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Solettacomune

Pianta della città di Soletta prima della demolizione dei bastioni. Disegno a penna colorato realizzato nel 1833 da Johann Baptist Altermatt (Collezione privata).
Pianta della città di Soletta prima della demolizione dei bastioni. Disegno a penna colorato realizzato nel 1833 da Johann Baptist Altermatt (Collezione privata). […]

Com. SO, capoluogo del cant. e del distr. omonimi; (219: vico salod[uro]; 1251: saluerre; 1275: Solotren; ted.: Solothurn; franc.: Soleure; rom.: Soloturn). Attorno ai nuclei insediativi romani e altomedievali nel ME si svilupparono la città vecchia a nord e il sobborgo a sud dell'Aar. Nel XIX-XX sec. l'abitato si estese a est e soprattutto a ovest verso la piana dell'Aar e a nord verso le pendici del Giura. Dopo l'estinzione dei von Zähringen nel 1218, S. assunse il rango di città libera dell'Impero e nel 1481 aderì alla Conf. Nel XVIII sec. S. ridusse il proprio territorio cittadino; nel XX sec. fallirono i tentativi di fusioni com. Con il ripristino della diocesi di Basilea nel 1828 S. divenne sede vescovile.

Struttura demografica del comune di Soletta

Annoca. 1400ca. 1500ca. 16921798/9918291837
Abitantica. 2 000ca. 2 500-3 000ca. 3 900ca. 3 6004 2544 647
       
Anno18501870a18881900191019301950197019902000
Abitanti5 3707 0088 31710 02511 68813 73416 74317 70815 74815 489
Percentuale rispetto alla popolazione cantonale7,7%9,4%9,7%9,9%10,0%9,5%9,8%7,9%6,8%6,3%
Lingua          
tedesco  7 9809 28610 82012 84015 59514 97713 45313 270
francese  260509646521604441293193
italiano  491901722884431 604739469
altre  284050851016861 2631 557
Religione, confessione          
cattolicib4 8515 6985 6126 0986 5347 0387 8199 5977 0835 463
protestanti5181 2912 5833 8144 9476 4157 8007 2215 6574 581
cattolico-cristiani      825525269182
altri1651221132072812993652 7395 263
di cui della comunità ebraica  8881756452312527
di cui delle comunità islamiche       32405915
di cui senza confessionec       1821 8563 139
Nazionalità          
svizzeri5 1026 4927 6959 09010 56612 73315 84915 03113 24212 336
stranieri2685626229351 1221 0018942 6772 5063 153

a Abitanti: popolazione residente; religione e nazionalità: popolazione "presente".

b Compresi i cattolico-cristiani dal 1888 al 1930; dal 1950 cattolico-romani.

c Non appartenenti ad alcuna confessione o altra comunità religiosa.

Struttura demografica del comune di Soletta -  Autore; censimenti federali

Dalla Preistoria all'alto Medioevo

Preistoria e Protostoria

I più antichi reperti rinvenuti nel territorio cittadino risalgono probabilmente al Paleolitico. Resti di una stazione a cielo aperto del Mesolitico sono venuti alla luce nel 1986 in occasione di lavori di ristrutturazione nell'ex cinema Elite. Per il Neolitico, l'età del Bronzo e l'età del Ferro si hanno solo pochi ritrovamenti singoli.

Impero romano

In epoca romana la località, sorta probabilmente attorno al 15-25 d.C. quale posto di guardia e testa di ponte lungo la strada da Aventicum ad Augusta Raurica risp. Vindonissa, si affermò rapidamente come piccolo centro cittadino (vicus). Il nome Salodurum attestato sulla cosiddetta pietra di Epona del 219 non costituisce un indizio dell'origine celtica dell'insediamento, ma riflette la commistione culturale galloromana nelle province nordoccidentali dell'Impero. Quando raggiunse la sua massima estensione nel II-III sec., il vicus comprendeva all'incirca la superficie dell'attuale centro storico e una parte dell'odierno sobborgo a sud dell'Aar. Il ponte era verosimilmente situato poco a monte rispetto all'odierna Wengibrücke. In epoca romana la sponda del fiume si trovava 40-80 m più a nord rispetto alla sua ubicazione attuale; la strada principale del vicus probabilmente si trovava al di sotto dell'odierna Hauptgasse. Accanto al nome e allo status giur. dell'insediamento è attestata l'esistenza di due capi dell'abitato (magistri) e di un collegio di sei sacerdoti (seviri Augustales) a cui era affidato il culto imperiale. A S. si trovava inoltre un posto di polizia e di controllo delle strade della XXII legione, il cui comando supremo era stazionato a Magonza. Sono documentati da iscrizioni ma non localizzabili dei templi dedicati a Giove e ad Apollo-Augusto e un altare della dea celtica Epona, protettrice dei cavalli e dei cavalieri, venerata dai soldati romani. Reperti archeologici attestano l'esistenza di un complesso termale lungo la Hauptgasse e di un quartiere di vasai nella parte nordoccidentale della città vecchia. Osservazioni compiute nel 1762-63 in occasione della demolizione della vecchia chiesa di S. Orso forniscono indizi di una necropoli con tombe a incinerazione all'estremità orientale del vicus. Nella stessa area sono anche attestate due tombe romane a inumazione.

