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Consiglio federale

I primi sette Consiglieri federali del 1848. Stampa pubblicata presso H. Fischer a Berna (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
I primi sette Consiglieri federali del 1848. Stampa pubblicata presso H. Fischer a Berna (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).

In base agli art. 174 e 175 dell'odierna Costituzione fed., il Consiglio fed., composto da sette membri, è la suprema autorità direttiva ed esecutiva della Confederazione Svizzera. Oltre a dirigere la Politica estera, la Politica di sicurezza e gli affari interni del Paese che non siano di competenza cant., il Consiglio fed. deve elaborare il piano finanziario (preventivo) e il consuntivo dello Stato, nonché sorvegliare la gestione finanziaria. Conduce la fase preliminare della procedura legislativa (Diritto federale), sottopone all'Assemblea federale disegni di atti legislativi e decreti fed., provvede all'elaborazione dei testi di legge, emana ordinanze e sorveglia, nell'ambito delle sue competenze, l'esecuzione di leggi, decreti e sentenze giudiziarie. Un massiccio ampliamento delle sue responsabilità si ebbe durante e subito dopo le due guerre mondiali, sulla base dei Pieni poteri concessigli dall'Assemblea fed. e del relativo ridimensionamento dei diritti del popolo e del parlamento. Solo l'art. 89bis, introdotto nella Costituzione nel 1949 (art. 165 della nuova), sottopone al controllo democratico la Clausola d'urgenza, anche in situazioni in cui viene applicato il Diritto di necessità.

Nonostante gli enormi cambiamenti politici e sociali, il sistema di governo creato nel 1848 con lo Stato federale è rimasto, in sostanza, invariato fino a oggi. Ogni Consigliere fed. è membro del governo e capo di un Dipartimento dell'Amministrazione federale. I sette Consiglieri, equiparati sul piano giur., sono collegialmente responsabili dei decreti governativi (Collegialità). Il sistema governativo sviz. non conosce né un capo dell'esecutivo né un vero e proprio capo dello Stato; il Presidente della Confederazione, che cambia ogni anno, ha gli stessi poteri degli altri Consiglieri (primus inter pares, secondo una formulazione del 1913) e ha il compito di presiedere formalmente il collegio governativo. Non è lui, ma il Consiglio fed. in corpore a ricevere i capi di Stato stranieri in visita ufficiale.

Manifesto realizzato per la votazione popolare del 25.1.1942 sull'iniziativa per l'elezione diretta del Consiglio federale da parte del popolo e l'aumento del numero dei suoi membri (Collezione privata).
Manifesto realizzato per la votazione popolare del 25.1.1942 sull'iniziativa per l'elezione diretta del Consiglio federale da parte del popolo e l'aumento del numero dei suoi membri (Collezione privata). […]

Nei primi decenni dello Stato fed. il principio della collegialità si impose anche perché la semplicità degli affari permetteva ancora una visione di insieme e facilitava la collaborazione; il sistema era inoltre rafforzato dall'usanza, in vigore fino al 1920 (salvo dal 1887 al 1896 e dal 1914 al 1917), secondo cui, nell'anno in carica, il pres. della Confederazione lasciava il proprio Dip. per assumere il Dip. politico fed. (oggi Dip. fed. degli affari esteri), il che implicava rotazioni regolari. Già nei primi decenni, tuttavia, il sistema collegiale non funzionava in maniera perfetta: Consiglieri dalla forte personalità si sceglievano i Dip. preferiti e assumevano più spesso di altri la carica di pres. della Conf.

La revisione totale della Costituzione nel 1874 ampliò la sfera dei compiti della Conf., con conseguenti pressioni sul sistema collegiale; i membri del Consiglio fed., assorbiti dai loro Dip., ebbero sempre meno possibilità di intervenire nella politica dip. dei colleghi. L'aumento delle attività statali durante la prima guerra mondiale accentuò questa evoluzione; l'originario sistema collegiale, in crisi latente, lasciò spazio de facto a un sistema ministeriale.

Per creare un nuovo equilibrio fra attività governative e amministrative, dalla fine del decennio 1960-70 vennero avviate varie riforme dell'esecutivo. Tappe importanti, che però non cambiarono le strutture basilari del sistema di governo, furono il potenziamento della cancelleria fed. (Cancelliere della Confederazione) e dei servizi parlamentari nonché l'introduzione dei segr. di Stato. Poco prima che cominciassero i festeggiamenti per i 700 anni della Confederazione (1991), si diffuse la sensazione che il sistema vigente fosse superato; il Consiglio fed. presentò una revisione della legge sull'organizzazione del governo e dell'amministrazione, che il popolo respinse nel 1996 soprattutto perché introduceva nuovi segr. di Stato. La discussione resta tuttora aperta.

