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Culto evangelico

Eucarestia nel Fraumünster. Tavola VII dell'Explication des cérémonies sacrées et des coutumes religieuses de l'église réformée de la ville et du canton de Zurich, opera pubblicata in francese nel 1752 da David Herrliberger (Museo nazionale svizzero).
Eucarestia nel Fraumünster. Tavola VII dell'Explication des cérémonies sacrées et des coutumes religieuses de l'église réformée de la ville et du canton de Zurich, opera pubblicata in francese nel 1752 da David Herrliberger (Museo nazionale svizzero).

Il culto evangelico è, accanto al Catechismo, alla Cura delle anime e alla Diaconia, uno degli elementi centrali della fede rif. Quando la comunità religiosa rif. abolì la messa, il culto evangelico si sviluppò derivando i propri elementi dalla funzione religiosa tardomedievale, basata essenzialmente sulla Predicazione e sulla preghiera. Il solo elemento musicale era il canto della comunità (Canto religioso). Per differenziarlo da quello catt., il culto evangelico rif. fu strutturato con criteri di particolare semplicità, ispirati alla Bibbia. Come retaggio della vecchia funzione religiosa, l'eucarestia veniva celebrata tre-quattro volte all'anno. Il legame con l'Anno liturgico andò in larga parte perduto, mentre nella predicazione si impose il principio della lectio continua dei testi biblici. Le riforme apportate all'ordinamento liturgico si conservarono fino al XIX sec. Solo la Svizzera occidentale conobbe nel XVIII sec., grazie soprattutto a Jean-Frédéric Ostervald, un'apertura e un rinnovamento della liturgia sotto l'influsso anglicano.

Le liturgie delle Chiese cant. del XIX sec. tennero in grande considerazione l'anno liturgico e diversi eventi religiosi e sociali. Nel XX sec. la cooperazione fra regioni linguistiche si rafforzò con la creazione della commissione liturgica delle Chiese evangeliche rif. della Svizzera di lingua ted. (1956) e della comunità di lavoro delle commissioni romande di liturgia (1957). Nella pratica, tuttavia, l'influsso delle liturgie ufficiali si andò ridimensionando. In tempi più recenti si è affermato l'uso di elementi simbolici e non verbali, e sono state introdotte o riscoperte, accanto al normale servizio domenicale, forme particolari del culto evangelico, spesso legate al ciclo di vita individuale e fam. Nella società secolarizzata quest'ultimo ha perso il suo significato pubblico: molte persone vi prendono parte solo occasionalmente.

Riferimenti bibliografici

  • M. Jenny, Die Einheit des Abendmahlsgottesdienstes bei den elsässischen und schweizerischen Reformatoren, 1968
  • J.-L. Bonjour, «Le culte des Eglises réformées de Suisse romande», in Saint-Pierre de Genève au fil des siècles, a cura di E. de Montmollin, 1991, 199-280
  • R. J. Campiche, A. Dubach (a cura di), Jede(r) ein Sonderfall? Religion in der Schweiz, 1993
  • B. Bürki, M. Klöckener (a cura di), Liturgie in Bewegung, 2001
  • C. Grosse, Les rituels de la cène: une anthropologie historique du culte eucharistique, tesi dottorato Ginevra, 2001
  • A. Ehrensperger, Lebendiger Gottesdienst, 2003
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Scheda informativa
Contesto Liturgia evangelica

Suggerimento di citazione

Andreas Marti: "Culto evangelico", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 09.01.2007(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011516/2007-01-09/, consultato il 29.03.2024.