Tarda antichità e alto Medioevo

Attorno al 325-330/350 l'insediamento aperto lungo la strada venne trasformato in un castrum fortificato, che comprendeva ancora solo la metà della superficie abitata in precedenza. Il tracciato a forma di campana del muro di cinta, spesso 2-3 m e alto 9 m, è attestato e ancora riconoscibile nel piano catastale della città odierna. In diversi punti sono visibili risp. accessibili parti piccole e grandi di mura romane nelle case del centro storico. Vi erano sicuramente una porta a nord e una torre nell'angolo sudorientale del castrum; si suppone inoltre l'esistenza di altre porte e torri. Delle costruzioni all'interno delle mura sono rimaste solo poche tracce.

Nell'alto ME esistettero due nuclei insediativi: uno civile sulla superficie dell'antico castrum e uno ecclesiastico-sacrale nell'area della necropoli tardoromana all'esterno delle mura. Sia la storia ecclesiastica e l'agiografia sia l'utilizzo delle necropoli e dei cimiteri dentro e attorno alle chiese di S. Stefano, S. Orso e S. Pietro testimoniano la continuità insediativa. L'ex cappella di S. Stefano all'interno del castrum venne costruita su un edificio tardoantico preesistente. Al medesimo periodo viene fatta risalire una costruzione interpretata come cella memoriae, appartenente alla cappella di S. Pietro situata nell'area delle necropoli. Verso la metà del V sec. il vescovo Eucherio di Lione menzionò il martirio dei SS. Orso e Vittore e un culto dei santi a S. Nel 500 ca. la principessa burgunda Sedeleuba fece traslare le spoglie di S. Vittore a Ginevra, mentre quelle di S. Orso rimasero a S. Il capitolo di Sankt Ursen nato dalla venerazione dei santi è attestato la prima volta nell'870.

Potere e politica dai secoli centrali del Medioevo alla fine del XVIII secolo

Verso l'indipendenza della città

Dall'alto ME il territorio dell'antico castrum fu considerato un possedimento regio. Dopo la dissoluzione del regno centrale lotaringio, S. fece parte del secondo regno di Borgogna, annesso dal 1032 all'Impero. Nel 1038 l'imperatore Corrado II tenne una "dieta di corte" (Hoftag) a S., nel corso della quale suo figlio Enrico III venne incoronato re di Borgogna. Fino al 1052 quest'ultimo soggiornò ancora più volte a S., anche se mancano indizi dell'esistenza di una residenza palatina stabile. Una zecca solettese è menz. nel 1146, sotto il rettorato dei duchi von Zähringen. Al 1182 risale la prima attestazione del causidicus, giudice nominato dal duca; nel 1252, durante il Grande interregno, la comunità urbana - cioè lo scoltetto, i Consigli e i cittadini - appare per la prima volta autonoma e dotata di un proprio sigillo cittadino. Quale parte del rettorato di Borgogna, dopo l'estinzione dei von Zähringen nel 1218 S. tornò sotto il dominio immediato dei sovrani del Sacro Romano Impero. Nei successivi 200 anni i cittadini si emanciparono progressivamente dal loro signore, acquisendo sempre maggiori diritti regi e regalie; da una condizione di sudditanza nei confronti del potere monarchico S. divenne così una città libera dell'Impero. Nel 1276 e 1280 re Rodolfo I d'Asburgo confermò alla città gli antichi diritti (senza precisarli) e le conferì il privilegium de non evocando, per cui S. e i suoi cittadini non potevano essere giudicati davanti a tribunali forestieri. Nel 1344 S. ereditò dai conti von Buchegg la carica di scoltetto data in pegno a questi ultimi, ciò che fu poi confermato dall'imperatore Carlo IV nel 1360. Nel 1409 re Roberto del Palatinato estese il privilegium de non evocando al tribunale imperiale. Contemporaneamente la città riuscì a rafforzare la sua influenza sul capitolo di Sankt Ursen, pure di origini regie, respingendo nel 1251 le pretese che questo aveva avanzato sulla carica di scoltetto. Poco dopo aver acquisito tale carica nel 1344, la città ottenne l'avogadria su Sankt Ursen attribuendo il diritto di cittadinanza al suo titolare Burkhard Senn il Vecchio. Il papa conferì infine a S. il privilegio di nominare i canonici (1512) e i prepositi (1521) del capitolo.

