaria, unita alla devozione tardomedievale e barocca, dal 1409 portò alla creazione di prebende cappellaniche. Durante la Riforma venne fondato il convento cappuccino della Candelora (1586-1587) e nel 1613 nel convento di S. Maria degli Angeli venne ripristinata una comunità di terziarie francescane, già attestata negli anni 1420-1421. Le fonti menzionano confraternite ecclesiastiche solo dal XVII secolo. La sfera religiosa e quella secolare erano strettamente connesse, poiché i confini parrocchiali per molto tempo coincisero con quelli dell'Innerer Landesteil.

Alla prima parrocchiale, dedicata a S. Maurizio e costruita nel 1068/1069 ca., seguì una chiesa tardoromanica ad aula unica (1300 ca.). L'edificio assunse le dimensioni odierne al più tardi negli anni 1488-1513, quando venne eretto un corpo tardogotico a tre navate, espressione dell'orgoglio del nuovo cantone confederato. La chiesa del 1513 venne ricostruita dopo l'incendio del 1560; negli anni 1824-1843 la navata fu sostituita da un corpo in stile neoclassico (con interno neorococò, 1890-1892). L'architettura religiosa di Appenzello comprende inoltre un ossario del 1565 (demolito nel 1857) e varie cappelle: S. Croce (1561), S. Martino (1594, in origine cappella degli infermi, oggi di Lourdes), S. Antonio a Rinkenbach (1661) e S. Anna a Haggenbrugg (menzionata dal 1696), nonché le cappelle votive di S. Michele a Blumenrain (1612), dei SS. Anna e Giacomo a Rütirain (1630) e di S. Maria Ausiliatrice a Hundgalgen (1874).

Un'istruzione scolastica facoltativa esisteva già nel XV secolo; più tardi un ecclesiastico curò la scuola latina, un maestro laico quella tedesca. Nel XVI secolo venne costruito un vero e proprio edificio scolastico, situato nei pressi della chiesa e delle canoniche. Primo maestro menzionato (1555) fu il futuro Landamano Bartholomäus Dähler; il più antico regolamento scolastico è del 1620 ca. Nel 1679 fu assegnata al supplente della scuola tedesca anche l'istruzione femminile, dopo il vano tentativo di fondare una scuola presso le suore (1639); dal 1738 l'insegnamento elementare fu impartito, oltre che dal titolare, da un assistente o sostituto.

L'alto livello culturale delle famiglie del ceto dirigente è attestato in modo esemplare sia da alcuni edifici in pietra del XVI secolo – la casa patrizia tardogotica detta «castello», con frontone a croce, torre-scala tonda e vestibolo colonnato, e la ricca casa Salesis, probabilmente dell'ultimo terzo del secolo –, sia dalle case Konkordia (XVII secolo) e sulla Hauptgasse (dopo il 1560). In ambito religioso, sono particolarmente degni di nota la parrocchiale con torre, coro e cripta appartenenti alla chiesa precedente (1488-1513), un messale romanico (prima del 1183), un obituario (1566) e un registro battesimale (1570, con titoli miniati da Caspar Hagenbuch).

Statuto, istituzioni locali e vita politica

Nel 1323 è menzionata per la prima volta «la gente di Appenzello» («den landlüten ze Appenzell», dove «Appenzello» sta per l'Innerer Landesteil). La storia politica di Appenzello trova sovente corrispondenza in quella del cantone che avrebbe preso il suo nome, poi in quella di Appenzello Interno. In seguito a particolari circostanze, per designare il villaggio furono utilizzati vari nomi: Hof (1300 ca.), Dorf (fine del XV secolo) e Feuerschau (1585). Fino al 1873 il borgo si estendeva sul territorio della Rhode di Lehn e in parte sulle Rhoden di Schwende, Rüte e Rinkenbach; le Rhoden, organizzate come comunità famigliari, nell'Appenzello Interno avevano funzioni assai limitate sul piano comunale. Per la zona di Appenzello si sviluppò fin dal XVI secolo l'ente pubblico della Feuerschau (nome derivante dall'ispezione annuale, effettuata in comune, della tenuta delle cisterne antincendio), che in assenza di un comune patriziale assunse, nel corso degli anni, sempre più compiti comunali: alla prevenzione e lotta contro gli incendi si aggiunsero nel XVII e XVIII secolo anche l'approvvigionamento idrico, la concessione del domicilio, l'emanazione di ordinanze edilizie e professionali, l'amministrazione fiscale. I suoi organi avevano anche competenze giudiziarie, fra cui perfino l'espulsione di dimoranti dal semicantone; organo supremo era la Dunke, assemblea obbligatoria dei proprietari di case nella Feuerschau. Il Consiglio di quest'ultima era formato, sin dal 1642, dal Landamano di Appenzello Interno (residente nella zona del borgo), da funzionari cantonali (luogotenente, alfiere, tesoriere, usciere cantonale, landscriba) e da tre ispettori antincendio; nel XVIII secolo la Dunke si limitava ad approvare i conti e seguire la lettura pubblica delle ordinanze.