Rispetto ad altri governi europei, la composizione di quello sviz. risulta molto stabile: i suoi membri vengono eletti singolarmente dall'Assemblea fed., che, all'inizio di ogni legislatura, li deve confermare per un mandato di quattro anni; mancando lo strumento politico della mozione di sfiducia, in ampia misura scelgono da sé il momento in cui dimettersi. In rari casi, tuttavia, scandali, sconfitte in sede di votazione o pressioni provenienti dall'esterno o dal parlamento hanno fatto sì che un Consigliere fed. non fosse rieletto (Ulrich Ochsenbein, Jean-Jacques Challet, Ruth Metzler-Arnold, Christoph Blocher) o si dimettesse in anticipo (fra gli altri Emil Welti, Arthur Hoffmann, Heinrich Häberlin, Jean-Marie Musy, Marcel Pilet-Golaz, Max Weber, Paul Chaudet, Elisabeth Kopp).

Membri del Consiglio federale

Durata della carica CantoneaPartitob
1848-1861Jonas FurrerZHPRD
1848-1854Ulrich OchsenbeinBEPRD
1848-1855Henri DrueyVDPRD
1848-1855Josef MunzingerSOPRD
1848-1857Stefano FransciniTIPRD
1848-1866Friedrich Frey-HeroséAGPRD
1848-1875Wilhelm Mathias NäffSGPRD
1855-1863Jakob StämpfliBEPRD
1855-1867Constant FornerodVDPRD
1855-1875Josef Martin KnüselLUPRD
1857-1864Giovan Battista PiodaTIPRD
1861-1872Jakob DubsZHPRD
1864-1895Carl SchenkBEPRD
1864-1872Jean-Jacques Challet-VenelGEPRD
1867-1891Emil WeltiAGPRD
1868-1869Victor RuffyVDPRD
1870-1875Paul CérésoleVDPRD
1872-1878Johann Jakob SchererZHPRD
1873-1875Eugène BorelNEPRD
1876-1878Joachim HeerGLPRD
1876-1880Fridolin AnderwertTGPRD
1876-1890Bernhard HammerSOPRD
1876-1892Numa DrozNEPRD
1879-1883Simeon BavierGRPRD
1879-1888Wilhelm Friedrich HertensteinZHPRD
1881-1893Louis RuchonnetVDPRD
1883-1912Adolf DeucherTGPRD
1889-1902Walter HauserZHPRD
1891-1897Emil FreyBLPRD
1892-1908Josef ZempLUPPD
1893-1899Adrien LachenalGEPRD
1894-1899Eugène RuffyVDPRD
1895-1919Eduard MüllerBEPRD
1897-1911Ernst BrennerBSPRD
1900-1912Robert ComtesseNEPRD
1900-1912Marc RuchetVDPRD
1903-1917Ludwig ForrerZHPRD
1908-1911Josef Anton SchobingerLUPPD
1911-1917Arthur HoffmannSGPRD
1912-1940Giuseppe MottaTIPPD
1912-1913Louis PerrierNEPRD
1912-1919Camille DecoppetVDPRD
1912-1935Edmund SchulthessAGPRD
1913-1920Felix CalonderGRPRD
1917-1919Gustave AdorGEPLS
1918-1929Robert HaabZHPRD