Società urbana e governo cittadino

Dal 1200 ca. si registra un aumento dei documenti con elenchi di testimoni, che indicano l'esistenza di un Consiglio composto spec. da nobili. Nel 1252 questi testimoni sono definiti per la prima volta consules et cives Solodorenses. Il movimento corporativo del XIV sec. affermatosi anche a S., ebbe solo effetti limitati sul regime politico della città; a questo proposito non esistono però riscontri documentali. Attorno al 1350, un Nuovo Consiglio (Jungrat) di 22 membri, affiancò il Vecchio Consiglio (Altrat) di 11 persone. Ogni corporazione aveva un rappresentante nell'Altrat e due nello Jungrat. Questi 33 Consiglieri esercitavano il governo insieme allo scoltetto e assumevano anche funzioni legislative e giudiziarie. In occasione delle elezioni che si svolgevano ogni anno il 24 giugno (denominate Rosengarten dal luogo di riunione), i cittadini nominavano, su proposta dei componenti dello Jungrat, i membri dell'Altrat e il Gemeinmann (uomo di fiducia delle corporazioni nel Consiglio). In seguito designavano lo scoltetto (in seno all'Altrat) e, su proposta di quest'ultimo, l'alfiere e il Grossweibel. Il 25 giugno i membri dell'Altrat ne eleggevano due dello Jungrat per ogni corporazione e, il 26, lo scoltetto e il Piccolo Consiglio di 33 membri nominavano il Gran Consiglio di 66 rappresentanti (sei per ogni corporazione). Infine il Piccolo Consiglio designava, in parte assieme al Gran Consiglio, i funzionari (in primo luogo il tesoriere e i balivi).

Veduta a volo d'uccello di Soletta da sud. Pittura su vetro realizzata da Wolfgang Spengler secondo un'incisione di Urs Küng del 1653 (Museum Blumenstein, Soletta).
Veduta a volo d'uccello di Soletta da sud. Pittura su vetro realizzata da Wolfgang Spengler secondo un'incisione di Urs Küng del 1653 (Museum Blumenstein, Soletta). […]

Questo sistema, basato in larga misura sulla cooptazione, rafforzò la posizione del Piccolo Consiglio nei confronti dei com. e del Gran Consiglio. Dopo che ancora alla fine del XV sec. era fallito il progetto costituzionale oligarchico di Hans vom Staal, tale evoluzione sfociò in una limitazione dei diritti politici dei cittadini nella seconda metà del XVI sec. e nell'affermazione di un regime patriziale nella seconda metà del XVII sec. All'oligarchizzazione venne posto un freno nel XVIII sec., con la riacquisizione da parte del Gran Consiglio di alcune competenze nel 1718-21 e con la riforma dell'ordinamento sulla cittadinanza del 1682, che impedì l'accesso al governo alle nuove fam. facoltose. In questo modo diminuì da un lato il numero delle fam. eleggibili al Consiglio, ma dall'altro, grazie anche all'introduzione del voto segreto e a provvedimenti contro la compravendita di suffragi (1764 e 1774), un numero sempre crescente di vecchie fam. cittadine borghesi poté ricoprire incarichi di governo.