Appenzello (comune): frontiere comunali e limiti della Feuerschau (sorveglianza del fuoco)
Appenzello (comune): frontiere comunali e limiti della Feuerschau (sorveglianza del fuoco) […]

Il quartiere Ried, creato da una fondazione nel 1483, era a disposizione dei poveri delle Rhoden di Lehn e Rinkenbach. Gli aventi diritto (dal 1615 solo persone sposate o vedove con patrimonio inferiore a 1000 lire) ricevevano un piccolo appezzamento, da usare in proprio, e un terreno su cui costruire una casa; potevano sfruttare in comune pascoli, prati e boschi, ma non potevano pascere cavalli e produrre formaggio. I beneficiari amministravano la fondazione autonomamente, tramite un'assemblea annua che eleggeva una commissione per gli affari correnti; lo statuto più antico è del 1602. Nel XVI secolo Appenzello possedeva due lazzaretti: uno, il più antico, alla Sandgrube (menzionato dal 1517, bruciato probabilmente nel 1560), l'altro sulla proprietà Geren/Hälenbrunnen (eretto fra il 1540 e il 1542, demolito prima del 1766) in cui dopo il 1598 oltre ai malati venivano ricoverate anche persone debilitate e anziane; l'edificio fu poi sostituito dall'ospizio di mendicità (menzionato dal 1766, demolito nel 1904). L'ospedale eretto dopo il 1575 a nord est di Appenzello (bruciato nel 1912) servì dapprima da ostello per forestieri e da casa per cappellani anziani, poi da orfanotrofio e stabilimento penale (penitenziari). Fino a metà del XIX secolo l'approvvigionamento idrico era assicurato da fontane pubbliche e private; poiché la maggior parte delle case non aveva ancora condutture, si insisteva particolarmente sulla pulizia delle sei fontane pubbliche. Due cisterne d'acqua sistemate a sud del borgo fungevano da riserva contro gli incendi, alla cui prevenzione era addetta fin dal 15 dicembre 1519 una pattuglia di due uomini. Per loro venne allestito un posto di guardia nella «casa degli abitanti del comune», adibita anche a mercato e a deposito di sale; risale al 1579 un'ordinanza sugli incendi e sul servizio di sorveglianza, modificata nel 1642, nel 1675 e nel 1790/1793.

Verso la fine del XVIII secolo, la forte presenza ad Appenzello di esponenti del ceto benestante e dirigente di Appenzello Interno e l'alto numero di rappresentanti del capoluogo nell'esecutivo furono all'origine di tensioni fra Appenzello e le regioni di campagna (in particolare con le Rhoden di Schlatt e Gonten), che sfociarono nel cosiddetto affare Sutter. Nello stesso periodo, diversi membri della classe dirigente cominciarono a mostrare interesse per le idee illuministe, e taluni – fra cui il parroco Josef Anton Sutter, i due ufficiali Johann Josef Michael Büchler e Johann Baptist Graf, il futuro Landamano Karl Franz Josef Anton Bischofberger e il medico Johann Nepomuk Hautle – simpatizzarono apertamente con l'Elvetica; tuttavia ad Appenzello non si formarono società illuministe.