1920-1929Karl ScheurerBEPRD
1920-1928Ernest ChuardVDPRD
1920-1934Jean-Marie MusyFRPPD
1920-1934Heinrich HäberlinTGPRD
1929-1944Marcel Pilet-GolazVDPRD
1930-1940Rudolf MingerBEUDC
1930-1938Albert MeyerZHPRD
1934-1940Johannes BaumannARPRD
1934-1959Philipp EtterZGPPD
1935-1940Hermann ObrechtSOPRD
1939-1943Ernst WetterZHPRD
1940-1950Enrico CelioTIPPD
1940-1947Walther StampfliSOPRD
1941-1951Eduard von SteigerBEUDC
1941-1954Karl KobeltSGPRD
1944-1951Ernst NobsZHPS
1945-1961Max PetitpierreNEPRD
1948-1954Rodolphe RubattelVDPRD
1950-1954Josef EscherVSPPD
1952-1958Markus FeldmannBEUDC
1952-1954Max WeberZHPS
1954-1959Hans StreuliZHPRD
1955-1959Thomas HolensteinSGPPD
1955-1966Paul ChaudetVDPRD
1955-1959Giuseppe LeporiTIPPD
1959-1965Friedrich Traugott WahlenBEUDC
1960-1962Jean BourgknechtFRPPD
1960-1970Willy SpühlerZHPS
1960-1971Ludwig von MoosOWPPD
1960-1973Hans Peter TschudiBSPS
1961-1969Hans SchaffnerAGPRD
1962-1973Roger BonvinVSPPD
1966-1979Rudolf GnägiBEUDC
1967-1973Nello CelioTIPRD
1970-1978Pierre GraberNEPS
1970-1978Ernst BruggerZHPRD
1972-1986Kurt FurglerSGPPD
1974-1983Willi RitschardSOPS
1974-1982Hans HürlimannZGPPD
1974-1983Georges-André ChevallazVDPRD
1978-1982Fritz HoneggerZHPRD
1978-1987Pierre AubertNEPS
1980-1987Leon SchlumpfGRUDC
1983-1986Alphons EgliLUPPD
1983-1984Rudolf FriedrichZHPRD
1984-1995Otto StichSOPS
1984-1998Jean-Pascal DelamurazVDPRD
1984-1989Elisabeth KoppZHPRD
1987-1999Arnold KollerAIPPD
1987-1999Flavio CottiTIPPD
1988-1993René FelberNEPS
1988-2000Adolf OgiBEUDC
1989-2003Kaspar VilligerLUPRD
1993-2002Ruth DreifussGEPS
1995-2010Moritz LeuenbergerZHPS
1998-2009Pascal CouchepinVSPRD
1999-2003Ruth Metzler-ArnoldAIPPD
1999-2006Joseph DeissFRPPD
2001-2008Samuel SchmidBEUDC
2003-2011Micheline Calmy-ReyGEPS
2004-2007Christoph BlocherZHUDC
2004-2010Hans-Rudolf MerzARPRD
2006-2018Doris LeuthardAGPPD
2008-2015Eveline Widmer-SchlumpfGRPBD
2009-2022Ueli MaurerZHUDC
2009-2017Didier BurkhalterNEPRD
2010-2022Simonetta SommarugaBEPS
2010-2018Johann Schneider-AmmannBEPRD
2012-2023Alain BersetFRPS
2016-Guy ParmelinVDUDC
2017-Ignazio CassisTIPRD
2019-Viola AmherdVSPPD
2019-Karin Keller-SutterSGPRD
2023-Albert RöstiBEUDC
2023-Elisabeth Baume-SchneiderJUPS
2024-Beat JansBSPS