Assetto urbano ed edifici pubblici e privati

Già attorno al 1200 probabilmente a nord del capitolo di Sankt Ursen si trovava una torre fortificata dei von Zähringen. Nella prima metà del XIII sec. venne costruito un muro di cinta che racchiudeva l'antica area del castrum, il quartiere artigianale adiacente a ovest e le chiese di S. Orso e S. Pietro. Con il capitolo di Sankt Ursen, il convento dei francescani (dal 1280 nei pressi del lato settentrionale delle mura cittadine) e la residenza degli ambasciatori franc. (Ambassadorenhof, dal 1532), nella parte orientale della città si sviluppò un quartiere ecclesiastico e signorile, mentre nella parte occidentale il palazzo del Consiglio (dapprima sulla Hauptgasse, dal 1476 a sud del convento dei francescani), l'emporio (inizialmente sulla Hauptgasse, dalla prima metà del XVII sec. sulla sponda settentrionale della Aar) e la torre dell'orologio rappresentavano i centri della vita civica ed economica. La prosperità del patriziato nel XVII-XVIII sec. è testimoniata dai palazzi signorili urbani (casa Reinert, 1692-93; palazzo Besenval, 1703-06), dalle residenze estive fuori città (tenuta estiva Vigier, 1648-50; castelli di Waldegg, 1682-86; Steinbrugg, 1665-68; Blumenstein, 1725-28), dall'arsenale (1610-19), dal palazzo del Consiglio con la torre-scala settentrionale (1632-34) e la facciata orientale (ultimata nel 1703-14, torre dell'archivio del 1624), dalla chiesa dei gesuiti (1680-89), dalla nuova residenza degli ambasciatori (1717-24), dalla ricostruzione dell'ospedale di S. Spirito nel sobborgo (1735-1800) e dalla nuova chiesa di S. Orso in stile neoclassico (1763-90). Già nel XVI sec. le difese cittadine furono rafforzate tra l'altro con la porta di Basilea e tre torri circolari. Tra il 1667 e il 1727 S. fece erigere delle fortificazioni con 11 bastioni e mezzi bastioni, progettate da Francesco Polatta, Jacques Tarade e Sébastien Le Prestre de Vauban, che ampliarono il territorio cittadino includendo il Kreuzacker, situato immediatamente a est del sobborgo. Fino a XVIII sec. inoltrato le autorità solettesi rinchiusero i detenuti nelle torri delle fortificazioni medievali e dell'età moderna. Nel 1753-61 nel sobborgo sorse un nuovo penitenziario, utilizzato ancora fino a XX sec. inoltrato come carcere preventivo. Nel 1460 è menz. per la prima volta una forca, situata a nord est della città nei pressi di Feldbrunnen; una seconda si trovava a sud ovest del sobborgo.

Economia, società e cultura dai secoli centrali del Medioevo alla fine del XVIII secolo

Economia

Nei documenti del XIV sec. vengono menz. per la prima volta degli artigiani e tre mulini cittadini. Lo sviluppo delle attività artigianali nel XV sec. è testimoniato dall'esistenza di tre dozzine di mestieri organizzati in 11 corporazioni, in una città che all'epoca contava appena 2000 ab. Poiché gli artigiani si accontentarono del loro modesto benessere e non investirono i loro guadagni con spirito imprenditoriale - come invece fecero i Lombardi presenti a S. nel XIV e all'inizio del XV sec. - non sorsero grandi imprese. Già prima del 1300 S. coniò proprie monete. Dal tardo ME esistettero quattro fiere annuali, tra cui la fiera di Pentecoste concessa nel 1376 dall'imperatore Carlo IV. Le lamentele delle corporazioni relative alla concorrenza dei mercanti forestieri non vennero accolte dal Consiglio, altrimenti piuttosto prevenuto nei confronti degli estranei, poiché l'imposta sul fatturato andava a beneficio delle casse pubbliche. Nei periodi di rincaro esso stabiliva però prezzi massimi. Particolare importanza fu assunta dal commercio con gli ambasciatori franc., dal 1530 residenti in città.

Veduta della collegiata di S. Orso da ovest (a sinistra) e da sud (a destra). Acquatinta acquerellata, 1800 ca. (Zentralbibliothek Solothurn).
Veduta della collegiata di S. Orso da ovest (a sinistra) e da sud (a destra). Acquatinta acquerellata, 1800 ca. (Zentralbibliothek Solothurn).

Durante i conflitti ugonotti e la guerra dei Trent'anni, il servizio mercenario in favore della Francia divenne un'importante fonte di introiti, che permise di compensare parzialmente il rincaro dei generi alimentari. Tra gli innumerevoli Solettesi al soldo della Francia diversi acquisirono rango e ricchezza. Alcuni cittadini dotati di iniziativa, tra cui Nikolaus Glutz, Urs Grimm e Martin Besenval, nella prima metà del XVII sec. si dedicarono con successo al commercio all'ingrosso di panni, argenteria e sale. Poiché, a differenza dei centri tessili rif., tale commercio si basò esclusivamente sulle importazioni, esso fu di breve durata, vista anche l'insicurezza delle vie di transito durante la guerra dei Trent'anni. Se il periodo barocco coincise con una fioritura dell'edilizia, gli altri artigiani continuarono a vivere in condizioni modeste fino a XVIII sec. inoltrato. In seguito al calo della domanda franc. di mercenari a metà del XVIII sec., alcune tra le principali fam. di Consiglieri cominciarono a investire somme consistenti in soc. commerciali e industriali. Sorsero così soprattutto varie imprese tessili, tra cui la più grande fu la fabbrica di indiane Franz Wagner & Cie (1765). Tracce di questo nuovo spirito imprenditoriale si ritrovano anche nella Soc. economica di S., fondata nel 1761.