XIX e XX secolo

Economia e trasporti

La costruzione dei principali collegamenti stradali – per Gais (1852-1853), Urnäsch (1862-1868), Wasserauen (1867-1869), Hundwil (1877), Oberriet (1902-1914) – e della rete ferroviaria, allestita gradualmente dalle quattro compagnie poi confluite nelle Ferrovie appenzellesi, offrì nuove opportunità di sviluppo a turismo e industria.

La superficie agricola venne estesa grazie alle migliorie fondiarie realizzate in zona Forren (1936-1937) e Mendle (1943-1944). La crisi economica iniziata negli anni 1870 determinò un rinnovamento dell'agricoltura che a sua volta portò alla creazione di tre cooperative zootecniche (di Appenzello nel 1894, di Lehn nel 1945 e di Rapisau nel 1965). Prima che fossero potenziate le strade in uscita, il piccolo artigianato locale riusciva a coprire il fabbisogno regionale; all'inizio del XIX secolo artigiani forestieri, che avevano introdotto nuove tecniche, esercitavano mestieri in genere poco comuni (ramai, stampatori di stoffa, stagnini, gessai ecc.). Un elevato numero di ricamatrici a mano (646 nel 1880, 1178 nel 1920) svolgeva il lavoro a domicilio per imprenditori di Appenzello Esterno e di San Gallo (Verlagssystem), in seguito anche per una committenza locale.

Tra il 1870 e il 1876 vennero aperte ad Appenzello cinque imprese meccanizzate di ricamo; mentre la maggior parte di loro ebbe una vita effimera, la fabbrica della ditta francese Marie Fanny Driou & Cie (allo Ziel) fu invece attiva dal 1871 al 1930. Dopo la messa in servizio delle linee a scartamento ridotto Urnäsch-Appenzello (1886) e Gais-Appenzello (1904) e della centrale elettrica locale (1905) sorsero alcune fabbriche (specialmente tessili), ma solo in pochi casi sopravvissero alla crisi del settore del ricamo che seguì la prima guerra mondiale. Quattordici imprese, specializzate soprattutto nella lavorazione e vendita di prodotti tessili, fra cui la alba AG & weba AG (1923) e la Doerig + Kreier AG (1923), nel 1925 avevano oltre 220 dipendenti. Altre aziende importanti di Appenzello sono la ditta Locher AG (birreria dal 1886, ma attestata dal 1728), la distilleria di liquori Emil Ebneter & Co AG (1902), la fabbrica di spazzole Emil Broger (1902-1980) e la ditta tessile Lehner Les Accessoires AG (1938). Dopo la seconda guerra mondiale, ebbero una fase di modesto sviluppo le piccole e medie imprese attive in vari settori (macchine, metalli, plastica e edilizia): Litex Neon AG (1959), Fenster Dörig AG (1959), Chemora AG (1965-1993), Bühler AG (1966), KUK Electronic AG (1990). Sono infine numerose le piccole aziende artigiane.

Distribuzione dell'impiego nel comune di Appenzello 1930-1990

 19301950197019801990
Settore primario19,1%15,7%10,7%10,0%6,7%
Settore secondario68,8%52,8%55,8%49,4%37,8%
Settore terziario12,1%31,5%33,5%40,6%55,5%
Distribuzione dell'impiego nel comune di Appenzello 1930-1990 -  Ufficio federale di statistica

Le possibilità di accedere al massiccio dell'Alpstein diede impulso all'industria alberghiera. Agli antichi bagni termali Hoferbad (menzionato dal 1628) e Oberbad (1372) se ne affiancarono diversi altri, in parte attivi solo per un breve periodo: Kaubad (dal 1851), Bad Dreikirchenstein (1881-1885), Sonnenau (1892-1897), Rosengarten (1896-1940). Dopo la seconda guerra mondiale Appenzello acquisì discreta importanza quale meta di escursioni giornaliere. L'alta concentrazione di negozi al dettaglio (una quarantina), la presenza di banche, scuole, assicurazioni e uffici pubblici (comunali, Feuerschaugemeinde, cantonali) conferma l'importanza di Appenzello quale centro regionale (44,7% di pendolari in entrata nel 1990).