a Fa stato il luogo di origine fino al 1987, poi il luogo di domicilio. Per i membri dell'Assemblea federale e dei governi e parlamenti cantonali, dal 1987 è preso in considerazione il cantone in cui è avvenuta la loro elezione.

b I partiti sono indicati secondo le denominazioni attuali. PRD: partito radicale democratico; PPD: partito popolare democratico; PLS: partito liberale; UDC: Unione democratica di centro; PS: partito socialista; PBD: partito borghese democratico.

Membri del Consiglio federale -  Cancelleria federale; Altermatt, Urs: I consiglieri federali svizzeri: repertorio biografico, 1997

Fino al 1999 la Costituzione prevedeva che nel Consiglio fed. non potesse essere presente più di un membro proveniente dallo stesso cant.; nel febbraio del 1999 popolo e cant. hanno sostituito tale "clausola cant." con una disposizione più flessibile, che impone una rappresentanza equa delle diverse regioni e componenti linguistiche. A prescindere dai dettami costituzionali, fin dal 1848 si sono sviluppate tradizioni e regole informali che, divenute veri e propri criteri di elezione, hanno consentito di integrare nel sistema di governo le varie minoranze. L'appartenenza a un partito è sempre stata un fattore determinante. Dopo la guerra del Sonderbund (1847), la maggioranza liberale radicale non permise all'opposizione catt. conservatrice di accedere ai posti di vertice dello Stato fed.; nel 1891, dopo le sorprendenti dimissioni di Emil Welti in seguito alla bocciatura popolare della legge sulla statalizzazione delle ferrovie, il partito al governo chiuse la crisi di Stato eleggendo per la prima volta un membro dell'opposizione, il catt. conservatore lucernese Josef Zemp. Un secondo seggio andò ai catt. conservatori nel 1919, e nel 1929 entrò in governo anche un esponente dell'allora partito agrario (Rudolf Minger); sempre nel 1929 si candidò invano per un seggio anche il partito socialista, che si vide bocciare altre candidature nel decennio 1930-40 prima di vedere eletto un proprio rappresentante, Ernst Nobs, nel 1943. Dopo una breve crisi di governo in seguito alle dimissioni inattese del socialista Max Weber, nel 1953 i radicali riottennero quattro seggi, ma nel 1954 un'alleanza elettorale fra catt. conservatori e socialisti impose la formula 3:3:1. Nel 1959 le dimissioni di quattro Consiglieri fed. crearono le premesse per un riassetto della composizione governativa in termini partitici; su iniziativa dei conservatori nacque così la cosiddetta Formula magica, modificata nel 2003 con l'elezione di un secondo Cons. fed. UDC al posto di un Cons. del partito conservatore.

Nella Svizzera, Paese plurilingue, la composizione equilibrata del governo in termini di appartenenza linguistica è sempre stata molto importante. L'aritmetica attribuisce quattro o cinque Consiglieri fed. su sette alla maggioranza germanofona (63,7% della pop. nel 2000). Le minoranze lat. (franc., it. e rom.) furono chiaramente sottorappresentate solo nel periodo 1876-80 (un solo rappresentante); più spesso, potendo contare su tre Consiglieri, furono sovrarappresentate. La Svizzera it. è sempre stata rappresentata fin dalla prima guerra mondiale, salvo per periodi circoscritti (1951-54, 1960-66, 1974-86, 1999-2017).

Nel XX sec. la confessione ha giocato un ruolo minore rispetto alla lingua. Nel XIX sec. i catt. erano in chiara minoranza (normalmente con due seggi); con l'ingresso in governo del partito catt. conservatore, in genere vennero rappresentati da tale formazione. Nell'ultimo terzo del XX sec. la confessione è divenuta un fattore sempre meno considerato dai partiti nell'ottica della composizione governativa; il 1993 ha segnato per la prima volta l'ingresso in governo di una persona di origini ebraiche (Ruth Dreifuss).

Fotografia ufficiale del Consiglio federale, 2002 (Cancelleria federale, Berna).
Fotografia ufficiale del Consiglio federale, 2002 (Cancelleria federale, Berna). […]

Nelle Camere fed. le donne sono rappresentate dal 1971. Prima candidata ufficiale a un seggio di governo fu la socialista Lilian Uchtenhagen nel 1983, ma la prima elezione di una donna, la radicale zurighese Elisabeth Kopp, risale al 1984. Nel 1999 alla socialista Ruth Dreifuss si affiancò per la prima volta una seconda donna Consigliera fed., la popolare democratica Ruth Metzler-Arnold. Le donne persero la propria seconda rappresentante nel Consiglio fed. nel 2003, con la mancata rielezione di Metzler-Arnold. Dal 2006, il governo è sempre stato composto da almeno due donne, che nel 2010-11 costituirono per la prima volta la maggioranza con quattro Consigliere fed.

Riferimenti bibliografici

  • J. Dürsteler, Die Organisation der Exekutive der Schweizerischen Eidgenossenschaft seit 1798 in geschichtlicher Darstellung, 1912
  • K. Eichenberger, Die oberste Gewalt im Bunde, 1949
  • T. Fleiner, «Le Conseil fédéral», in Pouvoirs, 43, 1987, 49-63
  • R. De Pretto, Bundesrat und Bundespräsident, 1988
  • H. Überwasser, Das Kollegialprinzip, 1989
  • R. E. Germann, Staatsreform, 1994
  • Altermatt, Consiglieri federali
  • P. Du Bois, «Conseil fédéral et administration centrale», in Revue d'Allemagne et des pays de langue allemande, 30, 1998, 469-480
  • W. Linder, Schweizerische Demokratie, 1999
Link

Suggerimento di citazione

Urs Altermatt: "Consiglio federale", in: Dizionario storico della Svizzera (DSS), versione del 13.12.2023(traduzione dal tedesco). Online: https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010085/2023-12-13/, consultato il 19.03.2024.