Società

A causa della scarsità di fonti, per il periodo del ME la stratificazione sociale della cittadina di S. è poco conosciuta. Nel XIII sec. una ristretta élite di proprietari fondiari nobili e di mercanti governava gli artigiani borghesi. Fino al pogrom del 1348 (durante la grande epidemia di peste) in città vissero anche ebrei. A metà del XIV sec. gli artigiani organizzati in corporazioni acquisirono una crescente influenza politica. Con l'estinzione delle ultime fam. di cavalieri, nel 1459 anche la carica di scoltetto passò a fam. borghesi e fu da allora ricoperta da ricchi osti, maestri macellai e mugnai. I cittadini avevano così ottenuto la parità dei diritti sul piano politico. Già nel XVI sec. iniziò però ad affermarsi un nuovo ceto dirigente, formato da nobili attivi nel servizio mercenario. Con l'eccezione di alcune fam. forestiere, tale élite scaturì dalla borghesia cittadina, ma grazie alla carriera militare in Francia acquisì grande prestigio sociale e nel corso del XVII sec. riuscì a scalzare gli artigiani dalle cariche balivali e consiliari. Questi aristocratici con il loro raffinato stile di vita franc. si distinsero sempre più dal ceto borghese. Solo dopo il 1760, in seguito all'estinzione di alcune fam. patrizie, i rappresentanti della borghesia nel Consiglio aumentarono nuovamente. Sempre più marginalizzata sul piano politico, la grande maggioranza dei cittadini costituita da artigiani e piccoli commercianti difese però strenuamente i diritti materiali legati al proprio status e salutò con favore la limitazione dell'accesso alla cittadinanza nel 1682. I pochi dimoranti nel 1745 vennero riconosciuti come nuovi cittadini. Sul piano giur. lo strato più basso era rappresentato dai domiciliati (lavoratori forestieri, servitù domestica, commercianti, artisti), che potevano soggiornare in città solo per un periodo limitato.

Chiesa e vita ecclesiastica

Il capitolo di Sankt Ursen deteneva da sempre i diritti parrocchiali a S. Il convento francescano, fondato nel 1280, ebbe un rapporto particolarmente stretto con la cittadinanza. Nel XIV sec. si insediarono delle beghine che curavano i malati; già in quel periodo esistevano un ospedale e un lazzaretto. Grazie alla donazione di uno scoltetto, nel 1465 venne costruito un nuovo ospedale con cappella annessa. Il rinnovamento ecclesiastico dopo i disordini legati alla Riforma nel 1546 portò al ripristino del convento francescano, in precedenza abbandonato, e nel 1627 alla riforma del capitolo, trascurato, di Sankt Ursen. La Riforma catt. fu promossa dai nuovi ordini religiosi: i cappuccini si stabilirono a S. nel 1588, le cappuccine nel 1609 e i gesuiti nel 1646; le francescane e le visitandine entrarono nei loro nuovi conventi risp. nel 1652 e 1654. La spiccata religiosità della pop., testimoniata da confraternite, pellegrinaggi e numerose fondazioni, trovò la sua manifestazione esteriore nelle grandi chiese costruite in quel periodo.

Istruzione e cultura

Dal 1520 la vecchia scuola lat. del capitolo venne affiancata da una scuola ted. cittadina, che dal 1541 dispose anche di una classe per ragazze. Visto che tali ist. erano oggetto di frequenti lamentele e considerata l'assenza di una scuola secondaria superiore, nel 1646 il Consiglio chiamò i gesuiti. Da allora soprattutto i figli dei patrizi seguirono una formazione ginnasiale presso il loro collegio, a cui subentrò il convitto dei professori dopo la soppressione dell'ordine nel 1773.