Insediamento, società, cultura e istruzione

Una delle ultime ricamatrici a domicilio, Lydia Koller di Appenzello. Fotografia di Dany Gignoux, 1976 (Bibliothèque de Genève).
Una delle ultime ricamatrici a domicilio, Lydia Koller di Appenzello. Fotografia di Dany Gignoux, 1976 (Bibliothèque de Genève). […]

Fino agli inizi del XIX secolo la densità demografica si mantenne – anche a causa delle crisi economiche del 1771-1772 e del 1817-1818, e delle epidemie (specialmente tifo, difterite, dissenteria, vaiolo) – grosso modo al livello del 1710. In seguito aumentò gradualmente grazie allo sviluppo dell'industria domestica e al consolidamento dell'artigianato. Dopo il 1920 si verificò un nuovo calo demografico dovuto alla crisi del settore dei ricami; si è registrata una nuova ripresa solo dal 1960. Grazie all'alta congiuntura del secondo dopoguerra, iniziata con una certa esitazione ma costante nel tempo, nel 1990 la Feuerschaugemeinde contava 5700 abitanti (6200 nel 1997). La crescita è stata favorita fra l'altro dalla situazione geografica vantaggiosa, dal miglioramento infrastrutturale, dalla vitalità del turismo, da alcune imprese innovative, dalla politica finanziaria e di promozione economica del cantone.

Ancora fino alla metà del XIX secolo Appenzello era un centro vallivo piuttosto compatto. Dal successivo sviluppo della località lungo le strade in uscita (zona centrale Feuerschau: 204 case nel 1827, 446 nel 1920 e 567 nel 1950; Feuerschaugemeinde: ca. 1500 case nel 1990) derivò la caratteristica pianta a stella del borgo. L'attività edile, in ristagno fra le due guerre, alla fine degli anni 1950 conobbe una fase di intenso sviluppo; il patrimonio storico del nucleo venne in parte intaccato e sorsero quartieri residenziali nuovi, talvolta uniformi.

Secondo il ruolo fiscale del 1803, 31 cittadini, vale a dire il 2% di tutti i nuclei famigliari, erano considerati ricchi, cioè possessori di almeno 10'000 fiorini (il più ricco 130'000). Nel XIX secolo i torbidi dell'Elvetica, le guerre napoleoniche (guerre di coalizione), la carestia del 1817-1818 e il rincaro del 1830-1831 contribuirono ad aumentare il numero degli indigenti: delle 1800 persone registrate nel 1816 fra i poveri di Appenzello Interno (pari al 17% ca. della popolazione), molte vivevano ad Appenzello; ancora nel 1938, le persone di Appenzello che necessitavano di un sussidio erano 221 (5% degli abitanti). Solo l'industrializzazione del secondo dopoguerra permise di migliorare le condizioni del ceto basso, provocando una lieve riduzione del divario economico e una crescita relativa del ceto medio. Nel 1996 il comune di Appezello rappresentava, in termini di popolazione e di capacità contributiva, rispettivamente il 37,4% e il 43,6% del semicantone.

Fiera del bestiame ad Appenzello, 1910 ca. (Biblioteca nazionale svizzera, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli).
Fiera del bestiame ad Appenzello, 1910 ca. (Biblioteca nazionale svizzera, Archivio federale dei monumenti storici, Collezione Wehrli). […]

Alla fine del XVIII secolo, secondo dati dell'epoca, la struttura sociale della popolazione, che nel complesso viveva in condizioni piuttosto modeste, non era contraddistinta da nette separazioni; solo i dimoranti erano soggetti a restrizioni politiche ed economiche. Dal quadro offerto dall'agricoltura e dall'alpicoltura e, in misura minore, dall'esercito e dallo Stato nel XIX secolo si ricava l'esistenza di un gruppo di ricchi contadini, alpigiani, commercianti di bestiame, proprietari fondiari e di capitali dominante sul piano politico, economico e sociale, mentre l'industria tessile e il commercio (di tessuti, latticini, merceria ecc.) erano ancora allo stadio iniziale; la maggior parte degli abitanti del borgo erano piccoli contadini indebitati, giornalieri, lavoratori a domicilio e artigiani poveri.