A S. nella seconda metà del XVI sec. furono attivi vecchi allievi di Glareano quali Johannes Aal, Hanns Wagner e Hans Jakob vom Staal il Vecchio. La tipografia di S., fondata nel 1658, nel 1666 pubblicò la cronaca cittadina polistorica in due volumi di Franz Haffner. Nuovi stimoli intellettuali giunsero nella seconda metà del XVIII sec. da alcuni cittadini influenzati dall'Illuminismo, come Franz Jakob Hermann, letterato e fondatore della biblioteca cittadina, e Franz Josef Gassmann, stampatore ed editore. Come numerosi altri cittadini di S. questi ultimi fecero parte della Soc. elvetica, che ebbe nel canonico Franz Philipp Gugger un sostenitore particolarmente fervente.

Sviluppo politico e amministrativo nel XIX e XX secolo

La Camera di maneggio (com. patriziale) istituita nel 1798 rivendicò la proprietà dei beni appartenuti alla città-Stato ormai decaduta, ottenendo, con la "convenzione di separazione" del 1801, vasti possedimenti fondiari e boschivi al di fuori del territorio cittadino, fortemente ridimensionato nel 1720. Nel 1831 il parlamento cant. privò di ogni funzione politica le 11 corporazioni cittadine, che in seguito si sciolsero tra il 1831 e il 1842. La legge sui com. del 1859 portò a poco a poco a una partecipazione di tutti i cittadini, borghesi e non, agli affari com. Nel 1875 venne istituito il com. politico in ottemperanza alla Costituzione fed. del 1874 e a quella cant. del 1875. La separazione dei beni tra com. politico e com. patriziale richiese molto tempo e si concluse solo nel 1978 con l'aiuto del Consiglio di Stato.

Il com. è governato dal municipio (30 membri e 15 supplenti), dal 1897 eletto con il sistema proporzionale. Esso elegge al suo interno la commissione municipale (Gemeinderatskommission) di sette membri, che funge da organo esecutivo. Il sindaco e il vicesindaco sono eletti dal popolo; l'assemblea com. assume la funzione di legislativo (non esiste un consiglio com). Dal 1917 al 1973 la composizione del municipio si è caratterizzata per una notevole stabilità. Il PRD detenne in media il 60% dei seggi; il PS e il partito conservatore (oggi PPD) il 20% ca. ciascuno. Nel 1970 l'assemblea com. conferì il diritto di voto ed eleggibilità alle donne. Con l'avvento di nuovi partiti, il PRD perse il suo ruolo dominante: nel 2009 ha ottenuto il 30% dei suffragi, contro il 23% del PS e del PPD, il 17% dei Verdi e il 7% dell'UDC.

Nella seconda metà del XIX sec. furono create infrastrutture moderne. Nel 1852 la città venne allacciata alla rete telegrafica. Nel 1860 Ludwig August Riedinger, commerciante di Augusta, fece costruire un'officina del gas sul sedime del bastione di S. Pietro demolito e introdusse una rete privata di illuminazione a gas. L'approvvigionamento idrico a pressione entrò in funzione nel 1880, la prima rete telefonica nel 1883 e la centrale elettrica cittadina nel 1895; l'officina del gas venne rilevata dal com. nel 1903. Lo sviluppo dei servizi industriali e altri compiti in ambito sociale, scolastico e culturale comportarono il progressivo ampliamento dell'amministrazione cittadina dagli anni 1880-90.

Economia e società nel XIX e XX secolo

Sviluppo urbanistico e trasporti

Dal 1835 iniziò lo smantellamento delle fortificazioni barocche davanti alle porte di Basilea e di Bienne ad opera del cant., competente in materia. La demolizione, che in un primo momento non stimolò uno sviluppo urbanistico, avvenne non tanto per il suo valore simbolico sul piano politico quanto soprattutto per facilitare i collegamenti viari. Ulteriori varchi nei bastioni vennero aperti nel 1856-57 in occasione della costruzione della linea Herzogenbuchsee-S.-Bienne della Ferrovia centrale sviz., in seguito alla quale dal 1862 sorse il quartiere del Westring tra la stazione occidentale e la città vecchia, realizzato secondo un piano edilizio uniforme. La decisione del Gran Consiglio di costruire la stazione per la ferrovia del Gäu, inaugurata nel 1876, nella parte meridionale della città portò alla distruzione dei bastioni a sud dell'Aar, dove dal 1890 si sviluppò il quartiere di Neu-Solothurn, che rappresentò la seconda grande espansione urbana. Dal 1876 si formò un movimento di opposizione contro l'ulteriore smantellamento delle fortificazioni. Nel 1888, dopo lotte pluriennali, il com. patriziale rilevò il baluardo di Riedholz nella parte nordorientale della città e lo fece restaurare nel 1893. Non sortirono invece alcun effetto le proteste in tutto il Paese contro la demolizione del baluardo della Turnschanze, imposta dal Consiglio di Stato nel 1905. Tuttavia esse diedero impulso alla fondazione della Lega sviz. per la salvaguardia del patrimonio nazionale (Heimatschutz) nel 1905. Sul sedime delle fortificazioni demolite nel nord della città, prima del 1902 sorsero edifici culturali rappresentativi e un ampio parco cittadino con un viale circolare.

Sviluppo dell’area urbana centrale di Soletta 1850-2000
Sviluppo dell’area urbana centrale di Soletta 1850-2000 […]

Nel 1912 la pianificazione del territorio sostenuta dal sindaco venne respinta alle urne. Anche il dibattito sull'aggregazione di Feldbrunnen e Zuchwil nel 1919 finì nel nulla. In seguito sorsero nuovi quartieri residenziali perlopiù in maniera disorganica su terreni in precedenza agricoli. A metà degli anni 1970-80 la crisi dell'industria solettese pose repentinamente fine all'intensa attività edilizia, che conobbe una significativa ripresa solo alla fine degli anni 1990-2000. Nel 1971 S. venne allacciata alla rete autostradale con l'A5. Nel 1961 la Wengibrücke venne chiusa al traffico motorizzato. Dal 1972 in alcune parti del centro storico è in vigore un divieto notturno di circolazione e un divieto di accesso pomeridiano. Con l'apertura della strada di circonvallazione a ovest di S. nel 2008 sono state collegate anche le ultime superfici libere del territorio cittadino.

Economia e società

L'economia cittadina nella prima metà del XIX sec. crebbe solo lentamente. Dal 1850 l'Unione delle arti e mestieri, fondata nel 1842, cercò di favorire l'insediamento di nuove industrie con il sostegno delle autorità com. Questo obiettivo non venne però in un primo momento raggiunto a causa della carenza di energia idrica. L'allacciamento alla rete ferroviaria dal 1857 favorì le esportazioni di calcare dalle cave di S. e Sankt Niklaus fino agli anni 1890-1900, quando vennero soppiantate da altre materie meno care. Nel 1863 Viktor Glutz-Blotzheim fondò la fabbrica di cerniere e serrature Glutz AG, ancora esistente all'inizio del XXI sec. Josef Müller-Haiber dal 1876 sfruttò la scarsa energia idrica prodotta dal mulino Schanzmühle per una fabbrica di componenti per orologi (in seguito Sphinxwerke), dal 1886 alimentata ad elettricità grazie alla prima linea elettrica aerea del mondo collegata alla centrale di Kriegstetten, distante 7 km. L'industria orologiera prese piede a S. con la Liga AG (1888) e la Meyer & Stüdeli (1905, dal 1952 Roamer Watch). Nel 1922 Walter Hammer fondò la Autophon AG, prima fabbrica specializzata nella telefonia automatica della Svizzera, poi confluita nella Ascom nel 1987.

Nel XIX sec. gli immigrati contribuirono in misura determinante alla fioritura industriale di S., modificandone però anche la struttura demografica. Malgrado le numerose concessioni della cittadinanza com., nel 1889 gli attinenti rappresentavano solo un quarto degli ab. Dopo la perdita di potere del patriziato nel primo terzo del XIX sec., alla fine del sec. la vita economica, politica e culturale poté contare sempre più su nuovi protagonisti che affiancarono gli autoctoni. Dagli anni 1960-70 la percentuale degli stranieri sulla pop. cittadina aumentò in misura massiccia.

La crisi degli anni 1970-80 colpì duramente l'industria di S. Dal 1965 al 2005 il numero degli attivi del settore secondario passò da 7729 (53%) a 2769 (17%), mentre quelli del terziario da 6749 a 13'097 (82%).

Chiesa e vita religiosa

In seguito alla rifondazione della diocesi di Basilea nel 1828, S. divenne sede vescovile e la collegiata di S. Orso fu elevata al rango di cattedrale. Durante il Kulturkampf, nel 1870 il seminario maggiore, fondato nel 1859 e aperto nel 1860, fu soppresso e sostituito da un seminario provvisorio fino al 1876, prima di essere trasferito a Lucerna nel 1878. Espulso nel 1873, il vescovo Eugène Lachat visse in esilio in quest'ultima città per 11 anni. Dopo le sue dimissioni nel 1884, il nuovo vescovo Friedrich Fiala tornò a risiedere e a esercitare la sua carica a S. Dei sei monasteri esistenti al principio del XIX sec. ne sopravvivevano ancora due all'inizio del XXI sec. (conventi femminili del Nome di Gesù e della Visitazione).