La proverbiale socievolezza appenzellese trovò espressione in numerose società, dedite, ad esempio, al tiro (dal XVI secolo), alla musica per fiati (dal 1792), al canto (coro maschile attestato nel 1835, fondato nel 1855; coro parrocchiale attestato nel 1514, fondato nel 1881) e allo sport (dal 1866). Obiettivi sociali ed economici erano perseguiti su base associativa o cooperativa; vennero fondati l'Armenverein (per gli indigenti; prima del 1866), un'associazione contro la mendicità (1883), una cooperativa di consumo (1883), una società di assistenza volontaria (1916) e il Rabattverein (associazione di sconto, 1911).

Scuole elementari sorsero sulla piazza della Landsgemeinde (1854), sulla Hofwiese (1890), presso il convento femminile (1879) e nel Gringel (scuola reale regionale, 1972). Dal 1866 l'orfanotrofio, a nord ovest di Appenzello e risalente al 1854, comprende una scuola di economia domestica; nel periodo 1811-1973 la scuola femminile e, dal 1929, anche la scuola reale femminile furono gestite da cappuccine. Una scuola latina fu aperta dal 1812 al 1848; nel 1872 venne inaugurata una scuola reale e latina – dapprima solo maschile, dal 1876 anche femminile – che nel 1887 passò al cantone e nel 1908 fu sostituita dal nuovo collegio cappuccino di S. Antonio (scuola reale e liceo con maturità federale dal 1940, scuola cantonale dal 1999). Nel 1974 le funzioni della scuola reale sono passate alla scuola secondaria della Hofwiese, inaugurata nel 1957 e ampliata negli anni 1970-1974. Le suore di Ingenbohl insegnarono lavori femminili ad Appenzello dal 1880 al 1982, fra l'altro nella scuola reale femminile (dal 1892) e in classi speciali (1906-1958). Nel 1856 venne aperta per iniziativa privata una scuola materna, nel 1880 una scuola professionale d'arti e mestieri.

Anche il clero si impegnò in campo scolastico e sociale; il padre cappuccino Otto Gartmann, ad esempio, fondò nel 1853 un'associazione di giovani artigiani. Solo dopo la nascita dello Stato federale (1848) si formò ad Appenzello una comunità riformata; nel 1875 venne fondata un'associazione riformata, nel 1909 fu costruita la chiesa mentre la comunità riformata, il cui territorio corrisponde all'Innerer Landesteil, è riconosciuta come ente di diritto pubblico dal 1925.

Sviluppi in campo politico-amministrativo

Fino al 1872 l'istituzione più importante per le questioni locali fu la Feuerschaugemeinde, sostituita durante l'Elvetica da un distretto a carattere effimero. La suddivisione nei comuni attuali risale alla nuova Costituzione cantonale del 1872; quello di Appenzello comprende i territori che un tempo appartenevano alla Rhode di Lehn e la parte settentrionale di quella che una volta era la Rhode di Rinkenbach. In seguito il borgo si è esteso oltre i confini comunali (1991: 71% degli abitanti ad Appenzello, 16% a Rüte, 13% a Schwende), ma viene considerato come un aggregato unitario dalla «spoliticizzata» Feuerschaugemeinde (Ortsgemeinde fino al 1872). Quest'ultima si occupa soprattutto di lotta agli incendi (polizia del fuoco), costruzioni, rete idrica ed elettrica; suoi organi sono l'assemblea (Dunke), la commissione della Feuerschau e la commissione dei conti. Organi del comune sono l'assemblea annuale, il municipio (autorità comunali; con primo e secondo «capitano», o sindaco, cassiere, segretario) e varie commissioni. Molti compiti sono tuttavia assunti dall'amministrazione cantonale; al comune competono soprattutto la polizia (fino al 1996) e il settore stradale entro i confini comunali, ma anche l'edilizia e la lotta antincendio all'esterno della Feuerschaugemeinde.

Appenzello era, ed è, sede di tutte le organizzazioni partitiche, federazioni e associazioni cantonali, ma solo dal 1876 ha una tipografia stabile. Giornali importanti divennero il conservatore Appenzeller Volksfreund (dal 1876) e il liberale Anzeiger vom Alpstein (1906-1972), succeduto al Freier Appenzeller (1878-1895). Tra il 1874 e il 1878, per iniziativa privata, venne costruito un ospedale; rilevato dal cantone nel 1897, dal 1982 è anche casa per anziani. Una rete idrica efficiente è operativa dal 1888, la luce elettrica (illuminazione) venne introdotta nel 1905. L'ospizio per poveri, costruito negli anni 1901-1903, dal 1958 è denominato Bürgerheim. Dal 1850 al 1909 le poste federali erano installate in locali presi in affitto in edifici privati e cantonali (poste, telefoni e telegrafi, PTT); il nuovo ufficio postale presso la stazione fu eretto dalla Confederazione negli anni 1908-1909, quando già esistevano il telegrafo (1857) e una prima rete telefonica (1894). Dal 1976 le acque luride del borgo confluiscono nell'impianto cantonale di depurazione Bödeli.

Riferimenti bibliografici

  • Landesarchiv Appenzell Innerrhoden, Appenzello.
  • Museum Appenzell, Appenzello.
  • Signer, Jakob: «Chronik der Appenzell I.-Rh. Liegenschaften», in: Appenzellische Geschichtsblätter, 1-16, 1939-1954.
  • Ammann, Hektor: «Die Talschaftshauptorte der Innerschweiz in der mittelalterlichen Wirtschaft», in: Der Geschichtsfreund, 102, 1949, pp. 105-144.
  • Senn, Nikolaus: Die Feuerschaugemeinde in Appenzell. Geschichtlich-dogmatische Darstellung, 1950.
  • Sonderegger, Stefan: «Der Name Appenzell», in: Innerrhoder Geschichtsfreund, 4, 1956, pp. 3-31.
  • Regierungen der beiden Halbkantone Appenzell (a cura di): Appenzeller Geschichte. Zur 450-Jahrfeier des Appenzellerbundes 1513-1963, vol. 1, 1964; vol. 3, 1993.
  • Stark, Franz: 900 Jahre Kirche und Pfarrei St. Mauritius Appenzell, 1971.
  • Bodmer, Walter: «Appenzell als Wirtschafts- und Leinwandplatz», in: Innerrhoder Geschichtsfreund, 18, 1973, pp. 15-29.
  • Inventario svizzero di architettura, 1850-1920 , vol. 1, 1984, pp. 259-387.
  • Fischer, Rainald: Die Kunstdenkmäler des Kantons Appenzell Innerrhoden, 1984, pp. 391-397.
  • Bischofberger, Ivo: Entstehung und Entwicklung der Feuerschaugemeinde Appenzell, 1991.
  • Weishaupt, Achilles: Der Finanzhaushalt des Landes Appenzell 1519-1597. Strukturen, Wachstum, Konjunkturen, memoria di licenza, Università di Friburgo, 1996.
  • Fässler, Daniel: «Den Armen zu Trost, Nutz und Gut». Eine rechtshistorische Darstellung der Gemeinmerker (Allmenden) von Appenzell Innerrhoden – unter besonderer Berücksichtigung der Mendle, 1998.
  • Bischofberger, Hermann: Rechtsarchäologie und rechtliche Volkskunde des eidgenössischen Standes Appenzell Innerrhoden. Ein Inventar im Vergleich zur Entwicklung anderer Regionen, 2 voll., 1999.
  • Weishaupt, Achilles: 125 Jahre Evangelisch-reformierte Kirchgemeinde Appenzell, 2000.
Link
Controllo di autorità
GND
VIAF
Scheda informativa
Prima/e menzione/i
1071: Abbacella
1367: ze Appacelle zu dem Hof
Endonimi/Esonimi
Appenzell (francese)
Appenzell (romancio)
Appenzell (tedesco)
Appenzello (italiano)
Classificazione
Entità politiche / Comune

Suggerimento di citazione

Achilles Weishaupt: "Appenzello (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 16.01.2023(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/001313/2023-01-16/, consultato il 19.03.2024.