All'inizio del XIX sec. i rif. di S., città a impronta catt., si recavano a Lüsslingen per il culto. Fondato nel 1835, il com. parrocchiale rif. nel 1867 costruì una propria chiesa, situata al di fuori delle mura cittadine, sostituita nel 1925 da un nuovo edificio più grande, che venne utilizzato da tutti i rif. della regione fino alla creazione di altre chiese nei com. limitrofi. La comunità catt.-cristiana, sorta nel 1877, nel 1896 rilevò la chiesa del convento dei francescani, soppresso nel 1857. Gli isr. istituirono nel 1893 un locale di preghiera, poi chiuso nel 1983. Nel 1898 si insediò in città la Chiesa evangelica metodista; il Centro islamico aprì nel 1980.

Istruzione e cultura

Dopo la secolarizzazione delle scuole superiori, la città divenne sede della scuola cant., derivata dal convitto dei professori nel 1833, e della scuola magistrale, nata nel 1857 dai corsi cant. di formazione per insegnanti tenuti ad Oberdorf. A S. furono inoltre aperte una scuola artigianale (1843, poi scuola di arti e mestieri), una scuola di commercio (1862) e una scuola di orologeria (1884, dal 2002 con sede a Grenchen).

Stimoli culturali di rilievo giunsero nel XIX sec. da ass. ancora esistenti all'inizio del XXI sec., come la Soc. di scienze naturali (1823), la Soc. di belle arti (1850) e l'ass. Töpfer (1857). In ambito musicale assunsero una grande importanza il coro maschile, fondato nel 1826, e la Soc. corale di S. Cecilia, costituita nel 1831. La tradizione del carnevale, risalente al ME e rivitalizzata nel 1853, si perpetuò fino al XXI sec. con la fondazione della compagnia carnascialesca Honolulu (dal 1862 corporazione dei buffoni Honolulu).

Manifesto per le Giornate letterarie di Soletta del 1995, realizzato da Sabina Wittwer (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).
Manifesto per le Giornate letterarie di Soletta del 1995, realizzato da Sabina Wittwer (Museum für Gestaltung Zürich, Plakatsammlung, Zürcher Hochschule der Künste).

Oltre al teatro, ultimato nel 1730, nel parco cittadino vennero realizzati il maneggio (1863-64), la sala concerti (1898-1900) e un museo (1897-1902). La sala teatrale, più volte trasformata, nel XIX sec. venne utilizzata sia dalla filodrammatica di S., fondata nel 1810, sia da gruppi teatrali provenienti da fuori città e da acrobati e saltimbanchi di passaggio. Dopo aver ripetutamente tentato di ingaggiare una compagnia stabile di attori professionisti, nel 1927 la commissione del teatro (istituita nel 1893) riuscì a dare vita allo Städtebundtheater di Bienne-S. Il museo, in origine concepito per la storia, la storia naturale e l'arte, all'inizio del XXI sec. era un museo di belle arti, che disponeva di una notevole collezione (arte sviz., modernismo classico). Nel 1952 la città inaugurò il Museo storico Blumenstein, e nel 1981 il Museo di storia naturale.

Nell'ultimo terzo del XX sec. nella città si sviluppò una piccola ma vivace scena culturale, da cui scaturirono le Giornate cinematografiche di S. (dal 1966) e le Giornate letterarie di Soletta (dal 1979), due festival culturali di rilevanza nazionale. Nel 1973 il Kreuz fu il primo esercizio pubblico autogestito della Svizzera. Per ospitare concerti pop e rock, nel 2005 è stata inaugurata la fabbrica culturale Kofmehl. A cavallo del 2000 S. figurava regolarmente tra le città sviz. con la maggiore spesa culturale pro capite.

Riferimenti bibliografici

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  • Uhrmacherschule Solothurn, 1884-1984, [1984]
  • C. e S. Jenzer, Lehrer werden - einst und jetzt, 1984
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  • U. Scheidegger, Es war nicht immer so…, 4 voll., 1985-2004
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  • K. Fluri, Die Kulturpolitik der Stadt Solothurn als autonome Aufgabe sowie im regionalen und kantonalen Umfeld, [2006]
  • U. Scheidegger, Solothurner Pioniergeist, 2007
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Suggerimento di citazione

HLS DHS DSS; Pierre Harb; Hans Braun; Erich Meyer; Erich Weber; Peter Michael Keller: "Soletta (comune)", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 20.12.2012(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/001174/2012-12-20/, consultato il 19.03.2024.